RIMESSE IMMIGRATI ED EMIGRATI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 9 Novembre, 2018 @ 8:44 am

Detto altrimenti: quant’è corta ma nostra memoria!       (post 3386)

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Pare che il governo voglia tassare dell’1,5% le rimesse all’estero di valore superiore ad €10,00 fatte dagli immigrati. Attualmente tali rimesse ammonterebbero a circa 6 miliardi di euro l’anno, per cui il gettito fiscale sarebbe di 90 milioni l’anno che a noi non risolverebbero nulla ma che graverebbero sulle spalle di chi, a costo di grandi sacrifici, lavora quasi da schiavo per mandare qualche soldo a casa per sfamare la propria famiglia.

Dice … ma qua’ poveri!? Se hanno tutti il telefonino! Certo dico io, per un padre di famiglia è l’unico modo di vedere almeno via WhatsApp  la moglie e i figli che non abbraccia da anni. Ma questa è un’altra storia.

In direzione opposta arrivano in Italia le rimesse dei nostri emigrati: attualmente circa 7,2 miliardi di euro l’anno, pari a circa mezzo punto del PIL. Cosa accadrebbe se i paesi nei quali i nostri connazionali lavorano imponessero loro un uguale balzello? Grideremmo alla sopraffazione, all’ingiustizia, ci ergeremmo a difesa degli Italiani, Italiani First!

download (1)Memoria corta, dicevo, Già, non ci ricordiamo che negli anni ’50 – ’70 le rimesse emigrati erano la principale fonte del tentativo di riequilibrio della bilancia valutaria italiana. Anche negli anni ’70, si, certo, quando nel dicembre 1971 fu eliminato il regime dei cambi fissi definito negli accordi di Bretton Woods (1-22 luglio 1944) che aveva agganciato tutte le valute al dollaro USA e il dollaro USA all’oro. Le valute iniziarono a fluttuare fortemente e noi, poveri di valuta estera, imponemmo strette creditizia e valutaria feroci: possedere valuta estera e non cederla all’UIC-Ufficio Italiano dei Cambi diventò un reato. Solo pochi privilegiati poterono intrattenere conti correnti in valuta estera, i cosiddetti conti autorizzati in valuta (Fiat Holding in testa) perchè si sa, la legge è uguale per tutti … tranne le eccezioni di legge!

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Ma torniamo all’oggi. Non ci vergogniamo di imporre la chiusura post-serale ai “negozi etnici” perché “c’è il pericolo della droga e di alcool” ma lasciamo aperti i nostri night club dove la droga e l’alcool circolano a fiumi (dice … ma lì è droga di alta qualità, mica porcherie! E poi, alcool si, ma di gran marca! Dico: ah, vabbè, se le cose stanno così …). Non ci vergogniamo di applicare immorali balzelli ai lavoratori stranieri. Dice … ma no, noi non siamo razzisti … sono loro che sono immigrati extracomunitari!

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Extracomunitari loro? Ma se lo stiamo diventando noi stessi! Dice … ma no, dai che i nostri governanti ripetono  “non vogliamo uscire dall’Euro e dall’UE”. Certo dico io, a parole, ma con i fatti? I nostri governanti sono come quel tale Padre Zappata, che predicava bene e razzolava male: ormai l’Italia è diventata il Padre Zappata dell’UE.

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