LA STRAGE DEGLI INNOCENTI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 9 Maggio, 2012 @ 6:38 pm

Detto altrimenti: continuano i suicidi

La crisi economica continua a mietere vittime. E’ il risultato di una miscela micidiale di quattro ingredienti: la politica degli ultimi venti anni; la globalizzazione; la lentezza dell’integrazione europea; l’assuefazione al malgoverno.

La stampa odierna riferisce che il Presidente Monti ha dichiarato: “ Chi ha portato l’economia fino a questo punto di crisi, dovrebbe riflettere”. Cosa significa ciò? E’ un mettere le mani avanti? Un richiamare i partiti all’ordine? O significa che egli si dimetterà? Non credo, infatti Monti ha dichiarato che nessuno potrà interrompere la sua azione. Ma allora, che imporrà nuove tasse? Non credo perché i cittadini lavoratori sono sempre di meno e comunque non potrebbero sopportare ulteriori aggravi. Ed allora? Forse che si metterà mano ad interventi con forte peso specifico, quali la riduzione del numero delle provincie; la lotta non solo all’evasione ma anche all’elusione fiscale; che si reintrodurrà il reato di falso in bilancio;  che si andranno a prendere i denari “svizzeri”;  che si deciderà di applicare una patrimoniale ai patrimoni dei ricchi e non solo a quelli dei poveri (IMU); che si ridurranno significativamente i numeri, i costi e i privilegi della politica; che si vareranno iniziative diffuse per l’occupazione giovanile e non solo; che in luogo di un inutile TAV si progetteranno 15.000 microcentrali idroelettriche; etc..

Oggi aggiungo solo che dobbiamo reimparare a fare i collegamenti, a stabilire i rapporti diretti fra causa ed effetto. Se una persona si impoverisce, un’altra si arricchisce. Se dieci persone possiedono una ricchezza pari a quella posseduta globalmente da di tre milioni di persone, forse qualcosa nel sistema deve essere rivisto. D’altra parte, sono gli stessi fatti a dar ragione a chi vuole rivedere il sistema, se non altro perché il sistema attuale sta uccidendo se stesso. Riducendo ad un terzo i super stipendi di molti appartenenti alle varie caste, si sarebbero trovati i fondi per evitare tutti i suicidi già avvenuti. E’ un ragionamento paradossale? Non so, ma il mio “amico” filosofo del diritto, l’austriaco Hans Kelsen, mi ha insegnato che per verificare un ragionamento occorre spingerlo alle sue estreme conseguenze…

Io lo sciopero generale non lo farei per l’art. 18. Lo farei contro gli scandali, contro la mancanza di equità, contro gli abusi, contro i privilegi, contro le caste e contro la diversa velocità dei provvedimenti “salva Italia” rispetto ai provvedimenti “salva Italiani”.

Mi spiego meglio: ormai quasi ogni giorno uno scandalo coinvolge le tesorerie dei partiti, le banche, i fondi per l’editoria, le Spa finanziarie pubbliche e private, etc… Me ne lamentavo con un mio amico, persona molto inserita nel sistema, il quale alle mie rimostranze rispondeva con un tono di distacco misto a superiorità, assumendo l’atteggiamento pensoso di chi ha ben altri obiettivi, di chi comprende le “cose del mondo”, di chi “realisticamente” le comprende e le tollera e non  come me “le rifiuta”. Costui mi diceva: “Queste sono cose del mondo …  non scandalizzano più di tanto, ci sono sempre state e sempre ci saranno… pensiamo alle cose serie”.

 Ecco, questo lassismo mentale, questo “appoggio esterno alla corruzione”, questo quasi invidiare chi “ci è riuscito”, ci stava portando verso un destino greco, cioè al fallimento. Insisto: ci rendiamo conto che il costo e il danno che tutti questi reati  si traducono in maggiori tasse, in minori investimenti, in un maggior numero di disoccupati, esodati, subpensionati, suicidi? E non mi si dica che a gestire denaro è inevitabile che … perchè io negli anni 70 ho gestito in posizione molto autonoma e di responsabilità  il denaro dell’allora prima finanziaria in assoluto in Italia (Stet, Società Finanziaria Telefonica per Azioni, Torino, solo per citare la maggiore delle responsabilità da me assunte)  e come sono entrato così sono uscito, cioè senza che  “a mia insaputa” io mi fossi arricchito. Scusate lo sfogo ed il riferimento personale, ma quando ce vo’ ce vo’!

Nel frattempo apprendiamo che la Regione Sardegna sta autoriducendo il numero delle proprie provincie e dei componenti dei vari Consigli. Bene. Noi in Trentino, con le Comunità di Valle, forse riusciremo ad indurre i tanti, troppi Comuni, ad operare per sistemi di area, migliorando l’efficienza dei servizi e riducendone i costi. Questo è l’augurio che mi sento di fare a tutti noi Trentini.