LA LOTTA PER LA PROPRIETA’ DI UN SIMBOLO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 4 Gennaio, 2018 @ 12:10 pm

Detto altrimenti: dello modo e del perché taluno vuolsi appropriare di un simbolo con il che farebbe lo male proprio et eziandio quello altrui …   (post 3008)

Ricordate? “Dello modo ..” … così iniziavano racconti nella lingua del nostro “duecento” … Ma veniamo all’oggi, al simbolo ed alla pretesa sua privatizzazione. E’ di questi giorni infatti qui in Trentino (ma non solo) una contesa sulla proprietà privata di un simbolo da parte di chi a suo tempo lo ideò e creò. Ora, questa pretesa di privatizzare un simbolo mi sollecita alcune considerazioni

downloadInfatti il simbolo (politico, nel caso in esame) è la rappresentazione grafica di significati in norme e contenuti accettati da chi vi si riconosce. Esso è un “ponte verso” ed ha valore in quanto “conduce a” valori: non ha valore “in se stesso”. Esso è un “elemento di passaggio, di trasmissione per la condivisione  di un significato”. Se invece taluno vuol fargli acquisire il valore di ciò che invece dovrebbe essere rappresentato, il simbolo da apertura alle energie spirituali si trasforma in gabbia, in prigione … il simbolo non vive di vita propria, ma di quella di coloro che vi si riconoscono. Esso è un bene collettivo, di tutti in generale e quindi di nessuno in particolare, nemmeno del suo creatore. Esso è obbligante: nessuno  può impadronirsene come cosa solo propria, espropriandone gli altri. Ciò infatti distrugge la fiducia reciproca e la speranza comune e diventa segnale di guerra. Al contrario, il vero uomo politico ha verso il simbolo un atteggiamento di umiltà, quello di chi sa servire qualcosa più grande di se stesso. Il simbolo-proprietà-privata cessa di essere tale e diventa diabolon, strumento di dominio sui simili più vicini  e di trasformazione delle persone in masse fanatizzate.

Ora, un simbolo politico. quando è veramente tale, non ha bisogno di essere protetto da misure giuridiche repressive. Per converso quando queste misure intervengono, ciò accade perché il simbolo ha iniziato a non essere più un vero simbolo e la sua repressione non fa altro che testimoniare questa sua dammerung, (caduta) esaltandone il carattere conflittuale. La politica di un simbolo privatizzato è solo valorizzazione di alcune persone al posto delle idee e degli ideali. A questo punto la  Politica è solo politica, la quale, nell’ipotesi peggiore, è una corsa all’acquisizione del potere fine a se stessa; in quella migliore è attività tecnico-esecutiva per l’amministrazione dell’esistente. 

E ciò indipendentemente dal significato originario (greco) del termine “politica”, che all’inizio era un aggettivo di un sostantivo, la “capacità“, ovvero la teknè politika, la capacità politica (cioè, di governare la polis), aggettivo che  noi oggi abbiamo sostantivato e che  utilizziamo  per definire l’azione politica anche a prescindere da una valutazione sulla teknè … per cui c’è politica e Politica.

Fine

Corsivo liberamente tratto da “”Simboli al potere – Politica, fiducia, speranza” di Gustavo Zagrebelsky, Einaudi Ed. Novantadue  paginette  di grandissimo valore, per soli €10,00.

Concorso a premi: fra tutti coloro che avranno indovinato chi oggi reclama la proprietà privata di un simbolo politico sarà sorteggiata una copia del libro sopra citato. Parola di blogger.

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