COSTRUIAMO L’EUROPA!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 17 Giugno, 2017 @ 4:49 am

Detto altrimenti: Europa, un postaltui         (post 2760)

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G. De Marchi: scrittore, giornalista

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A “fagiuolo” … capita proprio a “fagiuolo” questo contributo spontaneo sull’Europa del mio amico genovestorinese Gianluigi De Marchi. A “fagiuolo”, perchè stiamo commemorando i sessant’anni dei Trattati di Roma, quelli che diedero vita al processo di integrazione europea; a “fagiuolo”, perché molti dei più recenti miei post sono dedicati all’ imminente impresa europeista a pedali di Lucia Bruni (cfr. ivi) https://youtu.be/z1_7S_te0_A ; a “fagiuolo”, perché non avremo parlato mai abbastanza della necessità di arrivare agli Stati Uniti d’Europa. E allora, eccolo il postaltrui!

Inizia

“Abbiamo fatto l’Italia, ora dobbiamo fare gli italiani!” La celebre frase attribuita a Massimo D’Azeglio (anche se storicamente non l’ha mai pronunciata, almeno in questa versione) significa che, una volta costruita un’identità geografica, è necessario costruire un’identità di popolo, altrimenti non si riesce a creare uno Stato nel senso moderno. Oggi, parafrasando quella affermazione, potremmo dire: “Abbiamo fatto gli europei, ora dobbiamo fare l’Europa!”

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Cosa spettiamo a metterle le strisce?

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Ripensiamo al processo di costruzione del sogno europeo: già dagli anni ’50 del secolo scorso i politici più sensibili (fra i quali l’italiano De Gasperi, il tedesco Adenauer, il belga Spaak, il lussemburghese Bech, l’olandese Mansholt, il francese Shuman ed il grande Altiero Spinelli) avevano capito che gli Stati europei non potevano competere efficacemente con i grandi colossi usciti dalla guerra mondiale (USA e Russia), che potevano fare affidamento su sistemi economici potenti ed omogenei.

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L’azione di sensibilizzazione fu forte ed efficace, tanto che i sentimenti “europeisti” conquistarono ampi strati della popolazione che iniziò a “sentirsi europea” pur con le inevitabili differenze tra italiani, francesi, tedeschi, belgi, olandesi, lussemburghesi (il primo nucleo costitutivo del “sogno unitario”). Al contrario del processo del Risorgimento, gli europei nacquero prima dell’Europa …

downloadAlla fine del millennio si diede un sigillo all’evoluzione, con i Trattati che delineavano un’entità soprannazionale e si mise in atto un grande progetto che avrebbe dovuto costituire l’inizio di una nuova era: l’adozione dell’euro, la moneta unica europea che cancellava le identità nazionali nel campo finanziario. Ottima idea, alla quale purtroppo non è seguito nulla di altrettanto efficace. Oggi i 28 paesi dell’Unione hanno diverse legislazioni fiscali, diverse legislazioni del lavoro, diverse legislazioni previdenziali, diversi sistemi giudiziari. Insomma, finanziariamente l’Europa è unica, sotto tutti gli altri aspetti (tranne rare eccezioni come la libera circolazione delle merci e delle persone) è frazionata in un variopinto, caotico ed inefficace panorama.

Sarebbe necessario un “colpo d’ala” mettendo mano veramente (e non solo a parole) all’unificazione delle leggi e dei comportamenti almeno in tutti i paesi che adottano l’euro, per evitare squilibri e differenziazioni che nuocciono all’Europa e (come dimostrato dall’affiorare di sentimenti antieuropei) rischiano di vanificare il “sogno europeo”. Chissà se i politici riusciranno a metter da parte il loro egoismo e ad anteporre gli interessi europei a quelli meramente nazionali ed addirittura personali? www.demarketing2008.it

Finisce

E allora … dai, ognuno di noi si impegni con il suo vicino e così via … siamo già tanti, saremo in molti di più, dobbiamo essere tutti a indurre i nostri polititi a fare il loro dovere!