MODI OPPOSTI DI “FARE” POLITICA.

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 21 Luglio, 2025 @ 5:22 am

ANTEPRIMA

“La parole sono pietre” scriveva Don Lorenzo Milani ad una professoressa.

– “Politica”: aggettivo sostantivato dal greco teknè politikà, tecnica nel governo della polis (in allora della città stato).
– “Democrazia”: nei millenni ha assunto tre significati successivi e diversi: 1) potere sul popolo, il democrator era il dittatore; 2) potere del popolino salito al governo; 3) potere del popolo.

Who opened the door for the democrator?
And how come he let in the market-conquistadors?
Why is he acting as if he has something to hide?
The privilege of the stupid is to be taken for a ride”.
Chi ha spalancato la porta al democrator?

Come mai costui si è collocato nel novero dei conquistatori?
Perché si muove come chi ha qualcosa da nascondere?
Il privilegio dello stupido è di farsi prendere per un somaro.

– “Bene pubblico”: inizialmente indicava il bene non-privato. Oggi ogni bene usufruibile da tutti, anche da chi non ha contribuito a crearlo.
– “Bene comune”: è il bene di coloro che sin dall’inizio hanno contribuito a crearlo (definizione di Don Lorenzo Guetti, il fondatore della cooperazione trentina e delle Casse Rurali trentine).

ORA POSSIAMO COMINCIARE

Una certa “politica” attuale vuole riunificare i tre “poteri” dello Stato, concentrandoli tutti sul potere esecutivo con tre mosse: 1) il “premierato” a spese del ruolo del Presidente della Repubblica; 2) ’annullamento della funzione legislativa del Parlamento da parte dei DPCM; 3) la “riforma” della magistratura trasformando i PM in impiegati del governo e creando un altro organo di controllo diverso dal CSM e politicamente organizzato.

A mio avviso occorre invece RIFORMARE ben diversamente il modo di fare politica, cioè di amministrare la res publica. La riforma che propongo è
– mantenere nettamente separati i tre “poteri” dello Stato iniziando dalla funzione di garanzia del Presidente della Repubblica;
– prediligere la maturazione all’improvvisazione della politica e dei politici;
– alle apparenze, preferire la sostanza nelle sue diverse forme;
– rimettere costantemente in ordine le priorità;
– per ognuna di esse individuare un capo progetto sulla base di funzionigramma e non di organigramma;
– unire sempre il potere alla responsabilità;
– sviluppare i progetti secondo la tecnica del general management;
– semplificare la comunicazione dei dati sia in assoluto che in percentuale;
– attivare un triplo controllo: preventivo, concomitante, successivo;
– rendere il tutto immediatamente comprensibile da tutti i cittadini, rendendoli compartecipi all’evolversi dell’azione di governo e quindi co-costruttori dei “beni comuni” che si stanno realizzando;
– in ambito statale, raggiungere una dimensione europea (Stati Uniti d’Europa);
– in ambito locale, L’Autonomia amministrativa che le regioni e le provincie reclamano da Roma deve essere estesa anche alle città capoluogo rispetto alla loro provincia.

La mia è un’utopia? Concordo, ma ricordate che l’utopia è un traguardo ambizioso e difficile semplicemente NON ANCORA raggiunto e … guai nella vita a non avere utopie!

Riccardo Lucatti, ITALIAVIVA TRENTINO #italiavivatrento#ItaliaViva#italiavivatrentino