L’ATTENTATO STRAGISTA DI BRINDISI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 22 Maggio, 2012 @ 10:49 am

Detto altrimenti: L’Italia è “Cosa Nostra”? No! L’Italia è “Casa Nostra!”. Riprendiamocela

Soprattutto nella giornata mondiale delle Comunicazioni Sociali e nell’anniversario della strage di Capaci, parliamo e diciamo tutti insieme: “Basta!” Basta a questa infinita età delle tangenti, dei furti, degli abusi, dei privilegi acquisiti,  elle stragi, del chiodo scaccia chiodo … diciamolo e scriviamolo!

Scriviamo e leggiamo. Dai tempi di Hammurabi e di Ciro il Grande la scrittura della legge, cioè la legge scritta, ha dato a molti la certezza del diritto. La scrittura è consapevolezza e conoscenza dei doveri, dei diritti e loro difesa. La scrittura è testimonianza delle nostre idee e della nostra volontà. Ed allora scriviamolo il nostro sdegno, leggiamo quello degli altri e riflettiamo come certi crimini maggiormente siano perpetrati in assenza di una adeguata diffusione della cultura della civiltà.

“Calati iunco ca passa la china”, cioè, “piegati, giunco, (giunco, canna che stai nel greto del torrente) che la piena passa e tu ti rialzi”. Questa è una linea guida della mafia: profilo basso, quando non serve essere visibili. Per questo motivo sarei stato portato a pensare ad una strage di mafia solo se si fosse ai tempi di Riina. Ma così non è e il dubbio mi resta.

Piuttosto, se i mandanti e gli esecutori di questo episodio criminale pensano di distrarre la nostra attenzione dagli scandali che ogni giorno emergono nel paese, si sbagliano di grosso. Infatti noi allo stesso tempo continueremo a condannare i comportamenti, che hanno portato il nostro paese sull’orlo della  ancarotta, a seguito dei quali gli stessi partiti sono stati costretti a gettare la spugna e a sostenere un Governo loro esterno ed estraneo, di Salvezza Nazionale (altro che “tecnico”!). E questa nostra duplice reazione è assolutamente dovuta anche se la strage risultasse opera di un singolo folle.

La nostra reazione, condanna, dolore, condivisione, compassione per le vittime ed i loro familiari, senso di ribellione come cittadini, sgomento, esecrazione, solidarietà con le forze dell’ordine e con le famiglie delle vittime, volontà di impedire simili crimini, desiderio di vedere puniti i mandanti e gli esecutori: esprimiamo tutto ciò con ogni forza, con la massima determinazione! Ci mancherebbe altro! Ma facciamo di più, dicevo poc’anzi: continuiamo a focalizzare la nostra attenzione anche sui problemi di cui già ci stavamo occupando: suicidi; diminuzione del 40% del numero degli imprenditori; lotta all’evasione ed alla elusione fiscale; sprechi e furti del denaro pubblico, corruzione, difesa ad oltranza degli assurdi privilegi di caste medievali, eccessivo numero dei parlamentari;  ccessivo livello delle loro remunerazioni; retribuzioni dei top manager e dei top burocrati assolutamente “fuori scala”; esistenza di troppi sottopensionati, di esodati, di disoccupati giovani e meno giovani, etc.. Quindi, benissimo la discesa in piazza della gente in tutte le piazze d’Italia contro l’attentato di Brindisi, benissimo! Ma scendiamo in piazza anche per far cessare il sistema medievale che stava strangolando il nostro paese: già, perché questo è ciò che ci manca: sentire l’Italia come Casa Nostra e non come Cosa Nostra, sentirla cioè come una proprietà privata collettiva nostra, un condominio di cui noi possediamo i nostri bravi millesimi (rectius, milionesimi). Dobbiamo reagire come reagiremmo se scoprissimo che un nostro condomino ha costruito un by pass sul suo contatore e illumina a giorno casa sua consumando energia elettrica del condominio senza pagare un euro, mentre noi siamo costretti dalla crisi a tornare alle candele di cera!

Il lessico. Torniamo all’attentato: vile, crudele, vigliacco, inaccettabile, criminale … tutti aggettivi corretti quanto inutili. A mio avviso infatti un attentato è già tale senza bisogno di altre specificazioni. Il lessico è importante. Infatti se esistono mandanti, costoro hanno sicuramente una “intelligenza” cioè uno scopo, un fine. Alla base del loro piano criminale esiste un ragionamento, sia pure criminale anch’esso. Ma gli esecutori … via … diciamocelo … gli esecutori … per accettare di eseguire un simile mandato possono essere solo dei mentecatti strumentalizzati, imbottiti di termini pseudo eroici-idealistici-paramilitari, di denaro sporco di sangue, forse anche di droga … dei mentecatti, niente di più. Ed allora, in questo come in tutti i casi del genere, non definiamoli “commando” o “gruppo di fuoco” o con altro termine “militare”, il che li fa inorgoglire, bensì con il solo termine che possiamo riservare loro: esseri mentalmente sottosviluppati, condotti per mano da altri a fare cose di cui nemmeno si  rendono conto. “Uomene ‘e niente”, per usare un linguaggio da camorristi napoletani che costoro sicuramente comprendono meglio di qualsiasi altro idioma. Oppure, in siciliano, “nenti ammiscatu cu nuddu”, niente mescolato con nessuno.Cioè persone fatte di niente e, a voler tutto concedere, consapevoli solo della propria nullità, scontente di se stesse le quali pertanto cercano di compensare il proprio vuoto “atteggiandosi a”.

Fare giustizia. Quanto ai proponimenti di far luce sui responsabili, utinam an! Per dirla in latino …volesse il cielo che ci si riuscisse! … solo che il recente precedente della strage di Brescia lascia perplessi. Tuttavia la speranza è l’ultima a morire …

La ricerca di un’etica non geografica. Non possiamo reclamare il rispetto dei principi morali e della legge oggi qua, domani là e quindi oggi solo nella zona di Brindisi e non invece anche ieri, oggi e domani in tutto il Paese. La moralità, oggi sconfitta dalla amoralità, deve tornare a prevalere senza limitazioni geografiche. In tutta Italia, in tutti gli ambienti, da parte di tutti, in ogni momento, altro che gare di burlesque!

L’ambiente entro il quale l’attentato è maturato. Criminali mentecatti, dicevo. I quali agiscono all’interno di un Sistema Italia malato anch’esso di criminalità diffusa: mi riferisco alla criminalità finanziaria ed economica, ai crimini di chi, pretendendo troppo per sè, sottrae il minimo vitale a molti; sottrae il futuro ai nostri figli; sottrae il posto di lavoro a chi opera in società creditrici a lungo termine dello Stato e debitrici “a vista” verso il fisco; sottrae la casa a chi non può più pagarne il mutuo; etc..  Ero direttore di una finanziaria, a Trento. Il mio Presidente un giorno mi disse: “L’importante è riuscire a fare i collegamenti fra i vari accadimenti. Chi li fa, comprende la realtà delle cose”. Quel Presidente si chiamava Bruno Kessler e i miei lettori Trentini sanno chi era questa persona.

In altre parole: la complessa serie di cinghie di trasmissione e di ingranaggi che sono stati frapposti fra le cause e gli effetti non ci devono far perdere la consapevolezza che “questi” effetti derivano da “quelle” cause.