L’AUTONOMIA “DIFFERENZIATA” IN TRENTINO – 2

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 23 Maggio, 2025 @ 7:36 am

(Continuazione dal post precedente)

Io credo che occorra RIFORMARE IL RAPPORTO DI AUTONOMIA fra la Provincia di Trento e la Città Capoluogo.

Provo a spiegarmi con un ragionamento “parallelo” che mi deriva dalla esperienza di una vita passata a capo e/o nei rapporti fra SpA Holding capogruppo e SpA “partecipate” con quote azionarie di minoranza o “possedute” con quote di maggioranza. In particolare penso alla mia esperienza come Capo della Finanza Italia della STET-Società Finanziaria Telefonica per azioni SpA, Torino/Roma, società del Gruppo IRI, all’epoca (anni ’70) la maggiore finanziaria italiana, società holding di circa 20 SpA operative nel campo della comunicazione dell’elettronica civile e militare, fra le quali cito: SIP, ITALTEL, ELSAG, SELENIA, SIEMENS DATA, SGS ATES, SEAT, ILTE, CSELT, etc.
La STET era una società finanziaria “mista”, ovvero oltre che detenere i pacchetti azionari di SpA operative, era anche più o meno operativa lei stessa a secondo della dimensione della società posseduta. In particolare, la SIP era la SpA più grande quanto a investimenti necessari, fatturato e personale impiegato. Nei suoi confronti il nostro ruolo di holding capogruppo era soprattutto finanziario: la SIP (all’epoca – anni ’70 – ne era P-AD-DG l’Ing. Perrone) programmava il proprio sviluppo di mercato e tecnologico e noi della holding le procuravamo i finanziamenti necessari, ovvero funzionavamo da holding “pura” (semplice azionista) e solo parzialmente “operativa” nel senso che le procuravamo i finanziamenti necessari.
Ecco, io credo che la Provincia Autonoma di Trento dovrebbe concordare un rapporto simile con la Città Capoluogo di fatto quasi città metropolitana: lasciare che il Comune gestisca al meglio tutto ciò che si trova e/o si svolge all’interno del suo territorio: grandi lavori pubblici; aree ex militari dismesse; trasporto pubblico locale; immigrazione … solo per citare alcuni settori e limitarsi a trasferirgli le risorse necessarie: in altre parole, far sì che potere (finanziario, oggi in capo alla Provincia) e responsabilità (dei risultati, spesso ingiustamente imputata al Comune) facessero capo ad un unico soggetto.
A seguito di questa riforma, la Provincia potrebbe dedicarsi ad ambiti di iniziativa e intervento che sino ad oggi sono stati gestiti marginalmente e solo occasionalmente, quale, ad esempio, il raggiungimento di reti e dimensioni bi-provinciali, regionali e interregionali in ambito economico, turistico, agricolo, culturale; l’ottenimento di risultati concreti dai ministeri romani ad esempio, il rinnovo della concessione della gestione dell’A22 in capo al nostro attuale gestore Autobrennero SpA, per poi illustrare alla popolazione i passaggi che hanno consentito di raggiungere quei risultati e non l’elenco dei motivi che hanno impedito quei successi.

F.to da me, Responsabile del Tavolo di Lavoro Finanza ed Economia mista ITALIA VIVA TRENTINO #ItaliaViva #italiavivatrento #italiavivatrentino