EMERGENZE NON PIU’ TALI E NUOVE CENTRALITA’ PER I RECOVERY FUND

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 21 Settembre, 2020 @ 12:07 am

Detto altrimenti: dobbiamo considerare diversamente ciò che avviene e come reagire    (post 4012)

Covid19, chi se la sarebbe aspettata un’emergenza simile? A dire il vero la scienza ci aveva messo in guardia ma non è stata presa sul serio. Anzi, in Cina, si, proprio in Cina, si stavano progettando ben 10 città da 100 milioni di abitanti ciascuna: persone in batteria come i polli (e non è giusto nemmeno per i polli!) perché la grande dimensione agevola la produzione e il consumo e quindi la produzione e così via. E invece tutto si è fermato: la prima immagine che mi sollecita questa epidemia è la Torre di Babele.

A marzo “tutti a casa”, e non è il bel film con Alberto Sordi. Poi la pandemia sembrava in via di estinzione, ora invece sta arrivando quella che pare una seconda ondata. Sarà l’ultima? Ondata e/o epidemia, intendo.

“Cambiamenti climatici” … si vabbè, ma noi … qui in Italia … dopo tutto i cicloni investono i Caraibi … e così abbiamo fermato le vecchie 500 e Panda che sono Euro 0, ma lasciamo circolare i super SUV nuovi di zecca da 5000 cc di cilindrata. Evvabbè. Evvabbè un corno, scusate! Abbiamo avuto alcune zone della Alpi con le foreste devastate dalla tempesta Vaia; alluvioni ricorrenti in molte città e paesi; terremoti (almeno quelli non sembrano imputabili a noi, per quanto … se costruissimo secondo i criteri anti sismici …); ponti che crollano come quelli dei lego; tempeste equatoriali sulle isole greche di Ulisse, quelle molto vicine alla nostra costa pugliese. Si vabbè, ma Trump afferma che non è vero niente, avanti con le trivellazioni e peccato che la Danimarca non gli voglia vendere la Groenlandia: sai che trivellazioni!

Dice … ma noi qui in Italia, come possiamo contare, avere voce in capitolo, intervenire sugli altri? Eh già … gli altri! Intanto iniziamo in casa nostra. E poi in Europa. Dobbiamo contribuire a creare un Nuovo Mondo (Mondo = sistema di relazioni umane ma non solo) che preservi la Terra (= il nostro pianeta) dalla sua stessa modificazione e dalla distruzione del Mondo.

Ed allora iniziamo a dare centralità a questi temi. Nel senso che dobbiamo imparare a mettere in conto, con regolarità, eventi “imprevedibili” ma ora molto probabili e ricorrenti. Infatti gli eventi citati (pandemie e calamità naturali) rimettono in discussione l’intero sistema organizzativo. Un esempio: da un lato la gente consuma di meno e ciò rallenta la produzione e ciò crea disoccupazione. Ed allora noi diamo la paghetta a tutti e mandiamo tutti in pensione. Ma … dico … non sarebbe stato meglio offrire un lavoro ai disoccupati che non l’attuale paghetta?

C’è da ricostruire? Arrivano 209 miliardi di Recovery Fund e il nostro governo indica i settori qui quali saranno “spalmati” ma non quanti ne andranno a ciascun settore (come invece ha fatto la Francia), ed in particolare quanti per nuovi nidi d’infanzia e asili nido. Dice ... tu, caro blogger, sei un malpensante. Può essere, ma è un fatto che ogni anno il nostro paese non riesce a spendere le assegnazioni di denaro che gli arrivano dall’UE. Ed allora, se tanto mi da tanto … Dice: questi sono grandi temi. In concreto, nella vita di tutti i giorni, hai qualche idea da proporre? Si raga, ce l’ho, perché si tratta di una situazione che sto vivendo sulla mia pelle. Citavo i nidi e gli asili: i due genitori lavorano entrambi (fortunati loro!); non hanno i genitori nella stessa città, devono gestire due o tre figlioletti entro i cinque anni d’età. Come fare? Be’ … dice … prima o poi troveranno da collocare i figlioletti in quelle strutture. Semplice vero? Dico: prima o poi? Ma nel frattempo? E poi, chi li accompagna i pargoletti in quelle strutture? Chi li va a prendere? E nelle altre ore del giorno? E se si ammalano? E quanto costa il tutto? Dice … ma in casi di bisogno il papà o la mamma possono chiede un permesso, un giorno di ferie. Dico: ecco, la soluzione delle eccezioni e non del sistema. Dice: e poi, i nonni … che ci stanno a fare? Prendono l’auto e via, magari a settimane alterne, si trasferiscono presso i figli che devono andare al lavoro. Dico: ma … quanto grande deve essere la casa dei figli per ospitare anche una coppia di nonni? E poi, questi nonni, mica sono giovanotti, mica sono! Centinaia di km in auto, quella continua ginnastica da body building che consiste nel prendere in braccio da terra un infante, nel riposarlo a terra, nel piegarsi per fargli imparare a camminare, quel seguirlo lungo gli scivoli e le altalene dei parchi giochi … non sono bruscolini se questi movimenti sono eseguiti centinaia di volte nella giornata. E stiamo parlando di una situazione privilegiata: i due genitori non disoccupati e quattro nonni in vita.

Ecco, ci lamentiamo della scarsa natalità anzi della natalità negativa. Ma allora alle giovani coppie diamo un lavoro (e una casa) e ai giovani genitori garantiamo l’assistenza per i figlioletti, a prescindere dai nonni. Abbiamo un Sistema Sanitario di prim’ordine e non ancora un sistema per l’approccio alla famiglia, al lavoro e all’infanzia che sia dello stesso livello: a dispetto del dettato costituzionale. Ecco perchè lamento che non sia definita la quantità di Recovery Fund assegnata al settore dei nuovi nidi e asili, settore al quale non è stata data alcuna “centralità”.

Firmato: un nonno in SPE-Servizio Permanente Effettivo

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