MOUNTAINBIKE & MOUNTAINCONCERTI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 20 Giugno, 2017 @ 5:37 am

Detto altrimenti: bici e concerti in montagna     (post 2762)

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Ieri, nella Valle del Sarca, sopra la Centrale Fies

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MTB, Mountainbike: servono per percorrere sentieri montani, sterrati, sassosi. Molti le osteggiano: in montagna si va a piedi, dicono. Però molti di quei molti poi sono favorevoli ai “concerti in montagna”, ai “suoni delle dolomiti”, quei raduni che vedono migliaia di mersone radunate ad ascoltare musica, quella musica che hanno da sempre ascoltata in città. Al che mi permetto di sottoporre alle lettrici ed ai lettori alcune sottolineature:

Il CAI centrale ha pubblicato un paio di quaderni sul ciclo escursionismo (reperibili in internet), per regolare la materia delle bici in montagna. Ecco, si tratta né di permettere né di vietare, bensì di regolare, ad esempio vietando la libertà assoluta e gli eccessi.

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Tanti, tanti “ieri”  fa … saranno ormai cinquat’anni!

MTC, Mountainconcerti? Ammetto, io stesso ne ho ascoltato uno: stavo scalando la Brenta Alta, ero in parete. Circa 250 metri sopra la Bocca di Brenta, quella che dal Vallone dei Brentei (Val Brenta) ti fa accedere al rifugio Pedrotti alla Cima Tosa (Vallone dei Massodi). Giù in basso un tizio prendeva a calci un barattolo vuoto, ed il rumore mi giungeva in poco meno di un secondo (ed ecco stimata la mia altezza rispetto a lui). Poi arrivarono altre persone, si disposero ad arco, ed iniziarono a cantare canti di montagna. Avrei scoperto dopo trattarsi del Coro della SAT in gita sociale. Mi fermai, non arrivai più in vetta … mi gustai l’intero concerto e poi ridiscesi a corda doppia. Questo – a mio sommesso e molto probabilmente sbagliato giudizio (ma che volete, tot capita tot sententiae!) – è l’unico concerto che può essere “portato” in montagna.

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Negli altri casi occorre portare la montagna in città e non viceversa e – in montagna – ascoltare e gustarsi la musica del silenzio; del vento; delle grida acute e dei fischi del corvo alpino;  del frusciare della corda sulla roccia; del tintinnio dei colpi del martello sul chiodo … con il sottofondo del profumo dei licheni e del calore del sole sulla roccia.

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Ma poi mi son detto: dai Ric, sdrammatizza … aggiungi qualche bella foto … così, per alleggerire il discordo eccheddiamine! E allora cedo alle … mie stesse insistenze e vi regalo tre foto “d’acqua”:

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La prima, del Lago di Cavedine, con tanto di papere e fiori …

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… la seconda, scendendo a valle, delle “rapide” del Sarca fra Arco e Ceniga-Dro …

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… la terza, arrivato infine al Garda, di un capolavoro di “ingegneria navale”: un nido di folaga costruito sugli scalini della scaletta di un ormeggio nel porto della Fraglia Vela Riva. Quando mi avvicino per disormeggiare la barca, lei non scappa e il suo compagno, distante una trentina di metri, accorre svolazzando in suo aiuto! Morale: dare dell’animale ad una persona è farle un complimento!

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Good bike everybody!

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