POLITICHE DEL RIGORE E NON

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 6 Ottobre, 2012 @ 8:10 am

Detto altrimenti: improvvisamente l’estate scorsa …

Tennessee Williams

L’attuale modello di sviluppo non ha retto. Improvvisamente l’estate scorsa … è il titolo un bel film del 1959 diretto da Joseph L. Mankiewicz, tratto dall’omonima pièce teatrale di Tennessee Williams . Noi invece dovremo dire “improvvisamente due estati fa”, quando importanti personaggi politici, poi per fortuna “sospesi quasi a divinis” dal governo, affermavamo che si, ci avrebbero pensato dopo le ferie …

La crisi. Dicevano: non esiste, anzi si, internazionale, planetaria … Altri dicono: occorreva ed occorre rigore. Ma rigore nei confronti di chi? Solo nei confronti di coloro che non hanno “vie di fuga”, alternative? E cioè pensionati, lavoratori, studenti di scuole pubbliche (di questi giorni la protesta), enti culturali. Ma … dice … stiamo anche riducendo il numero dei consiglieri regionali/comunali e i costi di una parte della politica. Di una parte, appunto. Io avrei cominciato dai parlamentari. Ma, dice … la legge non lo consente. Ma, dico, certo che la legge non lo consente, la fanno loro! Ecco, appunto, mi si replica, chiudiamola qui. Eh no, caro mio … diamoci una mossa e modifichiamo il sistema per vie legali, altrimenti la corda, se troppo tirata, si spezza. Vogliamo ripetere l’esperienza greca? No, l’Italia non è la Grecia … “mia” faccia, “mia” razza (“mia” in greco: “una sola, una stessa”, non “mia di me”. Scusate, ma non tutti hanno studiato il greco, n.d.r.) vabbè, ma poi, quanto all’economia e alla finanza, vogliamo mica mettere … In effetti il nostro spessore economico e finanziario è ben maggiore. Ben maggiori infatti sono le zavorre che potremmo via via scaricare prima che il novello “dirigibile Italia” precipiti al suolo. Soprattutto quattro: costi, sprechi e furti della politica; fisco non equo; evasione ed elusione fiscale; economia mafiosa. Ho indicato i quattro malanni in ordine crescente di difficoltà quanto alla loro eliminazione.

 1) Costi, sprechi e furti della politica. Basta rifarsi ai principi della Costituzione e farlo in modo serio. Dobbiamo uscire da questo nostro perenne “dopoguerra” sulla cui base si pretende ancora oggi di giustificare comunque il costo, i privilegi e gli sprechi d un “apparato” che -. unico baluardo – secondo la sua stessa affermazione potrebbe difendere il sistema dal Male Assoluto, cioè dal comunismo. Ma lo sapete che il muro di Berlino è caduto da un pezzo? Lo sapete che i più ricchi clienti delle nostre più esclusive località turistiche sono Russi? L’immoralità insita in questa situazione è stata ormai sconfitta dalla amoralità ed ancora, l’amoralità e la vergogna che si dovrebbe provare nel giovarsi di queste anomalie è stata sostituita dall’orgoglio di “esserci riusciti”. Dobbiamo chiamare le cose con il loro nome, e questa si chiama Questione Morale. Anche qui occorre rigore … rigore morale!

2) Fisco non equo: occorrono aliquote molto più proporzionali, più leggere per le fasce basse è più elevate per le fasce alte. Avete notato che alla TV, quando si illustrano modifiche delle aliquote, ci viene spiegato cosa succede agli scaglioni di reddito sino a circa 150.000 -200.000 euro l’anno, ma nulla si dice per gli scaglioni (ma poi esistono?) sino a 500.000, 1.000.000, 5.000.000  (e ben  oltre!) di euro l’anno?

3) Evasione (ed elusione, ovviamente. Puniamola come l’evasione!) fiscale. Fino a quando in campo internazionale ci saranno le “vie di fuga” per i grandi evasori, non se ne farà nulla. Occorre pertanto intervenire a livello internazionale. Innanzi tutto Europeo, e quindi, forti di questa posizione unitaria, imporre – si, imporre, se necessario! – l’estensione del sistema anche oltre oceano. Quanto ai paesi Emergenti, il Birc (Brasile, India, Russia, Cina) che dire? Al nostro interno esigiamo certificazioni anti-mafia, dimostrazione dell’assolvimento degli obblighi fiscali e contributivi, rispetto delle norme di sicurezza … e poi delocalizziamo noi stessi le nostre attività in quelle zone “perché la manodopera – e quindi il prodotto finale – ci costa molto meno”. Ma via … “mi faccia il piacere” direbbe l’intramontabile Principe de Curtis alias Totò! Anche qui occorre una politica (internazionale) di rigore.

4) Economia mafiosa. Ma quà mafia? La Mafia (e la Ndrangheta, la Camorra, la Sacra Corona Unita) non esiste … Quando mai? E se proprio esiste, si articola in “Mafia” e “Antimafia”. A parte lo scherzo, anche a questo riguardo … una volta sentii pronunciare una frase che mi raggelò. Ad esprimersi era un dirigente di una grande (grande dimensionalmente, cioè “big”, non certo “great”, intendiamoci bene!) banca del meridione: “Il Cardinale Pappalardo si permette di parlare così contro la mafia perché è Cardinale …” Capito mi avete? Anche a questo riguardo certi centri di Male Assoluto (questo sì che lo è, non quello che ho citato sopra) da troppi sono ancora “ammirati ed invidiati” anziché condannati. E poi – oggi non si potrebbe più – ma vogliamo domandarci come accadde che certe Spa furono capitalizzate con valigiate di banconote, in contanti, intendo? Oggi non si può più. Ed allora occorre lavare, ripulire per riciclare ed investire.

Tiziano Terzani

Come fare? Tre “giri di giostra” all’estero (e qui rubo il titolo ad un altro Autore, Tiziano Terzani, con il suo “Un altro giro di giostra”, l’avete letto?) nei paradisi fiscali e monetari, ed il gioco è fatto. Tutto diventa legale. Ed allora, togliamo questa benzina alle auto criminali: si fermeranno. Ed ecco l’accordo internazionale di cui si sente la necessità. Anche qui … anzi … qui sì che occorre una “politica di rigore (internazionale)”. E che lo Stato non sia il primo biscazziere, concedente del concessionario Atlantis, per favore …

Le mie sono Utopie? Forse. Ma l’Utopia è l’ossigeno della vita. Guai se smettessimo di credere che Qualcosa possa succedere! Spes ultima dea …