AUTONOMIA O AUTOMIA?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 6 Giugno, 2017 @ 12:22 pm

Detto altrimenti: ma esiste il termine “automia”?   No? Be’ allora lo creo io … (Post 2749)

Trentino, terra di Autonomia. Autonomia, darsi le leggi e governarsi da se stessi. Ciò presuppone la partecipazione di tutti alla vita politica. Se invece a questa vita partecipano solo alcuni, ovvero i soliti noti, solo costoro sono “autonomi”. Gli altri, i non pensanti e i seguaci a prescindere,  sono soltanto “automi”, termine dal quale si può creare il neologismo “automia” (ed ecco spiegato il titolo del post).

Quindi, per non essere automi bensì per essere autonomi, occorre partecipare alla vita politica, ovviamente nei due sensi: eleggere ed essere eletti. Ma … se molti non vanno a votare? “Meglio!”  – sostengono le oligarchie del potere (politico) – tanto noi siamo indifferenti all’esito delle urne”. Quanto ad essere eletti?  “Intanto blocchiamo la pretesa della parità di genere, visto che sem tuti omeni … Poi, ragazzi, retorica, tanta retorica, che premia sempre, anche perchè la gente è distratta … “. Infatti “quelle le oligarchie” (per dirla con una simpatica ed efficace espressione dialettale partenopea) hanno bisogno di sempre nuove, squillanti campanelle retoriche con le quali addobbare la propria vita e annebbiare quella altrui.  Loro parlano e non ascoltano; parlano e non capiscono; parlano e non conoscono; parlano e non sanno dire.

imagesLoro hanno creato il partito macchina, un ingranaggio fine a se stesso, nel quale il singolo appartenente alla base ha solo un compito, quello di ripetere il gesto assegnatogli dal (loro) sistema. La macchina, quella di metallo, usa unicamente forze (mentali) di basso livello: libera sì molta energia ma non stimola, non sprona a capire, a portarsi avanti, a partecipare, a fare meglio, ad essere autonomi, bensì fa diventare automi. La macchina, quella meccanica e quella del (loro) partito, lavora solo per il (loro) presente: “Nessuno maturi, nessuno si azzardi a sottrarre forza alla produzione del (nostro) presente, sostengono loro, sarebbe sabotaggio. Lavorate molto per il (nostro) presente, stancatevi, sostengono loro, che questa è la (nostra) migliore polizia politica, quella che vi impedisce di pensare con la (vostra) testa”.

Loro, inoltre, possono far conto anche su di un altro punto di vantaggio: e cioè che la maggior parte della persone è più pigra di quanto  non tema le fatiche di una opposizione onesta e autentica (machimmoffafà?) . Molto meglio seguire il così fan tutti, lo stare nel gruppo (o gregge?), vivere – sia pure inconsapevolmente – immersi in una nebbia di opinioni impersonali, semipersonali,  di stime arbitrarie … ciascuno nella testa del vicino etc. etc. a catena, diventando seguaci fantasmi di quell’ipse dixit.

E invece, mi permetto di sostenere io, la prima Autonomia è la capacità e la libertà di ripartire, di maturare ed esprimere un pensiero autonomo, svincolato dall’ ipse dixit di sempre e da sempre e dalla politica di chi vola (troppo) alto. E, si noti, questa autonomia non può limitarsi alla “reazione” di fronte alle provocazioni esterne: essa deve invece essere propositiva di un vero cambiamento, in piena autonomia, libertà e con coraggio (serve anche quello).

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