I FONDI MUSICALI DELLA BIBLIOTECA COMUNALE DI TRENTO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 20 Novembre, 2012 @ 4:18 pm
Detto altrimenti: this is Trento too, Trento è anche questo!
Giovanna Laudadio e Giovanni Delama

Nell’ambito delle iniziative promosse all’interno del Circolo Culturale Privato Accademia delle Muse di Trento, grazie alla disponibilità della Dirigenza della Biblioteca Comunale,  Dr. Fabrizio Leonardelli,  su iniziativa di Giovanna Laudadio, il Dr. Giovanni Delama ci ha illustrato molti dei documenti musicali conservati nella sezione Musicale della biblioteca cittadina. Il Dr. Delama è un giovane entusiasta del suo lavoro, dotato non solo di cultura, ma di amore per il suo lavoro e della dote naturale di trasmettere il suo stesso entusiasmo, con pacatezza, quasi modestia, direi, il che arricchisce il valore della persona.

La Sezione, situata al secondo piano dell’edificio di Via Roma, è stata istituita nel 1939 e comprende più di ventimila documenti musicali (di cui circa un terzo manoscritti), oltre ad alcuni archivi, tra cui spiccano per importanza quello del Teatro Sociale e quello donato dalla Famiglia Lunelli. Si tratta di un patrimonio rilevante sia dal punto di vista qualitativo sia da quello quantitativo, che contiene alcuni esemplari noti tra gli esperti del settore a livello internazionale. I fondi sono conservati in depositi a temperatura e umidità controllata per mezzo di termoigrometri.

Il primo bibliotecario, Tomaso Gar

La prima persona cui va riconosciuto il merito di quanto oggi esiste è Renato Lunelli (1895 1967) figura legata a filo doppio con la storia della musica trentina. La città gli ha intitolato una via nella zona del Top center. Lunelli era impiegato del Servizio Anagrafe del Comune, ma soprattutto era organista e musicologo, studioso della storia della musica e in particolare di quella organistica e degli organi stessi. A tal fine aveva intrecciato una rete vastissima di relazioni epistolari con molti parroci, impiegati, musicisti, per ricostruire le vicende relative agli organi in tutte le diocesi italiane. Ancora oggi, studiosi da tutta Italia (e non solo) chiedono alla Biblioteca il “certificato di nascita” dei loro organi. E da Trento, in parecchi casi si riesce a dare risposta. Il Lunelli nel 1924 scrive un articolo sulla rivista Studi trentini di scienze storiche, denunciando l’inesistenza di un fondo musicale presso la Biblioteca comunale, fatte salve poche eccezioni, quali ad esempio i manoscritti donati da Matteo Thun nel 1859. L’appello inizialmente rimane inascoltato. Indi nel 1939 il Direttore Italo Lunelli, non suo parente, compie un primo atto: scrive in Germania per farsi mandare le copie anastatiche dell’opera del Bonporti.

Lettera di Brahms a Anzoletti

Quindi scrive una seconda lettera, invitando tutti i musicisti trentini a donare le loro opere alla biblioteca. Molti rispondono positivamente. Dalla Casa Ricordi di Milano, si riceve l’intera opera di Zandonai. Indi seguono altri donatori: Aldo Alberti Poia, i Fogazzaro Larcher, Luigi Dalla Piccola, Luigi Pigarelli, Renato Dionisi, Beretta, Mons. Celestino Eccher, Franco Sartori, gli eredi di Gianferrari, i fondi a Prato, Dapreda, Kirchner e le musiche di Attilio Bormioli.

Nel 1939 viene portato alla Biblioteca l’archivio del Teatro Sociale di Trento: tale documentazione è relativa all’attività del teatro tra il 1833 e il 1910. Vi sono contratti, lettere, le famose locandine liberty degli spettacoli del teatro, balli di carnevale, etc.

Nel 1941 si ha il primo grosso apporto che arricchisce in modo significativo la Sezione: si tratta del deposito da parte della Filarmonica di circa duemila documenti a stampa e manoscritti, tra i quali circa ottocento composizioni di Marco Anzoletti.

I primi arrivati alla conferenza … in poltronissima!

Costui fu un violista trentino importantissimo, nato a Mesiano nel 1867, fratello di Luisa Anzoletti. Bambino prodigio, si diploma a Milano a dicitto anni, a ventidue vince il concorso per la cattedra di violino nel medesimo conservatorio ove si era diplomato, ha una carriera formidabile, scrive pezzi di difficilissima esecuzioni (ancora oggi alcuni suo brani sono nel programma per l’esame di diploma in viola). Muore nel 1929. Tra le perle della sua carriera, conservate nella Sezione musicale della Comunale, vanno citate: l’edizione a stampa delle Variationen für Violine und Pianoforte über ein Thema von Johannes Brahms, la lettera di congratulazioni ad Anzoletti autografa dello stesso Brahms, il manoscritto della Fantasia sacra a due organi in Fa minore (primo premio nel 1908 al concorso indetto dalla Cappella Musicale del Duomo di Milano), le centinaia di brani da camera (tra cui un Nonetto per 4 violini, 2 viole, 2 celli e basso). Anzoletti si cimentò anche, con poco successo, nella lirica: parecchie sue opere non vennero mai rappresentate, tra questa la Militza : episodio delle guerre montenegrine, per cui si era fatto preparare dal pittore milanese Giacomo Campi dei meravigliosi bozzetti per i costumi dei personaggi. Anche questi bozzetti sono conservati presso la Comunale, così come gli autografi di Niccolò Paganini, acquistati da Anzoletti sul mercato antiquario. Nel 2009 la Biblioteca comunale ha ricordato questo importante violinista trentino a ottant’anni dalla morte con una giornata di studi, di cui sono stati pubblicati gli atti.

Lettera di Paganini a Berlioz

Nel 1952 arriva alla Biblioteca una lettera da parte del direttore della Biblioteca del Conservatorio di Milano che lamenta lo stato di abbandono in cui ha trovato la Sezione musicale a Trento. Il Comune provvede destinando maggiore spazio ai fondi ma soprattutto spostando Renato Lunelli dall’ufficio anagrafe alla biblioteca, con l’incarico di sistemare le cose. Lunelli si mette al lavoro, tramite la sua fitta rete di conoscenze riesce a fare arrvare alla Biblioteca numerose e cospicue donazioni di materiale, tra cui quelle della Famiglia Salvadori e della Famiglia Gasperini: quest’ultima contiene composizioni per fagotto di impegnativa esecuzione. Sono in corso approfondimenti per individuare l’attribuzione di tali brani.

Negli anni successivi continuano le donazioni (e qualche sporadico acquisto, come ad esempio nel 1954 quello del Fondo Zandonati composto da oltre settecento documenti): rilevante il dono delle Sorelle Regazzi nel 1961 (circa tremila documenti)

Nel 1967 muore Renato Lunelli e il figlio Clemente, musicologo e catalogatore, continua l’opera del padre. Alla morte di Clemente, nel 1995, gli eredi doneranno alla Biblioteca comunale la biblioteca e l’archivio raccolti dal padre e dal nonno. Si tratta di un patrimonio straordinario, contenente numerosi pezzi unici, oltre all’epistolario di Renato cui si è accennato sopra. Tra i pezzi unici si devono citare i tre tabelloni manoscritti riportanti il Catalogo degli organi costruiti dalla ditta di Gaetano Callido, organaro attivo dalla seconda metà del Settecento ai primi anni dell’Ottocento che costruì i suoi strumenti (di eccezionale qualità) in tutto il nord Italia, nelle Marche, in Istria, Dalmazia, fino a Costantinopoli e Smirne.

Catalogo degli organi costruiti da Getano Callido

Presso la Sezione musicale della Biblioteca è possibile inoltre consultare partiture relative a due generi di grande tradizione in Trentino: la musica per banda e per formazioni mandolinistiche.

Per quanto riguarda il repertorio bandistico, sono conservate le partiture manoscritte e a stampa di più di duecento brani provenienti dalla Banda, poi Corpo musicale, della città di Trento: si tratta in gran parte di versioni di brani lirici.
Sul versante del repertorio mandolinistico, nella Sezioni musicale troviamo parecchi numeri di periodici specializzati con brani di Giacomo Sartori, Vigilio Kirchner, Silvio Gottardi, provenienti da varie donazioni di privati e da alcuni acquisti, quali ad esempio quello del Convento dei frati Francescani di Villazzano.

Ogni anno la Biblioteca comunale organizza un’iniziativa di valorizzazione del proprio patrimonio musicale, Nel 2012 l’appuntamento è stato dedicato al mandolino trentino, con la conferenza del dott. Saltori e l’esibizione del quartetto “Compagnia del fil de fer”; per il 2013 l’argomento dell’iniziativa è in via di definizione.