EMERGENZA INCENDI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 20 Agosto, 2012 @ 6:48 am

Detto altrimenti: ma questa, non è anche casa loro?

Si dice che “in tre passaggi arrivi al Papa”. E’ vero, vai dal tuo parroco, lui ti presenta al vescovo ed il vescovo al Papa. Vedete come è piccolo il mondo, anzi, l’Italia? L’Italia è piccola, è la mia casa, la mia famiglia. O almeno così dovrebbe essere. Ognuno di noi dovrebbe sentirsene condomino, conproprietario. Tutti saremmo più ricchi, più sereni, più felici.

Bravi ragazzi!

Passeggiare in un bosco, non inquinandolo con rifiuti, anzi, asportando quelli che altri vi hanno lasciato, curandolo come ci curiamo di casa nostra … già, perché anche qual bosco è casa nostra.

Guardare e vedere. Guardare lampioni accesi durante il giorno, per errore. Vederli. Segnalarli al Comune, a chi si adopererà per ottenere che siano spenti. In casa nostra, quante volte la mamma ci ha detto, quando eravamo bambini, “Spegni la luce, uscendo!”

E invece no, Vi sono persone che non si sentono a casa propria, persone che odiano, anziché amare, una casa che ritengono sia di altri. E comunque, in ogni caso, non si incendiano le case altrui.

... e c'è chi rischia la vita, per spegnerli!

Chi sono costoro? Immigrati clandestini inferociti dal bisogno? Disoccupati? Teppistelli da strapazzo? Delinquenti abituali? Ritardati mentali? Mitomani? Strumenti delle mafie edilizie? Incoscienti? Persdone mosse dall’odio sociale? Vendicatori della povertà contro la ricchezza?

In ogni caso alla base vi è una mancanza di consapevolezza del senso di appartenenza, attiva e passiva: questo ambiente mi appartiene. Io appartengo a questo ambiente. E’ anche e forse soprattutto un fatto culturale, di civiltà. Ecco, ci risiamo, direte voi: la cultura, l’istruzione, la civiltà, il senso della comunità. Comunità, cum+ munus = stare insieme + donarsi reciprocamente aiuto. Manca il senso della Comunità.

 

E l’esempio dovrebbe venire dall’alto, dalla buona politica, dalla mancanza di molte negatività quali l’evasione e l’elusione fiscale; i super privilegi di casta; la giustizia al rallentatore; la una legge uguale solo per alcuni; le priorità di investimento errate in quanto superate dai tempi; gli sprechi del denaro pubblico; una legge elettorale iniqua; la violazione della separazione dei poteri; gli  articoli della Costituzione violati; l’iniqua distribuzione delle risorse; etc. etc..

Ecco, ci risiamo, direte voi … ma che volete, anche Catone il Censore, “falco” nel propugnare la lotta a Cartagine, alla fine di ogni discussione, anche di quella che avesse riguardato la collocazione dei vespasiani in città, concludeva dicendo: “Ceterum censeo Carthaginem deledam esse”, “E fra l’altro ritengo che Cartagine debba essere distrutta”. Ora, sia chiaro, io non voglio distruggere nulla, mi auguro solo che noi, tutti insieme, si riesca a migliorare il Sistema Italia.