ALLARME FINANZA PUBBLICA – EMETTIAMO TITOLI IRREDIMIBILI RENDITA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 15 Aprile, 2021 @ 3:09 pm

Detto altrimenti: sei  segnali d’allarme   (post 4243)

a) Fine marzo 2020: duemiladuecento cittadini tedeschi hanno impugnato il Recovery Fund presso la loro Corte Costituzionale, causando quanto meno un ritardo di tre mesi all’intera procedura. Sorgeranno altri intoppi?
b) in genere l’Italia è stata capace di utilizzare solo in misura minima i fondi UE;
c) Stesso periodo, il PCM Draghi in una riunione UE non deputata (era sul Covid) ha auspicato l’emissione di Eurobond;
d) l’Italia sta emettendo titoli di debito a 50 anni (scadenza lunghissima, ma sempre debito sono!);
e) in UE si inizia a ragionare se come e quando far cessare gli acquisti di titoli di debito dei singoli stati da parte della BCE.
f) a febbraio 2021 il nostro debito pubblico è alle stelle: 2643,8 mildi!

Prima del Covid UE ci chiedeva di non generare un deficit oltre il 3% del PIL, cioè di non aumentare il debito pubblico di oltre circa 50 mildi l’anno.  Da mesi e mesi noi stiamo approvando aggiornamenti di bilancio (= ulteriori debiti) per decine e decine di mildi (quello in corso, da solo, vale 40 mildi). L’introito del Recovery (35 mildi l’anno se tutto va bene, per 6-7 anni) non genererà finanza sufficiente a invertire la tendenza dell’aumento del debito pubblico.   Se non si interverrà, la soluzione potrà essere solo l’uscita dall’Euro de/o una forte patrimoniale.

Prima di ciò, a seguito di conforme parere locale, abbiamo proposto a Roma di esaminare la proposta di emettere Titoli Irredimibili di Rendita non di debito e ci siamo offerti di discutere la proposta in un webinar. La nostra offerta è indirizzata al massimo livello, nella speranza che non sia “fermata” da qualche filtro.

Infatti, chi non ha approfondito la proposta, ha cercato di cavarsela affermando che gli Irredimibili sono un debito, e quindi non ne varrebbe la pena. Questo è il punto: se vi danno una somma di denaro che voi non siete tenuti a restituire, considerate di avere un debito? No di certo. In realtà con l’emissione di irredimibili lo Stato non contrae un debito ma fa uno scambio, cioè “vende una rendita perpetua” che però può riacquistare passato un certo periodo, in quanto si è riservato un’opzione in tal senso.

L’emissione di Irredimibili in sostituzione volontaria delle tranche di titoli di debito in scadenza RIDUCE IL LIVELLO DEL DEBITO PUBBLICO. L’emissione di altri Irredimibili “nuovi”, AUMENTA LA LIQUIDITÀ SENZA AUMENTARE IL DEBITO PUBBLICO. I titoli irredimibili convoglierebbero VOLONTARIAMENTE risorse finanziarie private italiane ed estere verso il settore pubblico italiano, laddove imposte patrimoniali convoglierebbero FORZOSAMENTE verso il nostro settore pubblico risorse solo italiane. Una bella differenza!

E’ chiaro che lo Stato ha maggiori flussi in uscita a causa del maggiore rendimento degli Irredimibili, ma tali esborsi sono molto più che compensati dal fatto di non dovere restituire quote di capitale.  Sotto il profilo economico, diminuendo il debito, diminuirebbe il costo del debito. Sotto il profilo finanziario, aumenterebbe la liquidità.

Dal punto di vista della contabilizzazione di tali operazioni, si potrebbero utilizzare conti d’ordine (che non sono conti patrimoniali). E se per un qualche motivo la legge contabile non lo prevedesse, si potrebbe semplicemente aggiornare la legge in tal senso. Infatti la situazione della finanza post Covid è grave ed eccezionale e può ben richiedere una risposta eccezionale: che poi nell’aggiornamento di una legge non vi è proprio nulla di eccezionale.