NATALE SENZA NEVE
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 19 Dicembre, 2018 @ 7:47 amDetto altrimenti: almeno per adesso, poi chissà … (post 3440)
Vi assicuro, dietro il petalo del fiore c’è una piccola ape che non ama farsi fotografare …
La neve non c’è …
Dicembre.
la Rosa Natale ti nutre.
Un Nokia vicino ferma il tuo sguardo
che legge nel mio
e mi parli:
“La neve non c’è?
Di che ti lamenti”
par che mi dica la piccola ape
“Non vedi? Lavoro
– io fabbrico il miele
– trasporto i semi del fiore
– inietto la vita nel mondo
per ore
in silenzio
e tu ti lamenti?
La neve?
Verrà …
Ma intanto
sii bravo
tu fatti più in là
lo sai che devo rientrare
e un poco riposi
ben prima che ‘l sole tramonti
su Trento indifesa
dagli alti suoi monti
ancora sì bruni
ed ombrosi”.
Buona neve a tutte e a tutti!
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NOTTE
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 18 Dicembre, 2018 @ 3:53 pm
Detto altrimenti: si avvicina la Notte di Natale … ma … per tutti? (post 3439)
Notte
Si alza da terra una foglia
un lampione che danza sospeso
un bavero alzato
persiana che sbatte
e l’aria corrente sui tetti.
Vive la Notte
e respira di un vento leggero
che tien desti i rami
protesi a far compagnia
ai freddi letti alberati
della solitudine.
attraversi lo spazio
dei tuoi pensieri
che liberi
ti camminano a fianco
insieme ad un gatto.
Il silenzio ti regala il Tempo
che gli altri
dormendo inutili sonni
han chiuso al di là della porta.
La luce del buio
dipinge a pastello la strada
che suona
al passare dei tuoi sentimenti
usciti nella notte
a cercare
sperando di trovare aperta
L’Umanità di turno.
Lo so, raga, scialla, lo so … è un po’ triste, macchevvoletemai?! Questi Natali-Supermercato, tutti regali e consumismo mi hanno stancato, oserei dire nauseato: abbiamo bisogno di una pausa, di un momento di riflessione per cercare di capire cosa stiamo facendo, cosa siamo diventati, cosa abbiamo dimenticato. Ad esempio per capire che abbiamo dimenticato il Vero Significato del Natale, cioè la Rinascita di un Bambinello per chi crede nella nostra religione e comunque la Rinascita di una Speranza per chi non ne aveva più. Magari con il nostro aiuto. Buon Natale a tutte e a tutti!
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NOTTE
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 18 Dicembre, 2018 @ 8:03 amDetto altrimenti: se ti svegli di notte per … una sistematina al sistema idraulico (post 3438)
Be’ raga si sa, compiuti 74 anni (ultimo anno dell’età adulta: a 75 si è anziani) può capitare di fare quattro passi per casa alle due di notte, vero? Evvabbè, se tutti i mali fossero questi! Ecco, passeggiavo. “Fuori la finestra” della sala (espressione dialettale che “a me mi” piace tanto!), in fondo, le luci di un cantiere le quali, attraversando le foglie dei rami semi spogliati del viale, entrano in casa e, sulla parete opposta, danzano riflessi chiaroscuri sul dorso dei libri addormentati sugli scaffali.
Ombre
La luce del cantiere
penetra la stanza
e disegna sulla parete
la danza delle foglie
incontrate
nel suo breve cammino.
accarezzano i libri
a svegliare pagine assonnate
che s’aprono liete
all’invito.
E mentre le osservi
raccontare
le mille piccole fiabe
alla notte
ti sembra di rubare
ciò che avevi abbandonato
per la fretta di vivere
e che da tempo
non era più tuo.
Ecco, riprendere in mano libri “abbandonati” da anni, in bell’ordine, negli scaffali: è un po’ come ringiovanire, ritrovare se stessi, riprendersi il tempo trascorso, inventare una sorta di macchina del tempo. E dopo, tornati a letto, si dorme meglio.
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TEATRO
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 17 Dicembre, 2018 @ 7:38 amDetto altrimenti: forse anche un pochino maschilista, tuttavia … (post 3437)
GRANDE PROSA, stagione teatrale al Sociale di Trento, è di scena “A testa in giù”: testo Florian Zeller; regia Gioele Dix; scena Andrea Taddei; costumi Barbara Bessi; luci Carlo Signorini; musiche Savino Cesario e Silvano Belfiore; assistente regia Sara Damonte; produzione ErreTiTeatro30.
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In scena due coppie: Emilio Solfrizzi (Daniel) e Paola Minaccioni (Isabelle) ; Bruno Armando (Patrick) e Viviana Altieri (Emma). Daniele Patrick, vecchi amici. Isabelle molto amica di Laurence, la moglie di Patrick che è stata lasciata dal marito che si è messo con la (più) giovane (fotomodella, spogliarellista) Emma.
Commedia originale: i protagonisti “pensano” a voce alta, spesso contraddicendo quanto esprimono a voce, sia nel rapporto marito-moglie sia in quello fra amici; molto divertente. Ottima la recitazione soprattutto della prima coppia, spesso così mimica da non necessitare di un testo!
Una nota seriosa. Commedia un po’ maschilista per due motivi: viene demonizzato il mestiere della fotomodella e spogliarellista, senza considerare che esso esiste perché vi sono clienti maschi. Ma ciò che mi ha maggiormente colpito è che (sembra ma non è così) Isabelle condanni il comportamento di Patrick soprattutto perchè “si è messo con una come quella”. In altre parole: lo spettatore è portato (per colpa propria, non certo dell’autore e degli interpreti) ad attribuire molta più evidenza alla scelta del tipo di compagna che non all’abbandono della moglie e dei figli che pure viene fortemente stigmatizzato da Isabelle. Comunque è bene ciò che finisce bene e la coppia “base” (Isabelle e Daniel) quando cala il sipario sono teneramente abbracciati.
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Tuttavia … cosa? Tuttavia quel po’ di maschilismo è ottimamente bilanciato dall’evidenziazione della superiorità di una moglie “donna-domina”, forte, perspicace e intelligente di fronte ad un marito un po’ impacciato, incerto, in-determinato, un po’ debole il quale spesso si incarta da solo.
La commedia è sicuramente da vedere sia perchè è indubbiamente molto divertente, sia perché, con un piccolo sforzo di riflessione, può indurre nello spettatore ragionamenti come quelli che ho cercato di fare io.
Buon Teatro e tutte e a tutti!
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IL PRESEPE DEL PONTE
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 16 Dicembre, 2018 @ 1:30 pmDetto altrimenti: in una chiesetta sperduta … (post 3436)
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Una frazioncina montana, una chiesetta piccola piccola, in un angolo il Presepe del Ponte (Morandi). Ma dove, chiederete? Provate a indovinare. Una chiesetta fra gli aspri contrafforti dell’entroterra ligure? No amici, siete molto lontani! Infatti, inaspettatamente, la chiesetta è quella di Balbido, una frazioncina del Comune di Bleggio Superiore, nelle Giudicarie Esteriori, in provincia di Trento.
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Balbido, il Paese Dipinto per via dei suoi tanti e bei murales, è il paese natale di Marcello Farina, un carissimo amico, storico, filosofo … anche sacerdote. Sul campanello di casa sua una scritta: “Le parole sono pietre”. Marcello ogni domenica “sale” da Trento per celebrare la S. Messa per i suoi compaesani e noi, quando possiamo, lo raggiungiamo per partecipare alla celebrazione.
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Così abbiamo fatto oggi, e da bravi genovesi espatriati in Trentino da trent’anni ma sempre genovesi d’origine, potete immaginare la sorpresa che abbiamo provato nel vedere quel Presepe! E così si è stabilito un nuovo “ponte”: il “Balbido-Genova” rafforzato dal pandolce genovese (il nostro non è un panettone e non si chiama panettone!) che Maria Teresa ha fatto con le sue mani e che abbiamo portato al nostro caro amico. Insomma, una terza Domenica d’Avvento diversa.
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P.S.: il fatto è tanto più sorprendente perché all’esterno della chiesetta è allestito un Presepe con statue lignee quasi a grandezza naturale. Comunque: qui a fianco un “pandolce”, ovviamente genovese!
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TRENTO CITTA’ NATALE
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 16 Dicembre, 2018 @ 8:19 amDetto altrimenti: natale o a Natale? fate voi … (post 3435)
Trento – Città – Natale
Trento di acqua e di vino
Trento adottiva
Schiva – Schiava – Surgiva.
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Bondone si sale
In Vigolana l’Orsa s’inchina
A Trento – al Concilio – A birra alla spina.
Adige sponda di erbe
Trento si tiene
A valle Fiume si perde.
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Trento Fersena un rivo
Trento dove io vivo
Trento un nome
Un sostantivo.
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Trento illividita
Inverno delle mie dita
Trento dolomia scolpita
Trento invita.
Todeschi Taliani Ladini
Città Provincia Confini
Trento i mercatini.
Trento in molti
Trento da solo
Trentino – Tirolo.
Trento mai stanca
Di Autonomia
Di Sociologia.
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Trento corona di monti
Trento traversano i ponti
Trento la Vigolana
l’Orsa – la maglia – di lana-
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Trento colori
Bandiere Governatori
Trento viva diletta
Salita – Povo – Spalletta.
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Trento la mala voce
Trento delizia e croce
Trento Piazza del Duomo
Campana – Fulmine – Tuono.
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Curia – Silenzio – Pastori
Trento caccia nei boschi
Politica – Cervi – Umori.
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Dante Degasperi addita
Trento in sordina
Trento stupita
Trento – Marcello – Farina.
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Trento studenti bolletta
Ragazze sci bicicletta
Trento giovane e bella
Amore in Camporella.
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Nonesi Pedavena
Birra Solandri
Polenta – La cena.
Trento la Via Grazioli
Vino – Dolci – Pinoli
Trento soffonde le luci
Il Natale gli Amici.
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Trento la Villa Moggioli
Trento il Viale Trieste
Trento le Buone Feste
Trento le Buone Intenzioni …
… ed i panettoni.
Buon Natale a tutte e a tutti!
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BUON NATALE DA BLOGGER
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 14 Dicembre, 2018 @ 8:09 amDetto altrimenti? Un post di Parole di Buon Natale (post 3434)
In una malga (Malga Zambana) in Paganella, un cartello: “Non abbiamo Wi-fi: parlate fra di voi”. Ecco, questo è l’augurio che mi è venuto spontaneo da fare a voi tutte e tutti. Parlarsi, perché, come ha detto Papa Francesco, “la Verità è relazione”. Relazione è parlarsi rispettandosi, il che significa innanzi tutto attenzione per l’Altro, se non altro perché l’altro per gli Altri siamo ciascuno di noi (perdonate il gioco di parole). Spesso invece noi (io in testa, s’intende) non ci pensiamo: ci troviamo bloccati nel traffico e ce la prendiamo con gli Altri automobilisti: ma perché non se ne stanno a casa!? Ma nello stesso momento n-1 automobilisti (ovvero, tutti gli Altri tranne noi stessi) stanno pensando la stessa cosa di noi.
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Dice … ma dov’è il messaggio natalizio? Eccolo, arriva … arriva, o almeno ci provo. Gli Altri, nel mondo, così lontani da noi ed allo stesso tempo così vicini … come le parole dal loro significato, talvolta vicine, più spesso lontane. Umanità, accoglienza, democrazia, equa distribuzione della felicità (stavo per scrivere della ricchezza, ma avrei sbagliato: pensate un po’, ci sono persone povere, ma così povere che possiedono solo tanto denaro!) … parole spesso troppo lontane dal loro significato. Ecco il mio augurio di Natale: che da una più stretta relazione fra le parole e il loro significato emerga finalmente la Verumanità.
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Le parole sono pietre, scriveva Don Lorenzo Milani. Ma le pietre possono essere diverse ed utilizzate in modi diversi: possono essere stratificate, facili allo sfaldamento, taglienti; oppure possono essere granitiche. In ogni caso, tutte possono essere utilizzate per costruire oppure per ferire ed uccidere. Ecco, allora utilizziamole con prudenza solo per costruire e comunque facciamo in modo che esse siano in stretta relazione con il loro significato positivo: solo in tal modo potremo essere costruttori di Verumanità.
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Buon Natale a tutte e a tutti!
P.S.: fu il romano “immigrato” Terenzio (nato a Cartagine) che nel 200 a. C. tradusse la parola greca “filantropia” nel termine latino “humanitas”, che significava “attenzione all’interiorità dell’altro, rispetto dell’altro”.
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NATALE SURREALE 2018
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 13 Dicembre, 2018 @ 7:48 amDetto altrimenti: ma dai, Riccardo, sdrammatizzala un po’ … (post 3433)
In questo giorni “gira” in TV uno spot pubblicitario che mi raggela: “Natale con la famiglia, l’albero, gli amici, il Presepe? Quanto mai!? La gente vuole solo i regali!” Lo trovo assolutamente fuori luogo, dissacrante, ma … si sa, così va il mondo (purtroppo!). Ed allora ho ripescato una mia vecchia poesiola che parte dal Natale Commerciale per arrivare al Natale Vero. Spero che vi piaccia.
NATALE SURREALE
E’ questo il Natale?
Scoppiettan parenti sul fuoco
e rossa la neve dal forno
inonda la casa di un caldo profumo di arrosto.
Farina nel cielo:
bei fiocchi giganti
sprigiona la terra per l’aere spandendo rintocchi argentini.
La gente s’incontra, si scontra
si chiede permesso
poi s’urta, si scusa
prosegue la corsa.
Regalan le merci al super mercato:
tu prendi dei doni, li scarti
li cedi agli amici
a prezzo d’usura.
Un bel pino acceso
in mezzo alla sala
dà fuoco al palazzo.
Accorron pompieri
e inondan l’incendio
di fresco Clicquot.
Un’ostrica, sola, s’aggira sparuta in cucina:
poi, ratta, si tuffa nel biondo vin franco
s’asconde al tuo sguardo
e corre nuotando al suo mare.
Tu resti da solo a pensare
a questo sì strano Natale
a quanto di bene v’è intorno
a quanto di male.
Ma ecco che in mezzo al frastuono
di luci e colori
compare una bella cometa
s’accende una stella
ed ogni altra cosa si spegne.
Risplende per tutti, sol quella.
Adesso è Natale!
Buon Natale (Vero) a tutte e a tutti!
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VALDASTICO ED ALTRE INFRASTRUTTURE
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Dicembre, 2018 @ 5:43 pmDetto altrimenti: tre opere infrastrutturali iniziate e assolutamente da completare (post 3432)
Mi ricollego al lungo articolo di Paolo Farinati a difesa del completamento dell’ Autostrada Valdastico di cui alle pagg. 10 e 11 del Trentino dell’11 dicembre scorso. Al riguardo mi permetto di aggiungere un ulteriore motivo a favore del completamento dell’opera. Infatti, è indubbio che il traffico pesante sempre di più essere trasferito dalla gomma alla rotaia e ciò avverrà ad opera dei centri intermodali. Orbene, lungo l’asse del Brennero il centro intermodale di gran lunga più importante è quello di Verona il quale rischia di “drenare” la stragrande quota di intermodalità nord-sud, a danno delle nostre strutture intermodali regionali. Ora, il completamento della Valdastico in una misura considerevole by-passerebbe Verona, portando lavoro ai nostri centri intermodali che andrebbero ovviamente potenziati, per beneficiare di una fetta importante del considerevole lavoro di intermodalità che in ogni caso si svilupperà. Come si vede, a mio avviso il ragionamento sulla Valdastico va collegato a quello dell’intermodalità che a sua volta va collegato a quello della rete ferroviaria e dei suoi grandi trafori.
A quest’ultimo riguardo infatti si parla di TAV-Treno ad Alta Velocità, per poi dire che la nuova linea “sopporterà una quantità assai maggiore di merci”, il che è anacronistico, perché alle merci non interessa “viaggiare veloci” bensì “arrivare in orario”. Ed allora, anche per ragioni di sicurezza, l’ideale è non far viaggiare sugli stessi binari treni passeggeri a 150 kmh e treni merci a 80-90 kmh: prima o poi ci scappa il disastro ferroviario. Anche per questo motivo, il GEIE privato ATT3 – Alptransfer Consulting GAIE/Evwiv di Bolzano al quale partecipai io stesso, per il Tunnel di Base del Brennero aveva proposto tre canne unidirezionali per soli treni merci telecomandati: i passeggeri sulla linea ordinaria, rimodernata. I vantaggi: maggiore sicurezza per i passeggeri; nessuno impianto di areazione; maggiore velocità ed economicità realizzativa; migliore capacità risolutiva di eventuali incidenti. Ma questa è un’altra storia.
Torino – Lione. Inizialmente io ero contrario, perchè a chi la definiva (e la definisce) TAV io controbattevo che si trattava di una TAC, Treno ad Alta Capacità (di trasporto merci) della quale non si avvertiva la necessità in quanto l’attuale linea ferroviaria era ed è attualmente utilizzata solo al 30% della sua potenzialità di trasporto merci. Tuttavia ora che i lavori sono iniziati, io credo che interromperli sarebbe fuori luogo e dannoso sotto ogni profilo. Piuttosto, si getti uno sguardo alla sua tratta Torino-Milano già pronta ma inutilizzabile per … mancanza della adeguata segnaletica (!). Ed è un peccato, perché quell’asse ferroviario in quella tratta è già stato “scavalcato” da una decina di cavalcavia stradali alla Los Angeles, come se a sud di quell’asse vi fossero tre porti di Genova e a nord tre città di Milano. Ma anche questa è un’altra storia.
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MAGNA CHARTA HUMANITATIS
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Dicembre, 2018 @ 6:57 amDetto altrimenti: Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, 1948-2018 (post 3431)
La Magna Charta Libertatum è un documento scritto in latino in cui furono sanciti otto secoli fa una serie di limiti al potere del sovrano inglese: il 15 giugno del 1215 un gruppo di potenti baroni del Regno d’Inghilterra obbligò re Giovanni a concederla. Tra le altre cose, da quel momento il re non avrebbe più potuto imprigionare gli aristocratici senza prima un processo con una giuria di loro pari.
1520: Thomas More riuscì a far decretare dal Re Enrico VIII la libertà di pensiero e di espressione per i rappresentanti dei Comuni (e la relativa loro immunità!).
Seguirono i principi contenuti nella dichiarazione d’indipendenza degli Stati Uniti d’America del 1776 e a fondamento della Rivoluzione Francese del 1789.
La conferenza di Evian ebbe luogo dal 6 al 15 luglio 1938 nella località francese di Evian les Bains sul Lac Leman, convocata dal presidente degli USA Roosevelt, per discutere e trovare una soluzione sul problema dell’aumento del numero di rifugiati ebrei provenienti dalla Germania nazista. Si intendeva cioè gestire il movimento di profughi della Germania e dell’Austria attraverso canali di emigrazione organizzati e spingere i governi partecipanti ad accogliere un numero di profughi proporzionale alle proprie dimensioni. Ventidue organizzazioni parteciparono su base volontaria e molte di esse presentarono piani oralmente o per iscritto. Il fatto che la conferenza non espresse una condanna ufficiale della Germania per il trattamento riservato agli Ebrei fu largamente sfruttato dalla propaganda nazista.
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Il termine “genocidio” è una parola d’autore coniata dall’avvocato Raphael Lemkin, giurista polacco di origine ebraica d esperto del genocidio armeno, introdotta per la prima volta nel 1944, nel suo libro Axis Rule In Occupied Europe, opera dedicata all’Europa sotto la dominazione delle forze dell’Asse. L’autore vide la necessità di un neologismo per poter descrivere l’Olocausto, pur facendo anche riferimento al genocidio armeno. Con tale termine, volle dare un nome autonomo a uno dei peggiori crimini che l’uomo possa commettere. Comportando la morte di migliaia, a volte milioni, di persone, e la perdita di patrimoni culturali immensi, il genocidio è definito dalla giurisprudenza un crimine contro l’umanità. La parola, derivante dal greco γένος (ghénos razza, stirpe) e dal latino caedo (uccido), è entrata nell’uso comune e ha iniziato ad essere considerata come indicatrice di un crimine specifico, recepito nel diritto internazionale e nel diritto interno di molti paesi
1 gennaio 1948, la Costituzione della Repubblica Italiana: la più bella del mondo!
La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani è un documento sui diritti della persona adottato dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nella sua terza sessione, il 10 dicembre 1948 a Parigi con la risoluzione 217A. Degli allora 58 membri 48 hanno votato a favore, nessuno contro, otto si sono astenuti e due non hanno votato. Questo documento doveva essere applicato in tutti gli stati membri e alcuni esperti di diritto hanno sostenuto che questa dichiarazione sia divenuta vincolante come parte del diritto internazionale consuetudinario venendo continuamente citata da oltre 50 anni in tutti i paesi. Propongo: inseriamola come insegnamento obbligatorio nelle scuole!
(“Le leggi son ma chi pon mano ad esse?”)
2018, Marrakesch, Global Compact, di fronte ai 160 delegati (sui 193 Stati appartenenti all’Onu, Italia assente! Quo vadis, Salvini?), il segretario generale, Antonio Guterres, ha invitato tutti (senza fare nomi) a non cedere “alla paura o alla falsa narrazione in materia di immigrazione”. Il Global Compact – ha detto – è “una roadmap per evitare sofferenze e caos” che ” non viola la sovranità degli Stati e non crea nuovi diritti per migrare, ma ribadisce il rispetto dei diritti umani”.
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Ieri sera al Teatro Sociale di Trento, grazie all’organizzazione e gestione della dr.ssa Viviana Gregori della Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto, un successo di contenuti e di presenze: sold out, tutto esaurito per la commemorazione dei 70 anni della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Mi hanno colpito la relazione introduttiva della dr.ssa Gregori e le affermazioni di Oliviero Toscani: “Io sono libero solo se gli Altri sono liberi. I diritti umani vanno proclamati e difesi da ognuno di noi singolarmente, altrimenti non se ne fa nulla. E’ necessario l’impegno, il coinvolgimento e la responsabilità diretta e personale di ogni singola persona (in ogni campo: politico, sociale, familiare, del lavoro, etc., N.d.r.)”. Siamo tutti diversi, non uguali, ed ognuno di noi è un unicum: viva la diversità che ci arricchisce”.
Ecco, in ogni campo. Quello del lavoro, ad esempio. Un “capo” senza “humanitas” (1) che non motiva i dipendenti e non ne riconosce i risultati di lavoro … be’, quel “capo” non fa il bene dell’azienda alla quale è preposto e soprattutto avrebbe molto da imparare da manifestazioni del tipo di quella di ieri sera. Direte che questo aspetto è minore di fronte al grande tema dell’umanità disumanizzata. E’ vero, ma comunque è pur necessario che qualcuno si faccia carico anche di questo aspetto e se non me ne occupo io che ho fatto il manager per una vita, chi altro dovrebbe farlo?
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(1) Humanitas. Bisogna risalire a circa 200 anni prima di Cristo perché il commediografo Terenzio (latino, ma extra comunitario in quanto nato a Cartagine come S. Agostino ed Apuleio) traducesse la parola greca “filantropia” nel termine latino “humanitas” che significa “attenzione all’interiorità del singolo individuo, rispetto dell’altro, accoglienza, etc.”.
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