SOCIETA’ MISTE PUBBLICO PRIVATE, DI SCOPO E DI GENERAL MANAGEMENT

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 29 Settembre, 2020 @ 5:37 am

Detto altrimenti: solo poche riflessioni, state tranquilli!    (post 4020)

La forma giuridica di società di capitali, tipicamente la SpA, Società per Azioni, è tipica del settore privato. Il suo obiettivo – fino a poco tempo fa – è stato quello di produrre il maggiore utile possibile: in altre parole, l’etica che “doveva” animare chi era a capo di quelle entità, era l’etica del risultato economico, con il risultato (scusate il gioco di parole) di trasformare il capo azienda in un cinico: occorre perseguire il massimo utile economico, costi quel che costi: ai dipendenti, alla collettività in genere.

Sul fronte opposto troviamo i sistemi comunisti che in ossequio al principio della negazione della proprietà privata e al (presunto) bene di tutta la collettività, sacrificavano la ricerca dell’utile economico. Operando in base all’etica dei principi, i capi di quel sistema tendevano a diventare integralisti.  Sullo stesso lato metodologico si collocano oggi quei servizi pubblici che “operiamo in base alle finanze djsponibili, poi chiudiamo bottega, cioè blocchiamo la nostra attività, anche se non abbiamo realizzato tutte le opere e fornito tutti i servizi necessari alla comunità e/o programmati”; come pure quagli altri settori pubblici nei quali si realizzano comunque opere e si prestano servizi senza la minima preoccupazione del costo finale (in termini di volume di risorse finanziaria impegnate e di perdite economiche causate al sistema).

Ed allora, che fare? In medio stat virtus, diceva quel tale: infatti occorre arrivare ad un compromesso e i compromessi – come ci ricorda Paolo Mieli in un capitolo del suo bel libro “I conti con la storia” – possono ben essere virtuosi come i tanti compromessi che “hanno fatto la storia”. In altri termini: occorre che la SpA privata si ponga sempre di più il perseguimento anche dell’utile sociale e che la SpA/servizio pubblico abbia più attenzione anche agli aspetti finanziari ed economici.

Ed ecco nascere le SpA miste con azionariato pubblico privato come pure le SpA cosiddette inhouse, cioè con forma giuridica privata. Orbene, sia nel caso di SpA miste che di Spa inhouse occorre che ognuna delle parti in causa – azionisti privati e pubblici nelle Spa miste; azionisti pubblici e manager societari, nelle SpA inhouse – riconosca e sia rispettoso dei legittimi interessi, del ruolo e della funzione della controparte. In altre parole: nelle SpA miste non deve accadere che il pubblico neghi la componente di interesse privata e viceversa; nelle SpA inhouse non deve accadere che il pubblico dia “ordini politici” al management societario che siano in contrasto con le finalità statutarie e/o con l’equilibrio funzionale, finanziario ed economico delle stesse.

Ma … come si programma all’interno di una SpA mista di scopo? Ogni programmazione che si rispetti ha un obiettivo statutario che poi si sviluppa in un piano triennale scorrevole, con ogni anno dotato di un budget. Orbene, all’interno di questo sistema si avviano i progetti. E qui “casca l’asino” perché spesso non si progetta bene perché non si è sicuri del successivo finanziamento; e spesso non si finanzia perché il progetto non è redatto in forma completa. Come si ovvia a tutto questo? Per le grandi opere – soprattutto pubbliche – occorre investire inizialmente su una società-start up-strumentale, la SpA di scopo che abbia l’obiettivo di organizzare e gestire il general management del progetto inquadrando tutte le sue componenti interne ed esterne, 1) per poi diventare essa stessa la SpA operatrice oppure 2)  per promuovere la società operatrice: ad esempio una SpA di Project Financing. Nel primo caso la Spa di scopo dovrà anche provvedere alla propria capitalizzazione per arrivare a finanziare essa stessa i propri investimenti. Nel secondo caso la finanza sarò fornita da chi interverrà come finanziatore, realizzatore e gestore dell’opera. In ogni caso, nella SpA di scopo di entrambi i tipi vanno fatte tassativamente confluire tutte le componenti di interesse e tutte le conoscenze relative al progetto che si vuole eseguire. Va da se’ poi che il Project Financing è applicabile sono nei casi in cui l’investimento sia previsto essere produttivo di utili economici.

E i BOC attuali, redimibili ma quasi già irredimibili visto che sono convertibili in azioni delle SpA di scopo? Io credo che siano un ottimo strumento per coinvolgere il capitale privato in opere pubbliche, senza dovere applicare alcuna tassa patrimoniale.

Un’ultima considerazione: essere indebitati non è una negatività, purchè le risorse finanziarie acquisite siano produttive. Quindi il problema non è impuntarsi a criticare chi cerca in ogni modo di migliorare il sistema finanziario, ma destinare ogni energia nella programmazione, nella gestione e nel controllo dell’impiego delle risorse finanziarie generate  direttamente o acquisite attraverso l’indebitamento.