GLI STIVALI DELLE … TRE LEGHE (Italia Viva Trentino c’e’!)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 9 Novembre, 2021 @ 6:53 am

La domanda che Gigi Marzullo potrebbe fare al presidente leghista della Giunta della Provincia Autonoma di Trento: ” E’ meglio fare l’interesse del Trentino anche “contro” le Leghe vicine, sperare che a Roma non se ne accorgano ed essere richiamati a governare la Provincia o è meglio fare l’interesse delle Leghe vicine, sperare che i Trentini non se ne accorgano e insistere nel riproporsi a governare la provincia?”

Gli stivali delle … tre leghe sono quelli che l’Autonomia del Trentino deve calzare per stare al passo – anzi, per procedere di corsa – rispetto a quanto sta avvenendo ai suoi confini ad opera di governi locali che – almeno tre su quattro – di “leghe” se ne intendono. Ma vediamole una per una queste quattro “corse”.

1 – Il Veneto aveva pretestuosamente provato a fare attribuire al proprio Polo delle Autostrade del Nord Est la concessione della gestione dell’autostrada del Brennero A22, con affidamento diretto in quanto ente interamente pubblico, sottraendola in tal modo al rinnovo alla nostra società mista pubblico-privata Autobrennero SpA. Le alternative che Roma aveva ipotizzato erano modello Scilla e Cariddi: per ottenere direttamente il rinnovo della concessione la societa’ avrebbe dovuto liquidare la propria esigua minoranza di azionariato privato, il che avrebbe comportato costi elevati, tempi molto lunghi e una dannosa sospensione del piano di investimenti.

In caso contrario la concessione sarebbe stata messa a gara europea. A questo punto tre donne determinate hanno lottato per anni proponendo una riforma di legge e facendo in modo che la concessione fosse messa a gara secondo la modalità del Project Finance che riserva all’attuale gestore un diritto di prelazione sulle varie eventuali altre offerte. Traduzione per i non addetti ai lavori: Autobrennero SpA riceverà il rinnovo della concessione dietro impegno ad eseguire un rilevante piano di investimenti e dopo aver vinto, sulla base di questo, una procedura competitiva.

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Le tre autrici di questo salvataggio sono di Italia Viva: la Senatrice Donatella Conzatti; la Deputata Raffaella Paita, la Vice Ministra Maria Teresa Bellanova. Ora la palla passa di mano alla SpA e soprattutto ai governatori delle Provincie Autonome, che non devono certo “giocarla con i piedi!”

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2 – La seconda “corsa” con i famosi stivali l’Autonomia del Trentino deve farla per tenere testa alla Lega al Passo del Tonale.  La stazione sciistica un tempo si chiamava Tonale-Ponte di Legno: da qualche tempo il nome è diventato Ponte di Legno-Tonale, il che è anche dovuto al fatto che a Ponte vi sono 20.000 posti letto e al Passo solo 2.000. Ora accade che la Società pubblica bresciana di impianti di risalita stia progettando due nuove cabinovie che sostituirebbero le nostre redditizie seggiovie del Bleis e andrebbero anche oltre, a scavalcare il crinale per collegare le piste alle nostre in Val Albiolo. Questa operazione, assolutamente valida sotto il profilo dello sviluppo e valorizzazione dell’area, rischia di mettere il Trentino in posizione di inferiorità per quanto concerne il potere decisionale su temi rilevanti quanto a politica del personale, degli investimenti e dei dividendi. Infatti si tratta di un investimento di 25-30 milioni da effettuare probabilmente con un aumento di capitale in capo alla società bresciana, sottoscritto al 50% dalla nostra società finanziata soprattutto da capitale pubblico “Carosello Tonale”, la quale riceverebbe una quota azionaria non significativa rispetto alle future decisioni del sistema. Ed ecco che se l’Autonomia Trentina calzasse i famosi stivali, dovrebbe affrettarsi a chiedere che le proprie azioni fossero delle Golden Share, con potere decisionale sulla politica assunzionale, degli investimenti e dei dividendi. Sul piatto della bilancia delle trattative l’Autonomia Trentina potrebbe far pesare il ruolo da sempre svolto dal “proprio” ghiacciaio Presena e il progetto di destagionalizzazione del turismo del Passo, attraverso il collegamento con il sistema delle piste ciclabili della Regione Trentino Alto Adige.

3 – La terza “corsa” dell’Autonomia Trentina riguarda la ciclabile del Lago di Garda, alla cui realizzazione la nostra Provincia concorre in misura rilevante, pur trattandosi di una pista che si snoda soprattutto nel territorio di altre regioni. La cosa s’ha da fare, intendiamoci, ci mancherebbe altro! Del resto a proporla a suo tempo fu lo stesso Matteo Renzi. Solo che l’Autonomia Trentina deve cogliere “di corsa” (ed ecco la necessità di calzare i famosi stivali!) questa occasione per rilanciare a sua volta anche se stessa, collegando questa nuova pista ciclabile con il proprio sistema di piste cicloturistiche ed in particolare con le ciclo discese dal Monte Bondone verso il Lago di Garda, possibili dopo che sia stata realizzata la funivia Trento-Bondone. Quest’opera, infatti, può e deve essere la scintilla che innesca un progetto biprovinciale, facendo della Regione Trentino Alto Adige e dei suoi “dislivelli estivi” una Bikeland sul modello dell’austriaco Tirol Bike Safari, dove 14 funivie messe in rete hanno realizzato oltre 700 km di ciclo discese attraverso lo stato.

4 – L’ultima corsa con i famosi stivali riguarda la mobilità lungo l’asse del Brennero.  La maggiore attenzione è oggi giustamente rivolta alla circonvallazione ferroviaria della città capoluogo. Tuttavia ciò non ci deve distrarre rispetto alla visione generale del sistema, che non è solo o principalmente la scelta dei punti di ingresso o uscita del percorso interrato, bensì riguarda i seguenti punti:

1. prevedere la sua difesa da eventuali alluvioni, soprattutto per le parti interrate;
2. coordinare e conciliare l’alta velocità dei treni passeggeri con l’alta capacità dei molti treni merci: l’ideale sarebbe poter far viaggiare le due classi di convogli sempre su binari separati anche per un tema di sicurezza. 
3. valutare e gestire l’incidenza che il nuovo assetto ferroviario avrà non solo sulla città di Trento ma anche sul sistema intermodale locale; sullo snellimento del traffico sull’Autobrennero; sul territorio provinciale in genere;
4. ottenere dalle Ferrovie gli stessi investimenti “a contorno” che ha già ottenuto la Provincia di Bolzano (si tratta di alcune centinaia di milioni di euro).

Come vedete è proprio necessario che l’Autonomia Trentina calzi i famosi stivali!

Firmato: Riccardo Lucatti, ideatore e cofondatore della Carosello Tonale; già dirigente FIAB Trento, Vicepresidente Interporto, Consigliere di Amministrazione di ATT3, Alptransfer Consulting EWIV Bolzano, il GEIE privato per il traforo del Brennero; attuale co-responsabile dei Tavoli Tematici di Lavoro Italia Viva Trentino e coordinatore del Tavolo Finanza ed Economia mista.

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CONCORRENZA (anche per la Cina che è troppo vicina!)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 9 Novembre, 2021 @ 6:29 am

Una nuova legge. Basta con i rinnovi automatici di concessioni varie (litorali, spiagge, autostrade, etc,). Basta aiuti di Stato a pioggia anche se sotto forma di mancato adeguamento del prezzo della concessione. Basta corporazioni chiuse. L’UE lo vuole, il mercato lo vuole.

Io sono nato e cresciuto a Genova, Ricordo la corporazione superchiusa dei “camalli” (scaricatori di porto dall’arabo kamal, portatore): avevano stipendi elevatissimi. Poi la cosa è finita perchè è arrivata la meccanizzazione con i container.

Ora ci sono i tassisti preoccupati: hanno pagato cara la loro licenza e una improvvisa liberalizzazione la svaluterebbe.

I supermagazzini cinesi: aree molto ampie in zone centrali per vendere oggetti di valore minimo: da “vecchio” manager mi chiedo come riescano a quadrare i conti. Probabilmente ogni anno perdono denari ma sono sempre lì, aperti. Mi chiedo: chi ripiana le perdite? Forse il loro governo? Sono curioso, perchè in tal caso si tratterebbe di un aiuto di Stato (estero) che violerebbe le regole della concorrenza.

MADE IN … ricordate, nel dopoguerra e anche molto dopo? “Made in USA Zona Germany” e anche molto “Fabbricato a Milano”. Ora abbiamo l’invasione del “Made in China”.

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I TITOLI PUBBLICI IRREDIMIBILI DI RENDITA NON DI DEBITO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 8 Novembre, 2021 @ 2:42 pm

(a seguito del post precedente)

-Lo Stato non è obbligato alla restituzione del capitale; si mantiene un’opzione di riscatto. Chi vuole disinvestire, vende i titoli in borsa.
-Lo Stato non contrae un debito, bensì acquista capitali e li paga con una rendita (swap).
-Gli Irredimibili fruttano al l’investitore un reddito maggiore dei titoli redimibili di debito.-Il tasso di rendimento può essere variabile, indicizzato a paramatri che lo mantengano appetibile nel tempo.
-I maggiori esborsi in linea interessi sono assai più che bilanciati dagli esborsi non più dovuti in linea capitale.Attraggono volontariamente la ricca finanza privata italiana ed estera verso il nostro settore pubblico.
-Gli Irredimibili bloccano la crescita del debito pubblico.
-Gli Irredimibili, se emessi in sostituzione volontaria dei rimborsi delle scadenze dei titolo di debito, riducono il debito pubblico.
Agosto 2020: Banca Intesa Sanpaolo ha emesso 1,5 mildi di propri Irredimibili ricevendo richieste di acquisto per 6,5 mildi. E dire che sono tassati al doppio rispetto agli irredimibili dello Stato!

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FINANZIARE LA TRANSIZIONE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 8 Novembre, 2021 @ 2:40 pm

(continua nel post successivo)

Dice … c’è il PNRR. Sì, vabbè, ma cosa vuol dire? Abbiamo rinunciato ad usare il cervello “al di fuori del PNRR”?
Tutti i Paesi UE “bisognosi di aiuti” hanno il loro PNRR, chi più chi meno.
Ora, raga, noi dobbiamo recuperare più di altri e comunque l’essere competitivi vale sempre e per tutti.
Quindi?
Quindi dobbiamo attivare tutti gli strumenti finanzari possibili per dotarci di un plus rispetto al PNRR nostro e altrui.Ma come?Convogliando VOLONTARIAMENTE parte della ricca finanza privata italiana (4700 miliardi!) e parte della ricchissima finanza privata estera verso il nostro settore pubblico.Come?Con l’emissione da parte dello STATO di TITOLI IRREDIMIBILI RENDITA NON DI DEBITO. Di che si tratta? Ve l’ho già scritto più volte, comunque lo ripeto nel post successivo.Buona Finanza a tutte e a tutti da ITALIA VIVA TRENTINO!

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FUNIVIA TRENTO – MONTE BONDONE : ITALIA VIVA C’E’!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 8 Novembre, 2021 @ 2:36 pm

A PENSAR MALE (SI FA PECCATO MA SI INDOVINA)
Pare che la funivia non rientri negli investimenti programmati dalla Provincia e quindi finanziabili (anche e/o anche paerzialmente) con fondi PNRR.Forse perchè il Comune Capoluogo non è guidato da un Sindaco dello stesso partito di quello del Presidente della Giunta Provinciale?

A PENSARE BENE (NON SI FA PECCATO E SI PROPONE)
-Il Comune potrebbe fare della sua Funivia la catalizzatrice del progetto bi-provinciale sul tipo del Tirol Bike Safari.
-Il Comune potrebbe reclamare la fetta di fondi UE-PNRR attribuibile direttamemte ai comuni.
-Il Comune potrebbe – tramite i suoi parlamentari – chiedere allo Stato l’emissione di titoli Irredimibili di Rendita per essere poi girati al Comune.
-Il Comune potrebbe inserire la gestione della funivia all’interno di una SpA multiservizi, recuperando a tal finE le imposte che altrimenti alcune sue SpA versano allo Stato.
-Il Comune potrebbe valutare l’emissione di Buoni Ordinari Comunali (remunerati ad un punto oltre i rendimenti statali), convertibili in obbligazioni o in azioni della Società di Scopo.
-Il Comune potrebbe lanciare un’operazione di Project Financing ….

… ma il Comune dovrebbe anzi dovrà comunque avere la sua Funivia!

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CORSERA: DA RENZI A TONINELLI A RAFFAELLA PAITA A DONATELLA CONZATTI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 8 Novembre, 2021 @ 2:32 pm

Ieri, una paginata di notizie private carpite chi sa come (denunce e querele in corso?) per cercare di infangare MATTEO RENZI.
Oggi, nel supplemento Economia & Politica a pag. 7 sotto il titolo “Scalda i motori il polo pubblico delle autostrade”, un sottotitolo in favore dell’ex ministro grillino Danilo Toninelli: “La profezia di Toninelli” … subito dopo il crollo del ponte Morandi … “Se non sono capaci di gestire le nostre autostrade, lo farà lo Stato”.
Mi chiedo: dove era lo Stato ed in particolare il suo stato grillino, quando si sarebbe dovuto garantire controlli seri?


Segue, ma senza titolo in evidenza, il chiarimento della relatrice del decreto infrastrutture, l’on. di ITALIA VIVA RAFFAELLA PAITA: “IV è oppositrice di un disegno statalista, solo con l’emanazione del decreto attuativo della legge nata dalla conversione del decreto infrastrutture capiremo in che direzione di muove il governo … i privati non saranno estromessi … non è che ogni volta che un privato si rende inadempiente debba essere sostituito dal pubblico … il ruolo dello stato è di controllare, missione che pare sia stata abbondantemente disattesa da Aspi”.

CORSERA: DUE PESI, DUE MISURE

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P.S.: e non ci dimentichiamo il grande lavoro triennale svolto dalla nostra Senatrice di IV DONATELLA CONZATTI per evitare che la gestione dell’Autobrennero uscisse tout court dall’ambito regionale Trentino Alto Adige.

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ITALIA VIVA: IL PENSIERO, L’AZIONE E LA FACCIA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 8 Novembre, 2021 @ 2:25 pm

Nella mia vita non ho fatto politica attiva: lavoravo. Questa è una battuta: alcuni la capiscono e sorridono; altri no e si arrabbiano: mi dispiace per loro se non hanno il senso dell’umorismo.
Da qualche anno sono un VIP-Vecchietto In Pensione e faccio politica attiva (settore “contenuti”) e dico a me stesso che se stessi ancora lavorando non potrei fare bene le due cose, tanto ognuna di esse mi assorbiva (il lavoro) e mi assorbe (la politica).
Qualche anno fa un tale di nome Pericle introdusse in Atene la paga per i politici, per consentire a tutti di potere dedicarsi alla politica anche a danno del loro stesso lavoro. Solo che la cosa fece sì che la Politica diventasse un mestiere per chi prima un mestiere non ce lo aveva.
Ora, raga, “a me mi” sta bene che oggi la Politica sia pagata,-purchè si lavori non solo alzando o meno la manina alle votazioni;-purchè ci si metta la faccia quindi no al voto segreto; no all’essere in un partito e a non firmarsi sempre come tali come facciamo tutti noi di ITALIA VIVA. Solo per fare un esempio, anzi due.

Con la nostra Senatrice Donatella Conzatti a Trento
Con Matteo Renzi a Riva del Garda

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ITALIA VIVA TRENTINO E GLI STIVALI DELLE … TRE LEGHE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 6 Novembre, 2021 @ 4:43 pm

I famiìoi stivali … sono quelli che l’Autonomia del Trentino deve calzare per stare al passo – anzi, per procedere di corsa – rispetto a quanto sta avvenendo ai suoi confini ad opera di governi locali che – almeno tre su quattro – di “leghe” se ne intendono. Ma vediamole una per una queste quattro “corse”!

1 – Il Veneto aveva pretestuosamente provato a fare attribuire al proprio Polo delle Autostrade del Nord Est-la concessione della gestione dell’ autostrada del Brennero A22, con affidamento diretto in quanto ente interamente pubblico, sottraendola in tal modo al rinnovo alla nostra società mista pubblico-privata Autobrennero SpA. Le alternative che Roma aveva ipotizzato erano modello Scilla e Cariddi: per ottenere direttamente il rinnovo della concessione Autobrennero Spa avrebbe dovuto liquidare la propria esigua minoranza di azionariato privato, il che avrebbe comportato costi elevati, tempi molto lunghi e una dannosa sospensione del piano di investimenti. In caso contrario la concessione sarebbe stata messa a gare europea. A questo punto tre Donne-Dominae (padrone della situazione!) hanno lottato per anni proponendo una riforma di legge e facendo in modo che la concessione fosse messa a gara secondo la modalità del Project Finance, la quale riserva all’attuale gestore un diritto di prelazione sulle varie eventuali altre offerte. Traduzione per i non addetti ai lavori: Autobrennero SpA riceverà direttamente il rinnovo della concessione dietro impegno ad eseguire un rilevante piano di investimenti. Le tre autrici di questo salvataggio sono di Italia Viva: la Senatrice Donatella Conzatti; la Deputata Raffaella Paita, la Vice Ministro Maria Teresa Bellanova. Ora la palla passa di mano alla SpA e soprattutto ai governatori delle Provincie Autonome, che non devono certo “giocarla con i piedi!”

2 – La seconda “corsa” con i famosi stivali l’Autonomia del Trentino deve farla per stare al passo della Lega al Passo del Tonale.  La stazione sciistica un tempo si chiamava Tonale-Ponte di Legno: da qualche tempo il nome è diventato Ponte di Legno-Tonale, il che è anche dovuto al fatto che a Ponte vi sono 20.000 posti letto e al Passo solo 2000. Ora accade che la Società pubblica bresciana di impianti di risalita stia progettando due nuove cabinovie che sostituirebbero le nostre redditizie seggiovie del Bleis e andrebbero anche oltre, a scavalcare il crinale per collegare le piste alle nostre in Val Albiolo. Questa operazione, assolutamente valida sotto il profilo dello sviluppo e valorizzazione dell’area, rischia di mettere il Trentino in posizione di inferiorità per quanto concerne il potere decisionale su temi rilevanti quanto a politica del personale, degli investimenti e dei dividendi.  Infatti si tratta di un investimento di 25-30 milioni da effettuare probabilmente con un aumento di capitale in capo alla società bresciana, sottoscritto al 50% dalla nostra società finanziata soprattutto da capitale pubblico “Carosello Tonale”, la quale riceverebbe una quota azionaria non significativa rispetto alle future decisioni del sistema. Ed ecco che se l’Autonomia Trentina calzasse i famosi stivali, dovrebbe affrettarsi a chiedere che le proprie azioni fossero delle Golden Share, con potere decisionale sulla politica assunzionale, degli investimenti e dei dividendi. Sul piatto della bilancia delle trattative essa potrebbe far pesare il ruolo da sempre svolto dal “proprio” ghiacciaio Presena e il progetto di destagionalizzazione del turismo del Passo, attraverso il collegamento con il sistema delle piste ciclabili della Regione Trentino Alto Adige.

3 – La terza “corsa” dell’Autonomia Trentina riguarda la ciclabile del Lago di Garda, alla cui realizzazione la nostra Provincia concorre in misura rilevante, pur trattandosi di una pista che si snoda soprattutto nel territorio di altre regioni. La cosa s’ha da fare, intendiamoci, ci mancherebbe altro! Del resto a proporla a suo tempo fu lo stesso Matteo Renzi. Solo che l’Autonomia Trentina deve cogliere “di corsa” (ed ecco la necessità di calzare i famosi stivali!) questa occasione per rilanciare a sua volta anche se stessa, collegando questa nuova pista ciclabile con il proprio sistema di piste cicloturistiche ed in particolare con le ciclo discese dal Monte Bondone verso il Lago di Garda, possibili dopo che sia stata realizzata la funivia Trento-Bondone. Quest’opera, infatti, può e deve essere la scintilla che innesca un progetto biprovinciale, facendo della Regione Trentino Alto Adige e dei suoi “dislivelli estivi” una Bikeland sul modello dell’austriaco Tirol Bike Safari, dove 14 funivie messe in rete hanno realizzato oltre 700 km di ciclo discese attraverso lo stato.

4 – L’ultima “corsa” con i famosi stivali riguarda la mobilità lungo l’asse del Brennero.  La maggiore attenzione è oggi giustamente rivolta alla circonvallazione ferroviaria della città capoluogo. Tuttavia ciò non ci deve distrarre rispetto alla visione generale del sistema, che non è solo o principalmente la scelta dei punti di ingresso o uscita del percorso interrato, bensì riguarda i seguenti punti:

  1. prevedere la sua difesa da eventuali alluvioni, soprattutto per le parti interrate;
  2. coordinare e conciliare l’alta velocità dei treni passeggeri con l’alta capacità dei molti treni merci: l’ideale sarebbe poter far viaggiare le due classi di convogli sempre su binari separati. Infatti è pericoloso far viaggiare sugli stessi binari i lenti treni merci e i veloci treni passeggeri;
  3. valutare e gestire l’incidenza che il nuovo assetto ferroviario avrà non solo sulla città di Trento ma anche sul sistema intermodale locale; sullo snellimento del traffico sull’Autobrennero; sul territorio provinciale in genere;
  4. ottenere dalle Ferrovie gli stessi investimenti “a contorno” che ha già ottenuto la Provincia di Bolzano (si tratta di alcune centinaia di milioni di euro).

Come vedete è proprio necessario che l’Autonomia Trentina calzi i famosi stivali!

Firmato: Riccardo Lucatti, ideatore e cofondatore della Carosello Tonale; già dirigente FIAB Trento, Vicepresidente Interporto, Consigliere di Amministrazione di ATT3, Alptransfer Consulting EWIV Bolzano, il GEIE privato per il traforo del Brennero; attuale co-responsabile dei Tavoli Tematici di Lavoro Italia Viva Trentino e coordinatore del Tavolo Finanza ed Economia mista.

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ITALIA VIVA: LA SENATRICE TRENTINA DONATELLA CONZATTI SULL’OMOFOBIA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 6 Novembre, 2021 @ 11:47 am
Care amiche e Cari amici,
voglio dedicare la riflessione di oggi a quella che ritengo una occasione persa per il nostro Paese: l’affossamento di una legge contro i reati d’odio per motivi legati all’omofobia.
Una sconfitta della politica e dei suoi strumenti essenziali quali la capacità di mediazione e di realismo, che si riflette inevitabilmente e drammaticamente sui diritti e sulla qualità della vita di tantissime persone che continueranno a esser perseguitate per la sola ragione di voler essere semplicemente se stessi.
Una sconfitta perché la mediazione e l’approvazione, non del ddl Zan ma di una buona legge, era ad un passo.
Lo stesso Alessandro Zan diceva «chi vuole tutto è perché non vuole niente» quando nella scorsa legislatura è stata approvata con una mediazione la Legge sulle Unioni civili. Una Legge su cui il Governo Renzi aveva posto la fiducia e che aveva ottenuto il voto contrario dei grillini: https://youtu.be/C0m4rFdXbRU.
 
I fatti

Forti di quella esperienza, le aperture di Enrico Letta alla mediazione sono state accolte da molti con favore.     Nonostante la richiesta di Letta, i Senatori PD hanno tenuto una linea del muro contro muro. In molti abbiamo cercato di persuadere che una buona mediazione su una legge giusta fosse meglio che nessuna legge. Ho provato sino all’ultimo a dire che chi poteva fare di più doveva fare di più: https://youtu.be/AfRrNEypjGc
Il risultato del muro contro muro è stato quello di esporre la legge alla “tagliola” che ne ha determinato l’affossamento.
L’affossamento del ddl Zan è infatti avvenuto a seguito della richiesta di Lega e Fratelli d’Italia di votare la “tagliola”, quella procedura parlamentare prevista dall’art. 96 del Regolamento del Senato, attraverso la quale è possibile richiedere di non passare all’esame di articoli ed emendamenti di un disegno di legge. La proposta ha ottenuto 154 voti favorevoli, 131 contrari e 2 astenuti.
Il risultato è che per i prossimi sei mesi non potrà essere ripresentato un nuovo testo di legge sull’argomento.
Una notizia di speranza è che Ivan Scalfarotto di Italia Viva ha già messo a disposizione il suo ddl per essere ripresentato al Senato ma ciò che deve cambiare è la capacità di fare politica.
 
La posizione di Italia Viva

L’Italia, nella classifica della Rainbow Europe map, è ferma al 23° posto su 27 Paesi rispetto all’adeguatezza del sistema legislativo alle politiche adottate per evitare tali fenomeni d’odio. Anche Eurobarometro conferma che tra i Paesi avanzati siamo agli ultimi posti.
Per questo Italia Viva ha votato «sì» alla Camera, ha votato «sì» in Commissione giustizia del Senato e ha votato «sì» in Senato per difendere questi principi da assurde pregiudiziali di costituzionalità. Abbiamo costruito poche precise ipotesi emendative per superare i nodi controversi, poter mediare e votare la legge contro l’omofobia.
Abbiamo votato contro alla tagliola.
 
Alcune riflessioni

Quel boato da stadio mi ha colpita come colpiscono le degenerazioni.
Col senno del poi si può dire che in Senato ha fallito la politica. Quella politica che piace a me, fatta di dialogo, di aperture e che arrivi alla concretezza dell’approvazione delle leggi.
Dichiarando la volontà di mediare senza poi aprire il confronto, è stato reso un pessimo servizio a tutte le vittime dei crimini d’odio.
Ma si è persa anche un’altra occasione importante. Approvare insieme una legge avrebbe emanato un messaggio forte: il riconoscere l’altro da sé e il rispetto per ciascuno per come è. Una battuta d’arresto dettata dalla peggior politica, quella che festeggia in Aula l’assenza di una legge contro l’omofobia. Ma una delusione anche da parte di quella politica che si accontenta di avere le piazze piene ma in aula fa il vuoto di voti.
I nostri ragazzi più giovani, i nostri figli adolescenti ci chiedono di non deluderli, di poter seguire una politica guardabile e ascoltabile, che permetta loro di avere un sogno.

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ITALIA VIVA – LE DONNE (DOMINAE) DELL’A22

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Novembre, 2021 @ 6:22 am

Ieri il Senato ha convertito il decreto che pone le basi a che la gestione dell’Autostrada del Brennero A22 possa restare in capo alla SpA mista Autobrennero SpA a larghissima maggioranza degli Enti Pubblici Territoriali locali della Regione Trentino Alto Adige e delle due Provincie Autonome di Trento e Bolzano.

Questa è una triplice vittoria: in quanto “femminile”, “tecnica” e “politica”.

FEMMINILE, a dimostrazione di come il genere cosiddetti “debole” in realtà sia stato assai più forte di tanti “uomini locali”. Si è trattato infatti di un successo opera di tre onorevolissime Donne Dominae di Italia Viva: la Senatrice Donatella Conzatti, la deputata Raffaella Paita e la Vice Ministro Teresa Bellanova.

TECNICA, in quanto ha saputo individuare e insistere per una via legislativa-operativa (quella della finanza mista del Project Finance) contro chi – semplicisticamente – per il riaffidamento della concessione proponeva una soluzione alla Scilla e Cariddi: la costosa, difficile e lunga estromissione della componente azionaria privata di minoranza oppure una gara europea.

POLITICA, in quanto ha saputo far fronte alla pretestuosa richiesta del Veneto leghista di assorbire la gestione dell’A22 all’interno del polo delle autostrade del Nord Est, pur in presenza, sul proprio territorio di una frazione minima del suo tracciato.

Un triplice Brave! e Grazie! quindi alle nostre tre Dominae di Italia Viva!

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