DECRETI LEGGE, EDITTI, DI IERI E DI OGGI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 14 Agosto, 2012 @ 6:26 pm

Detto altrimenti: occorre invertire la rotta, non modificarla

Pedalando di ritorno da una “scalata” in bici con mio nipote Enrico da Riva del Garda a Balbido , il Paese Dipinto, detto così per via dei suoi splendidi murales, arrivato al Lago di Tenno ho fatto una deviazione a sinistra e sono andato a Canale di Tenno, splendido paesino medievale arroccato sulla montagna, un museo a cielo aperto: le vecchie case manutenzionate (il termine “ristrutturate” farebbe pensare ad un intervento snaturante, il che non è), le viuzze acciottolate e le insegne dei mestieri medievali … poi, in una piazzetta, affissa alla parete, una ordinanza del sindaco … ops, scusate, un estratto dell’editto del Re Rotari, capo dei Longobardi, all’epoca dominatori della zona. Si tratta di un intervento molto specifico a fronte di specifici “reati”: furto di favi e di api e furto delle setole della coda dei cavalli.

Secondo la mia cattiva abitudine, sono stato portato ad attualizzare la norma. Anche oggi se ne stanno promulgando molti, di “editti”, soprattutto governativi. Si, il nostro attuale governo (Monti) sta facendo molto, sta correggendo la rotta con una numerosa serie di colpi di timone, di provvedi … monti! Ma forse oggi noi dovremmo invertirla, la nostra rotta, non semplicemente correggerla.

Mi spiego: quello che a mio sommesso avviso ancora si potrebbe/dovrebbe fare è prender atto che la riduzione della spesa pubblica in corso o ancora auspicata e programmata, non basterà a fare riprendere la crescita. Già, la crescita, pare che sia l’unica via possibile. E se l’attuale modello di crescita è giunto alla frutta, ecco, proviamo a programmarne un altro (nel prossimo mio post proverò invece ad ipotizzare la crescita attraverso la decrescita).

Balbido, il maniscalco

Ma torniamo agli “editti” attuali, molto specifici: numero di esodati, data del pensionamento, Imu sul beni di tutti anzi no, accordo con la Svizzera sulla tassazione dei capitali illecitamente esportati (ma pare che la CH stia per varare un referendum a difesa dei suoi “clienti”), etc..  Sono tutte correzioni di rotta, della stessa rotta, non inversione della rotta.

Nel frattempo l’Italia sta soffrendo per la siccità. Poi soffrirà per le inondazioni e per altri, nuovi malanni (ad esempio, innalzamento del livello dei mari). Infatti in questi giorni infatti è stato rilevato che la fusione dei ghiacci della calotta polare sta procedendo ad una velocità molto maggiore di quella prevista. Le conseguenze sul clima saranno catastrofiche. Il nostro Bel Paese è un paese costiero, montano, sovra edificato, già oggi esposto a calamità “umane” (così io preferisco chiamare le cosiddette Calamità naturali). Ed allora, cosa aspettiamo? Se non altro come esercizio, proviamo ad programmare un diverso modello di crescita.

Canale di Tenno

Ecco, occorre invertire la rotta. Potremmo non finanziare più i partiti politici; le GOI, Grandi Opere Inutili (come abbiamo fatto – per fortuna – per il Ponte sullo Stretto!); potremmo non acquistare più cacciabombardieri da 180 milioni dii euro ciascuno (!); non finanziare più missioni militari all’estero; non pagare più super stipendi, super pensioni, super buonuscite a chicche e sia (direbbe Totò!); non permetterci più super parlamenti e parlamemtari super pagati, ma investire in migliaia di cooperative giovanili per il rilancio delle migliaia dei nostri siti artistici, archeologici e naturalistici. E poi, occuparci della prevenzione dei disastri geologici, della difesa del territorio, dell’occupazione anche non giovanile, della realizzazione di migliaia di micro centrali idroelettriche, dello sviluppo delle fonti di energia alternative al petrolio, etc.. Il noblesse oblige non fa più per noi, non ce lo possiamo più permettere!

 

 

Canale: entering the village ... entrando in paese

La faccio facile? Non credo. La crisi dell’attuale modello di crescita è sotto gli occhi di tutti. Di chi è la colpa? Ricordo mia mamma. Era professoressa di lettere alla Scuola Media Statale Andrea Doria di Genova. Severa, impegnatissima, esigente … all’antica, insomma, avete capito. Un giorno la vidi preoccupata: “Sai, mi disse, dovrò bocciare alcune mie alunne”. Io risposi: “Ma tu stai tranquilla, hai fatto il tuo dovere. Sarà un problema loro”. “No”, rispose, “Il risultato è quello che conta e con queste allieve il risultato non è stato raggiunto”. All’epoca io non lo potevo sapere e mamma neppure, ma stava dicendo con parole sue che l’efficacia (raggiungimento del risultato) è cosa ben  diversa dall’efficienza (“semplice” rispetto delle regole, del proprio dovere).

Ed allora, se dobbiamo giudicare chi ci ha governato dai risultati … Antipolitica? No, anti-cattiva-politica!

P.S.: BUON FERRAGOSTO A TUTTI I MIEI LETTORI!