SI E’ VENUTA CREANDO UNA SITUAZIONE PER CUI …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 20 Marzo, 2017 @ 6:53 am

Detto altrimenti: frase da allarme rosso!     (post 2674)

… per cui capirà anche lei … lo richiedono le esigenze della società, dell’Associazione, del partito, del momento … lei stesso converrà … se ci pensa bene …

Frasi micidiali utilizzate quando si vuole violentare un percorso logico, legale, legittimo, regolamentato, istituzionale, contrattuale, democratico etc., insomma quando si vuole forzare una situazione senza “firmare” la forzatura, quando – metaforicamente – si vuole giocare a tennis dicendo al proprio avversario come deve tirare la pallina, violando in tal modo una regola di comportamento che ho definito “la regola del campo da tennis”, la quale già applicava inconsciamente il mi’ babbo, toscanaccio doc, che soleva dire: “Un mi date consigli che so sbagliare dammè”.

Un dipendente chiede l’aumento. Lui crede che la risposta migliore che potrà ricevere sarà un “si” e la peggiore un “no”. Invece, ok sulla risposta migliore. Tuttavia la peggiore sarebbe un’altra: “Un aumento? Ci pensi bene, vedrà lei stesso che ha fatto male a chiederlo, se ne convinca … ecco … vede che mi dà ragione? Comunque non si preoccupi, non le porterò rancore”..

downloadVoglio liberarmi di un  presidente? Voglio licenziare una persona? Non  dico “sei delegittimato per questo motivo” o “Io ti licenzio per questo motivo …”, bensì, impersonalmente, “si è venuta creando una situazione per cui …”. Impersonalmente, io non c’entro, la mia “coscienza di Zeno” è salva. Ma prima, molto prima anzi non tanto prima, questa “situazione” bisogna che “si sia creata”, anzi – però, che non si sappia in giro, per carità, che resti fra di noi, mi raccomando! – che io stesso l’abbia creata. E allora, come faccio a creare la situazione ad hoc? Rossini nel suo “Barbiere” se l’era cavata con la calunnia, la quale è un venticello che però poi cresce, cresce e sparla sparla qualcosa alla fine resta attaccato: “Ma insomma, se se ne (s)parla tanto, vorrà ben dire che qualcosa di vero ci sarà, non vi pare?” Ecco, vedete? Il primo passo è fatto. Poi, anzi prima, ci sono i giornali. Vera o falsa che sia l’allusione, legittimo o meno che sia il sospetto, l’accenno, la frase dubitativa, resta il titolo. Già, perché ormai spesso la gente legge solo il titolo dell’articolo. E la vittima designata resterà “servita” dalla superficialità, dalla retorica, dalla noia: “Evvabbè, dai, basta, non insistere, vedi bene anche tu che si è venuta creando una situazione per cui …”.

E invece no.

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