INCONTRI: M° RICCARDO GIAVINA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 23 Dicembre, 2019 @ 7:26 am

Detto altrimenti: è mancato un Amico, ma noi lo vogliamo “incontrare” ancora, con le parole del suo collega Prof. Franco Ballardini      (post 3720)

Riccardo Giavina, Musicista pentadimensionale: compositore, direttore, professore, pianista, per decenni nella Presidenza dell’Associazione rivana Amici della Musica.
Soprattutto Amico. Lo intervistavo con il post n. 2908 del 9 novembre 2017 in occasione del suo ottantesimo compleanno
http://www.trentoblog.it/riccardolucatti/?p=53032 .

Scrive oggi Franco Ballardini:

“Un bel concerto ha reso omaggio sabato pomeriggio, nell’Auditorium comunale annesso al Conservatorio, al Maestro Riccardo Giavina, appena scomparso. Bello non solo per i contenuti musicali – per altro di tutto rispetto – ma anche per la ‘naturale’ dedica a Giavina e per il clima affettuoso che lo ha accompagnato. Il programma, preparato in poche settimane, prevedeva un semplice saluto con musiche del repertorio natalizio: ma ‘schierava’ una nuova orchestra giovanile della sede rivana del Conservatorio, ricca di archi, fiati, percussioni, nata dall’iniziativa di vari docenti e dall’entusiasta adesione degli allievi; alla quale si sono aggiunti tre studenti di canto dei corsi superiori, già premiati in vari concorsi, due giovani pianisti assai promettenti. Infine il coro del Liceo musicale collegato al Conservatorio. La sala era gremita quanto il palco e ha seguito ogni momento con calorosa partecipazione. Presenti la figlia maggiore di Giavina, anche a nome della sorella e della madre e il Sindaco, che ne ha ricordato l’importante biografia artistica e il grande contributo dato alla vita culturale della ‘città d’adozione’, dal ’70 ad oggi. Altri docenti del Conservatorio (molti già allievi del Maestro) ne hanno rievocato, fra un brano e l’altro, certe caratteristiche umane e musicali indimenticabili: da un lato gli oltre trent’anni dedicati al Conservatorio come docente di pianoforte e – per oltre venti- anche come fiduciario, anni nei quali la sede di Riva è passata da 6 a 30 cattedre, da 20 a 200 studenti . Sono state ricordate le oltre 500 sue composizioni (corali e strumentali) pubblicate ed eseguite in Italia e nel mondo, al Teatro alla Scala e nella Sala Nervi in Vaticano, registrate su disco e trasmesse da radio e televisioni in tutta Europa e non solo; ma al tempo stesso è stata sottolineata anche la sua personalità così vitale e rispettosa, esuberante e discreta, la qualità ‘più unica che rara’ del suo tocco pianistico e la versatilità che gli permetteva di passare con disinvoltura dall’organo alla tromba, dalla chitarra alla fisarmonica, il rigore assoluto del suo approccio al repertorio classico e la straordinaria capacità d’improvvisare su qualsiasi tema in stile barocco o moderno, romantico o jazz. Un’autentica ‘incarnazione della Musica’ insomma, frutto di doti naturali ma anche di uno studio continuo e infinito- che il Conservatorio, sua seconda casa, certo non dimenticherà”.

Finisce

Due Maestri

La sua capacità d’improvvisare. Un giorno Riccardo mi disse: “Riccardo, suona qui, al pianoforte, qualche nota, accenna un motivetto”. Io, imbranatissimo, con l’indice destro schiacciai in sequenza una decina di note a caso. Ne venne fuori un qualcosa che lui trasformò in un tema eseguito in successione secondo lo stile dei più famosi musicisti dei secoli scorsi: ed allora anche un ignorantone musicale qual sono, riconobbe via via Mozart, Haydn, Schumann, Chopin, Beethoven, Brahms, etc.. Io non ho potuto essere presente a questo concerto, impegnato come sono stato a ricevere a Trento quattro bolognesi: figlio, nuora e due nipotine in visita ”natalizia”, visto che poi il Natale lo passano in Toscana con gli altri nonni. Comunque, Riccardo, sono stato vicino a te e alla tua famiglia con tutto il mio affetto e tutta la mia riconoscenza. Oggi ti sarò vicino in Chiesa a Riva del Garda. Un abbraccio, Riccardo, dal tuo amico omonimo (già, quando ci incontravamo ci salutavamo così: “Ciao, omonimo!”).

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