L’AUTONOMIA “DIFFERENZIATA” IN TRENTINO – 3
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 23 Maggio, 2025 @ 12:25 pm(Continuazione da due post precedenti)
Pier Luigi Celli: top manager, imprenditore, scrittore, nel suo prezioso libro qui sotto testimonia a afferma che
– nelle SpA occorre dare spazio e prestare attenzione alle “periferie” aziendali, perchè sono quelle che hanno i contatti con il mondo reale;
– è necessario e utile operare per funzionigrammi e non per rigidi organigrammi.
Ora, i Comuni della nostra Provincia sono le sue “periferie” e non intendo in senso geografico, ma quanto a rapporto diretto con le persone e con i loro problemi quotidiani. Infatti, amministrare (dalla base) un Comune – per di più Capoluogo – è molto più complesso, difficile e impegnativo che amministrare (dall’alto) una Provincia “finanziaria”.
Il Comune ,”polis per eccellenza”, non è una “città stato” bensì – se è Comune Capoluogo – deve innescare la Seconda ETA’ DEI COMUNI, quella dei COMUNI CAPOLUOGO appunto, sulla scia di quanto concettualmente e materialmente si è fatto per le “città metropolitane”.
Nel caso di Trento non bisogna valutare questa prospettiva avendo riguardo all’entità della sua popolazione, bensì al fatto che a causa dei lavoratori pendolari che quotidianamente entrano e lavorano in città, di giorno la sua popolazione si raddoppia e passa da 125.000 a 250.000 presenze, pari a circa il 50% dell’intera popolazione provinciale. Infatti, in questo territorio comunale si concentra la stragrande maggioranza delle funzioni amministrative, sociali, economiche, associative, culturali etc. dell’intera provincia.
La NUOVA ETA’ DEI COMUNI (CAPOLUOGO) deve prendere l’avvio dalla RIFORMA DEL RAPPORTO DI AUTONOMIA fra il principale Ente Primario (Trento) e il primo ente successivo (la Provincia Autonoma).
F.to da me, responsabile del Tavolo di lavoro Finanza ed Economia mista ITALIA VIVA TRENTINO #ItaliaViva #italiavivatrento #italiavivatrentino



















