CLONAZIONE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Novembre, 2019 @ 7:29 am

Detto altrimenti: di una carta di credito   (post 3692)

SCRIVO QUESTO POST NELL’INTENTO CHE POSSA ESSERE UTILE A TANTE POSSIBILI VITTIME DI TRUFFE VIA WEB

Si vuole eliminare l’utilizzo del denaro contante per passare quasi esclusivamente alla moneta elettronica. Mi chiedo: in parallelo, i sistemi di sicurezza sarranno rinforzati? Nel frattempo a me è successo quanto segue:

Mercoledì 6 novembre 2019 – Verso le ore 10,20  dalla mia banca ricevo una mail (che non si puo’ stampare): mi chiedono di avviare la procedura per il mio riconoscimento perche’ ci sono in corso tentativi di possibile truffa su molte loro carte di credito, compresa la mia ” … soprattutto se non ho fatto recentemente viaggi all’estero”. Avvio la procedura – fornisco solo dati anagrafici (nome, cognome, comune e provincia di riferimento, numero di telefono celllulare, indirizzo e-mail) – e apprendo che sono stato riconosciuto. Alle ore 10,53 la banca con un SMS mi avvisa che la mia carta e’ stata bloccata. Viene indicato il numero di telefono del servizio clienti +39 045 8064665 . Chiamo ma non rispondono. Via home banking controllo il mio estratto conto: non risulta alcun indebito prelievo.

Giovedì 7 novembre 2019 – Ore 08,50 vado in banca. L’addetto vede che la carta è stata bloccata il 6.11 (ieri). Solo la banca può bloccarla e il sospetto alla banca è sorto già dal 28 ottobre (v. loro lettera citata qui avanti). La banca vede che  c’e’ una spesa prenotata di €635,75 per criptocurrency. Dichiaro subito che non e’ mia. La banca aveva visto giusto: c’erano tanti tentativi – il mio fra quelli risuciti – di furto. Nel frattempo io non ho ricevuto il consueto sms di avviso di utlizzo della carta per quella somma, come invece avviene di consueto. L’addetto mi dice che occorre attendere che ci sia l’addebito in conto il 5 dicembre. Poi mi chiamerà, mi dira’ di sporgere denuncia ai Carabinieri e su questa base si attivera’ la procedura assicurativa per il rimborso. Lo stesso giorno 7/11 ricevo per posta una busta con lettera della banca datata 28.10 che preavvisa  che “abbiamo individuato un accesso non autorizzato ad alcuni dati relativi a nostri clienti tra cui i suoi … di carattere esclusivamente anagrafico … nome,  cognome, comune e provincia di riferimento, numero telefonico e cellulare, indirizzo e-mail”.

Lunedì 11 novembre da casa via home banking riscontro un addebito sul mio conto corrente in data venerdì 8 novembre di €635,82 causale “altro”. Ore 09,30 Vado in banca. Mi spiegano che poiché dopo un utilizzo la carta è stata bloccata, la somma “prenotata” viene subito addebitata alla banca e dalla banca a me.  Devo sporgere denuncia ai Carabinieri. Su questa base potrò poi sporgere denuncia all’assicurazione via telefono. Un addetto della banca mi assisterà. Mi si dice che in due giorni la banca mi accrediterà l’importo “salvo buon fine”, cioè la somma non mi sarà più reclamata dalla banca se poi l’assicurazione avrà rimborsato il furto. Ore 14,00, vado in caserma CC e sporgo denuncia ai carabinieri. Nell’attesa altre persone derubate come me mi dicono che “la denuncia all’asssicurazione va fatta tassativamente entro sette giorni”. Copia della denuncia mi viene consegnata alle 16.30.

Martedì 12 novembre, ore 11,30, vado in banca, mostro la denuncia, il Vicedirettore telefona col mio cell. al servizio clienti che trasforma il blocco temporaneo della carta in blocco definitivo. Mi dicono che il 6.11 non mi avevano chiesto alun dato. Mi avvisano che entro il 19/20 novembre riceverò una e-mail con i documenti da compilare per la richiesta di rimborso. e che bene sarebbe se la mia denuncia contenesse la dichiarazione di non avere mai fornito i dati ddella carta. La banca si rende disponibile ad assistermi nella compilazione e mi informa che dopo altri 2 gg mi accrediteranno l’importo SBF, ovvero salvo il buon fine (della pratica di rimborso assicurativo).

Mercoledì 13 novembre. 06,00 ricevo dalla banca un SMS con il quale mi avvisano che la nuova carta di credito che mi sarà inviata sarà utilizzabile con l’apposizione di un codice PIN e non più della firma.

Domani inoltre l’invio di una mia lettera alla Direzione Generale della banca in risposta alla loro del 28 ottobre 2019 con la quale mi avvisavano che già prima di quella data erano stati inddebitamente sottratti dai loro archivi i miei dati anagrafici.

Morale: esiste una sorta di ingegneria (criminale) sociale che ci studia e si organizza scientificamente per derubarci. Cosa si impara da questa esperienza? 1) non fornire mai nessun tipo di dato via e-mail; 2) nella denuncia ai CC – meglio alla Polizia Postale – indicare sempre “non ho mai fornito a nesuno i dati della mia carta di credito”; 3) controllare spesso presso la banca anche le “somme in sospeso”, cioè quelle che si riferiscono ad utilizzi della carta di credito non ancora addebitate in conto; 4) ricordarsi che le operazioni Carta di Credito sono tecnicamente “a rischio banca” (stipulatrice) e non nostro (assicurati); 5) la clausola SBF apposta al rinborso pare più una clausola di stile che una riserva effettiva.