VALTELLINA E VALCHIAVENNA A PEDALI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 18 Giugno, 2018 @ 9:40 am

 

Detto altrimenti: con la FIAB!                       (pot 3235)

sdr

La “guida” Mariangela e il Presidente FIAB Trento Guglielmo Duman

.

La bici unisce e la FIAB anche. Genitori Valtellinesi (Mariangela e Lorenzo), un figlio negli USA; un altro che lavorava a Rovereto, tutti (molto) sportivi (anche) a pedali. Il figlio ”roveretano” informa i suoi di Fiab Trento, loro vengono ad una nostra gita, si iscrivono a Fiab Trento, si propongono come guide “locali” per una trasferta trentina in Valtellina: Bormio – Tirano – Colico – Chiavenna: 150 km in tre giorni. Il piano della gita lo trovate nel sito di Fiab Trento alla voce “Archivio degli eventi”. Tre giorni di sole pieno incastonati fra mesi di piogge anche bigiornaliere!

.

.

images

.

Dietro la FIAB ci sono i Fiabbini, associati e membri del direttivo: un grande lavoro di organizzazione, gestione, informazione, comunicazione, studio, passione, impegno, condivisione, rapporti umani e tanta, tanta mobilità urbana vivibile e sostenibile: a pedali, ovviamente!

.

.

.

.

.

.

.

sdr

Mariangela e Lorenzo abitano a Poggiridenti: una toponomastica su misura per loro due!

Mariangela e Lorenzo. Due Persone splendide, genuine, cortesi, gentili … che altro dire? Due giovanissimi e giovanilissimi nonni di due splendide nipotine. Nonni? Si, ma quando non sono frenati da gruppi come il nostro, sono nonni da 140 km al giorno a pedali, scusate se è poco! Fra l’altro hanno ospitato in casa loro due di noi, sovrannumerari rispetto alla capienza alberghiera. Grazie, amici! Vi aspettiamo ospiti nostri in Trentino e a Riva del Garda!

.

.

.

.

dav

.

.

.

32 Trentini in pullman da Trento al Tonale-Aprica etc. (percorso sconsigliabile per la strettezza delle strade): quasi 5 ore soste comprese. Da Bormio in bici, discesona fantastica, velocissima lungo una valle che potrebbe essere del … Caucaso tanto è “nature”! (Ho anche una foto con la strada accanto, a sinistra, ma volete mettere questa che pare di essere dove … dove siete liberi di immaginare!).

.

.

.

.

.

dav.

Prima sosta significativa: vista guidata da Don Giampiero Franzi all’Abbazia della Madonna di Tirano, ai piedi della salita al passo Bernina. Siamo quindi saliti (in pullman) a Teglio (851 m) per la cena a base di una serie di piatti di Pizzoccheri e il primo pernottamento.

Secondo giorno: dal fondo valle a Colico, sul lago di Como, la tappa più lunga (70 km) dell’uscita. Pernottamento a Nuova Olonia.

Terzo giorno: Da Nuova Olonia, salita dolce e continua fino a Chiavenna, con visita della città, pranzo e fine del tour. Si riparte via Bergamo-Verona.

dav

L’Adda, ben prima dell’Adda manzoniano! (La pista ciclabile corre sulla destra)

.

.

Di particolare bellezza oltre alla la discesa da Bormio, la pista che costeggia l’Adda prima di Colico. Colico? E’ così bella quella riviera che … sembra la nostra riviera dell’Altogarda Trentino! Anche Chiavenna è stata molto interessante, con i suoi crotti, cantine naturali con l’aria naturalmente condizionata dal sover, venticello autoctono e autonomo.

.

.

.

dav

                    Bed &  Breakfast!

.

A Chiavenna, visita alla Chiesa Collegiata e al Palazzo Salis, ora (anche) Bed & Breakfast, accolti dalla gentilissima proprietaria. Il palazzo edificato dalla famiglia svizzera dei Salis, divenne italiano e“in Italia” dal 1815. Gli attuali proprietari hanno il grande merito di conservare e manutenzionare per i nostri occhi, la nostra cultura, la nostra storia un prezioso edificio museo di arte! Grazie amici, grazie per il regalo che ci avete fatto nel consentirci di visitare il palazzo!

.

.

Qualche nota tecnica

sdr

         Chiesa Collegiata a Chiavenna: il chiostro

.

Percorso quasi interamente in discesa, salvo i brevi saliscendi fino a Colico e la salitella per Chiavenna. Quasi tutto asfalto, la pista è segnalata in modo non del tutto uniforme per cui senza le nostre guide locali avremmo perso un po’ di tempo ad orientarci. Si è quasi sempre accompagnati dall’ acqua del fiume Adda e dai contorni delle montagne verso la Svizzera.

.

.

.

.

sdr

           “Quel ramo del Lago di Como …”

L’organizzazione del viaggio è stata complessa: individuare i percorsi, le soste, gli hotel, i punti caratteristici da visitare, le alternative in caso di brutto tempo.

Velocità: il gruppo dei 32 +2 guide era in parte “motorizzato” (e-bike) e in parte con bici normali, quindi taluno ha dovuto frenare un po’ la propria andatura, altri accelerarla.

Le salitelle: senza aiuto elettrico ci sono due modi per affrontarle: scalare di marcia ben prima e “scalarle” con pedalata lenta, continua ed efficace. Oppure prendere la rincorsa e con un cambio più veloce e duro sperando di riuscire a superarla d’impeto. Ciò comporta già un possibile disturbo reciproco fra le due diverse categorie di pedalatori. Gli “elettrici” poi dovrebbero attendere che siano passati tutti i non-elettrici, oppure precederli in gruppo.

Il vento: quasi sempre contrario per cui a maggior ragione occorre procedere incolonnati in fila indiana.

Psicologia dei pedalatori italiani in colonna

dav

                               Colico!   

Siamo come al volante dell’auto: chi ci precede? Da superarsi al più presto! Ho fatto un esperimento: io sono il “portabandiera” del gruppo visto che ho assicurato alla mia bici una sottile asta con tanto di vessillo FIAB. Mi sono messo in seconda posizione, subito dietro la nostra guida. Nello spazio di cinque minuti mi sono ritrovato nelle ultime posizioni della fila perché uno ad uno i miei amici si venivano a frapporsi fra me e la guida. Ciò anche perché io di solito lascio un certo intervallo (5-7 metri) fra me e chi mi precede (distanza di sicurezza) per aver il tempo di eventualmente frenare o di scansare eventuali buche: orbene, per chi mi segue quello spazio è un invito a riempirlo alla svelta! Come in automobile, dicevo … Nelle soste poi sarebbe necessario non ammucchiarsi  sulla testa della corsa, bensì mantenere il proprio posto nella fila. Ma tant’è …

sdr

Verso il castello  di S. Faustino  a destra il maggior museo a cielo aperto di rupe incisa in epoca preistorica

Dimenticavo: altra posizione psicologicamente ricercata e gradita è l’ultima in coda al gruppo, quella della cosiddetta “scopa” per aspettare ed aiutare i ritardatari. E’ un ruolo importante e di responsasabilità, che costringe chi lo occupa a pedalare “ad elastico” per ricongiungersi al gruppo, il che comporta un maggiore dispendio di energie.

Incidenti: nn – Inconvenienti: rottura di un freno senza danni alle persone o cose, subito riparato.

Conclusioni

La gita è da rifare, forti di questa prima esperienza, per arricchirla di altre soste culturali. Certo che tre giorni di sole pieno non sarà facile riaverli!

Ringraziamenti

Grazie Mariangela, Grazie Lorenzo, Grazie Fiab Trento!

.

.