VIAGGIO IN ITALIA, 3° TAPPA: TRENTO-RIVA DEL GARDA IN BICILETTA: 137 KM

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Ottobre, 2012 @ 7:18 am

Detto altrimenti: non ci credete? Leggete qui sotto …

A Riva, a Riva! A Riva … del Garda, in bicicletta!  Ci arrivavo sempre da nord, provenendo da Trento. Questa volta ho voluto arrivarci da sud, un po’ come il mio compaesano Cristoforo Colombo che voleva “guadagnar l’oriente par l’occidente ….”  Innanzi tutto, quale bici usare? Quella da corsa scivola meglio e pesa meno, ma non ha il portabagagli. E, potendo, preferisco non avere un sacco sulle spalle. Quindi prendo la mtb.

... e chiaro nella valle il fiume appare

 

Parto da Trento alle 08,45 del 4 ottobre 2012. Lungo la ciclabile della Val d’Adige, dopo pochi minuti, incrocio Mariangela e Sergio, amici-colleghi di Bici UISP, che pedalano verso nord. Ci salutiamo al volo, un ciao gridato. Anche loro abitano a Trento. Mi domando: a che ora sono usciti a pedalare? Non è stagione da uscire presto la mattina, questa, fa freddino. Comunque, io bene imbacuccato e con il vento alle spalle: Sergio poi con uno spolverino aperto sul davanti, controvento! Che fisico!

Km 17,5: bicigrill di Nomi. Caffè e brioche con marmellata. Indi si riparte. Prima di Borghetto vecchi muretti e un gregge di pecore Sosta per foto all’Adige ed alle pecore.

Indi a Borghetto, 55 km. Sono al confine meridionale: prima, dell’Impero d’Austria, oggi della Provincia di Trento. Giro a destra sul cavalcavia e poi a sinistra e prendo la destra Adige verso sud, per 15 km. Non è bella come la sinistra Adige, quella che conduce a Domegliara, per il fondo stradale, i paesaggi ed il traffico. E poi … si è già levata l’ “Ora”: ho il vento contro …

Km. 70. Un cartello mi dice che una ciclabile mi porterebbe a visitare il Forte Wohlgemuth. Non so se poi scede dall’altro versante.

Quindi, superato quello che un tempo era uno sbarramento fortificato della strada,  inizio a salire sulla statale. 7 km di salita dura (8%): per fortuna ho la mtb con i suoi meravigliosi rapporti demoltiplicati! Con la bici da corsa sarebbe stato molto più dura! A metà salita, un bivio: domando informazioni circa la strada per Garda. Mi suggeriscono di scollinare a Caprino Veronese. Errore: avrei potuto aggirare la salita resuidua verso sud! Chi non ha testa ha gambe! Ecco cosa vuol dire aver dimenticato a casa la mappa che mi ero diligentemente preparata! Arrivo finalmente al pianoro sul quale si trova  Caprino.

Lo aggiro verso sud … troppo verso sud (secondo errore di rotta) ed arrivo a Albarè, in zona da ma conosciuta. Risalgo verso nord per 2 km, indi a sinistra scavalco la collinetta, scollino e finalmente sono in cima al discesone che conduce a Garda. Zàlatta, zàlatta, il mare, il mare! Gridarono i Greci delle Anabasi di Senofonte al termine della loro faticosissima marcia! Il Garda e il paese di Garda, finalmente! Arrivo al lago alle 14,00, poco più di cinque ore per 90 km, soste per caffè,  foto e ricerca itinerario  comprese.

Sole, caldo … mi alleggerisco dagli abiti “invernali”. I tavolini all’aperto di tutti i ristoranti sono pieni di turisti. Anch’io mi siedo. Su una panchina e divoro due super panini preparati da Maria Teresa, una mela, un po’ di marmellata (che lusso! Anche il dessert!)  e mi scolo una borraccia di acqua arricchita di sali integratori. Mi concedo un caffè espresso e riposo sino alle 14,30. Indi riparto per gli ultimi 47 km. Poco traffico. Mi sento più sicuro qui che su certe ciclabili affollate di ciclisti e pedoni.

Spira un’ “Ora” forte e mi aiuta a progredire velocemente, a circa 25-28 kmh.. Qualche accenno di crampi alle gambe: rimedio con brevi soste, bevendo la mia acqua “corretta sali” e comperandomi un  gatorade. In prossimità delle gallerie fra Malcesine e Riva del Garda accendo le luci anteriori e posteriori ed indosso le prescritte bretelle rifrangenti. Arrivo a Riva alle 17,15. Qui mi aspetta Maria Teresa che mi riporta a Trento, in macchina: … e cosa mai avreste preteso di più da un vecchietto di 68 anni!?