CODICE DELLA STRADA … E DELLE PISTE CICLOPEDONALI!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 13 Settembre, 2012 @ 6:20 am

 Detto altrimenti: dobbiamo crescere anche in questo settore. Potrebbe essere un buon inizio per allenarci a rispettare anche altre regole.

Vi sono comportamenti “stradali” nostri o altrui ai quali siamo “abituati” al punto che ormai li accettiamo, magari criticandoli, ma senza reagire. E invece dobbiamo imparare a reagire: questa infatti potrebbe essere la nostra “palestra di roccia” che ci prepara ad affrontare e sconfiggere le pareti a strapiombo di certi comportamenti di (mal) costume e di (mal) governo.

Ed allora, veniamo alla nostra palestra di roccia “stradale”

Rispetto dei limiti di velocità. Provate a rispettarli. Dietro di voi si formerà una colonna di auto “impazienti” che vi tallonerà (troppo) dappresso, lampeggiando e suonando. Che fare? Insistete. Fuori città, poi, se la strada tecnicamente lo consente, il limite dei 90 kmh è una chimera. Io percorro spesso la Trento-Vigolo Vattaro (lo stesso dicasi per la tratta Ronzone – Psso della Mendola) e posso testimoniare che le auto – ed ancor più le motociclette – che salgono o scendono, nei rettilinei in fase di sorpasso spesso superano i 100 kmh. Ecco che un rilevatore di velocità ci starebbe bene! Provate a superare anche di solo 6 kmh i limiti di velocità stabiliti sulla strada che da Egna (BZ) sale a Montagna e a Passo San Lugano, e vedrete arrivare a casa – puntualmente – la sanzione! Ma se si può fare, dico io … allora, facciamolo anche noi qui in Trentino! Il costo dell’impianto sarà ben presto più che ammortizzato dagli introiti delle sanzioni e soprattutto si eviteranno molti incidenti.

Tallonare dappresso, troppo dappresso. La violazione del mantenimento della distanza di sicurezza è sicuramente una delle più frequenti e più pericolose contravvenzioni alla legge. L’auto che vi tallona spesso è così vicina che non ne risulta visibile nemmeno la targa anteriore. Io stesso, in autostrada, procedendo a 130 kmh, sono stato lievemente tamponato da un’auto che mi tallonava a 131 kmh a due metri dalla mia “poppa”! Per fortuna sulla sinistra vi era un ampio spazio erboso sul quale mi sono fermato senza ulteriori danni per me e per gli altri. Se poi in autostrada state effettuando un regolare sorpasso di un camion senza superare il limite dei 130 kmh, vi può capitare di vedervi arrivare addosso un bolide a 180 – 200 kmh, il qual si ferma a pochi metri dalla vostra “poppa”, lampeggiando come un diavolo dantesco. Che fare? Anche qui la prevenzione pare che produca pochi effetti. Occorre allora sanzionare, magari facendo circolare sull’autostrada auto civetta che sanzionino pesantemente questi pericolosissimi comportamenti. Una nota per alleggerire il discorso: nell’ambito della navigazione nelle regate veliche vige una regola: a prescindere da chi abbia la precedenza, occorre rispettare comunque l’obbligo di “tenersi discosti”. Che ne dite? Noi velisti siamo governati in modo più saggio di noi automobilisti!

Il sorpasso di un ciclista. Io sono ciclista e automobilista. Quando sono alla guida dell’auto (munita di portabici sul tetto da marzo ad ottobre, tanto per capirsi) e devo superare un ciclista, rallento, aziono la freccia di sinistra e mi sposto visibilmente a sinistra, con una manovra plateale, nella speranza che il comportamento sia colto e imitato dagli automobilisti che seguono. Infatti pare che la vita di un ciclista valga molto meno della vita di un automobilista. Spesso infatti siamo superati da auto con manovre assai pericolose; ci sfiorano, ci stringono contro il bordo della strada, ci aggrediscono anche con armi psicologiche, quali un potente rombo del motore o un colpo di clacson, il che di certo non ci tranquillizza ed aiuta. Anche in questo caso, al problema dovrebbe essere data maggior centralità da parte delle Polizie deputate.

Entrare in una rotonda dando la precedenza. Spesso accade che file di auto, una dietro l’altra, a velocità sostenuta, entrino nelle rotonde come se la precedenza del primo della fila si estendesse automaticamente all’intera colonna. Anche in questo caso sarebbe utile la presenza della Polizia Locale per sanzionare la mancata concessione della precedenza a chi sia entrato nella rotonda ad esempio da destra, dopo aver correttamente dato la precedenza al primo della citata fila, ma avendo invece la precedenza sugli altri “segugi”.

Omicidio stradale. Tempo fa pareva che sarebbe stata introdotta la figura di questo nuovo “reato aggravato”. Io mi auguro che ciò avvenga. Infatti non ha senso sanzionare chi porta una pistola con il porto d’armi scaduto e non sanzionare in modo specifico e aggravato chi può uccidere o uccide per avere manovrato male un’arma ben più pericolosa, quale un’auto guidata in violazione di una legge fondamentale quale è il Codice della Strada.

 

E veniamo alle biciclette ed ai pedoni sulle piste ciclopedonali

Ciclabile della Valsugana (TN)

Piste ciclabili. E qui ce n’è per tutti, pedoni e ciclisti. Infatti più spesso si tratta di piste ciclopedonali ad utilizzo promiscuo da parte di pedoni e ciclisti. Di fruitori di queste piste  ve ne sono di specie diverse. Proviamo ad elencarle, in attesa che il codice della strada tratti più compiutamente la materia, con la redazione di un Titolo apposito del Codice della Strada, considerando il forte sviluppo che questo tipo di mobilità sta avendo:

Comitive di cicloturisti. Se procedono in fila indiana, raggruppati, se quando li state raggiungendo da uno all’altro si avvisano del vostro arrivo, bè, allora sono tedeschi, olandesi o simili. Se tutto ciò non avviene, si tratta di compatrioti … di noi Italiani che dai turisti stranieri abbiamo da imparare. Cosa occorre fare? Semplicemente imitare gli stranieri!

Piccoli gruppi di ciclisti in allenamento. Spesso vestiti in modo uguale, pedalano veloci, in gruppi ravvicinati, uno sulla scia dell’altro, spesso in fila per due, a non meno di 30 kmh, il che non è poco se si considera che sulla stessa pista si incrociano comitive, famigliole, pedoni. Al riguardo, si iniziano a vedere, sia pure raramente, cartelli di limitazione della velocità, i quali però rischiano di restare lettera morta se non sono affiancati da un’azione di controllo da parte delle Polizie Locali.

Ciclisti solitari. Sono i meno pericolosi, a qualunque velocità procedano. Piuttosto sono essi stessi i più esposti a comportamenti inadeguati altrui, quali: – pedoni che incrociando altri pedoni, occupano l’intera carreggiata;
Рpedoni che per indicare un monte alla moglie, alzano improvvisamente un braccio, soprattutto se ̬ quello con cui tenevano un bastone;
– pedoni con cagnolino al guinzaglio troppo lungo;
– gruppi di ciclisti che provenendo in senso contrario, non danno loro strada;
– ciclisti o pedoni i quali,  provenendo da una piazzola di sosta, occupano improvvisamente la carreggiata; – pedoni che occupano la carreggiata, fermi a discutere, ti vedono arrivare in bici, conti che si scostino almeno di poco, e invece no …

Olanda!

In attesa dell’auspicata regolamentazione da parte del Codice della Strada, la quale dovrebbe iniziare con l’imporre a tutti i ciclisti l’adozione e l’utilizzo del campanello di segnalazione, sarebbe auspicabile che i Comuni appartenenti allo stesso bacino d’utenza ciclopedonale concordassero la redazione di appositi cartelli riportanti, in più lingue, il regolamento per l’utilizzo della pista ciclopedonale. A dire il vero qualche indicazione del genere comincia ad essere apposta lungo questi percorsi, ma perloppiù si tratta di indicazioni saltuarie, incomplete, non standardizzate, non plurilingue, aventi l’aspetto di un invito piuttosto che di una prescrizione sanzionabile. E se proprio non sapessimo come fare, mandiamo una commissione di tecnici in Olanda per vedere “come si fa”!

 Per favore, lettore, passa parola. Grazie!