INFORMAZIONE E COMUNICAZIONE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 15 Luglio, 2018 @ 5:56 am

Detto altrimenti: due armi da maneggiare con cura     (post 3257)

Mondo anglosassone: nella gestione aziendale e del business da decenni si è passati dalla IT – Information Technology alla ICT-Information Communication Technology.

L’informazione è unidirezionale: io fornisco o ricevo un’informazione, ma non la discuto con il destinatario o con la sua fonte. L’IT è lo strumento per la gestione delle menti altrui: più io so, più potere ho.

La comunicazione … mi piace fare derivare il termine dal latino communis-actio, azione comune: l’informazione viene condivisa e soprattutto discussa fra emittente e ricettore. L’ICT è lo strumento del coinvolgimento, della motivazione dell’altro: più ragioniamo insieme, più forti siamo entrambi, più forte è la nostra squadra, il nostro gruppo, la nostra associazione, etc..

Questa la differenza fondamentale. Ma vi sono altri aspetti sui quali cerco di fare qualche ragionamento:  in merito ai contenuti di ciò che si trasmette o condivide.

La tecnica originaria della comunicazione era incentrata sulla verità o meno di ciò che si trasmette o condivide: nel momento in cui io dico, apprendo o condivido un’informazione la mia preoccupazione massima è la verifica della veridicità dei suoi contenuti. Ora accade invece che io mi stupisca nell’assistere che da parte di taluno si è adottata una tecnica diversa basata su affermazioni palesemente false, le quali tuttavia producono effetti e reazioni particolari nell’uditorio. Ecco la malizia di questa nuova tecnica: non mi importa di sparare cavolate, l’importante è che la reazione di chi le ascolta sia quella che io desidero.

Un esempio: “Se tu, cittadino italiano, sei disoccupato, la colpa è degli immigrati”. L’affermazione-informazione è palesemente falsa, ma la reazione dell’uditorio è quella che io voglio: c’è chi spara ai neri ma soprattutto c’è chi vota il mio partito politico.

Un altro aspetto sul quale mi permetto di invitare le mie lettrici e i miei lettori a riflettere è quello del rapporto verità-azione all’interno del processo comunicativo. La tecnica originaria prevedeva azioni per arrivare a dimostrare la verità dell’affermazione. Oggi conviene invertire questo rapporto e “partire dalla verità” per dare efficacia alle nostre azioni successive. Da qui discende che di fronte ad affermazioni-azioni palesemente non vere, premia di più una loro demolizione documentata che non la faticosa costruzione di un parallelo processo di verità “vere”.

Grazie per avere letto questo PP-Post Pesantuccio, a dire la verità … per di più senza figure, foto, disegni …

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