FINANZIARIA 2

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 29 Ottobre, 2019 @ 8:39 am

Detto altrimenti: nelle SpA è diversa, da sempre     (post 3681)

SpA, Società per Azioni, usualmente di proprietà dei privati (ma oggi esistono molte grandi SpA pubbliche e miste pubblico-privato) e gestite secondo quell’ottica originaria (salvo eventuali correzioni “pubbliche”). In queste mie brevi riflessioni prendo in esame solo le SpA private-private.

Esse erano gestite secondo un principio oggi superato: massimizzare fatturato e utile, a prescindere (dal trattamento riservato ai dipendenti). Oggi (per fortuna, grazie anche ad Adriano Olivetti!) si sta capendo che il primo fattore della produzione non è né il denaro né il lavoro, ma la motivazione dei dipendenti. Ma non è di questo che voglio parlavi … ma tant’è … mi scappava di dirvelo!

Orbene, queste SpA sono gestite secondo una pianificazione triennale scorrevole, cioè rinnovata di anno in anno. Al suo interno, secondo un budget annuale il quale non viene modificato in corso d’anno, bensì serve per verificare mese per mese le cause di eventuali scontamenti i quali rappresentano o una certa incapacità previsionale o il verificarsi di eventi imprevedibili.

Ero a capo di una SpA italiana a maggioranza Siemens. Verso il fine d’anno riscontrammo un utile molto superiore al previsto. Ai dirigenti che me lo segnalavano io manifestai soddisfazione. Uno di loro, tedesco, mi disse: “No, dottore, da Monaco arriveranno critiche perché non siamo stati in grado di prevederlo!” Superato questo “scoglio”, restava la mia soddisfazione perché saremmo stati in grado di distribuire un dividendo maggiore del precedente. Lo stesso dirigente. “No, dottore, l’azionista vuole un dividendo maggiore di quello che avrebbe avuto se avesse investito sul mercato tutte le somme che ha investito su di noi”. Insomma: capacità previsionale perfetta e rendimenti ai migliori livelli del mercato sul totale del capitale investito. Dalla Siemens io ho imparato moltissimo, anche se poi al mio dirigente che si chiamava ( e mi auguro che “si chiami” ancora!!)  Klage, dissi: “Her Klage, bitte, keine Klage!” E klage in tedesco significa “lamento”!

Ciò premesso, i concetti che vorrei vedere trasportati e recepiti nella metodologia delle nostre leggi finanziarie sono i seguenti:

  1. non ritenere vincolate somme che sono state rese tali nel passato rispetto a priorità non più tali (= revisione delle priorità e cioè della pianificazione pluriennale); 2) valutare ogni scelta di spesa e di investimento secondo il criterio economico del costo di ciò che di diverso e di meglio potrei realizzare con quella somma; 3) non prescindere mai da come coprire il fabbisogno finanziario, copertura da effettuare pur mantenendo una costante riduzione dell’indebitamento pubblico.

Perché tutto questo? Perché la moneta (euro) rappresenta l’economia reale dei paesi aderenti e se l’Italia non produce abbastanza e/o rischia la bancarotta finanziaria, potrà essere estromessa dall’euro, il che sarebbe una rovina. Ma della sciagura dell’autarchia monetaria ve ne parlerò nel prossimo post.

(continua)