LA CICLABILE DEL GARDA A LIMONE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 17 Luglio, 2018 @ 5:59 am

 

Detto altrimenti: cerchiamo di essere più specifici … (post 3259)

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           Troppo stretta!

La ciclopista pedonale da Limone verso il Trentino, 2 km a sbalzo sul lago. Sicuramente una splendida passeggiata, visto che non si può tecnicamente definire “pista ciclabile” a termini del DM 30.11.99 n. 557, GU 26.09.200, capo II°, art. 7, perché non ne ha i requisiti (larghezza inferiore al minimo di m. 2,5). Le autorità di Limone comunque si vantano molto del loro risultato ma dimenticano di dire che è stato reso possibile grazie ai denari trentini. Si vantano poi di avere dato il via alla realizzazione della Pista Ciclabile del Garda, dimenticando la nostra Pista Ciclabile che già attraversa tutto il lato nord del lago e le tratte della quasi-ciclabile in riva al lago che da poco dopo Tempesta conducono a poco dopo Castelletto. In realtà da sempre si parla della “pista ciclabile del Garda” un po’ troppo superficialmente non solo in relazione ai requisiti di legge di cui sopra, ma anche rispetto agli aspetti di impatto naturalistico ambientale; del coordinamento della realizzazione delle varie tratte; dell’attraversamento delle cittadine del Lago.

Tuttavia l’aspetto che in questa sede desidero sottolineare è quello delle priorità degli investimenti trentini. Mi riferisco al fatto che forse vi erano altri interventi “ciclabili” più urgenti rispetto a quello effettuato in favore della pur splendida passeggiata realizzata nel territorio del Comune di Limone, sulla quale – stante la larghezza insufficiente – è stato necessario limitare la velocità massima delle biciclette a 10 kmh.

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… e poi … da qui ancora su, al Bordala! Non è da tutti, nemmeno se “elettrizzati”!

In particolare mi riferisco al collegamento delle ciclabili dell’Altogarda Trentino alle ciclabili della Valle dell’Adige, superandosi i nodi del Passo San Giovanni e delle gallerie di Cadine. Il tutto con pendenze e fondi stradali “familiari” perché non tutte le famiglie sono in grado di “scalare” la salita della Vecchia Torbole; o quella da Torbole alle Busatte e da qui alla piana di Nago; nè sono in grado di arrampicarsi sulla vecchia pista romana da Prato Saiano a Nago; ugualmente non è suggeribile ad una famigliola di avvalersi della “Maza” per via del pericoloso traffico automobilistico anche pesante ivi esistente. Per non parlare della salita stradale da Bolognano al Passo Bordala o dello scavalcamento dei contrafforti del Monte Brione, imprese riservate solo a ciclisti giovani atleti molto, molto allenati! Inoltre, sicuramente prioritario è il collegamento ciclabile della Valle dell’Adige con la Valsugana, sulla quale investire anche in territorio veneto, là dove la pista è da anni interrotta per frana.

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        Ogni volta … un azzardo!

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Tuttavia, dum Romae consulitur … mentre si discute su questi grandi sistemi, con un investimento irrisorio – da subito – si potrebbero illuminare le gallerie della Gardesana Orientale a sud di Torbole, magari con un sistema di alimentazione ad energia solare, rendendole assai meno pericolose per i ciclisti di quanto non lo siano ora ed evitare in tal modo ulteriori incidenti mortali.

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P.S.. la Provincia Autonoma di Trento realizzerà la parte di sua competenza in buona parte in galleria per sfruttare una strada dismessa e soprattutto per non esporre i ciclisti al pericolo di caduta massi (cautela che fu ed è alla base della scelta di realizzare le vecchie e le nuove  gallerie per il traffico auto).

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