ITALIA VIVA TRENTINO AA NELLE VALLI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 14 Marzo, 2023 @ 7:33 am

 Borgo Valsugana, 13 marzo 2023 ore 20,00Su iniziativa della Coordinatrice Regjonale Senatrice DONATELLA CONZATTI

(Purtroppo non ho il testo degli altri interventi, soprattutto quello del Presidente della Commissione dei 12, Fabio Scalet)

Intervento di Riccardo Lucatti: “LIQUIDITA’ e DEBITO”

ANTEPRIMA – Buonasera amiche ed amici. inizierò con un esempio molto semplice: Tizio ha bisogno di liquidità per ragioni di salute, per aiutare suo figlio che vuole aprire un’impresa e per ridurre il suo forte debito bancario.  Tizio è proprietario di un appartamento sfitto che ha pagato 300. Riesce a venderlo solo a 200. Tizio ha una perdita economica di 100; una diminuzione del patrimonio; una liquidità di 200 per le tre esigenze di cui sopra.
ANALOGAMENTE lo Stato e gli Enti Pubblici potrebbero mettere in (s)vendita le centinaia di miliardi dell’enorme patrimonio immobiliare oggi non a reddito, operando attraverso un Fondo Immobiliare per quote annuali in modo da non turbare il mercato.
PARTO DA QUI, perchè i dati finanziari, economici e patrimoniali interagiscono fra di loro e operano – nel bene e nel male – “a cascata”, dall’UE allo Stato agli Enti Pubblici Territoriali, alle nostre tasche. Ma usciamo dall’esempio e dalla PROPOSTA N. 1 e … veniamo alla


LIQUIDITÀ E AL DEBITO DELLO STATO. Vi fornisco qualche dato 2022:

debito pubblico                    2.800  di cui scadente p.a.  circa 400
interessi pagati                     74  (media 2,7%)
PIL                                           1.950   (+lavoro casalingo donne: PIL + 25%)
rapporto       deb./PIL           D = 0,6; F = 1,0; IT = 1,45; H = 1,8
rapporto deficit/PIL              D = 6%;  IT= 8%
costo del 110%                       110
spesa sanitaria ’22-’23          124 – 128
MES rifiutato                          37,0  (prestito decennale al tasso dello 0,1%)
ricchezza fin. privata            5.260  di cui nei conti bancari 1.200
deficit russo gen-feb. ‘23       88% del deficit annuale previsto x 12 mesi !

Per il Covid, il PNRR. Ma dopo il Covid sono arrivate altre pandemie: guerra, inflazione, immigrazione, clima, riconversione industriale e dei lavoratori, povertà, sanità x la vecchiaia, etc.) e serve altra finanza. Ecco quindi la PROPOSTA N. 2: coinvolgere volontariamente la finanza privata italiana ed estera per ridurre il debito, aumentare la liquidità e fare maggiori investimenti produttivi SENZA AUMENTARE LA PRESSIONE FISCALE.

Nel libro che insieme all’amico Gianluigi De Marchi ho pubblicato nel 2020 “Ricostruire la finanza” suggeriamo di emettere TITOLI PUBBLICI IRREDIMIBILI RENDITA con un rendimento superiore a quello dei titoli di debito, a tasso in parte fisso e in parte variabile così da mantenere il loro valore in borsa, titoli rispetto ai quali lo Stato non è obbligato a restituire il capitale, vendibili nella Borsa Valori dal sottoscrittore che volesse rientrare del suo capitale. Anche lo Stato potrebbe acquistarli in quella sede, senza essersi riservata l’opzione alloro acquisto: in tal modo quei titoli possono essere classificati non più di debito bensì di rendita. Si tratta di un semplice SWAP (scambio) finanziario: capitale contro rendita.

Si può iniziare ad emetterli contemporaneamente secondo due canali:
1) in sostituzione volontaria delle tranche di debito pubblico in scadenza: diminuirebbero di pari importo il livello dell’indebitamento;
2) nuove emissioni: non aumenterebbero il debito e creerebbero maggiore liquidità oltre le esigenze Covid-PNRR: guerra/siccità/immigrati/riconversione dei lavoratori/ sanita’ pubblica a fronte dell’invecchiamento popolazione.

Il maggior flusso di cassa dovuto al maggiore rendimento da pagare agli investitori sarebbe più che compensato dalle mancate restituzioni delle quote di capitale.

Alla Borsa Valori, gli investitori potrebbero vendere i propri titoli che potrebbero essere acquistati da nuovi investitori e anche dallo Stato stesso.

Emissione recente, di pieno successo:
– 20 agosto 2020, Banca Intesa Sampaolo ha offerto in vendita 1,5 mldi di suoi Irredimibili ed ha ricevuto richieste di acquisto per €6,0 mildi!  (I titoli pubblici sarebbero tassati alla metà!).

PARLIAMO INFINE DELLA LIQUIDITÀ ED ALLA FINANZA LOCALE, CON LA PROPOSTA N. 3. L’art. 35 della L. 724 del 23.12.1994 prevede che gli Enti Pubblici Locali (Comuni, Province, Regioni) che rispettino certi indici di bilancio, possano emettere rispettivamente BOC, BOP, BOR – Buoni Ordinari Comunali, Provinciali, Regionali con le seguenti caratteristiche: rendimento +1 dei titoli statali; durata non inferiore a 5 anni; convertibili in azioni delle SpA di scopo create per la realizzazione di OO.PP.. Ciò a maggior ragione può funzionare se le SpA di scopo sono Spa miste a capitale pubblico e privato gestite non da uffici pubblici esterni bensì da manager interni, SpA nelle quali il potere decisionale è sempre unito alla responsabilità dei risultati.

Vi ringrazio per l’attenzione e resto disponibile per chiarimenti.
Riccardo Lucatti, ITALIA VIVA TRENTINO AA, Responsabile del Tavolo di Lavoro Finanza ed Economia Mista, qui sotto vi saluta:


Comments Closed

SKI STORY: AMARCORD, MI RICORDO …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 10 Marzo, 2023 @ 9:02 am

E ORIGINI. Io sono del 1944. Ho iniziato a sciare “tardi”, all’età di 17 annì, da Genova, quando frequentavo la seconda liceo classico. Tralascio le mie primissime origini, con sci d’epoca di icory, recuperati da una soffitta, cartavetrati, oliati, adattati da me con lamine, attacchi nuovi col formaggio Marker di sicurezza, soletta casalinga verniciata da me sul legno vivo. Poco dopo sci nuovi di pacca, tanto belli che li facevo “abitare” in camera mia, in un angolo ma ben visibili. Erano di metallo, i Devil Rosso della Persenico, attacchi francesi a cinghia lunga, quelli con sue “siluri” di metallo color bronzo: quello anteriore orizzontale; quello posteriore che si bloccava in verticale sullo scarpone. Quando camminavi con gli sci in spalla, era importante lasciare che le cinghie ricadessero ben distese dietro la schiena a testimoniare che eri un vero figo!

IL VIAGGIO. Da Genova andavamo a sciare inizialmente solo a Limone Piemonte, 180 km di cui solo una minima parte in autostrada, su pullman noleggiati da me e “riempiti” via telefono da amici. La mia sveglia era alle 03,50. Il pullman aveva il garage a Rapallo. Io salivo per primo nella zona est della città e poi, via via, una decina di fermate in successione est-ovest per raccogliere gli amici in zona vicino a casa loro. Tutti con scarponi da sci ai piedi l’intera giornata. Ognuno, man mano che saliva, riceveva un cartellino con il numero da 1 in avanti, ad indicare l’ordine secondo il quale i propri sci avrebbero dovuto essere stivati al rientro, gli uni sopra gli altri, nei cassoni laterali portabagagli del pullman: in tal modo si agevolava il ritrovamento e lo scarico degli sci di ognuno nelle varie fermate al ritorno a Genova a sera tarda. Era già bellissimo il viaggio. Molti amici insieme, molti amori nascevano, qualcuno anche poi sbocciato in matrimonio, qualche altro finiva. Si cantava molto, tutti i canti della montagna e anche quelli goliardici.

LE SCIATE. Iniziavano a sciare alle 10,30, dopo una lunga coda e salite su una seggiovia e sklift monoposto. Sosta pranzo? Quando mai! Un panino in tasca o un meno ingombrante tubo di latte condensato e via … chi si ferma è perduto! Poche le piste. La neve …  spesso  tanta, raramente poca, battuta o meno non importava, così come non ci fermava una forte nevicata, nebbia, vento e freddo intensi. Le primissime volte si pagava ogni risalita in contanti, poi con i tesserini bucati dall’addetto, infine con l’abbonamento giornaliero: negli anni ’60 il festivo costava 2.500 lire, il viaggio 1.500 lire a testa: insomma con 5.000 lire (una bella sommetta, all’epoca, soprattutto per noi studenti) ci usciva la giornata sulla neve.

OGGI. Se penso a queste mie origini, oggi che vivo a Trento, mi pare di essere sceso dalla luna sulla terra. Quando proprio mi voglio togliere lo sfizio di sciare per primo sulla neve battuta dai “gatti”, la sveglia non serve, tanto alle 06,30 sono già sveglio da solo.  L’abbigliamento è molto caldo e leggero, gli scarponi non sanno nemmeno cosa sono le stringhe delle triplici chiusure dei famosi “Munari”. Mezz’ora di auto e sono in Paganella o in Bondone. Se poi voglio “esagerare”, con poco più di un’ora arrivo sulle piste dolomitiche. Conosciamo ben prima che tempo farà, la temperatura, lo stato della neve. Una serie infinita di piste perfettamente battute, chalet per il ristoro, ovunque: “massa fazil” troppo facile, per dirla in dialetto trentino! Giunti sul posto, sci ai piedi, ci permettiamo di scegliere via via la pista sulla quale sciare, in relazione alla sua esposizione, all’ora del giorno, alla sua altitudine: insomma, siamo proprio viziati!

AMARCORD. Mi ricordo … che vi avevo detto?

Comments Closed

TELECABINA TRENTO – MONTE BONDONE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 9 Marzo, 2023 @ 3:58 pm

Se ne parla da molti decenni. Appunto … se ne parla! Recentemente già finanziata da Roma per oltre la metà della somma necessaria (35 milioni, se non erro). Il progetto è osteggiato soprattutto
– da chi prevede una gestione in passivo;
– da chi afferma che lo sci del Bondone non è all’altezza di sostenere afflussi elevati di sciatori;
– da chi teme che la montagna sia inquinata dal troppo affollamento.

Al che mi permetto di ribattere che occorre ampliare l’angolo visuale del giudizio e invito a
– considerare che Trento è rimasta l’unica città di montagna in regione, in Italia e all’estero non collegata alla sua montagna;
– considerare la necessità di collegare un quartiere cittadino con il suo centro;
– vitalizzare la parte “in quota” della città;
– non focalizzarsi sullo sci;
– quanto all’economicità della gestione, valutare l’INDOTTO che esso genera; ed inoltre inserire l’impianto in una SPA MISTA PUBBLICO PRIVATA MULTISERVICE insieme a società comunali che oggi disperdono molte energie nell’inutile pagamento di rilevanti imposte sul loro utile di bilancio;
– utilizzare una SpA mista pubblico-privata perché in esse il potere gestionale è sempre unito alla responsabilità dei risultati;
– fare di questo impianto il generatore di un nuovo prodotto turistico: la vendita dei DISLIVELLI in TUTTE LE STAGIONI, portando in quota i numerosissimi cicloturisti che sempre più numerosi attraversano la valle dell’Adige e facendoli “planare” verso Trento, Rovereto, la Valle dei Laghi, il Lago di Garda e indirizzandoli anche in direzione opposta, dando in tal modo l’avvio ad un progetto bi-provinciale analogo al TIROL BIKE SAFARI realizzato dall’Austria, prodotto turistico che ha messo in rete oltre 700 km di ciclo discese!
– valutare il collegamento con la ciclabile del Lago di Garda in corso di realizzazione la quale attirerà un enorme numero di ciclo turisti ed infine per avvalersi dell’ottima rete delle nostre piste ciclabili di fondo valle, a sua volta in corso di messa a sistema;
– valutare il collegamento con il sistema ciclabile della Valsugana in occasione del suo imminente collegamento a Trento;
– invitare tutti a leggersi i Quaderni di Cicloturismo e di Ciclo Escursionismo editi dal CAI Centrale e reperibili in internet, i quali testimoniamo che la frequentazione in bici della montagna non va ignorata né vietata, bensì va regolata;
– impostare e gestire il progetto secondo la tecnica del General Management, affidandone la responsabilità a persona despecializzata, capace di svolgere questo ruolo, la quale operi sulla base di un funzionigramma e non di rigidi organigrammi;
– PER RISPETTARE IL RAPPORTO FRA INVESTIMENTI E BIGLIETTI VENDUTI, si può ipotizzare di calcolare il rilevante indotto a fronte del quale, ai fini del rispetto del citato rapporto, rapporto, applicare l’ammortamento finanziario e cioè che non tenga conto di eventuali contributi esterni.

Riccardo Lucatti, Trento – Sciatore, ciclista, velista, ex istruttore sezionale di alpinismo, “Senatore” della sua sezione del CAI; P-AD-DG di lungo corso; già ideatore e fondatore di Carosello Tonale SpA; da anni felicemente in pensione e attualmente responsabile del TAVOLO DI LAVORO FINANZA ED ECONOMIA MISTA DI ITALIA VIVA TRENTINO AA.

Comments Closed

POLITICA E AUTONOMIA SPECIALE AMMINISTRATIVA DEL TRENTINO AA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 4 Marzo, 2023 @ 2:34 pm

Con un amico parlavo della nostra Autonomia e del rischio che stiamo correndo se a causa della politica locale perdessimo il frutto del grande lavoro compiuto da Don Lorenzo Guetti e da Alcide Degasperi. Il mio amico mi dice:

  1. Non va bene essere presenti nei partiti politici. La Politica si può fare anche standosene fuori.
  2. Chi fa politica nei Partiti è un integralista.
  3. L’autonomia è stata frutto della politica dei Principi Vescovi.
  4. La perdita dell’Autonomia speciale riguarderà non noi ma i nostri nipoti.

Al che ho replicato:

  1. La crisi dei partiti politici ha determinato la crisi di conoscenza e coscienza degli affari della polis, cioè della propria città, provincia, regione, stato, continente.
  2. Integralista è chi si affida alla morale dei princìpi: la politica è l’arte del compromesso.
  3. La sensibilità e l’azione autonomista si è svolta in tre fasi: 1) dal 1803 data che segna la fine del Principato Vescovile di Trento, al 1848; 2) dal 1848, anno in cui l’abate Giovanni a Prato  (1812-1883) inizia a sostenere la richiesta di separazione del Trentino dalla Confederazione germanica, fino al 1885, anche  per opera di Don Lorenzo Guetti; 3) dal 1885 agli  inizi del 1900 nei due dopoguerra (Degasperi).
  4. Alcide Degasperi disse: Il politico pensa alle prossime elezioni, lo statista alle prossime generazioni”.

Comments Closed

ITALIA VIVA A STORO – IL PRIMO DEI 14 EVENTI NELLE VALLI DEL TRENTINO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 25 Febbraio, 2023 @ 6:42 am

VENERDI’ 24 FEBBRAIO 2023 ORE 20

Storo, la patria del sociologo Antonio Scaglia: vengo adesso dalla rilettura del suo libro “Democrazia e impero – Illusione democratica e borghesia occulta”, Rubettino Ed. 2018). Secondo Scaglia gli uomini con grandi visioni, da De Gasperi a Kohl, hanno avuto la convinzione che il loro progetto poteva e doveva esser costruito solo con la gente, insieme alla gente e che esso prevedeva che ripartisse per tutti l’ascensore sociale ad alimentare la classe media, per dirla con Alexis de Toqueville, sociologo strenuo difensore della democrazia rappresentativa (e non di quella “diretta” da poche persone!).

In Trentino ho sempre visto trattato il tema del lavoro insieme alla gente e di pari passo al tema dell’Autonomia, sin da quando Don Lorenzo Guetti, parroco di montagna della vicina Quadra nelle Giudicarie Esteriori, lo ha difeso e interpretato quale componente essenziale della politica autonomista locale. Proprio in questi giorni ho letto la riedizione di un prezioso libro sulla storia del lavoro e dell’autonomia trentina:  “E per un uomo la terra” di Marcello Farina (ViTrend Ed. 2022) la cui lettura mi permetto di suggerire a tutti voi.

Sottopongo quindi alla vostra attenzione alcune sottolineature:

  1. Occorre richiamarsi ad un vangelo laico, “Il lavoro secondo Adriano Olivetti”, per il quale il lavoro non poteva essere separato dagli altri ambiti in cui si svolge la vita degli uomini e delle donne.
  2. E’ anche utile citare un importante manager e imprenditore, Pier Luigi Celli (Il potere, la carriera e la vita- Memorie di un mestiere vissuto controvento” Ed. Chiarelettere 2019), il quale:
    1. testimonia come la presenza delle Donne in azienda migliori la produttività, perchè la donna ricerca la relazione con gli altri  mentre l’uomo cerca di imporre il suo punto di vista;
    1. constata la necessità di valorizzare le periferie umane, amministrative (i singoli COMUNI!)   e organizzative, cioè chi è a contatto con il mercato e con la gente delegando insieme potere e responsabilità,
    1. Individua come fattore primario della produzione la motivazione di chi lavora (Esperienza personale: “Siamo contenti di venire a lavorare con lei”) operando per funzionigrammi e non più per organigrammi.

Sistemi opposti di politiche del lavoro – il comunismo e il liberismo sfrenato –  hanno dimostrato il loro fallimento: Oggi ITALIA VIVA vuole impostare il problema secondo i principi del liberismo democratico e attuare una RIFORMAZIONE del sistema lavoro, a cominciare dalla interpretazione lessicale: labor in latino significa “fatica” mentre “lavoro” oggi deve significare contributo responsabile alla collettività e strumento di costruzione del proprio presente e del proprio futuro.

La RIFORMAZIONE del Lavoro secondo ITALIA VIVA:

  • attribuire CENTRALITA’ al tema Lavoro e non solo ai concerti del signor V. Rossi di turno;
  • sviluppare il tema in modo COMPLETO, affrontando contemporaneamente tutti i suoi moltissimi aspetti;
  • rendere IL TERRITORIO ATTRATTIVO E RITENTIVO DI LAVORO;
  • Attribuire un ruolo centrale della PERSONA (istruzione, formazione, famiglia); in particolare, dare centralità al lavoro dei GIOVANI e delle DONNE (PIL?);
  • dare a chi lavora la CAPACITÀ per il lavoro dell’oggi e la CONOSCENZA per imparare i lavori del domani (costruzione di auto nuovo tipo);
  • nel sistema scuola lavoro, mandare i DOCENTI nei posti di lavoro;
  • fidelizzare i LAVORATORI STAGIONALI;
  • quantificare e valutare l’enorme valore del LAVORO SOCIALE GRATUITO.

Ultimo accenno alla PRODUTTIVITÀ – Nel lavoro: su 100 ettari un indiano ed un asiatico producono in un anno 1 ton di grano. Un occidentale circa 30 tons  e l’Ucraina è il granaio del mondo sviluppato! Dalla produttività sul lavoro dobbiamo passare alla PRODUTTIVITÀ DEL LAVORO POLITICO, SUPERANDO E RIFORMANDO TECNICHE OBSOLETE  E  I PASSATISTI DELLA POLITICA

Ora la parola a tutti voi: siamo qui per prendere nota delle vostre esigenze e delle vostre proposte. Vi ringrazio per la vostra attenzione.

Riccardo Lucatti – ITALIA VIVA TRENTINO – ADA ALLEANZA DEMOCRATICA PER L’AUTONOMIA

Comments Closed

IL LAVORO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 21 Febbraio, 2023 @ 8:49 am

Devo avviare una discussione pubblica sul tema “lavoro” in alcuni nostri EVENTI ITALIA VIVA NELLE VALLI DEL TRENTINO. Provo qui ad elencare alcuni possibili inneschi tenuto conto che avrò pochi minuti per illustrare la SCELTA adottata:

1) occorre dare centralità al problema lavoro, ed affrontarlo nei suoi molti aspetti, con l’obiettivo di trasformarlo da problema in opportunità, cioè “risolvendone tutte le sue componenti” e non limitarsi a “fare qualcosa per qualche componente”;
2) il lavoro fa parte di una catena di anelli ed è preceduto e condizionato dagli anelli istruzione e formazione;
3) il problema “lavoro” deve essere esaminato dalla sociologia sotto il profilo dell’ ascensore sociale;
4) il lavoro delle generazioni precedente, attuale, successive;
5) l’evoluzione della tecnica e della storia incidono profondamente sulla materia “lavoro”;
6) il lavoro: chi lo offre, chi licenzia, chi lo ricerca, chi lo rifiuta;
7) il lavoro manuale, tecnico, di concetto;
8 ) il lavoro dipendente e delle partite IVA;
9 ) il lavoro in bianco e in nero;
10) il lavoro sottopagato, strapagato;
11) il lavoro in UE, Stato, Regioni, Province, città, piccoli paesi;
12) il lavoro dell’oggi, basato sulla capacità; quello del domani basato sulla conoscenza;
13) capitale e lavoro oggi hanno un terzo compagno fattore della produzione: la motivazione di chi lavora;
14) il lavoro dell’uomo e della donna;
15) il lavoro femminile casalingo computato nel PIL;
16) la politica del lavoro nella storia trentina;
17) il lavoro e la nostra Autonomia Amminitrativa Speciale;
18) il lavoro nel pubblico e nel privato;
19) il lavoro di una parte della Politica;
20) la gratuità nel lavoro sociale;
21) la fidelizzazione dei lavoratori stagionali;
22) la mobilità nel lavoro;
24) la sede del lavoro (home working);
25) la carriera, la vita o entrambi?

Avrò pochi minuti a disposizione, devo fare una SCELTA: grazie se mi aiutate a scegliere i temi con i quali innescare la discussione da parte dell’uditorio. Una cosa è certa: che se io fossi l’Assessore al Lavoro, avrei veramente un gran lavoro da fare!

Comments Closed

KATA’ (CONTRO) L’ASTENSIONE DAL VOTO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 19 Febbraio, 2023 @ 7:40 am

(Grazie se fate girare questo messaggio)

“La politica mi ha deluso ed allora io non vado votare, tanto i politici sono tutti uguali”. A sragionare così, l’è pezo ‘l tacon del bus, si dice nel nos dialet trentin, è peggio la toppa del buco che si vuole rappezzare! Innanzi tutto i politici NON sono tutti uguali, e poi disinteressarsi della politica ricorda l’aneddoto raccontato dal famoso costituzionalista toscano PIERO CALAMANDREI ad una scolaresca: il comandante avvisa che la nave sta affondando. Un passeggero replica: “O che m’importa, un è miha mia!”

Ognuno di noi cittadini deve essere un “politico”, ovvero deve occuparsi della sua “polis” cioè del suo Comune, della sua Provincia/Regione, del suo Stato, della sua UE.
In caso contrario non avrà più alcun titolo e diritto di lamentarsi di nulla: della mala sanità; delle carenze dell’istruzione scolastica; dell’insufficiente finanziamento della ricerca; della fuga dei nostri cervelli migliori; dell’elevata evasione fiscale; dell’abnorme aumento dei prezzi; delle bollette elevate; delle manovre per sottrarci la nostra Autonomia Speciale Amministrativa; etc. etc..
Andiamo tutti a votare, ad iniziare dalle prossine elezioni amministrative qui da noi, nella Provincia Autonoma di Trento! Diamo un esempio virtuoso all’intero Paese! Andiamo a votare e facciamo la nostra SCELTA

(Io sono quello con in mano la “L” nella foto! In prima fila, in ginocchio, da sinistra, il coordinatore provinciale ITALIA VIVA Fabio Pipinato, la nostra Senatrice DONATELLA CONZATTI, il nostro candidato ROBERTO SANI e la attivissima Elisabetta Zanella. L’altra nostra candidata, RITA ZAMBANINI, tiene in mano la lettera “A”).

Comments Closed

ITALIA VIVA TRENTINO NELLE NOSTRE VALLI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 18 Febbraio, 2023 @ 11:25 am

Comments Closed

DEFICIT, DEBITO PUBBLICO, SANITA’ PUBBLICA, TITOLI IRREDIMIBILI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 17 Febbraio, 2023 @ 10:47 am

Il deficit annuale indica quanto lo Stato, ogni anno, sborsa in più rispetto a quanto incassa ed è un dato finanziario, di cassa si potrebbe dire. Il debito è la situazione debitoria finale ed è un dato patrimoniale. I due dati sono collegati: se lo Stato ha un surplus finanziario, lo porterà a diminuzione del debito. In caso di deficit, il debito pubblico aumenterà di pari importo. Solo per dare in modo molto approssimato l’ordine di grandezza delle cifre di cui si parla: posto PIL =1, il debito pubblico è 1,7 e la finanza privata italiana è 3,4 di cui 1 depositato nei conti correnti bancari. Fino a qualche tempo fa la stampa anche non specializzata era informata e ci informava regolarmente sull’andamento del deficit, del debito pubblico, del PIL e dello spread (differenziale fra i nostri titoli di debito pubblico e quelli tedeschi). Raramente sull’ammontare della finanza privata italiana.

In questa sede metto in relazione il finanziamento della sanità pubblica con l’andamento del deficit e quindi del debito.

La sanità pubblica è la principale voce di spesa dei conti dello Stato.Il governo ha rinunciato ad incassare i 37 miliardi del MES Sanitario: un prestito decennale riservato ad interventi alla sanità, al tasso dello 0,1%, ed ha destinato alla sanità pubblica solo 2 miliardi di cui 1,5 assorbiti dalle bollette dell’energia. La sensazione che se ne trae è che si pensi di rallentare o ridurre di molto i finanziamenti alla sanità pubblica, per passare da una situazione di deficit ad una di avanzo e quindi iniziare a ridurre il debito pubblico a scapito di quel settore.

A questo punto la sanità tenderebbe a diventare come a quella USA, cioè chi ha possibilità, stipula una polizza assicurativa e gode della sanità privata. Gli altri no.

Questa soluzione rappresenterebbe il coinvolgimento quasi forzoso della ricca finanza privata (di chi la possiede, s’intende) verso il settore pubblico in quanto sarebbe alleggerito di quelle spese.

Per completezza: se il governo avesse incassato i 37 miliardi del MES Sanitario, avrebbe fatto una scelta politica contraria alla tendenza (non dichiarata) di privatizzazione della sanità, ed inoltre si sarebbe trovato di fronte alle seguenti alternative:
aumentare di 37 miliardi il debito pubblico, oppure …
… per evitare questo aumento, avrebbe dovuto sottrarre 37 miliardi ad altre voci, avrebbe dovuto fare delle scelte.

(Libro edito nel 2020)

Sta di fatto che la nostra sanità pubblica, provinciale e statale, fatta qualche lodevole eccezione, è in forte crisi e già oggi, anche qui in Trentino, ci si deve spesso rivolgere alla sanità privata. Tuttavia sarebbe esistita un’altra via di uscita, quella che avrebbe consentito di incassare i 37 miliardi del MES Sanitario senza aumentare il debito pubblico, e cioè che in parallelo lo Stato avesse emesso Titoli Pubblici Irredimibili Rendita, titoli senza l’obbligo della restituzione del capitale e con un rendimento maggiore dei titoli di debito, emettendoli inizialmente in sostituzione VOLONTARIA della tranche di titoli di debito pubblico in scadenza (in totale circa 450 mildi l’anno).
Lo Stato avrebbe minori esborsi fe maggiori disponibilità finanziarie, ridurrebbe il proprio debito ed otterrebbe un miglioramento dello spread.
Il sottoscrittore avrebbe un rendimento maggiore e potrebbe sempre recuperare il capitale vendendo i titoli in borsa.

Nel 1935 lo Stato emise Irredimibili per 42 miliardi di lire offerti in opzione a 95/100 al 5% annuale liquidazione semestrale: i titoli andarono a ruba.
Il 20 agosto 2020 Banca Intesa Intesa Sanpaolo ha emesso €1,5 miliardi di suoi irredimibili ed ha ricevuto richieste di acquisto per 6 miliardi! E i titoli di banca sono tassati al doppio di quelli statali!

L’obiezione che si pone oggi questa soluzione è che i Titoli Irredimibili sono classificati di debito. Ecco, appunto, “classificati”: è necessario correggere questa loro particolare etichetta applicata a somme che non si devono restituire.
Altra obiezione: se lo Stato si riservasse un’opzione di riscatto, allora non si potrebbe negare che siano titoli di debito. Obiezione: a parte che anche questa obiezione ha una natura formale, lo Stato – anche in assenza di una espressa opzione di riscatto da parte sua – in un secondo momento potrebbe ben porsi come acquirente nella  borsa valori.

Dal punto della tecnica finanziaria, operazioni di questo tipo sono semplici swaps, scambi di capitale con rendita, già molto utilizzati in ambito finanziario anche internazionale.

Quindi, se non ora, quando?

Riccardo Lucatti, Responsabile del Tavolo di Lavoro Finanza ed Economia Mista di ITALIA VIVA TRENTINO.

Comments Closed

LA SANITA’ SECONDO MELONI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 16 Febbraio, 2023 @ 11:27 am

Trento: il Senatore BRUNO KESSLER, il mio vecchio capo all’ISA, la finanziaria della quale mi aveva voluto Direttore, un giorno mi disse: “Chi fa le connessioni, capisce le situazioni e il loro sviluppo”. Da quel momento sono stato molto attento a fare le “connessioni” e oggi ne voglio fare alcune in relazione alla Sanità Pubblica secondo Meloni.

– La Signora PCM Meloni ha fatto scadere, senza richiederli, i 37 miliardi del MES Sanitario, il cosiddetto Response Plan, prestito decennale al tasso annuale dello 0,1% destinato alla Sanità Pubblica.
– Con il che ha agevolato la sanità privata: chi ha i soldi si cura, gli altri .. evvabbè …
– La maggiore voce di spesa del bilancio pubblico è la Sanità.
– Cosa di meglio che eliminare la Sanità Pubblica, agevolare la sanità privata, adottare il modello sanitario USA e al contempo risanare la finanza pubblica?

Più a destra di così si muore, infatti molti possono anche morire per assenza delle cure che non si sono potuti pagare!
D’altra parte la mala Sanità Pubblica premia anche elettoralmente: guardate un po’ cosa è successo alle regionali lombarde di questi giorni! Ha vinto quel tale che ha gestito malissimo il Covid.

Ed allora, cosa andiamo trovando?

Comments Closed