INTERVENTO DI MATTEO RENZI IL 9 DICEMBRE 2020 AL SENATO DELLA REPUBBLICA.

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Dicembre, 2020 @ 5:13 pm

Detto altrimenti: …. Non c’è modo migliore del suo di dirlo altrimenti     (post 4097)

Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio dei ministri, onorevoli colleghi, i 18 senatori del Gruppo Italia Viva le augurano buon lavoro e la invitano a schierare l’Italia dalla parte dell’europeismo e non del sovranismo nella importante discussione di giovedì e venerdì a Bruxelles.

Davanti alla crisi pandemica l’Europa stavolta ha risposto battendo un segno positivo e il nostro Paese è protagonista di questa svolta. La riforma del MES è un piccolo passo in avanti, ma va nella giusta direzione. Tuttavia noi vogliamo prendere l’occasione di questo dibattito, al quale lei più volte ci ha richiamato, per utilizzare parole di verità e di trasparenza – le stesse che ci diciamo negli incontri privati e negli incontri di maggioranza – anche qui in Parlamento, utilizzando lo stile di quella che il Nuovo testamento chiamerebbe parresia, dirsi le cose in faccia perché servono, ora o mai più. Come ha ricordato il Presidente del Consiglio, questo è un momento politico in cui l’Italia ha delle occasioni che non ha mai avuto in passato. Certo, i problemi sono enormi (la distribuzione dei vaccini, il rapporto Stato-Regioni, i ritardi in tanti momenti importanti della vita del Paese), ma siamo per la prima volta a presiedere il G20. Come dice il nome, ricapiterà tra venti anni. Presidiamo il G20 nel momento in cui l’Italia può dettare la linea sul futuro economico post pandemia. Presidiamo il G20 nel momento in cui gli Stati Uniti tornano al multilateralismo; «America is back» è il titolo della politica estera di Joe Biden, il presidente eletto. Come ricordava il Presidente del Consiglio, abbiamo anche la possibilità di copresiedere il COP26, la straordinaria conferenza sulla transizione energetica, sulla sostenibilità, contro il climate change.

Come non pensare che finalmente possiamo trasformare l’ambiente da mera questione, importantissima ed ideale, a occasione di creare posti di lavoro, pensando che abbiamo con ENI, Enel, Snam, Saipem, le eccellenze della transizione energetica non a livello nazionale, ma a livello mondiale. Quanti argomenti di discussione importanti. Lei, Presidente, li ha toccati. In questo i 200 miliardi del Next generation EU sono una grande conquista, ma sono una gigantesca responsabilità. È bene allora essere chiari sul punto, lo diciamo per il tramite del presidente del Senato al Presidente del Consiglio e a chi continua a sostenere che la posizione di Italia Viva sia legata a un qualche interesse di partecipazione alla cabina di regia. Noi non scambieremo il nostro sì alla proposta di governance in cambio di uno strapuntino o di un aggiungi un posto a tavola. Detta in un altro modo, non già al Presidente del Consiglio che ne è consapevole, ma a chi ci segue, noi non stiamo minimamente chiedendo che nella cabina di regia ci sia anche un Ministro di un colore politico più vicino al nostro e lo dimostriamo in modo molto semplice. Ricordiamo infatti agli ignari passanti di quest’Aula che il 22 luglio noi avevamo chiesto una e una sola cosa, che sta agli atti del Senato e su YouTube per chi non guarda il resoconto stenografico. Avevamo detto che, di fronte ai 200 miliardi da spendere – cifra che non ricapiterà per anni, vorrei dire per decenni purtroppo – o il Parlamento fa un dibattito vero, sfidando le opposizioni, oppure perdiamo la dignità delle Istituzioni. C’è chi dice «ma come? Durante la pandemia volete parlare di politica?». Eh già, perché se non parliamo di politica durante la pandemia, cosa ci stiamo a fare in Parlamento? (Applausi).

Se davanti alla principale occasione per il futuro dei nostri figli, noi non facciamo un dibattito parlamentare, con che faccia andiamo a sfidare le opposizioni? Su questo punto, signor Presidente, è bene essere chiari. Il 22 luglio noi le abbiamo chiesto di venire ad agosto in Aula; forse era un po’ demagogico, andava bene anche a settembre, a ottobre o a novembre. Quello che non va bene, signor Presidente del Consiglio, e noi glielo diciamo guardandola negli occhi e in faccia, è che ci arrivi nottetempo, alle due, sulla posta certificata dei Ministri, un progetto di 128 pagine, che deve diventare un emendamento alla legge di bilancio, con una proposta che prevede dei manager con poteri sostitutivi rispetto al Governo e con una discussione parlamentare che non viene fatta perché anche quest’anno la legge di bilancio non verrà discussa almeno da un ramo del Parlamento. Colleghi del Partito Democratico, eravamo insieme, nello stesso partito, quando due anni fa il presidente Conte e il vice presidente Salvini, uno di voi, uno di noi, attuale presidente pro-tempore della Commissione affari costituzionali, addirittura firmò un ricorso alla Corte Costituzionale contro la scelta del Governo di non farci discutere la legge di bilancio. Ora, tra quindici giorni accade la stessa cosa. Se una cosa la fa Salvini è sbagliata – non sempre, spesso (ma questo è un altro discorso) – ma guardate che se la facciamo noi, ed è la stessa, è ugualmente sbagliata. (Applausi).

Non possiamo immaginare che, di fronte a una legge di bilancio non discussa, ci inseriamo, saltando e bypassando il Parlamento, tutta la principale discussione sul prossimo utilizzo di 200 miliardi di euro. Lo capite che è una discussione fondamentale per le istituzioni? Ci potete dare uno, due, tre o dieci Sottosegretari, ma ve li ridiamo indietro. Sono in ballo la credibilità del Paese e la serietà delle istituzioni! (Applausi).

Lo capite che ora o mai più? Signor Presidente, colleghi, 300 consulenti, quando si tagliano 300 parlamentari, sono la dimostrazione che si ha un’idea della politica che io non condivido. E se sono minoranza e, agli occhi della cittadinanza, si dirà che il consenso si trova non così, ma con le dirette su Facebook, io non sono interessato a cambiare posizione. Ritengo che un Governo non possa essere sostituito da una task force; ritengo che un Parlamento non possa essere sostituito da una diretta Facebook; ritengo che questa sia la battaglia di dignità che il Parlamento deve fare. (Applausi). Se questo è il Piano Marshall del futuro, dove sono i sindaci? Se questo è il Piano Marshall del futuro, dove sono gli esponenti del terzo settore? Se questo è il Piano Marshall del futuro – non avrei mai immaginato di dirlo – dove sono le categorie e i sindacati? Non è immaginabile che, di fronte a 200 miliardi di euro, che vuol dire debito pubblico, noi rinunciamo a essere parlamentari. È chiaro questo? (Applausi).

Dopodiché, signor Presidente, parliamoci con chiarezza. È un problema solo di metodo? Magari. C’è qualcuno che, probabilmente, immagina che si possa “dipiciemmizzare” la politica. Ma c’è anche un problema di merito. Ho letto le carte del Next generation EU. Ma chi ha deciso che noi mettiamo nove miliardi di euro sulla sanità? Questo è un passaggio importante. Giochiamo in maniera trasparente tra di noi. Quando il mio Governo, per tre anni, ha messo sette miliardi in più sulla sanità, tutti hanno detto, negli ultimi dieci mesi di talk show, che noi avevamo tagliato sulla sanità. In due anni e mezzo abbiamo messo più sette miliardi ed è stato detto che era poco. Posso dirlo? La storia dice che è stato poco rispetto a quello che è successo. E noi per i prossimi cinque anni mettiamo nove miliardi? Secondo me, ne occorrono il doppio (18), il triplo (27), il quadruplo (36, che è un numero non a caso, visto che è l’equivalente del MES). Io voglio un luogo nel quale poter dire che la sanità non va messa in secondo piano. Vi sembra normale che nel Next generation EU ci siano tre miliardi di euro a favore del turismo? Il turismo è la voce principale per la ripartenza, in particolar modo del Sud, ma non solo. Ma vi sembra normale che il Parlamento stia zitto mentre la Germania della Merkel (che le vacanze le fa in Italia, in Alto Adige o a Ischia) metta 35 miliardi di euro e noi mettiamo tre miliardi? Ma chi l’ha deciso? Ma chi ha deciso che sulla scuola (dove siamo chiusi da un anno, a differenza dei francesi e dei tedeschi) noi mettiamo una paginetta striminzita mentre Macron mette 54 progetti sui giovani? Signor Presidente, glielo dico con molta chiarezza. Noi siamo pronti a discutere di tutto in un dibattito parlamentare aperto e franco; non siamo disponibili a utilizzare la legge di bilancio come il veicolo nel quale si introduce quello che abbiamo letto sui giornali.

In questo inserisco una vicenda che è altrettanto importante, relativa alla fondazione dei servizi segreti. Infatti, non possiamo immaginare di avere una fondazione a cui, al Copasir, le forze politiche, in modo pressoché unanime, dicono di no, mentre sui giornali leggiamo che verrà comunque inserita in legge di bilancio. Quindi, per giocare in maniera pulita e trasparente, se ci sono un provvedimento che tiene la governance del Next generation EU e un provvedimento che tiene la fondazione dei servizi segreti, noi votiamo contro. (Applausi). E lo diciamo con molta lealtà; lo diciamo prima e invitiamo tutti a fermarsi finché si è in tempo. Quando, infatti, pensiamo ai servizi segreti, mi lasci dire che il 17 aprile 2015 un peschereccio italiano fu bloccato dai libici e portato via, ma nel giro di sei ore, l’allora Presidente del Consiglio chiamò l’allora autorità delegata e mandammo la Marina militare a riprendere quei quattro pescatori. Domani saranno 101 giorni che 18 pescatori sono nelle mani dei libici senza che nessuno muova un dito per questo. (Applausi).

Signor Presidente, a chi dei suoi collaboratori continua a chiamare le redazioni dei giornali per dire che noi siamo alla ricerca di qualche poltrona comunico che, se ha bisogno di qualche poltrona, ce ne sono tre – due da Ministro e una da Sottosegretario – a sua disposizione in più. Se lei, invece, ha desiderio di ragionare sul serio e concretamente per il bene del Paese, spieghi ai suoi collaboratori che chiamano le redazioni che questo non è un talk show o il «Grande Fratello» perché questo è il Parlamento, questa è la politica e questo è il coraggio che Italia Viva ha e che spero abbiano altri. (Applausi).