LETTURA DEI CLASSICI NELLA BIBLIOTECA DI TRENTO (“Ippolito” di Euripide)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 14 Aprile, 2015 @ 4:12 pm

Detto altrimenti: Gruppo di lettura della Prof (“Prof” = sostantivo maschile e femminile a seconda dei casi, non puntato)  Maria Lia Guardini       (post 2010)

 Post 2010, anno 2010 – La crisi c’è anche se qualcuno diceva di no.

Ci siamo ritrovati alle 10,00, a destra, nella sala prima della Sala degli Affreschi, al primo piano della Biblioteca Comunale di Trento. La sala degli Affreschi è molto bella. E’ anche utile perché vi si accede superando tre scalini: infatti, poiché dal piano hanno eliminato quelle poche poltroncine “d’attesa” che prima erano a disposizione degli “aspettanti”, se arrivi un po’ prima puoi sempre sederti su quegli scalini. Vi sono sì alcune cassa-panche, ma un cartello avvisa che “è vietato appoggiare oggetti”. Figuramoci  il nostro lato “B”!

Ippolito. Una tragedia di Euripide, che scrive in un’epoca di “passaggio”, di “transizione”. lo sono tutte, di transizione, direte voi, Evvabbè, ma quella greca lo fu in modo particolare. Da poco era passata la peste, da poco a causa sua lo stesso Pericle aveva perso due figli, da poco si stava transitando da “un re giovane sostituisce il re vecchio” ad una società totalmente diversa.

thWR3TFZ9OLa trama. Ippolito è figlio di Teseo re di Atene e di una amazzone. Teseo ha sposato la cretese Fedra. Teseo è in viaggio. Fedra si innamora di Ippolito. La nutrice di Fedra cerca di parlare ad Ippolito  che, super scandalizzato  “non ci sta”. Fedra si impicca lasciando una lettera nella quale accusa Ippolito di averla violentata. Teseo crede alla lettera ed esilia Ippolito, che parte. Ippolito ha un incidente stradale e sta morendo, anzi poi muore. Una dea rivela a Teseo la verità. Teseo si addolora. Fine.

Direte … banale … un fumettone  .. e invece no. Innanzi tutto l’opera – dopo una prima “versione- insucesso” nella quale Fedra era una spudorata (tipo la Fedra dannunziana),  fu riscritta e per questo è un unicum letterario (anche per la presenza di un doppio coro, di donne l’uno e di cacciatori l’altro).

Poi l’opera è piena di riferimenti etici, e quindi ci fa capire l’etica del tempo, fino ad anticipare la catarsi aristotelica. Inoltre ci svela il valore delle parole, almeno quanto elevato fosse il valore che Euripide vi riconduceva: la parola persuade, la persuasione può essere giusta e onesta ma anche ingiusta. La parola … i passaggi che personalmente ho maggiormente apperzzato sono i seguenti:

  • thKKABPBN4… la prolissa ciancia … (le vuote, inutili, lunghe chiacchere) ovvero “la calunnia è un venticello”
  • il troppo favellare che distrugge le famiglie
  • le vergognose ciance
  • quanti hanno fra i saggi minor pregio, tanto più costoro eccellono a parlar fra le turbe (1);

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Che dire poi di

  • “non si è contenti di ciò che si ha e cose assai più belle ti appaiono cose lontane che non possiedi”;
  • “curare e condividere il dolore altrui è doppio tormento”;
  • “non bisogna esagerare, occorre non accettare il concetto che non si fa mai abbastanza per gli altri”;
  • “se una persona di alto livello è turpe, presto anche le persone “piccole” lo diventano” (1);
  • “molti uomini assennati vedono la vergogna in casa propria ma la tacciono all’esterno;
  • la “banca del seme” auspicata da  Ippolito che non gradisce le donne (io non condivido, n.d.r.);
  • Ippolito: La donna? Che la tasa, la piasa e che la staga in casa; la donna da letto e basta” (io non condivido, n,.d.r.).

Ho infine creduto di rilevare analogie indotte in opere successive, o almeno così alcuni passaggi della tragedia hanno richiamato alla mia mente:

  • Quale pena infliggere al reo? Cesare Beccaria, “Dei delitti e delle pene”
  • “Addio terra amata …” mi ricorda l’ “Addio montI” del Manzoni e l’ “Adieu adieu my native shores” di Byron.
  • Fedra si lamenta: “Lasciate che i miei riccioli s’ondeggino sulla spalle” mi richiama Ermengarda “sparse le trecce morbide su l’affannoso petto”.
  • Fedra innamorata: amor che a nullo amato amar perdona …

Infine Euripide ci mostra una società proba nelle quattro virtù cardinali temperanza, fortezza, saggezza e giustizia, ma “improba” nella propria rigidità nel confrontarsi con l’  “alterità”. Nel senso: la classe dei nobili, degli agazoi, è dotata delle quattro virtù, ma non ha saputo dialogare per trasfonderle alle classi meno nobili. La tragedia quindi è anche un messaggio etico-politico.

Prossimo appuntamento: martedì 28 aprile, stesso luogo ed ora, per il commento della “Fedra” di Seneca – Ingresso libero.

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(1) Ecco i due passaggi che io reputo maggiormente attuali: i cianciatori del secolo scorso (tali Benito e Adolfo, ottimi arringatori di folle) e quelli di oggi (i loro nomi? Fateli voi!). E poi il cattivo esempio, la corruzione ai livelli alti che indice amoralità nella gente, nel senso del “così fan tutti, a cominciare dai livelli più alti …”. I Napoletani dicono che “o pesce fete da capa” …

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ACCADEMIA DELLE MUSE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 14 Aprile, 2015 @ 12:19 pm

Accademia delle Muse, Circolo culturalamicale privato in Trento, ovvero – Associazioni anche che si incontrano: infatti fra Accademia delle Muse, Associazione Amici della musica, Fiab, Giardino delle Arti, Ars Modi, gruppi di lettura etc., alle quali vanno aggiunti i 100 lettori giornalieri dl blog … eliminando le ripetizioni siamo pur sempre oltre i 300 amici!

Detto altrimenti: terzultima riunione dell’anno accademico: le prossime ai primi di maggio e di giugno (post 2009)

Post 2009, anno 2009 – 11 aprile 2009, Genoa-Juventus, 3:2! Scusate, non sono un patito del calcio … figuratevi che l’ultima partita che ho visto allo stadio fu Genoa-Fiorentina (3:1!) quando avevo dodici anni! E poi si fa presto a dire “Genoa” … io che sono Sampdoriano! Comunque io a Genova ci sono nato, cresciuto, studiato e sposato, quindi un 3:2 contro la juve lasciatemelo ricordare! 2009, ultimo anno della mia carriera lavorativa retribuita. da quall’anno infatti sto ben volentieri  “lavorando” per associazioni varie culturali, sportive e di volontariato sociale, ovviamente “a gratis”.

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Cristina e Donatella

Ma veniamo a noi. Chi volesse sapere di più dell’ “Accademia” deve solo scorrere i molti post già pubblicati. Ieri sera eravamo in cinquanta! Ieri sera, seratona ona ona! Infatti: presentazione della nuova Accademica Cristina Gardumi (da non confondersi con la Cristina Presidente), che l’anno prossimo ci intratterà sui benefici delle diverse forme di ginnastica; compleanno dell’ Accademica Tilde Chiesa Detassis, la quale ha offerto a tutte le signore un vasetto di violette! Grazie Tilde!

Il programma della serata? Eccolo: Donatella Taiuti moglie del compianto amico Fabio Storelli, già dirigente RAI, regista etc.. amici, i due coniugi, di tale Domenico Modugno. Donatella ci ha regalato la storia della vita del grande Domenico, delle esperienze e dei momenti vissuti insieme, il tutto corredato da intermezzi musicali di Cristina e di alcune canzoni cantate “in coro dal coro” cioè da tutti noi (Vecchio Frack, Nel blu …, Piove). Grande il successo in termini di commozione e di applausi. Grazie Donatella!

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Cristina e Marisa

A seguire, Marisa De Carli Postal ci ha raccontato la “storia” di piazza Fiera in Trento, delle mura che ancora la coronano, del Torrione che la “chiude” da ovest. Un importante arricchimento per tutti noi, un far rinascere la memoria di una città storica. Grazie Marisa!

Quindi, la consueta pausa enogastronomica ricca di tutto e di più grazie alla generosità della nostra ospite Cristina ed all’apporto delle tante signore presenti, in termini di salato, dolce e liquido anche alcolico-spumeggiante. Grazie a tutte!

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Umberto

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Rifocillati, la serata è proseguita con la relazione di Umberto Sancarlo sulle effici riportate sulle banconote e sulle monete “euro”. Una carrellata artistica che tutti noi abbiamo apprezzato molto , un soffermarci su “cose belle che ci passano in mano ogni giorno ma che se non ci fermiamo un attimo a guardare rischiamo di non coglierne la bellezza”. L’Italia infatti è l’unico Stato dell’0UE il quale – solo per fare un esempio – ha inciso sulle proprie monete la riproduzione di opere d’arte italiane. Grazie Umberto!

E soprattutto, grazie Presidente ospite ospitante Cristina!

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I prossimi appuntamenti (strettamente riservati agli accademici)

  • Domenica 26 aprile 2015: ore 10,00 appuntamento a Castel Toblino per visita guidata
  • Lunedì 4 maggio 2015: Flora Vedovelli e la sua arpa + flauto traverso in concerto – Gruppo di lettura discute su “Suite francese” di Irene Nemirovski, coordina Mirna Moretti.
  • Lunedì 1 giugno 2015: Concerto degli allievi del conservatorio Bonporti, Sezione di Riva del Garda –Riccardo proietta alcune diapositive di gite FIAB.
  • Venerdì 24 luglio 2015: Festa di mezz’estate nel giardino della Presidente

Prossime iniziative aperte a tutti

  • Mercoledì 15 aprile 2015: ore 15,00 Oratorio Parrocchiale S. Antonio, Concerto di Cristina e Sergio Runcher.
  • Sabato 18 aprile 2015:  ore 17,30. Dro, Sala Consiliare, Concerto e marionette (v. apposita segnalazione).
  •  Sabato 18 aprile 2015: ore 18,00, sala SOSAT, Concerto Edoardo Bruni al pianoforte + armonica (Albertini), con musiche di Morricone, Bruni, Piazzolla, nell’ambito dei concerti organizzati dalla Associazione Ars Modi  www.arsmodi.it.
  • Domenica 19 aprile: ore 17,00, Villazzano, Villa Mersi: gli “Amici dell’armonica a bocca” presentano “Armoniche in concerto” con S. Albertini e il pianista Edoardo Bruni.
  • Martedì 21 aprile 2015: ore 20,30, Circolo Rosmini di Via Dordi, Concerto di pianoforte a quattro mani Bruni/Ciola.
  • Martedì 28 aprile 2015: ore 15,00, Cristina, Sergio Runcher e Cristina Tessadri, concerto a S. Bartolomeo.
  • A lunedì e martedì quindicinali alterni, Gruppi di Lettura rispettivamente di Mirna Moretti (Cafè de la Paix) e dei Classici di Maria Lia Guardini, Biblioteca di Trento (chiedere a Riccardo).
  • Concerti dell’Associazione Amici della musica di Riva del Garda (chiedere a Riccardo).
  • Iniziative del Giardino delle Arti (chiedere a Mirna Moretti).

 

Le nostre gite “fuori porta” possibili o programmate. Già perché noi facciamo anche vita all’aria aperta. Ecco alcune idee:

  •  Valle Aurina in bicicletta (da Brunico)
  • Alpe di Rodengo, a piedi sulla neve
  • Milano, Castello Sforzesco, Museo Egizio e strumenti musicali d’epoca
  • Paneveggio: il legno che suona
  • Arte Sella in Val di Sella
  • Intero programma FIAB (provvisorio, in calce alla presente)
  • Perugia: due giorni al cioccolato
  • Castel Toblino dal di dentro
  • Caldonazzo-Centa, le nostre piante
  • Altre, che potranno essere proposte da Monika

 Poichè molti Accademici sono anche ciclisti  “Fiabbini” ecco il programma provvisorio per il 2015 della FIAB –Federazione Amici della Bicicletta (cliccate “Fiab” e saprete tutti di noi pedalatori!)

  • 25 aprile– Resistere, pedalare, resistere. Da definire
  • 2 & 3 maggio– SILE, gita naturalistica con visita a ville venete. Primo giorno, bici. Secondo giorno, a scelta, bici o canoa
  • 10 maggio– BimbinFamiglia; da Pergine al Parco Acquapark, 2 km. sopra Caldonazzo
  • 22 – 24 maggio – Tutti al Piave! (Fiab Udine)
  • 31 maggio – 1, 2 giugno: Ciclopista del Brenta, da Borgo Valsugana a Venezia
  • 6 giugno .- A Milano per l’Expo
  • 13 giugno – Famiglieinbici
  • 18 – 21 giugno– Cicloraduno italiano e internazionale sul Garda
  • 28 giugno– In bici Lago di Landro, Dobbiaco, Brunico, Vandoies
  • 5 luglio– Al Pordoi! Si scende fino a Molina di Fiemme
  • 19 luglio – Ciclabile Alta val di Non.
  • 24 – 26 luglio– Carinzia
  • 9 agosto– Famiglie in Val di Sole, da Marilleva in giù- Sosta nella piscina naturalistica di Monclassico
  • 30 agosto– Terra di Custoza, in bici da Bussolengo
  • 6 settembre– FAI in Val Rendena
  • 12, 13 settembre– Parco dell’Adda Nord
  • 16 – 22 settembre– Settimana europea della mobilità
  • 27 settembre– Città d’arte: da Mantova a Sabbioneta, 47 km in bici
  • 2, 3, 4 ottobre– Maremma in bici!
  • 18 ottobre– Castagnata sociale
  • 23-25 ottobre – Fiera “Fai la cosa giusta”

Ed ecco il programma (residuo ad oggi) dei concerti dell’ Associazione Amici della Musica in Riva del Garda

Sabato 18 aprile, ore 17.30, Dro, sala consiliare (vedi apposita segnalazione) – I solisti dell’Orchestra Haydn e i pupazzi di Luciano Gottardi – Mozart il piccolo stregone della musica

Sabato 9 maggio, Riva del Garda, [manca il luogo] – Duo Arkos, violino e fisarmonica – musiche klezmer e di Semyonov, Dvarionas, Piazzolla, Galliano

Venerdì 29 maggio, ore 20.45, Riva del Garda, Chiesa di S.Maria Assunta – Orchestra Haydn – Festival regionale di musica sacra

Sabato 20 giugno, ore 20.45, Riva del Garda, Chiesa dell’Inviolata – Ensemble Conservatorio – Musiche per tre sculture sacre

Venerdì 26 giugno, ore 20.45, Riva del Garda, Auditorium del Conservatorio – Recital del vincitore concorso pianistico internazionale Città di Verona

Sabato 24 ottobre, ore 17.30, Riva del Garda, Auditorium del Conservatorio – Concerto dei migliori diplomati del Conservatorio

Sabato 7/14? novembre, ore 17.30, Riva del Garda, Auditorium del Conservatorio – Trio Rezza-Turri-Romani, soprano, mezzosoprano, pianoforte, Sabrina Simonetto voce recitante - Donne in prima linea (Duetti d’Opera)

Sabato 21 novembre, ore 17.30, Riva del Garda, Auditorium del Conservatorio – Quartetto vocale e pianoforte a quattro mani – Brahms, Liebeslieder

Martedì 8 dicembre, ore 18.00, Arco, Chiesa Collegiata – Camerata musicale Città di Arco – Concerto sinfonico

 

THE END (per ora!)

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COMUNICAZIONE, COMMUNIS ACTIO, AZIONE COMUNE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 13 Aprile, 2015 @ 5:21 pm

Detto altrimenti: insieme è meglio, all’interno di qualsiasi aggregazione umana   (post 2008)

Post 2008, anno 2008 – Film Gomorra, Garrone sceglie Saviano.

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If you have an apple and I have one apple and we exchange theese apples, then you and I will still each have one apple.  But, if you have an idea and I have an idea and we exchange theese ideas, then each of us will have two ideas.      (G.B. Shaw).

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Ovvero

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Se noi due abbiamo una mela ciascuno e ce le scambiamo, alla fine avremo sempre una mela a testa. Ma se ognuno di noi due scambia con l’altro la propria idea, alla fine ognuno di noi avrà due idee.

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Ovvero

Da decenni la tecnica del pensare, del gestire, del governare processi,  ha abbandonato la vecchia scienza dell’IT – Information Technology per adottare l’ICT-Information Communication Technology. Anche la politica dovrebbe essere sempre meno basata su informazioni unidirezionali (informazioni raccolte dalle quali nascono decisioni assunte separatamente) e sempre più invece su decisioni maturate insieme fra chi le assume e chi le subisce. Se così fosse, tutti sarebbero più ricchi di idee, di consapevolezza, di condivisione, di partecipazione.

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NICOLA GRATTERI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 13 Aprile, 2015 @ 2:14 pm

Detto altrimenti: un uomo che lotta per tutti noi …   (post 2007)

Post 2007, anno 2007 – Prodi cade e risorge. Brasile: arrestato Cesare Battisti.

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Magistrato impegnato in prima linea nella lotta alle mafie ed al traffico di droga. Ieri sera ospite di Fabio Fazio a “Che tempo che fa”, ha affermato che per sconfiggere il traffico di droga occorre intervenire a monte, offrendo ai contadini (ad esempio boliviani) la differenza prezzo fra il minor prezzo del mais e quello maggiore della coca.

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Io non credo che tale iniziativa possa essere realizzata, perchè immagino che – data la vastità e impervietà del territorio interessato – le bande criminali avrebbero buon gioco (rispetto ai vari eserciti e polizie) nel terrorizzare e “convincere” i contadini a continuare a produrre l’oro bianco.

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“Oro bianco” è il titolo dell’ultimo libro (Mondadori) scritto da Nicola Gratteri.

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Altro che la moltiplicazione dei pani e dei pesci!

Piuttosto credo che si possa e debba intervenire sui flussi dei finanziamenti della coca dalla produzione allo smercio al dettaglio. Infatti se alla produzione una quantità “x” di coca costa 100 ed allo smercio costa 10.000, all’interno di questo range vi è lo spazio per attrarre qualsiasi investimento di capitali.  Mi spiego. Io ho esportato legalmente un milione di euro. Una banca estera mi offre il 15% all’anno anticipato di interessi. Io accetto ben volentieri. Quella banca a sua volta investe quel milione in altra banca/finanziaria etc. e così via, in una catena nella quale ogni “anello” paga all’investitore un tasso di interessi sempre più elevato, tanto, alla fine, quel milione rende il 1000, 2000 % etc.  perchè esso è investito nella produzione, nel commercio e nella vendita della coca. Ed io? Io ho la coscienza tranquilla, ho investito una banca “regolare”, molto conosciuta, presente su tutte le piazze del mondo che volete che ne sappia io di che succede dopo, di cocaina o di Coca Cola che sia?

Dice … ma l’ONU? Gratteri risponde. “Figurarsi! Oggi l’ONU è occupato a discutere degli effetti della guerra dei Balcani di tredici anni fa … l’ONU è un posto per sfigati” (sic!).

Dico: allora io mi domando (come si domandava Cicerone): “Cui prodest? Cui bono?” Ovvero: ” A chi giova? A chi vien bene” (tutto ciò)?

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FIAB TRENTO E LE CITTA’ D’ARTE DELLA PIANURA PADANA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Aprile, 2015 @ 10:28 pm

Detto altrimenti: FIAB – Federazione Italiana Amici della Bicicletta, “vive” sul territorio attraverso singole associazioni. La nostra si chiama Fiab Trento.            (post 2006)

Post 2006, anno 2006 – Le T-shirt di Calderoli provocano incidenti con morti e feriti a Bengasi.

(questo post è stato scritto a quattro mani: le mie e soprattutto quelle di Manuela Dematté, la Past President di Fiab Trento)

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L’arrivo a Lodi: la past president Manuela e il presidente Guglielmo Duman

FIAB Trento consta di 160 iscritti. Fra le altre iniziative, collabora con il Circuito delle 11 Città d’arte della Pianura Padana. Abbiamo già visitato Cremona, Modena, Monza, Bergamo e Lodi. Visiteremo Brescia, Reggio Emilia, Parma, Pavia, Piacenza, Vercelli. La bellezza delle nostre uscite? Lo stare insieme, l’occasione di visitare  le bellezze naturalistiche, artistiche e storiche del nostro paese, e … last but not least, appunto … pedalare insieme! Già … perché ovviamente la tratta Trento – Lodi l’abbiamo fatta in pullman con annesso carrello portabici, ma poi “Signori si scende e si pedala!” A Lodi siamo stati premurosamente accolti dal gruppo di amici-colleghi “Fiabbini” locali che ci hanno fatto da guida e che qui ancora ringraziamo”! Il reciproco scambio ospitale è un plusvalore che FIAB coltiva con convinzione: quando i Lodigiani verranno da noi li accompagneremo a pedalare sulle nostre piste ciclabili e a visitare le nostre bellezze naturali ed artistiche, ferma restando la componente enogastronomica, s’intende!

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Per farla breve:

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“Laus”, lode, lodi, Lodi

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Lodi Vecchio (o Lodivecchio), una città (formalmente riconosciuta come tale) di 7500 abitanti a 8 km da Lodi, il suo primo nucleo celtico (Laus Pompeia) raso al suolo dai Milanesi nel 1111. Qui abbiamo visitato il nuovo – piccolo ma prezioso – museo archeologico con Enrico (e con il papà Alfredo), laureando in beni culturali il 28 aprile p.v., a farci da cicerone. In bocca al lupo, Enrico! E … alla balena …

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Indi abbiamo visitato la Basilica di San Bassiano, patrono di Lodi, con le spiegazioni di don Antonio Spini.

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Per pranzo, altri pochi km e ci siamo ritrovati all’ Osteria Le Gualdane, Cascina Gualdane, Lodivecchio (www.legualdane.it – 333 6403712 – 366 3668380), per degustare le specialità locali: affettati e pasta di salame con fagioli; risotto alla lodigiana con zafferano salsiccia e raspadura; tortionata, dolce tipico affine alla più nota sbrisolona. La raspadura è uno dei simboli gastronomici del Lodigiano: semplicemente la raschiatura in sottili scaglie di un formaggio grana giovane, fatta con un apposito coltellone piatto; raschiando la forma giovane si ottengono dei petali di formaggio sottili e soffici, che si prestano agli abbinamenti più disparati.

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Dopo pranzo, abbiamo ripedalato verso Lodi, rallentati per un bel tratto da un folto gregge di pecore con tantissimi agnellini, evidentemente sopravvissuti all’olocausto pasquale…

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Tornati in città, abbiamo attraversato il centro storico, stretto dai resti delle mura medievali che ricordano il tempo di Federico Barbarossa. Qui avevamo appuntamento con la guida gentilmente messa a nostra disposizione dal Comune, con cui abbiamo visitato il Duomo di stampo romanico ed il bellissimo Tempio Civico dell’Incoronata, nel quale abbiamo assistito alle prove del concerto che la sera stessa avrebbe tenuto il compositore pianista M° Dante Vanelli (0371 426663 – 335 6239338 – gvanelli@pressimmagine.it)

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Al Museo

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Risaliti sul pullman alle 17 in punto per rispettare la tempistica regolamentare dell’autista, nonostante si avesse voglia di restare ancora un po’ per la bellezza del luogo ed il chiarore e tepore del pomeriggio, eravamo “stanchi ma felici”.  Per la precisione, stanchi ma neanche troppo! Sì perchè, contrariamente al luogo comune caro a certi giornalisti che in primavera amano titolare “Con l’arrivo della bella stagione gli amanti della bicicletta stanno tirando fuori la due ruote dalla naftalina”, noi la bici la usiamo tutto l’anno quindi le prime gite ci trovano già allenati e vogliosi di pedalare senza affanni.

Quindi, che altro dire se non “Joint FIAB”? Iscrivetevi alla FIAB! (adbtrento@libero.it — www.slowbiketrento.xoom.it)

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GG & G(D)G : GILBERTO GOVI & GIANNI DE GENNARO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 10 Aprile, 2015 @ 6:46 am

Detto altrimenti: alla scoperta di certe “divergenze parallele”        (post 2005)

Post 2005, anno 2005 – Muore Papa Giovanni paolo II – Riccardo Muti lascia la Scala.

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Gilberto Govi  nella  commedia “Colpi di timone”  afferma: “Se il timoniere fa una manovra sbagliata perché ha un occhio pollino (malato, n. d. r.), la colpa è del comandante: vuol dire che non doveva imbarcare un timoniere con l’occhio pollino”.

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"Vi saluto, dallo Stato sono stato  promoveatur "

“Vi saluto, dallo Stato sono stato promoveatur “

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Gianni De Gennaro. Capo della polizia al tempo delle torture nella Diaz. Ha fatto una gran carriera ed ora è nientepopodimenoche Presidente della Finmeccanica. Mi domando: vabbè il “promoveatur”, ma ora che la Corte Europea ha stabilito che i suoi sottoposti hanno torturato, si faccia da parte, cribbio! In caso contrario vorrà dire che l’immoralità è stata sconfitta dalla …amoralità! Nel frattempo mi chiedo:

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  • th[2]a quanto ammonta il suo emolumento come Presidente Finmeccazina? Io – da ignorante (della materia) qual sono – stimo  stimo oltre 450.000 euro all’anno (per favore, chi mi può smentire si faccia avanti, grazie!);
  • ma non si doveva incassare non oltre l’emolumento del Capo dello Stato? Vorrà dire che a Mattarella hanno aumentato lo stipendio …
  • Quante pensioni pubbliche percepisce De Gennaro?
  • A quanto ammonta il totale che lo Stato paga all’ex capo di una onorata e meritevole Istituzione entro la quale tuttavia ha agito (“a sua insaputa”?) una banda di torturatori?

Dice … ma è lo Stato che lo paga, mica sei tu. Dico:  bravo merlo! Ciascuno di noi è lo Stato!

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Ecchèsaràmmaistato …ovvia … gnamo … tira via … gli è passato dimolto tempo …un facciamola  troppo lunga …

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Il Presidente del Consiglio dei Ministri, Matteo Renzi afferma “Confermo la fiducia a De Gennaro”. Io non condivido in pieno Renzi (innanzi tutto per come ha liquidato quel galantuomo di Letta). Tuttavia ammetto che “ha le palle” e chi ha le palle forse  è automaticamente anche un po’ spocchioso, si sa …. E poi mi chiedo: se dovesse andar via lui, chi avremmo da mettere al suo posto? Non vedo nessuno all’orizzonte. Quindi, dico “Forza Renzi”. Si vabbè Matteo, però questa su De Gennaro non me la dovevi fare! Sai cosa penso io? Che le possibili spiegazioni siano tre:

  • San Gennaro, protettore di tutti i Gennari del mondo

    San Gennaro, protettore di tutti i Gennari del mondo

  • che ti sarebbe politicamente più faticoso gestire la sostituzione di De Gennaro che non sopportare le accuse per il fatto che lo lasci al suo posto. E ciò sulla base dell’antico detto popolare “Calati iunco ca passa la china”, ovvero, sopporta per un poco, che poi la piena passa e tu, canna che cresci nel letto del torrente, ti rialzi;
  • oppure che il de cuius abbia in mano carte segrete che potrebbero danneggiare l’attuale (precario) equilibrio politico;
  • oppure che De Gennaro sia un raccomandato di ferro (da tale San Gennaro).

Quartum non datur

P.S.: …ma … chi era all’epoca il ministro dal quale dipendeva il Capo della Polizia? Se non ricordo male un tale Fini Dr. Gianfranco … E se mi sbaglio mi corrigerete —

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LA SOCIALITÀ DELLA/NELLA POLITICA: ESTERNA ED INTERNA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 10 Aprile, 2015 @ 5:39 am

Detto altrimenti? Ma io sto proprio scrivendo da sempre “altrimenti”!   (post 2004)

Post 2004, anno 2004 – Muoiono Pantani e Umberto Agnelli. Berlusconi: meno tasse per tutti (o per Titti? O per Totti?).

Socialità esterna. Politica sociale, pensieri ed azioni rivolte alla socìetas, ovvero alla Società della Gente, ai Bisogni della Gente, soprattutto a quelli della gente con la “G” maiuscola non in quanto gente importante (gente minuscola, in quanto non ha bisogno di nulla), ma Gente Maiuscola in quanto Gente che ha Bisogno  e quindi maggiormente degna di attenzione. Ovvero: politica sociale attenta ai Bisogni della Socìetas che ne subisce gli effetti. (maiuscole e minuscole non sono utilizzate a caso).

Socialità interna. Ma anche Politica sociale come pensieri e azioni rispettosi di chi la Politica la fa. Un esempio? Prendiamo un tema a caso: la mobilità cittadina. Ci si riunisce per molte sere per cercare di riordinare quanto ognuno in merito al problema ha “raccolto” dalle istanze della Gente (Gente: vedi sopra). Si ragiona, si coordina, si razionalizza, si sintetizza. Poi, una sera, improvvisamente, si presenta alle riunioni un personaggio che non aveva mai partecipato alle riunioni: il coordinatore cittadino di quel partito. Costui quale prende la parola e afferma. “Si fa cosà”. E quel “cosà” è completamente all’opposto delle conclusioni “si fa così” del gruppo. Ecco un esempio di “politica asocialimente interna”: indifferente ai Bisogni di chi stava cercando di fare Politica.

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DEDICATO AL GIORNALISTA MARCELLO VENEZIANI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 8 Aprile, 2015 @ 6:22 pm

Detto altrimenti: ecchè? Credeva mica di cavarsela con quelle poche righe nel mio post precedente!? (post 2003)

Post 2003, anno 2003 – Muore Gianni Agnelli. I marines USA in Kwait.

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Leggete il post precedente. La “logica” del signor giornalista Marcello Veneziani, la sua “buona fede”, la sua  “democrazia”, la sua “obiettività”, la sua “disponibilità alla comunicazione”! Ma quando mai!? (Prima pagina, Radio 3, 8 aprile 2015 ore 07,15). Infatti Veneziani afferma:

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    Sangue contestualizzato

    che la violenza dei poliziotti torturatori dentro al scuola DIAZ ci sta, perché va contestualizzata, ovvero va vista nel contesto delle violenze dei giorni prima, di quelle dei black blok che sfilavano sfasciando auto (mentre la polizia stava a guardare in attesa di manganellare ila colonna di pacifici dimostranti di una manifestazione autorizzata, n.d.r.). Ma via, Veneziani … noi il cervello non ce lo siamo mica bevuto …

  • che le forze dell’ordine sono il baluardo … che dobbiamo dire loro grazie … che non vanno indebolite …

Io telefono. Mi passano la linea. Mi presento, Riccardo da Trento, figlio di un maresciallo dei carabinieri e replico:

  • Non si possono contestualizzare due fatti così diversi. La violenza dei teppisti dei giorni prima non giustifica la carneficina a sangue freddo della polizia ai danni del “dormitorio Diaz”.
  • Non si può generalizzare “le forze dell’ordine sono un baluardo ..” né al contrario “sono un male”. Occorre distinguere, se non altro visto che abbiamo carabinieri in galera perché trasformatisi in rapinatori e il quasi capo nazionale della Guardia di Finanza in galera per quattro anni per peculato, concussione, truffa, mafia, camorra … etc. .

Veneziani controreplica:

  • “Si deve contestualizzare” (ipse dixit!, se lo ha detto lui … n.d.r.)
  • “Non si deve generalizzare”, però poi generalizza: ” Evviva le forze dell’ordine, nostro baluardo”.

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Provo a ribattere, accenno una parola ma …

… Veneziani  mi toglie la linea! E bravo Veneziani! Avrà saputo che io, pur telefonando da Trento, sono genovese … sarà ancora rancoroso per la sconfitta navale subita dai Veneziani all’isola di Curzola per opera dei  Genovesi … E bravo Veneziani, ottima dimostrazione di democrazia, di logica, di precisione nei ragionamenti, di disponibilità all’ascolto.

Peccato … in altri tempi voi, caro giornalista, avreste fatto una grande carriera!

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ALLA FINE, NONOSTANTE TUTTO, SIA PURE TARDI, LA VERITÀ E L’UMANITÀ HANNO IL SOPRAVVENTO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 8 Aprile, 2015 @ 4:54 am

Detto altrimenti: non riesco a passar sotto silenzio due fatti molto gravi …. (post 2002)

Post 2002, anno 2002 – Arriva l’Euro. Cogne: ucciso il piccolo Samuele.

1 – LA VERITA’ SULLA DIAZ, SU ARMANDO DIAZ E SU UN GIUDICE GENOVESE

Fratturate 10 costole, un braccio, una gamba, oltre a percosse in tutto il corpo.

Fratturate 10 costole, un braccio, una gamba, oltre a percosse in tutto il corpo.

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La Corte Europea di Strasburgo ha condannato l’Italia con riferimento al pestaggio –  letteralmente: alla tortura – di Arnaldo Cestaro (ed altri) alla scuola Diaz di Genova  il 21 luglio 2001 in quanto in Italia non è previsto il reato di tortura (la legge giace da due anni all’esame del parlamento), come invece prevede la legge europea.

Due bruttissime figure: l’avvenuta tortura; la sua mancata sanzione come reato previsto dall’ordinamento giuridico nazionale.

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Armando Diaz

Ricordiamo Armando Diaz, un valoroso generale meridionale che sostituì validamente (battaglia del Piave) l’inetto e irresponsabile Cadorna, autentico macellaio di centinaia di migliaia di nostri giovani, il responsabile di Caporetto, dove fu sconfitto da un tenentino nemico di nome Rommel che poi fece parlare di sè anche nella seconda guerra mondiale. Cadorna … non capirò mai perché a Milano gli sia intitolata una stazione della metropolitana. Armando Diaz non meritava certo che ora il suo nome fosse accomunato ai “fatti della Diaz”. La Diaz, una scuola … molto vicina a Via Trento, a Genova, nel quartiere di Albaro, una collina urbana a oriente, verso l’alba, appunto. In Albaro abitavo io (Via Rodi). In Albaro abitava un mio amico (Via Sannazaro):  insieme a sciare, insieme all’università. Poi io manager, lui presidente di tribunale. L’ho rivisto alla TV, intervistato, dopo che aveva assolto i torturatori della Diaz (e della caserma di Bolzaneto); prima che la sua sentenza venisse cancellata in appello; ben prima che l’Italia fosse condannata dalla Corte di Strasburgo. Si parla tanto di “responsabilità civile dei giudici”. Qui vi è anche una enorme responsabilità morale per il danno arrecato alle vittime ed al paese intero, da ripagare quanto meno con una trattenuta sulla sua pensione! Dice … ma “quella la pensione” è un diritto acquisito. Ah, vabbè, se le cose stanno  così …

Perdonate un riferimento legale, impreciso quanto volete, ma significativo (dopo tutto, anche se nel 1968 mi laureai in giurisprudenza, poi ho fatto tutt’altro mestiere): l’erede legittimo ha un diritto acquisito, quello all’eredità. Ma se è “indegno”, ovvero se commette alcuni reati contro il suo dante causa, perde quel diritto. Per indegnità, appunto …

Come si chiama questo mio ex amico? Lasciamo perdere, non merita la citazione del proprio nome, non vale più la pena nominarlo, si merita piuttosto la pena della  damnatio memoriae, ovvero la cancellazione anche del suo stesso ricordo (il contrario della damnatio memoriae è l’apoteosi, così son sicuro di essere compreso). Nel frattempo forse dal male  nasce il bene: una legge che preveda il reato di tortura e che ogni agente in servizio di ordine pubblico sia contraddistinto da un numero sul giubbotto e sul casco. E’ chiedere troppo

POSTFAZIONE: … e quale è la responsabilità del legislatore che non ha legiferato? Ancora: esco di casa, in auto, oggi, 8 aprile 2015 ad ore 07,15, ascolto  Radio 3, Prima Pagina. Il conduttore-giornalista Marcello Veneziani dice che le violenze della polizia dentro la Diaz “vanno contestualizzate”  (?? N.d.r..!) con quelle dei teppisti dei tre giorni precedenti e che non bisogna indebolire le forze dell’ordine. Io telefono, me lo passano, intervengo in diretta: contesto la sua “contestualizzazione” di due fatti che non possono assolutamente essere posti sui due piatti della stessa bilancia. Contesto inoltre la sua  “generalizzazione” sia  a favore che contro le forze dell’ordine e affermo che  la maggior parte è sana, ma vi sono carabinieri rapinatori e quasi-comandanti-in capo-della Guardia di Finanza che stanno scontando quattro anni di galera a S. Maria Capua Vetere. Mi risponde: “Occorre contestualizzare, i poliziotti nei giorni precedenti erano stati attaccati, hanno reagito (con torture? N.d.r.) … e poi, non bisogna generalizzare” (ma se ero io ad averlo detto?). Provo a ribattere e mi chiude la linea in faccia. E bravo il pseudo signor pseudo giornalista Veneziani!

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2 – L’UMANITA’

Cormano (Milano). Un neonato viene abbandonato in una stradina. Una passante lo scorge, lancia l’allarme. Il piccolo viene raccolto e salvato. All’ospedale di Niguarda giungono decine di richieste di adozione. Ecco, anche qui, dal male nasce il bene: decine di famiglie si fanno avanti per adottare Alberto.

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3 – LA CONCLUSIONE

Che non dobbiamo perdere la speranza che la verità è l’umanità alla fine abbiano il sopravvento.

4 – IL POST SCRIPTUM

thMQALQ3B6Avere il sopravvento: quando le navi erano solo a vela (velieri) e per moltissimo tempo non riuscivano a “bolinare” ovvero a risalire il vento, in uno scontro navale era molto avvantaggiato il veliero che  “avesse il sopravvento” ovvero che si trovasse più vicino alla direzione dalla quale proveniva il vento rispetto all’avversario, il quale invece non avrebbe potuto manovrare con virate “contro vento”.  Per capirsi: sulla terra ferma, in un pendio, fra due avversari è ovviamente avvantaggiato chi occupa la posizione più a monte, quella più elevata. Il sopravvento fu quello che contribuì alla vittoria della piccola flotta greca contro la grande flotta persiana all’isola di Salamina, oltre al fatto di avere I Greci attirato le numerosissime navi persiane in acque ristrette, entro le quali non poterono manovrare (ecchè, si capisce che io sono un velista? Mai negato).

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TENTATIVI DI BOTANICA DELLE RIFLESSIONI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 7 Aprile, 2015 @ 12:56 pm

Detto altrimenti: proviamo a coltivare un poco  la nostra mente  (il titolo l’ho copiato da “Tentativi di botanica degli affetti”, l’interessante e bel romanzo di Beatrice Masini – Bompiani)                 (post 2001)

Cantiere (3).

Post 2001, anno 2001 – Centenario della morte di Giuseppe Verdi. Marco Pantani indagato. Io no e dall’anno scorso, sono alla APM Altogarda Parcheggi e Moblità SpA, della quale, tanto per cambiare, ho creato il logo e il nome. Dopo pochi mesi e le dimissioni di due successivi presidenti, affidano a me la guida di questa SpA pubblico-privata, guida che mi sarà confermata in totale da ben quattro successivi sindaci cittadini.

LA SCOPERTA E L’USO DELLA LOGICA

th9BNK5FLKIniziamo dalla fisica: l’uomo non crea le leggi fisiche. Semplicemente, quando è molto bravo, le scopre e le spiega agli altri. I migliori scienziati del mondo stanno cerando di stabilire un rapporto fra scienza e fede, ma non sanno rispondere a quella che sarebbe il quesito risolutivo, ove si trovasse la risposta: perché la forza di gravità “tira” verso il basso? E non mi si dica “perchè il nucleo di ferro centrale della terra attrae …” perchè io domanderei “E perchè il nucleo di ferro centrale attrae invece – ad esempio – di respingere?” Albert Einstein diceva “I want to know God’s thought: the rest are details” (io vorrei conoscere il pensiero di Dio, il resto sono dettagli).

La morale, idem: il “non fare agli altri …; fai agli altri …” era già inciso nella roccia del Codice di Hammurabi, 2200 anni prima di Cristo.

Lo stesso vale per la musica. l’uomo “musico” scopre e spiega agli altri le regole dell’armonia, non le crea.

Aristotile[1]

Aristotele

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E veniamo alla logica. “Sono le cinque” … “No, non sta piovendo”. Ecco una interlocuzione illogica. Ma anche in questo campo per quanto l’uomo si sforzi, sarà al massimo un “minatore” ovvero un “estrattore” dei principi logici dal profondo delle miniere di quanto già esiste, ovvero di quanto è già esistente, creato (quasi un gerundio, creato, sostantivo maschile singolare per i non credenti) e di quanto è stato  Creato (participio passato, per i credenti).

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QUALCOSA DA AMARE, QUALCOSA DA ODIARE

Il binomio più banale lo troviamo nelle tifoserie calcistiche delle squadre della stessa città. Se ne sentono di tutti i colori: “La nostra  è una fede, voi siete dei bastardi”. Incapaci di riempire il recipiente dei propri sentimenti con amore verso cose degne di tale attrazione;  e di repulsione verso cose degne di tale respingimento, si ricorre all’amore e all’odio di feticci.

L’umanità non riesce a vivere una vita “per l’amore del prossimo”: ha bisogno di crearsi un nemico da odiare, per riunirsi ad un gruppo di altre persone aventi lo stesso tipo di odio, e quindi per questo solo fatto, ad un gruppo composto da “persone da amare”. Ovvero: ci si ama, si convive, ci si aiuta solo in quanto si ha un comune nemico. e se questo nemico non esiste, nessun problema: lo si crea, lo si inventa. Detto, fatto: Voi, sporchi ebrei! – Voi, sempre i soliti comunisti! – Voi, infedeli! – Voi, nemici cristiani! –  Voi, capitalisti! – Voi lavoratori mai contenti! – Voi, terroni! – Voi, polentoni! Voi “ciusi” – Voi, negri! – Voi immigrati! – Voi Sunniti! – Voi Sciiti! Etc. etc.

 LA CONVIVENZA INTERRAZIALE E INTERRELIGIOSA

La convivenza interraziale è un falso problema, o almeno “dovrebbe” essere un falso problema, se non altro perché la “razza” che ci riguarda è una sola, quella umana. Quindi ipso facto ottimamente convivente con se stessa.

Più complicato è il problema della convivenza interreligiosa.

In ogni caso ogni convivenza fra gruppi inizia con la convivenza fra singole persone. Ora capita che qui in Tentino una famiglia di miei amici abbia adottato una bimba indiana (ha il nome di una dea indiana, come qui da noi una “Maria”), la quale a scuola – in quanto “diversa” – viene dileggiata dai suoi compagnetti  “tutti di pura razza bianca anzi trentina, ovvero da pascolo montano, tutto muscolo” e poca sensibilità, educazione, cultura, umanità, intelligenza, educazione, accoglienza, apertura mentale, etc.. (Ma …  intendiamoci: assolutamente non tutti i Trentini sono così. Anzi, il Trentino è terra e gente di accoglienza, sia chiaro, ma non in questo caso specifico).  Ora, provate un po’ a moltiplicare per “n” questi comportamenti e poi non ci si stupirà più di nulla di ciò che sta accadendo su ben altra scala (internazionale). Dice … ma che ci posso fare io con le guerre e le stragi nel medio oriente? Dico: ognuno di noi può e deve fare la sua parte, per piccola che sia. Un miliardo è pur sempre composto da tante piccole singole unità … e poi: se ogni singola goccia d’acqua di ogni fiume si rifiutasse di fare la sua parte … addio mare!

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