TRATTORIE DI UNA VOLTA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 6 Settembre, 2022 @ 7:02 am

Ostaie de na vötta
Pöco a pöco ve ne anáe
Portáe via dao ciumento
De’sta noeva societáe
E quande archeologia
Tutte e ostaie ormai saian
I vegi che g’arestan dove anián?

Ho preso spunto da una splendida canzone di Bruno Lauzi che lamenta la scomparsa graduale delle vecchie osterie, ultimo sicuro “rifugio” dei pochi vecchietti rimasti, per trattare un argomento molto più prosaico: la scomparsa delle trattorie.

Ricordo ancora, alcuni decenni fa, quando lavoravo a Torino e qualche venerdì sera, per “guadagnarmi” un giorno in più di sci rispetto alla famiglia, dopo avere raggiunto Cesana Torinese con treno e bus, prima di andare a dormire, mi concedevo una cenetta alla Trattoria del Sole: era tardi, io ero l’unico cliente cenante, ad un altro tavolino uno dei vecchietti di Lauzi con il suo quartino di vino.

Altro ricordo. Ero in trasferta a Pisa, Trattoria Il Cantini (era il cognome del proprietario): un piccolo locale, bar e vineria di giorno, ad una cert’ora extra omnes e si preparavano quattro tavolini per il servizio di trattoria con le vivande preparate dalla moglie!

La prima avvisaglia della “riforma” l’ebbi anni fa sulle isole Incoronate: le antiche, semplici trattorie sorte spontaneamente sulle varie isolette avevano improvvisamente dotato i loro tavolini di tovagliette bianche e di bicchieri a calice!

Oggi vedi l’insegna: “Trattoria …” “Locanda …”, ti avvicini alla ricerca della semplicità di un tempo e scopri che non sono più i locali che ti aspettavi, quelli di una volta. Guardate, non è principalmente una questione di prezzo: io stesso, a casa mia, una sera avevo a cena una persona alla quale tengo molto ed ho apparecchiato sull’antico tavolo in legno costruito da mio nonno paterno oltre un secolo fa, tovaglia a quadrettoni rossi e bianchi, bicchieri “da osteria” e fiasco del vino “pagliato” sul tavolo: tutto molto apprezzato!

Oggi sei in vacanza, magari da Milano (non è il caso mio, io vengo da Trento), sei alla ricerca di qualcosa di diverso e più rilassante: la semplicità. E invece si sforzano di offrirti quello che trovi nella tua Milano: tovaglie bianche, posate con le estremità igienicamente racchiuse in un tovagliolino, menù web che puoi leggere solo se sai armeggiare con il tuo portatile, e naturalmente prezzi … “milanesi”.

Al che mi chiedo: a quando la “controriforma” con il ritorno (ed il successo) delle trattorie di una volta?