16 – NATALE, LICENZIA, PRIVATO
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 29 Dicembre, 2014 @ 8:57 amDetto altrimenti: nel pubblico no, no … non nel pubblico  (post 1850)
Post 1850, anno 1850: 1) “Liberializziamo, maggiore giustizia sociale … – ma, si badi bene, solo a parole, però!â€. 2) Si accentua la frattura fra la concezione laica dello Stato e quella clericale da parte della Chiesa. 3) Quanto ai numeri 1) e 2) tuttavia rappresenta l’inizio di processi irreversibili.
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Jobs Act, solo per i privati. Dice … le SpA hanno come obiettivo il profitto (io contesto, ma questa è un’altra storia, n.d.r.), quindi si licenzia per motivi economici obiettivi. Il settore pubblico non ha come finalità il risultato economico, quindi non si possono applicare questi stessi criteri.
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Per inciso: la visione dell’economia basata esclusivamente sul massimo profitto ci ha portato alla condizione mondiale attuale, se è questo che si vuole …
Non concordo su questa spiegazione parziale cioè incompleta, la quale esamina solo uno dei tanti aspetti del problema. Infatti, se non altro: quid juris – ovvero, cosa prevede la legge – nelle SpA pubbliche? Sono migliaia e migliaia! E le banche sovvenzionate da denaro pubblico? Ma c’è ben altro … Vediamo un po’.
A mio avviso soprattutto non valutare quanto meno “economicamente in senso lato† i dipendenti pubblici è un errore in quanto il sistema istituzionale e organizzativo della funzione pubblica è responsabile delle precondizioni indispensabili ad un buon funzionamento del sistema economico finanziario (in senso stretto). Quindi, mantenere “illicenziabili†i dipendenti pubblici perché a loro non sono applicabili i “criteri di anti economicità oggettiva†che sono alla base della neo introdotta licenziabilità privata, è un contro non senso, anzi, peggio, è un contro-senso, ovvero non è semplicemente un “non-agire†ma un “agire in direzione contrariaâ€. Infatti è come legittimare che “il medico ha operato benissimo, l’operazione è stata perfetta. Se il paziente è morto … questi sono fatti suoiâ€, oppure che “io ho rispettato le regole, sono stato efficiente. Se poi è mancata l’efficacia, ovvero il raggiungimento del risultato, ciò non mi riguardaâ€. Sarebbe come punire il reparto vendite se non vende e non anche il reparto marketing, il quale – operando a monte delle vendite – dovrebbe orientarle quanto a prodotto, concorrenza, clientela.
In altre parole: non sto dicendo che ogni ufficio pubblico debba essere organizzato e contabilmente gestito come un “centro di profittoâ€, ovvero con una imputazione di costi e ricavi suoi specifici ed alla fine valutato sulla base dell’utile/perdita economica (in senso stretto) prodotta, ma che avrebbero dovuto essere individuati parametri di valutazione tali da consentire il riscontro non solo della efficienza del dipendente (rispetto da parte sua della cosiddetta “librettaâ€), ma anche il raggiungimento dell’efficacia della sua azione (ovvero del risultato).
Intervallo pubblicitario
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Per quanto, uno per tutti, enti pubblici come l’ENIT che dovrebbe produrre turismo, può ben essere valutato economicamente in senso stretto. Si veda “L’Espresso” 8 febbraio 2014 a firma di Emiliano Fittipaldi. L’ENIT fa crescere …il turismo? No, per adesso fa crescere la pancia di Babbi, suo super manager (“babbo” in siciliano significa “stupido”. Ma chiamalo “stupido” questo qui …!)
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Il programma riprende
Un esempio? Viale sul quale si affaccia casa mia. Noto che le luci stradali sono accese in pieno giorno. Segnalo la cosa ad un “lavoratore del Comune†(a bella posta non specifico se membro della Polizia Locale o altro: infatti, poichè “generalia non sunt appiccicatoriaâ€, nessuno si offenderà !). Mi risponde: “Segnalo la cosa all’ufficio competenteâ€. Replico: “Non basta: lei deve far sì he le luci siamo spente. Fino a quel momento lei è stato efficiente ma non efficace, nel senso che saerà mancato il risultato della sua azioneâ€.
Altro esempio: richiedete un servizio, l’addetto allo sportello pubblico riconosce con voi che sarebbe bene che vi fosse prestato, ma aggiunge. “La procedura non lo permette†e la cosa finisce lì. Invece quel tale impiegato avrebbe dovuto farsi carico di andare dal suo direttore e proporre la modifica della procedura. Quel direttore dovrebbe farsi carico della integrazione della procedura e nel frattempo autorizzare con una sua firma la deroga alla procedura, in maniera da anticiparne il completamento funzionale. E invece, spesso, nel migliore di casi, quando cioè proprio si superi il “non fare assolutamente nullaâ€, ci troviamo di fronte a comportamenti simili a quelli di quel tale che segnalava l’errata accensione della pubblica illuminazione, e cioè ad una qualcosa del tipo: â€Segnaleremo il problema ai superiori organi competentiâ€.
Poi c’è l’atteggiamento. Quello dell’impiegato (organo pubblico che si sente “nostro amministratore†in senso esclusivamente soggettivo (“Io amministro te, sudditoâ€) e per nulla in senso oggettivo (“Io sono il suo amministratore, in quanto lui, il cittadino, mi ha nominato, eletto, mi paga, per amministrare i suoi beni, le sue strutture, le sue istituzioni†: è a lui che devo rendere conto” etc.).
L’atteggiamento? Un lettore mi riferisce:
Inizia:
“Ero nel Centro Italia, in una città …  a capo di una SpA a maggioranza di capitale sociale pubblico, legato alla stessa da un mandato conferitomi dagli azionisti riuniti in assemblea e da un rapporto di lavoro regolato dalla mia partita IVA, quindi da libero professionista. Mi telefona una dipendente del Comune: “Il Sindaco la vuol vedere alle ore … tot ..del giorno … tot ..â€. Rispondo: “Mi lasci solo un attimo per controllare la mia agenda …â€. Al che l’impiegata mi interrompe, bruscamente: “Lei vuol forse dire che il Sindaco deve adattarsi ai suoi comodi?†Ecco, sottolineo che il problema non è che chi dei due – il sindaco o io stesso – dovesse modificare i propri impegni in funzione di quelli dell’altro, ma l’atteggiamento dell’impiegata, la quale si poneva di fronte ad un “sudditoâ€, non di fronte ad un cittadino libero professionista, ben più anziano di lei, di esperienza e ruolo ben più elevato del suo, che stava comunque lavorando per il Comune.
Sempre in quell’area geografica, in un’altra occasione: “Non sei mai stato in elicottero? Dai che un giorno ti faccio fare un giro io …†Solo che si parlava di elicotteri pubblici! Oppure, con orgoglio e ostentazione (ecco il punto! N..d.r): “Da casa all’aeroporto ho consumato il 17%!†(Di benzina, alla guida dell’auto pubblica di servizio! N.d.r.).â€
Finisce
Ecco, a parer mio, questi sono atteggiamenti da licenziamento in tronco.
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15 – BIANCO NATALE
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 28 Dicembre, 2014 @ 8:23 amDetto altrimenti: the day after … la neve!                                 (post 1849)
Post 1849, anno 1849: Brescia, leonessa d’Italia. La fatal Novara. Gli Austriaci bombardano Venezia. I Francesi Roma. Ahi serva Italia, di dolore ostello …
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Dopo il post precedente, molto impegnato, eccone uno di “pausaâ€, con l’immagine della prima neve urbana di questo inverno 2014-2015. Pochi centimetri, ma quanto basta per creale la “poesia del natale”. Buon proseguimento delle feste a tutti!
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14 – NATALE DISUGUALE
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 28 Dicembre, 2014 @ 8:05 amDetto altrimenti: Jobs Act per alcuni, per altri no    (post 1848)
Post 1848, anno 1848: moti rivoluzionari in tutta Italia, in tutta Europa. Le cinque giornate di Milano. Arrivano i “tentativi di Costituzione†con i vari “Statutiâ€. Da qui, il modo di dire “è successo un quarantottoâ€.
Questo non è un post “politico†nel senso “partiticoâ€, ma “politico†nel senso dell’antica Grecia, ovvero che si occupa della “polis†cioè della Città Stato, ovvero, oggi, dello Stato.
Il problema del lavoro. Lo si è affrontato dalla parte della contrattistica: contratto a tempo indeterminato si/no, licenziabilità si/no, precariato a piccole/grandi dosi, etc..
Renzi si/no: Qualcuno è soddisfatto. Altri no. Qualcuno dice “Bravo, Renzi!†Altri “Cattivo, Renzi!â€.
Io mi permetto di sottoporre all’attenzione delle mie lettrici e dei miei lettori tre sottolineature:
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A chi critica Renzi, chiedo: “Quale altro nome proporreste?â€
- A chi elogia Renzi, dico: io avrei iniziato con l’organizzazione e il finanziamento delle decine di migliaia di opportunità culturali ed artistiche di cui il nostro paese dispone, opportunità oggi non organizzate e non vendute al turismo mondiale, da rilanciare oggi magari attraverso il co-finanziamento dello start-up di migliaia di cooperative giovanili (e non giovanili).
- Non mi va proprio giù il trattamento differenziato riservato ai lavoratori del settore pubblico, ai quali non va applicata l’eliminazione dell’art. 18.  Trovo questa decisione assolutamente inaccettabile. Infatti il Natale è stato ridotto come la legge: è uguale per tutti, ma per alcuni è più uguale che per altri (ovvero la legge è uguale per tutti, “salvo le eccezioni di leggeâ€).
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13 – NATALE DUE GIORNI DOPO
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 27 Dicembre, 2014 @ 6:12 pmDetto altrimenti: l’era en pez che no fiocava …    (post 1847)
Post 1847, anno 1847: nasce il Comune di Roma; un salumiere di nome Liebig inventa un dado che lo renderà miliardario; fra un anno scoppierà un … 48!
Passeggiavo lungo la Fersena, a Trento. Prima neve. Qualche foto e una mia vecchia poesiola che non si adatta del tutto, ma insomma … quasi dai, contententene … accontentiamocene …
Natale di neve ( o due giorni dopo), per i più piccini
La terra si sveglia
calda e cicciotta
dentro la nuova pelliccia
al pari di grassa e bianca marmotta.
Si stropiccia
i due piccoli laghetti gelati
e si specchia
vanitosa ragazzina
nell’aria rosa
della nuova mattina.
Sotto i loro mantelli
i tetti delle case sono rossi
come nasini raffreddati
e l’alito dei camini
affresca nel cielo
riccioli bambini
mossi e ribelli.

Sotto i ponti di Trento Fersena scorre … (Guillame Apollinaire, “Ponte Mirabeau”: “Sotto il ponte Mirabeau scorre la Senna …”)
Nell’orto ghiacciato
il giovane pero ha indossato
i suoi paramenti più belli
che scintillano l’azzurro
di mille soli splendenti.
Dalle staccionate
del quadro di Monet
il corvo pennella
con guizzi intinti di nero
favole arabescate
sul bianco quaderno.
Sorridono i bimbi
appena svegliati
impazienti d’uscire
a creare
vicino al fienile
con piccole mani
gioiose arrossate
il pupazzo di neve
che vorrebbero eterno.
Dal pio campanile
di Pieve montana
si leva in volo preghiera
d’un’argentina campana:
“Benvenuto bambino Gesù!
Illumina col Tuo Dolce Amore
questa fredda mattina.
Solo Ti prego:
finchè viene sera
non darle troppo calore
e vieni a giocare anche Tuâ€.
RL
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12 – NATALE INCIVILE CON FIORE
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 27 Dicembre, 2014 @ 1:37 pmDetto altrimenti: piccoli, grandi atteggiamenti molto significativi   (post 1846)
Post 1846, anno 1846: l’anno di Pio IX, il papa “rivoluzionario†(cioè liberale!). La Chiesa inverte la rotta e da tirannia filo austriaca o filo francese, diventa governo filo italiano.
Con un mese di ritardo. Oggi è arrivata la prima “nevegada†della stagione. Prima di celebrarla – era tanto attesa! – voglio aspettare che la città si imbianchi un po’ di più. Nel frattempo segnalo con estremo ramamrico due fatti di ordinaria inciviltà . In questi giorni io ebbi a dire ad un mio amico che questi atti sono il segnale di un menefreghismo, di un disinteresse versi gli Altri. Il mio amico disse: per me sono soprattutto segno di disordine mentale. Ha ragione. Ma anch’io non ho torto … Ma … direte voi … quali sono questi fatti? Eccoli:
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Un modo “paricolare” di parcheggiare al supermercato
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Gli scatoloni nell’apposito contenitore della carta in un condominio signorile nella ben educata città del nord, erede della cultura austro – ungarica.
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Dice … ok, abbiamo capito … ma nel frattempo … la nevegada? Rispondo subito: la volete? Eccola! Dice … ma dai … non è poi ‘sto gran che! Lo so amici, ma l’abbiamo attesa tanto! E poi, se cliccate una, due volte sulla foto … vedrete la magia della leggerezza dei piccoli, delicati cristalli di neve che si sono adagiati con delicatezza sui petali di un fiore inatteso, fiore che nessuno ha mai piantato, figlio di un seme portato dal vento a posarsi in un vaso di terra destinato ad altro, i cui petali hanno indossato i diamanti di famiglia per la loro prima serata di gala …
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11 -NATALE PASSATO? NO, NATALE FUTURO
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 27 Dicembre, 2014 @ 8:28 amDetto altrimenti: Natale finito? No, dev’essere un Natale d’Inizio!       (post 1845)
Post 1845, anno 1845: cresce sempre di più la cultura dell’indipendenza italiana (D’Azeglio, Cavour, Manin). Il federalista ante litteram Carlo Cattaneo è per un federalismo intelligente, che rispetti le specificità locali. L’Austria lo censura. A Rimini Renzi capeggia un’insurrezione contro il Papa Re. Renzi? Non Matteo … ecchè? Bensì tale Pietro Renzi. Irlanda: la popolazione (10.000.000 di persone) è costretta dall’Inghilterra a lavorare esclusivamente nel settore della coltivazione delle aptate. Scoppia una carestia. 800.000 morti per fame. Circa 8.000.000 emigrano in America.
Amiche lettrici, amici lettori, vi chiedo una cortesia: andate a rileggere il post del 14 novembre scorso, “Louis Brunelli a Vezzano†nel quale si parla delle origine de del senso originario del Natale. Natale come ri-nascita del sole, della speranza, della vita, ben prima della nascita di Gesù. Quindi festa di speranza per tutti, anche per i non credenti e -a maggior ragione – per i credenti.
Speranza … in cosa? Nel fatto che si sia tutti più buoni (soprattutto gli altri …)? Che l’anno nuovo sia migliore? Certo … è molto probabile che il 2015 sia migliore … del 2016! Dice … ma che … sei pessimista? No. Sono realista: diventerò ottimista quando tutti noi, governanti in testa, saremo passati dall’ avere della nostra realtà passata, presente e futura non più una somma di percezioni sensoriali bensì una visione d’insieme.
La prima visione d’insieme dovrebbe essere quella dell’Italia (ma il discorso vale anche per l’Europa) come casa comune di una grande famiglia. Una famiglia nella quale, seduti attorno ad un tavolo, i componenti si riuniscono per constatare necessario:
-  che si prenda coscienza che la mala gestio più perniciosa non è quella di chi opera contro le leggi, ma quella di chi opera secondo cattive leggi;
- che ognuno si senta parte della famiglia, si senta a casa propria e quindi in diritto e con il dovere di esprimersi, scandalizzarsi e reagire di fronte al malaffare di taluni componenti;
- che ognuno e non solo alcuni, dia sin dall’inizio il proprio contributo al raggiungimento del Bene Comune;
- che si ridisegni il modello di vita (non parlo di “crescitaâ€, perché lo “sviluppo futuro†può bene essere una “decrescita dell’attuale modelloâ€);
- che si dia centralità alle molte potenzialità inespresse;
- che si riscriva l’ordine delle priorità ;
- che si riunifichi sempre responsabilità e potere;
- che si realizzi una diversa e più equa redistribuzione della ricchezza;
- che si ridisegni ex novo il sistema delle regole (leggi) e degli incarichi (istituzioni) che governano la comunità ;
- che alla fine, il Nuovo Sistema sia sostituito al vecchio sistema attualmente vigente;
Ho segnato in grassetto l punti 1,2, 9 e 10. Non a caso. Infatti … plurimae leges, corruptissima republica ovvero, un numero elevatissimo di leggi fa sì che lo Stato sia corrotto, ovvero, se preferite, un Stato corrotto si alimenta, nasconde, difende e perpetua attraverso l’infinito proliferare delle proprie leggi. In questo senso dico che di questo passo non se ne esce. Dice … ecchè? Stai sperando in una rivoluzione? No, amiche e amici, lungi da me! Qualche post fa (7 dicembre scorso) mi sono già espresso con chiarezza: la mia aspirazione è che si adotti il “Sistema Tommaso Moro†(che poi era Sir Thomas More, fatto Santo dal 1935, quindi …), ovvero che si disegni l’Idea dello Stato ideale per poi discuterlo se e come sostituirlo all’attuale il quale – è sotto gli occhi di tutti – non sta funzionando.
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Dice … ma che … sei ossessionato dagli scandali, me c’è ben altro, ben altro di molto positivo… Rispondo: eh no, caro mio, io vedo una connessione diretta, un rapporto di causa ad effetto fra gli scandali, il mal governo, il sistema non funzionale e non funzionante delle leggi, il groviglio delle istituzioni, la mancanza di valori e le conseguenze di tutto ciò: disoccupazione, disperazione per molti. Disorientamento, disaffezione, antipolitica per moltissimi. Vuoi alcuni esempi? Troppo facile:
L’Istat certifica che nel 2014 ci sono stati circa 70.000 incidenti sul lavoro che hanno visto come vittime bambini al di sotto dei 14 anni d’età , tuttavia non vi sono stati 70.000 processi a carico di chi sfrutta il lavoro minorile. il che significa che il Sistema ipocritamente accerta un fatto ma non ne trae le dovute conseguenze. Cosa mi aspetterei? Che la magistratura aprisse un’inchiesta ed iniziasse ad interrogare i rilevatori Istat di quel dato … che poi … se vi sono stati 70.000 incidenti di quel tipo significa che il totale del lavoro minorile (e quindi dei relativi reati!) può collocarsi su multipli di quel numero!
L’evasione fiscale “perdonata†attraverso i concordati fiscali …â€Mi devi 100 (milioni) , dammene 30 e chiudiamola lìâ€. Ma solo per i Grandi Evasori … non certo per i semplici ed umili F24 della povera gente, la quale si cede arrivare riprese fiscali anche per somme minime: “Mi devi 100 (euro) dammene 30 e finiamola lì “? Quando mai? Che volete, de minimis non curat pretor … ecchè … vorreste forse che il Sistema si desse cura di concordare un’omissione od un errore di quel miserrimo livello? Della serie: la legge è uguale per tutti (gli evasori da 100 milioni in su).
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E poi, uno scandalo al giorno leva il precedente di torno. Che fine ha fatto una indagine a tappeto sulla mala gestio dei fondi pubblici regalati ai partiti e da questi alle loro fondazioni? Dice … ecco …vedi … fai antipolitica! No caro, al contrario io vorrei che si facesse Politica con la P maiuscola e che i partiti fossero finanziati anche dal pubblico ma con un sistema di corretta gestione preventiva e di successivo tempestivo controllo del denaro loro affidato da ciascuno di noi. E invece … calati junco ca passa la china: piegati canna, che poi la piena del fiume passa e tu ti rialzi …
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Super stipendi e super liquidazioni a chi ha mandato in malora le FS e la compagnia di bandiera? A chi ha gestito male banche SpA private che però poi ricevono “sovvenzioni di salvataggio†dal sistema pubblico? Livelli retributivi mai visti né in UE né negli USA?
 Ecco, tutto ciò non è serio. Ecco, tutto ciò continuerà ad accadere? Me ne dolgo sin d’ora, ma almeno avrò evitato che sia offesa la mia intelligenza. Dice … ma il Natale … che fine ha fatto? Rispondo: ecco, io vorrei che
il Natale, questo Natale, rappresentasse la rinascita della nostra consapevolezza, della nostra coscienza, della nostra capacità di reagire e di indignarci, della nostra capacità e volontà di “esserciâ€, della nostra fiducia che “volendo si puòâ€, purchè.
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Purchè cosa? Purchè tutti noi, governanti in testa, si riacquisti la visione d’insieme del nostro passato, del nostro presente e soprattutto del nostro futuro possibile.
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10 – NATALE IL SALTO
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 26 Dicembre, 2014 @ 9:18 pmDetto altrimenti: colta al volo, sul treno Milano-Roma … (post 1844)
Post 1844, anno 1844: centenario che precede la mia nascita (3 febbraio 1944). Il 20 febbraio 1844 nasce Joshua Slocum, navigatore solitario con la barca Spray: prima circumnavigazione del globo a vela e in solitaria.
Treno super veloce. Prima classe. Due manager pubblici parlano confrontano i loro emolumenti (circa 200.000 euro l’anno cadauno). Si lamentano. Invidiano un loro ex collega che “ha fatto il saltoâ€, ovvero che è diventato presidente di una grande “entità †pubblica e “guadagna†(si fa per dire, n.d.r.) oltre il doppio. “Ma quando ha fatto il salto? E poi, se lo mandassero via perché – ad esempio – si dimostra incapace o cambia la politica, per contratto gli devono pagare tre anni di stipendio. Lui sì che ce l’ha fatto il salto … beato lui ….
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Il salto … molti altri italiani lo fanno: della cena, delle vacanze, dell’istruzione, delle cure mediche, della pensione, del posto di lavoro, della costruzione della famiglia, di un futuro. Ma questi sono altri generi di salti …
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P.S.: Joshua Slocum. Capitano di un veliero, lo perse per una manovra sbagliata. Fra i molti mestieri successivi, fra i quali il tentativo di “scrittore” Joshua Slocum  lavorò come maestro d’ascia, fino ad un giorno di mezzo inverno del 1892, quando iniziò la storia del leggendario Spray. Infatti, tornato a casa completamente senza un soldo, ebbe una strana offerta da un vecchio comandante cacciatore di balene: gli regalava il suo sloop in disarmo. Il giorno dopo Slocum scoprì che si trattava di un relitto. Ricostruì da solo lo Spray, così si chiamava quel vecchio legno risalente al 1801. Scrisse nel suo (terzo ed ultimo)  libro: “Lo feci saldo, robusto e bello. Chiglia, braccioli e ordinate di dura quercia. Il fasciame era di pino della Georgia, spesso tre centimetri e mezzo. Le impavesate fatte con scalmotti di quercia bianca, i corsi di coperta di pino bianco”. La sera del 24 aprile 1895, Slocum salpò con lo Spray da Boston senza una meta precisa. Tre anni, due mesi e due giorni dopo, il 27 giugno del 1898, dopo una traversata di circa 46.000 miglia, alle 01:00 gettò l’ancora nel porto di Newport. Aveva circumnavigato il globo, da est verso ovest, passando per lo stretto di Magellano e la Terra del Fuoco.
Il suo terzo libro “Solo, intorno al mondo” ebbe un buon successo e permise a Slocum di acquistare la sua prima casa in terraferma. Come tutti i grandi miti della storia, la sua morte è avvolta nel mistero. Nel 1909, all’età di 65 anni, Joshua Slocum salpò per l’ultima volta con lo Spray verso le Indie Occidentali. Non arrivò mai. Né Joshua Slocum né lo Spray furono più ritrovati.
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9 – NATALE CORRUZIONE
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 26 Dicembre, 2014 @ 1:32 pmDetto altrimenti: da disuguaglianze sociali                  (post 1843)
Post 1843, anno 1843: nasce l’industria balneare a Rimini. Filosofia, Soren Kierkegaard. Musica, Wagner.
Paesi del Nord Europa: minime disuguaglianze sociali. Elevato livello medio di benessere. Minima corruzione.
Italia: esattamente il contrario.
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8 – NATALE SERENO
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 26 Dicembre, 2014 @ 7:20 amDetto altrimenti: sereno Natale  (post 1842)
Post 1842, anno 1842: nascono i fertilizzanti e l’anestesia. Prima del Nabucco di V.E.R.D.I. Â (Viva Vittorio Emanuele Re d’Italia)
M’affaccio alla finestra e vedo il … no, non vedo il mare, vedo il cielo, arabescato di rosa, rododactilos eos, l’aurora dalle dita rosa. Sereno il cielo come sereno deve essere il Natale, come sereno vorremmo che fosse per tutti il Natale, su questa Terra. Natale sereno, anche se questo post lo sto pubblicando la mattina dopo, a S. Stefano. Buon sereno a tutte le mie lettrici, a tutti i  miei lettori e alle loro famiglie!
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7 – NATALE GIUSTIZIA SOCIALE
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 25 Dicembre, 2014 @ 10:17 amDetto altrimenti: ma insomma, diciamo pane al pane e vino al vino … (post 1841)
Post 1841, anno 1841: si inaugurano le linee ferroviarie Napoli-Portici e Milano-Monza. In Europa “scoppia†la febbre ferroviaria, che poi diventerà una “bolla†che provocherà , scoppiando, una grande recessione, come vedremo fra qualche anno … ops, scusate, fra qualche post.
(Lo so … lo so … è Natale, dobbiamo essere tutti più buoni … Però “quello il Natale” io  l’ho già celebrato con un certo numero di post natalizi e non solo ieri e oggi, ma già una decina di post fa. Quindi riattacco con i miei post “laici” e torno a fare il “cattivoâ€)
Il Procuratore Caselli, bontà sua, sta cercando di ritirare il ricorso presentato al TAR del Piemonte contro l’ “illegale†riduzione della sua pensione da €540.000,00 ad €311.000,00 l’anno. Dice: comunque non era un privilegio, ma un diritto acquisito. E dai co ‘sti diritti acquisiti! Ma quanti contributi ha versato lei, Caselli, direttamente (non mi riferisco a quelli versati dallo Stato)? E poi, vuole incassare più del Presidente della Repubblica? Più di tutti gli omologhi europei e USA? Diritto acquisito? Guardi, Caselli, voglio essere buono: gli la passo. Però a fianco dei suoi diritti acquisiti ci colloco quelli di chi non ha lavoro né pensione, di chi non può nemmeno pensar dimettere su famiglia, di istruirsi, di non vedere la propria casa e azienda travolta dalle acque, di curarsi come si deve, di chi- codice verde – deve attentere 9 ore al pronto soccorso (si sa, la spendig review!): anche tutti costoro hanno una serie di diritti acquisiti, acquisiti direttamente dalla carta costituzionale, e non da una laurea, da un concorso, da una carriera per quanto onorata ed onorevole essa sia! E allora, come la mettiamo? Quale diritto acquisito ha la priorità ?
Io trovo scandaloso che si sia permesso il crearsi di simili retribuzioni; che si sia cercato di difendere l’indifendibile; che si ignori l’esistenza della “priorità fra i molti, diversi diritti acquisitiâ€. Per far capire meglio il mio pensiro, una parabola (visto che siamo a Natale).
“In quel tempo un grande aereo civile, dotato di posti di “prima classe business super lussoâ€, “prima classe†e “classe turistica†per un totale di 400 posti, i cui passeggeri pagavano rispettivamente 500, 300 e 100 euro a biglietto, ebbe un guasto al motore e fu costretto ad un atterraggio di fortuna nel bel mezzo della banchisa ghiacciata del polo Sud. S’era d’estate (qui da noi al Nord) e al Sud in pieno inverno. La temperatura era rigidissima. Gli impianti di trasmissione dell’aereo erano danneggiati, completamente inutilizzabili. Una tempesta magnetica e di vento rendeva impossibile i rilevamenti radar dei soccorritori. I cibi e le coperte disponibili erano limitati. I passeggeri delle classi superiori – in tutto circa 50 persone – esigevano che fossero soddisfatti prioritariamente le loro esigenze, “perché noi abbiamo pagato di più PER il biglietto, è un nostro diritto, acquisito con l’acquisto del biglietto a tariffa più elevataâ€. Il comandante, sostenuto in ciò dalle 350 persone della classe turistica, decise diversamente e rispose loro: “Signori, di fronte al vostro gruppo di 50 parsone che reclama il rispetto di un diritto acquisito, quello di essere ben nutriti e riscaldati, vi è l’omologo diritto acquisito di un gruppo di 350 persone: quello di sopravvivere. Io difenderò prioritariamente questo diritto, in favore di entrambi i gruppi di passeggeri, s’intendeâ€. E così fu. Tutti ricevettero in misura uguale quel minimo necessario alla sopravvivenza finchè arrivarono i soccorsi (la ripresa economica, n.d.r.) che trassero tutti in salvo”.
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