PAGANELLA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 6 Aprile, 2020 @ 6:27 am

Detto altrimenti: confinati in casa, si vola con la fantasia e … con il web!    (post 3842)

POESIA: “ Voria veder el Trentino da una zima propi bela, no sta a perder massa tempo e va su la … Paganela, o montagna tuta bela, che pu bele no ghe ne …  Da lassù si vede ‘l ziel, i torenti e le vedrete … va l’ociada va ‘l pensier dal confin fino a le strete … da una banda trenta laghi e d’Asiago l’altipian e da l’altra San Martino e zo zo fino a Milan”. Infatti se ben guardate, anche da casa, collegatevi con questo link:


 https://www.visittrentino.info/it/webcams/panorama-webcam-andalo-paganella

Dalla Paganella: le Dolomiti di Brenta in versione autunnale (dalle prime sciate a fine novembre) e ….


per chi sa riconoscere i luoghi o per chi può imparare a conoscerli: il confin potrebbe essere quello verso nord, ovvero quello con il Sud Tirolo ben marcato dalla catena delle Maddalene che chiude a nord la Val di Non e la separa dai todeschi de la Val d’Ultimo. Le strete, sono le strette di Verona, altro “confine”, questa volta del Trentino con il Regno d’Italia (a quando risale la composizione della canzone?). I trenta laghi … be’, dalla Cima Paganella se ne vedono bene solo due, il Lago di Cavedine e il Lago di Garda, ma scendendo e girando lungo i fianchi del monte ne “emergono” altri, quali Lagolo, Toblino, S. Massenza, Terlago, etc.. L’altipiano di Asiago poi è inconfondibile. S.Martino (di Castrozza) proprio non si vede, ma spiccano benissimo le sue cime: il Cimon de la Pala e la Cima Vezzana. Mlano poi … la si indovina: ecchè, mica si può avere tutto, nella vita! Una licenza poetica ce la volete concedere?

… e in veste molto invernale!

La Paganella è la “mia” montagna, per due ragioni: innanzi tutto è quella dalla quale ogni volta guardo con nostalgia el me Brenta, quelo dove che nevo a rampegar da zovin: La Cima Tosa, i Campanili Alto e Basso, la traversata degli Sfulmini, la Brenta Alta e quella Bassa, il Croz del Rifugio, la Torre, la Cima Margherita etc,. etc.. Poi, perché ed è la mia “palestra di sci” ovvero quella nella quale vado quasi ogni giorno a sciare come potrebbe fare un romano che vada ogni giorno a farsi la sua partitella di tennis: che se il campo è un po’ lontano da casa sua, fra l’andare, il giocare e il tornare a casa impiega lo stesso tempo che impiego io ad andare a sciare tre ore in Paganella ogni mattina. Ed io, che sono bonorif (mattiniero) ogni mattina, attraverso quel collegamento web, assisto al sorgere del sole che dipinge di rosa con i suoi raggi le cime del Brenta e poi con la sua luce scende lungo le sue pareti “a corda doppia”, ovvero molto rapidamente sino a farne risaltare tutto lo suo splendore.

Invece quest’anno ho dovuto abbandonarla improvvisamente causa … virus! E le ho dato il mio addio (cfr. mio post del 10° marzo dal titolo “Addio monti”, detto altrimenti: sciator interruptus):

Marzo 2020

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Addio, monti sorgenti dall’acque, ed elevati al cielo; cime inuguali, note a chi ha sciato tra voi e impresse nella sua mente, non meno che lo sia l’aspetto de’ suoi più familiari; nevi, delle quali distingue il fruscio, come il suono delle voci domestiche; piste sparse e biancheggianti sul pendìo, come file di pecore pascenti; addio! Quanto è tristo il passo di chi, costretto dal rischio di un virus, se ne allontana!” 

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10 aprile 2014: dalla Cima Paganella i laghi di Cavedine e del Garda

Al prossimo inverno, Paganella! E “siccome che” siamo in aprile (2020) e spesso si inizia a sciare già a fine novembre, se non conto – e non li voglio contare! – aprile e novembre, dovrò aspettare solo sei mesi. Evvabbè …

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