IN TRENTINO: UNA GIORNATA INDIMENTICABILE CON DON MARCELLO FARINA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 2 Luglio, 2012 @ 6:40 am

Detto altrimenti: la domenica mattina a Messa a Balbido … mi è stato detto che i miei post diventano talvolta un diario delle mie giornate. E perché no? … Ed allora eccomi a combinare un incontro fra il miei amici Ruggero e Maria Grazia “da Riva” con Don Marcello, Sacerdote ed Amico che da tanto tempo loro volevano conoscere … e a raccontarvi tutto.

Non ho certo la pretesa di apparire uno scopritore, so bene che Marcello Farina è conosciutissimo e stimato da tutti a Trento e fuori, ma la giornata è stata troppo bella per non essere raccontata.

Don Marcello Farina, Sacerdote, Filosofo, Amico … è di Balbido, un paese del Bleggio, una bellissima zona del Trentino, detto il “paese dipinto” per via dei suoi “murales”. Insieme a Ruggero e Maria Grazia, Maria Teresa ed io siamo saliti per assistere alla S. Messa che Marcello ogni domenica celebra alle 10,00 nella chiesetta di S. Giustina, di cui mi spiace non avere una foto.  La Messa celebrata da Don Marcello è sempre un vero arricchimento dell’animo, dell’anima e dello spirito. Prima e dopo la celebrazione, egli è attorniato e “conteso” dai paesani, che guardano con un po’ di sorpresa questi “turisti” che quasi pretendono di avere il monopolio del “loro” Don. A cerimonia ultimata, Ruggero si è impegnato ad accompagnare una prossima celebrazione con il suo violino e Marcello ci ha spiegato alcune cose sulla “sua” chiesetta, la quale è del 1100, inizialmente dedicata alla SS. Trinità. Successivamente accadde una fatto particolare. La famiglia nobile dei Crosina (una loro erede per tutti, Maria Luisa Crosina, attuale Presidente di MusicaRivaFestival, a Riva del Garda) fuggì da Padova per sottrarsi alle ire del feroce Ezzelino da Romano, e nel 1648 approdò a Balbido, vi si costruì un palazzotto e rimodernò la Chiesa, dedicandola a S. Giustina, la patrona di Padova (credevate che fosse S. Antonio, eh? E invece no …). La stessa famiglia Crosina poi regalò un Vescovo Crosina alla Diocesi di Bressanone, Antonio Crosina Bonporto, parente del musicista Bonporto. Il  quartiere di “Man” a Trento deriva da Manburg, uno dei predicati nobiliari dei Crosina. Tutto questo ci spiega Marcello (e la stessa Maria Luisa).

"Accrescete la speranza, o voi ch'entrate"

Dopo Messa, Marcello ci ha ricevuto a casa sua, sul cui ingresso spiccano un dipinto ed una frase: “Le parole sono pietre”, “… omaggio al  “… nostro prete-filosofo, entrato nella stima e nella simpatia dell’artista grazie alle sue lodevoli doti di comprensione delle più diverse vicende umane ed alla sua innata capacità di trovare le parole giuste da condividere con il prossimo. Don Marcello Farina, apprezzato oratore, è stato anche presso il Duomo di Trento ove teneva omelie molto seguite ed amate dalla gente…”. Così dipinge e scrive il pittore Mario Romano Ricci. La sua casa poi è un tempio di libri, la vecchia casa della sua famiglia, in pietra, travi di legno e soprattutto librerie: casa testimone del suo abitante! Indi Marcello ci ha accompagnato a vedere i “murales” del suo paese (Balbido “paese dipinto”, appunto!): Il postino, Il pranzo di nozze, I due fidanzati, Gli ombrellai, L’arrotino, Le meccaniche celesti, Il maniscalco, La cena fra amici, Il sogno dello spazzacamino, L’estate, e molti altri “quadri di una mostra”.

Infine ci ha accompagnato a visitare la cappella di S. Felice a Bono nel Bleggio. Si tratta di una cappella affrescata dai Baschenis, famiglia tre generazioni di pittori provenienti dalla Val Brembana, che operarono 1470 al 1550 nel Bleggio, in Val Rendena, in Val di Sole, in Val di Non (in particolare nella cappella del Castel Spaur a Tassullo). Il più importante dei Baschenis fu Simone, che dipinse molto anche a Pinzolo, Dorsino, S. Lorenzo in Banale e Lasindo. La loro pittura (soprattutto affreschi) fu commissionata dai paesi, cioè dalla gente dei paesi e loro infatti dipingevano per la gente, per i poveri, immagini semplici, quasi “libri per analfabeti”, per gente cioè che l’unica lettura che sapeva fare era quella delle figure dipinte. I Baschenis provenivano dalla pianura e avevano attraversato la cultura del Mantegna, pur senza assorbirne i virtuosismi. I colori dei dipinti della Cappella ricordano quelli di Giotto. I dipinti sono assai ben descritti nel prezioso depliant edito dal Comune di Bleggio Inferiore – Comitato Bono. Una visita da fare, suggerita a tutti, assolutamente!

 

 

Dopo un ottimo pranzo consumato all’agritur “Maso Marocc”, abbiamo potuto ammirare dall’alto della montagna il Lomaso e il Bleggio, territori divisi dal Castel Campo che diede ben due Vescovi a Trento e dove si ritirava a poetare Giovanni Prati insieme alla poetessa Ada Negri. Al di là del Bleggio, si adagia il fiume Sarca, oltre il quale si stende il Banale con il paese di Stenico. Sullo sfondo, di fronte le nevi dell’Adamello e a destra quelle della Cima Tosa, la Regina delle Dolomiti di Brenta.

 

 

 

 

Sulla strada del ritorno, un’ultima ciliegina sulla torta della nostra ricchissima giornata: una sosta davanti alla casa di Don Lorenzo Guetti, il fondatore della Cooperazione Trentina, a Vigo Lomaso.

 

 

 

 

 

 

 

Marcello Farina con il suo ultimo lavoro: un libro su Don Lorenzo Guetti “E per un uomo la terra”

 

 

 

 

Marcello, Persona “contesa” da tutti coloro che lo conoscono, piena di interessi, cultura ed impegni, ci ha fatto un grande, grande regalo di umanità, comprensione, disponibilità. Ci hai fatto sentire privilegiati, non c’è che dire. Grazie, Marcello!