TITOLI PUBBLICI IRREDIMIBILI, UNA RAGIONE DI PIU’

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 1 Gennaio, 2021 @ 12:10 pm

Detto altrimenti: facciamo le connessioni …  (post 4125)

“Chi fa le connessioni, riuscirà a capire come vanno le cose”. Una frase di un mio “vecchio” capo, Sen. Bruno Kessler, Presidente di ISA SpA di cui io ero direttore.

Da ultimo, dal mese di marzo insieme al mio amico co-autore Gianluigi De Marchi, anche attraverso il nostro libro la cui seconda edizione è uscita i primi del dicembre scorso, stiamo cercando di far attecchire l’idea-progetto che lo Stato emetta Titoli Irredimibili di Rendita non di debito. Qui sul blog e anche sul mio profilo FB ne trovate ampie tracce.

Un’argomentazione che riportiamo, a mo’ di esempio è che il 25 agosto 2020 scorso Banca Intesa Sanpaolo ha emesso due tranche di propri Irredimibili al 5,5% (rendimento tassato al   26,00 %) di 750 milioni cadauna ed ha avuto richieste di acquisto per ben 6,5 miliardi!! (Sarebbe molto interessante  conoscere il taglio unitario sottoscrivibile e quanti siano stati i sottoscrittori esteri!). Una domanda che io mi posi fu: ma … in un regime di tassi discendenti, di frendimenti addirittura negativi e di fortissima liquidità, come farà poi la quella banca ad investire preoficuamente quel denaro la cui raccolta è per lei così costosa?

In questi giorni apprendo che Banca Intesa è il principale finanziatore della enorme centrale a carbone che la Bosnia Erzegovina si sta facendo costruire da imprese cinesi presso la propria città di Tuzla: un impianto da 715 megawatt, associato a una miniera di carbone a cielo aperto ed ad una discarica di polveri, tutto vicino alla città (che se poi il ventio dira verso occidente, l’inquinamento arriverà anche in Italia!). Ora, non è detto che quei denari servano a quell’investimento, ma la tentazione a crederlo è forte. E poi, si sa, a pensar male …

Ecco che attraverso questo canale (emissioni di Irredimibili bancari per investimenti all’estero), si potrebbero(dannosamente epr noi Italiani) drenare risparmi bancari italiani (ed esteri) e si diminuirebbe la capacità dello Stato Italia di raccogliere finanza privata (italiana ed estera) attraverso le proprie consuete emissioni di Titoli di Debito Redimibili, da destinare a esigenze di gestione e soprattutto ad investimenti interni.

Ed ecco quindi la necessità che lo Stato Italia inizi ad emettere propri TIR Titoli Irredimibili di Rendita (in quanto pubblici tassati solo al 12,5%), ad un rendimento netto competitivo con gli Irredimibili bancari, in sostituzione volontaria delle tranche di Titoli Redimibili in scadenza, oltre a tranche aggiuntive. In tal modo si diminuirebbe il livello del debito pubblico e si assicurerebbe ulteriore liquidità al nostro Tesoro. I conto bancari italiani (ed esteri) sarebbe in parte ugualmente interessati,  ma almeno a fronte di investimenti nostrani.

E se mi sbaglio, mi corigerete …