INTERVENTO DEL SEN.MATTEO RENZI IN SENATO AL DEF/DFP- DOCUMENTO DI FINANZA PUBBLICA 24 APRILE 2025
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 24 Aprile, 2025 @ 5:58 pmSignora Presidente, membri del Governo, onorevoli colleghi, è capitato a tutti, credo, di fare un’esperienza di acquisto online. Capita, quando fai l’acquisto online, di vedere un oggetto, effettuare l’acquisto, poi ti arriva a casa ed è tutta un’altra cosa. Sui social fioriscono i meme: come lo ordini su Internet, come ti arriva a casa. Il DEF o DFP (chiamatelo come volete, per me va bene anche “Genoveffo”) è un documento che dimostra che l’Italia agli occhi del Governo e della maggioranza è una cosa totalmente diversa dalla realtà. Una cosa è come la vedi su Internet, nei documenti che vengono oggi sbandierati dal Sottosegretario e dal resto del Governo, una cosa è come è nella realtà dei fatti.
Guardate i numeri: state dicendo che c’è una crescita straordinaria. Meloni, nel gennaio 2024, dice che saremo il primo Paese per crescita in Europa. La Spagna cresce quattro volte più di noi, calcisticamente finisce quattro a uno per loro. E la definiamo una vittoria? Abbiamo finalmente una grande crescita: nel 2024 è pari all’1,2, a ottobre all’1, oggi viene dimezzata dall’1,2 allo 0,6 (secondo il Fondo monetario è allo 0,4). Non riusciamo ad aumentare gli stipendi, non aumentiamo le pensioni, però nel frattempo dimezziamo (lascia o dimezza) le previsioni della crescita.
Comunque lo vogliate definire, questo documento contiene degli elementi che dovrebbero farvi riflettere: il debito pubblico, tra il 2024 e il 2023, cresce rispetto al PIL. Questa è una cosa enorme: siamo passati dal 134 al 135 per cento di debito pubblico sul PIL. Cresce la pressione fiscale: quando ero Presidente del Consiglio, ricordo che sotto Palazzo Chigi c’era la Meloni che urlava (perché già allora, pur essendo più giovane, aveva una voce soave e suadente come quella che ha oggi) che lei voleva mettere un tetto in Costituzione alla crescita della pressione fiscale. Lei diceva che in Costituzione dobbiamo indicare una cifra: il 40 per cento. Allora eravamo al 41, oggi siamo al 43 per cento (eravamo al 42 lo scorso anno). Eppure la nostra Presidente del Consiglio fa delle interviste surreali in cui spiega che la crescita della pressione fiscale è un fatto positivo, perché sta aumentando il lavoro. (Applausi).
Come lo ordini su Internet, come ti arriva a casa, in una cornice nella quale nessuno evidenzia il fatto che la vostra crescita allo 0,6 per cento (che il Fondo monetario stima allo 0,4) è comunque aiutata dal PNRR. Se non ci fosse nemmeno il PNRR, saremmo in territorio negativo da quel dì. Le decine di miliardi di euro investiti nel PNRR fanno PIL. Qual è allora il dramma?
Il dramma è che da 25 mesi la produzione industriale di questo Paese è in terreno negativo. (Applausi). Sono 25 mesi che c’è il segno meno davanti, lo capiamo che questo è un disastro per la nostra economia? Perché nessuno ne parla? Si dice che la colpa è del quadro geopolitico, ma forse la colpa è del fatto che non riusciamo a sbloccare Transizione 5.0 con qualche miliardo bloccato, o forse del fatto che Confindustria – non la CGIL, non la CISL, non la UIL, non la sinistra, non il partito marxista leninista, ma la Confindustria, con il presidente Orsini, che tutto si può dire tranne che sia un avversario di questo Governo – vi ha presentato un documento in cui ha elencato 80 misure di snellimento burocratico e voi riuscite a complicare, con il ministro Urso, anche misure come Industria 4.0, che funzionavano. (Applausi).
Questa è la realtà dei fatti. Il ministro Giorgetti e la Presidente del Consiglio non sono in Aula perché questo non è un documento importante, del resto stiamo solo parlando della situazione economica delle famiglie del ceto medio, che volete che sia? Il ministro Giorgetti ha fatto una prestazione, dal punto di vista di macroeconomia, peggiore di quella del suo Southampton, che quest’anno partiva per andare in Europa League ed è retrocesso nella serie B inglese. È la stessa identica cosa che sta accadendo al nostro Governo. Mi si dirà: ma tu non sei onesto intellettualmente, se non parti dal presupposto che ci sono i dazi e cambia il clima. È vero, le grandi banche d’affari internazionali come JP Morgan o Goldman Sachs definivano, o meglio ipotizzavano una possibile recessione in America nel novembre 2024 con una probabilità del 3 per cento. Dicevano, cioè, che al 97 per cento non ci sarebbe stata recessione, ma c’era una possibilità del 3 per cento che ci sarebbe stata. Ebbene, sono bastati sei mesi del sovranista alla Casa bianca e le possibilità di arrivare alla recessione secondo gli americani, in America, sono cresciute dal 3 al 62 per cento, cioè loro danno per scontato – ormai già la immaginano – che arriverà una recessione negli Stati Uniti, legata innanzitutto al real estate, a picchiare duro sulle famiglie. Perché questo? Ne vogliamo parlare o facciamo finta di niente? È il caso? È la sfortuna?
Onorevoli colleghi, la recessione è figlia delle scelte sovraniste e populiste del Presidente degli Stati Uniti che ci avete elogiato nei due mesi appena trascorsi come fosse il premio Nobel dell’economia, come fosse il salvatore del mondo. (Applausi). È quello che sta portando l’America alla recessione e che sta attaccando il made in Italy. Avete creato il liceo del made in Italy – per me, il liceo del made in Italy è il liceo classico, ma questa è una mia valutazione personale (Applausi) – e poi, quando arriva la prima vera, grande aggressione al made in Italy la fanno i vostri, perché siete stati voi a dire che Trump avrebbe cambiato il mondo. (Applausi). Avete un Vice Presidente del Consiglio dei ministri che si è vestito per una settimana con la stessa cravatta e con la stessa camicia che aveva Trump per dire quanto ne fosse innamorato. Sono i vostri che hanno detto che Trump avrebbe salvato il mondo e poi siete anche voi, perché diciamolo nel corso del dibattito in Senato, diamo valore al Senato: ha detto la presidente Meloni, quando era leader dell’opposizione, che lei avrebbe nazionalizzato le infrastrutture. Onorevoli colleghi della maggioranza, non solo non avete nazionalizzato, ma avete dato a un importante fondo americano la rete Telecom. Avete dato…(Commenti). No, no, la rete no, Borghi, al di là della tua maleducazione, che non era in discussione, noi qui dentro eravamo convinti che tu fossi competente. Non è la rete che era dei francesi, era la Telecom che era dei francesi e l’ha presa Poste. (Applausi). Ti faccio lo spiegone: la rete è andata a KKR con un decreto emanato dal Ministero dell’economia e il fondo KKR è un fondo americano che non hai ancora imparato a conoscere. (Applausi). Finalmente, qualcuno che dica in quest’Aula: Borghi, studia un pochino e impara le cose prima di aprire bocca e darle fiato. (Commenti).
Secondo punto: avevate detto che eravate contro le privatizzazioni. Avete venduto anche Telecom Sparkle, che è il canale di sicurezza legato da sempre all’interesse nazionale: pure Telecom Sparkle vi siete venduti! (Applausi).
Come se non bastasse, voi, che parlavate contro l’utilizzo pubblico del potere nella gestione del credito, avete fatto uno scandalo che si chiama golden power su Unicredit e nessuno ha il coraggio di dirlo. Il golden power su una banca italiana è uno scandalo senza precedenti! A me non interessa capire chi prenderà il controllo di Generali, di Bpm di Monte dei Paschi o di Unicredit: non mi interessa, lascio spazio al mercato. Però, che il Governo della Repubblica utilizzi di venerdì santo il golden power su Unicredit e in questo Paese nessuno dica niente è uno scandalo assoluto! (Applausi).
Molte altre sarebbero le considerazioni da fare su questo DFP: continuate a buttare i soldi in Albania per riportare a casa un venditore di rose in Bangladesh, spendendo decine di migliaia di euro e non c’è una lira, un euro, un centesimo, un dollaro sul recupero dei talenti, sull’attrazione dei talenti, sul fatto che i nostri cervelli che se ne sono andati hanno visto cambiare la legge da parte vostra per non riportarli a casa. (Applausi).
È inutile che parliamo di intelligenza artificiale quando questo documento è un tributo alla stupidità naturale. È inutile parlare di quantum computing quando non siete stati in condizione di avere una strategia sull’innovazione. E lasciatevi dire che è inutile parlare di spese sulla difesa quando vi impegnate con gli americani a dare i soldi della difesa oltre oceano e non investite sulle collaborazioni e sulle sinergie con l’Europa.
La vera sfida, infatti, è che dopo Trump persino i sovranisti devono capire che la globalizzazione è ciò che serve a un Paese che fa export. Persino voi dovreste capire che è il momento di mettersi alla guida per cambiare l’Europa e per rendere l’Europa credibile. Non è il momento di continuare a fare i populisti e scoprire che, alla fine, i dazi ammazzano il made in Italy e le nostre famiglie del ceto medio. (Applausi).


















