USA, SUE E ITA DI FRONTE AL COVID19

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 7 Aprile, 2020 @ 6:23 am

Detto altrimenti: USA, United States of America – SUE, Stati (quasi) Uniti d’EuropaITA, Italia  (post 3844)

Stelle e strisce

Trump e i suoi 2.000 miliardi di dollari stanziati per combattere il Covid19: a prima vista fanno impressione soprattutto se paragonati a quelli che noi degli SUE stiamo investendo. Al riguardo tuttavia occorre essere osservatori più attenti: infatti negli USA non esiste l’assistenza sanitaria di Stato e quindi il vuoto da colmare è molto maggiore della somma di interventi aggiuntivi che noi degli SUE stiamo attuando. E poi – e mi dispiace dirlo – nonostante i suoi miliardi, non sarà nè facile nè immediato per Trump creare in poco tempo l’equivalente della nostra macchina sanitaria.

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Durante la mia vita di lavoro mi capitò – fra gli altri compiti – di salvare un gruppo di società da una pesante crisi finanziaria. Alla fine, quando mi aspettavo un minimo riconoscimento per il risultato raggiunto, mi sentii dire che non si poteva premiare chi, con il proprio successo, aveva fatto emergere i precedenti insuccessi altrui. Mi è venuto in mente questo fatto quando Mr. Trump sbandiera quei 2000 miliardi di dollari o quando afferma che “Se avremo 100.000 morti sarà già un successo”. Un’ennesima sorta di “inversione termica” della logica dei ragionamenti, della causa rispetto all’effetto, della colpa rispetto al merito.

Qui a fianco: e dire che sarebbe bastata una manciata di dollari …!

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Solo stelle al momento, ma giorno verrà …

Nel frattempo noi degli SUE, per non farci mancare nulla, a frustarci da soli, a indossare un bel cilicio, a sforzarci nell’accusare gli SUE invece di fare una bella distinzione fra questi, da un lato, e la coppia Germania-Belgio dall’altro. Infatti gli SUE hanno già fatto molto e molto ancora stanno facendo: cito solo i finanziamenti per il vaccino e per i vari start up; lo sblocco delle esportazioni delle mascherine; la task force per coordinare i soccorsi; il piano da 750 miliardi della BCE; la sospensione del patto di stabilità; la riforma del MES-Meccanismi Europeo di Stabilità, nel senso di svincolare l’utilizzo del fondo salva-stati dai precedenti controlli da parte della troika europea.

Da taluno si afferma che a questo punto gli Eurobond non servirebbero più. Io penso il contrario, anzi, vorrei che si riflettesse se non sarebbe il caso di emetterli in forma irredimibile (EBI-EuroBondIrredimibili) cioè senza alcuna scadenza per il loro rimborso; con un rendimento attrattivo per gli investitori (anche e soprattutto extra SUE!); con l’opzione di riacquisto da parte dell’Ente emittente; con la possibilità per l’investitore di rientrare in possesso del capitale investito mediante la vendita dei titoli nelle borse valori internazionali. E se i paesi “forti” (Germania e Belgio) inizialmente non fossero d’accordo, i paesi “deboli” potrebbero programmare di emettere ugualmente questi EBI: al che i due “forzuti”, di fronte al pericolo che i loro flussi finanziari sarebbero sicuramente distratti dalla loro allocazione interna e dirottati verso i ”nostri” EBI, scenderebbero a più miri consigli. Al che a maggior ragione dovremmo emetterli proprio in forma irredimibile, per poterci avvantaggiare di questa loro attrattiva anche sui mercati internazionali nell’attrarre verso gli SUE la finanza extra SUE.

Ho già espresso questo concetto con riguardo all’opportunità che l’Italia stessa faccia ricorso a questo tipo di emissioni per quanto riguarda i propri titoli di debito pubblico: si veda, da ultimo, il post http://www.trentoblog.it/riccardolucatti/?p=73378 che vi prego caldamente di leggere o rileggere.

In sintesi: il tipo di vantaggio tutto italiano che si avrebbe con l’emissione di nostri titoli di debito pubblico irredimibili, si potrebbe replicare sulla molto più ampia scala scala internazionale nel caso di emissioni di EBI-EuroBondIrredimibili. Comunque le due emissioni,  nazionale ed internazionale, potrebbero benissimo funzionare anche  indipendentemente una dall’altra.

Al momento la chiudo qui con un’immagine finale: se ci troviamo in cima ad un’alta scogliera abbiamo del mare la visione d’insieme e nessuna percezione sensoriale; man mano che scendiamo verso il basso, le due percezioni gradualmente si invertono fino a quando, immersi nelle onde, avremo la massima percezione sensoriale e nessuna visione d’insieme.  Ecco, della nostra UE, dei nostri SUE cerchiamo di avere una visione d’insieme e prospettica e non valutiamoli sulla base delle percezioni sensoriali suscitate dalle loro singole azioni.

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