IMMIGRATI: VIEW POINTS

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Gennaio, 2017 @ 9:15 am

download (3)Detto altrimenti: punti di vista       (post 2606)

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Il mi’ babbo, toscanaccio doc di quelli maledetti da Curzio Malaparte, vedendo una signora entrare in chiesa con la minigonna ed il velo in testa, disse: “La donna onesta, si scopre il culo per coprirsi la testa”. Perdonate quel “culo”, ma quando si tratta di Toscani ci sta. Il senso di questa affermazione? Che la morale non si misura dal velo sulla testa o meno, e che un velo sia esso cristiano o arabo non può sostituire un comportamento civilmente e moralmente corretto.

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Qualcuno potrebbe dire (o ha detto):  “Gli immigrati devono adattarsi. Prendere o lasciare, siamo stanchi che questa nostra nazione debba preoccuparsi di sapere se offendiamo alcuni individui o la loro cultura. La nostra cultura si è sviluppata attraverso lotte, vittorie, conquiste portate avanti da milioni di uomini e di donne che hanno ricercato la libertà. La nostra lingua ufficiale è l’ ….., non lo spagnolo, il libanese, l’arabo, il cinese, il giapponese o qualsiasi altra lingua. Di conseguenza, se desiderate far parte della nostra società, imparatene la lingua. La maggior parte dei nostri concittadini crede in Dio. Non si tratta di obbligo di cristianesimo, d’influenza della destra o di pressione politica, ma è un fatto, perché degli uomini e delle donne hanno fondato questa nazione su dei principi cristiane questo è ufficialmente insegnato. E’ quindi appropriato che questo si veda sui muri delle nostre scuole. Se Dio vi offende, vi suggerisco allora di prendere in considerazione un’altra parte del mondo come vostro paese di accoglienza, perchè Dio fa parte della nostra cultura. Noi accetteremo le vostre credenze senza fare domande. Tutto ciò che vi chiediamo è di accettare le nostre e di vivere in armonia pacificamente con noi. Questo è il nostro paese, la nostra terra, il nostro stile di vita. E vi offriamo la possibilità di approfittare di tutto questo. Ma se non fate altro che lamentarvi, di prendervela con la nostra bandiera, il nostro impegno, le nostre credenze cristiane e il nostro stile di vita, allor vi incoraggio fortemente ad approfittare di un’altra grande libertà: il diritto ad andarvene. Se non siete felici qui, allora partite. Non vi abbiamo forzato a venire qui, siete voi che avete chiesto di essere qui. Allora rispettate il paese che vi ha accettato”.

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Ci sono immigrati e immigrati. Massimo Troisi, il compianto attore, in una scenetta che lo vedeva autostoppista caricato in auto da un uomo del nord, alla domanda “Sei un emigrato?” rispondeva: “Qua’ emigrato, io viaggio … uno non può viaggiare che subito ti dicono emigrato …”..

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Ecco, e allora proviamo a distinguere le varie categorie di immigrati:

  1. quelli che in patria non sono valorizzati: sono i nostri cervelli che vanno all’estero. Non voglio occuparmene in questa sede;
  2. quelli che cercano migliori opportunità di lavoro, come dipendenti o come imprenditori, idem come sopra;
  3. quelli che cercano lavoro, senza necessariamente provenire da situazioni di fame, guerra etc., idem come sopra;
  4. quelli che fuggono dalla fame, dalle guerre, dalle persecuzioni: ecco, voglio parlare di questi.

Questi ultimi provengono da paesi del sud del mondo, paesi che noi del nord occidentale del pianeta per secoli abbiamo conquistato per “insegnare loro la nostra civiltà” (o per depredarli delle loro ricchezze? N.d.r.).

Si leggano i libri:

  • download (4)“Il predominio dell’occidente – Tecnologia, ambiente, imperialismo” (Ed. Il Mulino) del professore canadese docente degli USA Daniel R. Headrick, ovvero la conquista del resto del mondo” da parte del (nostro) nord est del mondo. Ora, provate a prendere il discorso di quel tale e – con le modifiche del caso – a metterlo in bocca alle popolazioni “beneficiate” dalla nostra politica coloniale;
  • “La democrazia – Storia di un’ideologia” di Luciano Canfora, Ed. Laterza;
  • “Esportare la libertà – Il mito che ha fallito” di Luciano Canfora, Ed. Mondadori.

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Leggete che poi ne riparliamo. Grazie per la vostra pazienza di lettrici e lettori di questo blogger controcorrente, che vi riporta storie “dette altrimenti” …

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