UN’IDEA DELLA NOSTRA PRIMAVERA DELLE IDEE (estratto dal libro allegato) PER CONTRIBUIRE A DIMINUIRE IL DEBITO PUBBLICO: VENDITA DEL PATRIMONIO IMMOBILIARE PUBBLICO ATTUALMENTE NON UTILIZZATO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 26 Aprile, 2021 @ 6:10 am

Detto altrimenti: un progetto complesso, certamente, ma … perché no?   (post 4250)

Dal documento conclusivo di un’indagine conoscitiva della Commissione Finanze della Camera dedicata agli immobili pubblici emergerebbe che la situazione unità immobiliari del solo Stato (escluse cioè quelle degli altri enti pubblici territoriali ed Enti del parastato!) è la seguente: 543.000 unita’ pari a 222 milioni di metri quadrati !

Il Dipartimento del Tesoro dell’Economia e delle Finanze, sulla base dei valori medi rilevati dall’Osservatorio del Mercato Immobiliare dell’Agenzia del Territorio (valori OMI, prezzi medi per provincia) ha stimato un loro valore fra i 239 e i 319 milardi di euro.

Si potrebbe costituire un fondo immobiliare per la vendita a scaglioni annuali di 15-20 miliardi l’anno (er non deprimere il mercato con vendite unitarie troppo elevate!) e mirare a ridurre il debiuto pubblico del 10-15%.

Banche, privati e investitori istituzionali italiani e stranieri potrebbero acquistare quote del fondo, di fatto acquistando gli immobili. Il fondo venderebbe gradualmente gli immobili pagando in tal modo i detentori delle quote per capitale e interessi. Inoltre il fondo potrebbe emettere proprie obbligazioni garantite dagli immobili, il cui ricavato andrebbe a favore del Tesoro. Il costo delle cedole sarebbe inferiore a quello ordinario, potendo i titoli beneficiare di un rating elevato, grazie alla loro solidità immobiliare.

Questo e molto altro nella seconda edizione del libro allegato, nel quale mi sono firmato “Presidente Associazione Restart Trentino”.

.

Comments Closed

25 APRILE RESISTENZA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 25 Aprile, 2021 @ 6:02 am

Detto altrimenti: un dovere anche oggi   (post 4249)

Per colpa della pandemia, è il secondo anno che non lo celebriamo con la pedalata FIAB “Resistere, pedalare, resistere”. Ogni anno infatti andavamo in un luogo della Resistenza. Oggi, ci andiamo con la mente, anzi, “ci vado” con la mente e il luogo che mi sono scelto è il nostro Parlamento … anzi, di luoghi me ne sono scelti due!

1) Il Parlamento, quello che qualcuno voleva aprire come una scatola di sardine; quello che “presto non servirà più”; quello che “datemi i pieni poteri”; quello che “prima (e “da soli”, n.d.r.) gli Italiani”; quello che “la democrazia deve essere diretta, cioè diretta da noi tre”; quello che “anche noi ci alleiamo con quelli lì, così facciamo numero”.
2) La nostra mente, quella che ha rifiutato la demagogia, il populismo, il sovranismo; la politica dell’odio, degli insulti, degli slogan, del segreto, dell’assenza di un modello prospettico; quella che ha rifiutato l’informazione stile Minculpop.

E’ in questi due “luoghi” che oggi dobbiamo recarci, per onorare chi è morto per darci la Democrazia Parlamentare e la Costituzione più bella del mondo.

NELLE FOTO: UNA DELLE NOSTRE ULTIME PEDALATE COMMEMORATIVE: SULLA STRADA DEL PONALE A RIVA DEL GARDA. Alla destra del Sindaco, l’avv. Renato Ballardini, partigiano.

Comments Closed

TRENTO, CITTA’ “METROPOLITANA” OVVERO UNA NUOVA ETA’ DEL COMUNE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 24 Aprile, 2021 @ 5:41 am

Detto altrimenti: si impone una riflessione in tal senso    (post 4248)

 ” Metropolitana” fra virgolette, s’intende: quello che conta è il concetto. Ora mi spiego. In altre regioni la grande città capoluogo, a ragione del suo elevato peso specifico, è stata elevata a questo rango, con maggiore autonomia, potere e responsabilità.

PAT- Provincia Autonoma di Trento, un’area “asimmetrica e disomogenea”: 166 comuni di cui 160 piccoli, 5 medi, ed uno “grande”, il Capoluogo. E’ chiaro che il rapporto della PAT verso i 160 piccoli comuni è diverso da quello verso il Capoluogo. Un esempio: la PAT può ben emanare un ordine generale ai 160 piccoli comuni sugli orari di chiusura dei negozi alla luce di un interesse generale, ma lo stesso potere lo può reclamare Trento su se stessa, in quanto a sua volta gestisce una sua specifica “generalità”. In altre parole: la PAT deve porsi nei confronti della città capoluogo come holding tendenzialmente “pura” (finanziaria) e sempre meno “operativa”, e riservare le sue energie alla gestione dei grandi problemi nei confronti del potere centrale (Autostrada A22) e del potere provinciale di Bolzano (Mediocredito TAA). Cosa che non sempre ha fatto.

Circa il rapporto PAT-Capoluogo, un esempio: la legge urbanistica della PAT non dovrebbe imporsi sulla legge urbanistica del Capoluogo, se non altro perchè … cosa ci starebbe a fare il governo cittadino?

Comments Closed

GUFARE: PENSARE CHE LE COSE POSSANO ANDAR MALE, CRITICARE SENZA PROPORRE SOLUZIONI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 23 Aprile, 2021 @ 6:33 am

Detto altrimenti: non è “gufare” invece, prepararsi a gestire il peggio con proposte concrete, essere responsabili, previdenti, e proporre soluzioni finanziarie per il contenuimento del debito pubblico (post 4247)

I TITOLI PUBBLICI IRERDIMIBILI RENDITA non sono un debito, non sono una patrimoniale  e producono contemporaneamente questi benefici:
1 – convogliamo volontariamente le risorse finanziarie private italiane ed estere verso il nostro settore pubblico;
2 – riducono il livello del debito pubblico;
3 – aumentano la liquidità del Tesoro
.

Ricordate Marco Porcio Catone detto il censore? Ce l’aveva contro Cartagine: qualunque argomento si fosse discusso in Senato, chessò, la costruzione di un acquedotto, concludeva con “Ceterum censeo Carthaginem delendam esse” e alla fine fra l’altro prenso che dobbiamo distruggere Cartagine. Ed io ceterum censeo Irredimibilia emitteanda esse!

Io credo che i fondi Recovery non saranno sufficienti ad invertire l’andamento crescente del nostro debito pubblico. Calcolatrice finanziaria HP alla mano, occorre un’ulteriore massa finanziaria d’urto, quale può derivare dalle emissioni di TITOLI IRREDIMIBILI RENDITA (non sono titoli di debito) e dalla VENDITA DEL PATRIMONIO IMMOBILIARE DEGLI ENTI PUBBLICI oggi non a reddito.
Dice … ma se li vogliono classificare come titoli di debito! Dico: io ho una pera. Me la fanno mettere in un cesto pieno di mele e uva: sempre pera resta! La natura della cosa determina la sua classificazione, non il contrario: quella pera, anche se messa nel cesto delle mele e dell’uva, sempre pera resta! E se la classificazione dei Titoli Irredimibili Rendita fosse sbagliata, la si cambia, cribbio! Dov’è il problema? Altrimenti mi sembrerebbe un po’ come quel tale che per fare dispetto alla moglie, si evirò! Tradotto: pur di  non SFORZARSI AD APPROFONDIRLI , pur di “fare dispetto” a chi li propone, li si rifiuta tout court arrecandosi un grave danno.

Comments Closed

NO ALLA CHIUSURA DELLA STRADA DEL LAGO DI CAVEDINE IN ESTATE!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 22 Aprile, 2021 @ 2:32 pm

Detto altrimenti: MA SIAMO MATTI? (post 4246)

Sono un pensionato, cicloturista residente a Trento e – in estate – a Riva del Garda. Partendo da Riva, pedalo spesso fino a Sarche e al LAGO DI CAVEDINE, quando non ci arrivo per una sosta dopo avere fatto il “giro del Ballino” (Riva – Passo del Ballino – Sarche – Canyon Limarò – Sarche- Toblino,  etc.). Altre volte ci arrivo dopo avere “scalato” da Arco il Bosco Caproni – Drena o anche quale tappa del tragitto Riva – Sarche – Valle dei Laghi – Cavedine – scavalcamento del crinale – planata sul lago. Quale “vecchio” socio FIAB spesso sono stato la guida cicloturistica per comitive di nostri colleghi “Fiabbini” di altre regioni: è una cortesia che ci scambiamo fra Fiabbini di varie regioni, ed ho sempre riscontrato un grande entusiasmo nel pedalare in questa zona.

CON LA CHIUSURA DELLA STRADA DOVREMMO PASSARE COSI’?

Al lago trovo sempre un piacevolissimo punto di ristoro al centro velico (e non solo) Wind Valley, accogliente sotto ogni aspetto: “ristoro” a tutto tondo! Cibo, bevande, ma soprattutto accoglienza. Per le bici poi, c’è tutto: rastrelliere, attrezzi per piccoli interventi, caricabatterie per le e-bike. Per noi anche un prato verde sul lago per rilassarsi.

E come me apprezzano tutto ciò migliaia di ciclisti nostrani e “foresti”: insomma, una tappa veramente rigenerante, che completa, anzi “consente” di effettuare dei veri e propri piccoli tour (diciamo, i più lunghi sono di una 70ntina di km) in un ambiente di rara bellezza.

Tuttavia vi si incontrano anche intere famigliole di residenti o turisti che fanno base nella zona di Pietramurata-Sarche, per cui portano i bimbi in bicicletta a fare un tuffo o una veleggiata su questa perla della natura, senza dovere affrontare faticose pedalate in salita. Non sono poche poi le persone che raggiungono il lago in auto, per godersi uno spazio di natura, di bellezza e di quiete veramente raro.

Perché scrivo tutto questo? Perché mi è giunta voce che presto dovrebbero iniziare lavori di scavo per la posa di una tubazione lungo la strada per circa 600 metri da quel punto di sosta, con l’interruzione del citato sistema dei percorsi cicloturistici e automobilistici. Tutto questo adesso, in prossimità della riapertura dei luoghi di sosta e di ristoro dopo un anno di chiusura a causa della pandemia? Mi chiedo: ma non si può rimandare questo intervento a fine stagione? Si eviterebbe di penalizzare l’economia ed il turismo della zona e soprattutto l’immagine della gestione del Turismo offerto dalla nostra bellissima Provincia.

Grazie se condividete questo mio auspicio.

Comments Closed

GRILLO, “E’ ORA DI FINIAMOLA!”

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 21 Aprile, 2021 @ 7:55 am

Detti altrimenti? BASTA!    (post 4245)

Espressione sgrammaticata ma spontanea, popolare, molto efficace in voga decenni fa. Un grido di esasperazione, un dire “Basta!” con i contorsionismi d’ogni tipo, quelli di un vecchio comico in testa! Se il re è nudo, diciamolo, anzi, gridiamolo. E anche il giullare: se è nudo anch’esso, gridiamolo!

GRILLO URLANTE: “Ma quale stupro … via … era lei che lo voleva … si sa come vanno queste cose …” Una violenza doppia: quella all’epoca del fatto e quella di oggi. I reati sono due: quello del figlio e quello del padre: il primo da accertare in tribunale; il secondo da punire subito!

Mi sono laureato il giurisprudenza nel 1968 con una tesi in Medicina Legale in materia penale. Una lezione del professore: ” La violenza sessuale, il professore cita … “Il ragazzo con una mano mi teneva ferma la mano destra; con l’altra, la mano sinistra; poi mi ha strappato il reggiseno e le mutandone …” (il prof continua ammiccando a noi con un sorriso ironico): “Ma quante mani doveva avere quel povero ragazzo?”

GRAVISSIMO, ma ancor più grave che non fosse scoppiata un’esplosione di protesta tale era la cultura dominante di oltre mezzo secolo fa! E oggi? Oggi quel buffone da strapazzo vuole riportare indietro le lancette della civiltà al delitto d’onore; all’adulterio punito solo al femminile; al matrimonio riparatore; al marito “capo” della famiglia; allo ius corrigendi del marito sulla moglie; a “la porta – si sa – si apre dal di dentro”, etc..

BASTA! E’ ORA DI FINIAMOLA!

P.S.: oltre al fatto umano … ci rendiamo conto che quell’essere manovra miloni di frequentatori di un moderno Paese dei Balocchi? Che con la loro democrazia “diretta” da poche persone – senza l’intervento dirompente di tale Matteo Renzi – avremmo potuto ritrovarcelo fra i pochi capi di una “democrazia oligarchica” alla turca o alla ungherese?

Comments Closed

IL CORAGGIO DI RENZI, CONZATTI, NOSTRO E LASCIATEMI DIRE ANCHE MIO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 19 Aprile, 2021 @ 5:55 am

Detto altrimenti: e diciamola tutta … dai!      (post 4244$

Sono un ex scalatore, già istruttore sezionale di alpinismo. In politica come in montagna occorre prepararsi gradualmente, accumulare esperienza, studiare il percorso, valutare le proprie capacità, affrontare con coraggio la parete. Coraggio che non vuol dire totale assenza di paura: sarebbe incoscienza. Coraggio significa valutare i rischi e saperli affrontare pur nella consapevolezza che la certezza non te la può dare nessuno.

MATTEO RENZI si è preparato, ha valutato, ha scelto un percorso, lo ha affrontato con molto coraggio e lo ha superato. Ora qualcuno gli contesta che quella “via” sulla parete della politica non sia opera sua o quanto meno non sia almeno in grandissima parte opera sua. Qualcuno che arriva in vetta e pianta la sua bandierina, ovvero il suo cappello sul lavoro altrui. Come? Semplice: scalando la montagna per la via aperta da Renzi come se fosse stata aperta dallo scalatore di turno.

Infatti ora si stanno realizzando tutte le proposte per le quali Renzi si è esposto, per le quali ha lottato, per le quali “abbiamo” lottato insieme a lui, per le quali ci siamo presi i sorrisetti di sufficienza tipo voi con quel 2% cosa pretendete di dire e fare … Grazie Matteo!

CONZATTI, DONATELLA CONZATTI, SENATRICE DONATELLA CONZATTI: è lei che ha portato noi a Renzi e Renzi a noi. Con la stessa capacità, lo stesso coraggio. E’ lei che oggi conferisce il taglio alto ai nostri interventi, un respiro non inferiore al provinciale e – considerando gli ottimi rapporti che da sempre ha saputo instaurare con Bolzano – bi provinciale. Lo si è visto da ultimo nella conferenza stampa di sabato scorso, quella di presentazione della nostra Primavera delle Idee. Grazie Donatella!

Ed io? Be’ io sto facendo molto meno, solo che cerco di dare il “mio” massimo anche se dovesse risultare un “massimo controcorrente”- E faccio ciò in due modi:

1) conscio che la finanza in arrivo dall’UE non sarà sufficiente, proponendo l’emissione di Titoli Rendita Irredimibili per diminuire il debito pubblico ed al contempo aumentare la liquidità;
2) insistendo a che si producano idee e programmi veramente straordinari a fronte della straordinarietà del danno che la pandemia ha generato.

Dice … ma facendo così, soprattutto per la parte finanziaria, ti esponi! Certo, in questa mia scalata si tratta di un passaggio delicato, “esposto” si direbbe in gergo alpinistico, ma che volete, in una scalata ci può stare. Dice … e se il tuo progetto non fosse accolto? Be’ io rimarrei della mia idea a meno che non mi si convincesse del contrario con argomenti concreti, puntuali e completi: non accetterei negazioni superficiali, quelle tre righe di supponenza che proprio non dicono nulla se non l’inadeguatezza di chi le scrive.

Comments Closed

ALLARME FINANZA PUBBLICA – EMETTIAMO TITOLI IRREDIMIBILI RENDITA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 15 Aprile, 2021 @ 3:09 pm

Detto altrimenti: sei  segnali d’allarme   (post 4243)

a) Fine marzo 2020: duemiladuecento cittadini tedeschi hanno impugnato il Recovery Fund presso la loro Corte Costituzionale, causando quanto meno un ritardo di tre mesi all’intera procedura. Sorgeranno altri intoppi?
b) in genere l’Italia è stata capace di utilizzare solo in misura minima i fondi UE;
c) Stesso periodo, il PCM Draghi in una riunione UE non deputata (era sul Covid) ha auspicato l’emissione di Eurobond;
d) l’Italia sta emettendo titoli di debito a 50 anni (scadenza lunghissima, ma sempre debito sono!);
e) in UE si inizia a ragionare se come e quando far cessare gli acquisti di titoli di debito dei singoli stati da parte della BCE.
f) a febbraio 2021 il nostro debito pubblico è alle stelle: 2643,8 mildi!

Prima del Covid UE ci chiedeva di non generare un deficit oltre il 3% del PIL, cioè di non aumentare il debito pubblico di oltre circa 50 mildi l’anno.  Da mesi e mesi noi stiamo approvando aggiornamenti di bilancio (= ulteriori debiti) per decine e decine di mildi (quello in corso, da solo, vale 40 mildi). L’introito del Recovery (35 mildi l’anno se tutto va bene, per 6-7 anni) non genererà finanza sufficiente a invertire la tendenza dell’aumento del debito pubblico.   Se non si interverrà, la soluzione potrà essere solo l’uscita dall’Euro de/o una forte patrimoniale.

Prima di ciò, a seguito di conforme parere locale, abbiamo proposto a Roma di esaminare la proposta di emettere Titoli Irredimibili di Rendita non di debito e ci siamo offerti di discutere la proposta in un webinar. La nostra offerta è indirizzata al massimo livello, nella speranza che non sia “fermata” da qualche filtro.

Infatti, chi non ha approfondito la proposta, ha cercato di cavarsela affermando che gli Irredimibili sono un debito, e quindi non ne varrebbe la pena. Questo è il punto: se vi danno una somma di denaro che voi non siete tenuti a restituire, considerate di avere un debito? No di certo. In realtà con l’emissione di irredimibili lo Stato non contrae un debito ma fa uno scambio, cioè “vende una rendita perpetua” che però può riacquistare passato un certo periodo, in quanto si è riservato un’opzione in tal senso.

L’emissione di Irredimibili in sostituzione volontaria delle tranche di titoli di debito in scadenza RIDUCE IL LIVELLO DEL DEBITO PUBBLICO. L’emissione di altri Irredimibili “nuovi”, AUMENTA LA LIQUIDITÀ SENZA AUMENTARE IL DEBITO PUBBLICO. I titoli irredimibili convoglierebbero VOLONTARIAMENTE risorse finanziarie private italiane ed estere verso il settore pubblico italiano, laddove imposte patrimoniali convoglierebbero FORZOSAMENTE verso il nostro settore pubblico risorse solo italiane. Una bella differenza!

E’ chiaro che lo Stato ha maggiori flussi in uscita a causa del maggiore rendimento degli Irredimibili, ma tali esborsi sono molto più che compensati dal fatto di non dovere restituire quote di capitale.  Sotto il profilo economico, diminuendo il debito, diminuirebbe il costo del debito. Sotto il profilo finanziario, aumenterebbe la liquidità.

Dal punto di vista della contabilizzazione di tali operazioni, si potrebbero utilizzare conti d’ordine (che non sono conti patrimoniali). E se per un qualche motivo la legge contabile non lo prevedesse, si potrebbe semplicemente aggiornare la legge in tal senso. Infatti la situazione della finanza post Covid è grave ed eccezionale e può ben richiedere una risposta eccezionale: che poi nell’aggiornamento di una legge non vi è proprio nulla di eccezionale.

Comments Closed

MATEMATICA FINANZIARIA & POLITICA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Aprile, 2021 @ 5:54 am

Detto altrimenti: facciamo quattro calcoli …    (post 4242)

Una piccola calcolatrice HP12 costa all’incirca 50 euri. Con questo strumento e un po’ di cognizioni di matematica finanziaria possiamo fare questo calcolo:

Consideriamo di quanto aumentava ogni anno il nostro debito pubblico prima del Covid: circa il 3% del PIL. Nel frattempo a causa della pandemia siamo arrivati al 10%. Ora arriveranno i fondi del Recovery, circa 35 mildi all’anno per sei-sette anni se saremo bravi e capaci di incassarli. Questi fondi andranno ovviamente a diminuire l’esigenza dell’indebitamento ma non del tutto, perchè saranno destinati a nuovi investimenti prima non in atto nè previsti. Nel frattempo il rallentamento della produzione genererà una diminuzione delle entrate fiscali.

La domanda è: stando così le cose, quale sarà l’andamento dell’indebitamento pubblico? Riusciremo farlo diminuire di circa 5 punti all’anno, condizione che pare essere necessaria per rimanere nell’Euro? Cosa accadrebbe al paese se uscissimo dall’Euro?

Io credo che questo calcolo vada fatto sin da ora attivando due funzioni: la politica e la matematica finanziaria. Perchè, se i conti non dovessero tornare, allora bisognerebbe attivare sin d’ora strumenti eccezionali, quali le emissioni di Titoli Pubblici Irredimibili di Rendita non di debito: in tal modo si diminuirebbe il debito e si attirerebbe volontariamente la finanza privata italiana ed estera verso il settore pubblico italiano. Se invece si intervenisse con imposte patrimoniali, si attirerebbe forzatamente la sola finanza privata italiana. Una bella differenza!

Taluno si oppone alle emissioni irredimibili affermando (erroneamente, n.d.r.) che esse sarebbero comunque un debito. In realtà si afferma ciò perchè non si saprebbe come gestirle dal punto di vista contabile se non come un debito, e quindi ci si leva d’impiccio affermando che sono un debito e il problema (contabile!) è risolto! Ma il problema reale, quello finanziario no (ma se il Capo Ufficio contabilità non ce lo permette … che ci possiamo fare noi?)

Giorgio La Pira stava assegnando le case popolari secondo equità. I suoi gli fecero osservare che la legge prevedeva altri criteri. Rispose: “Io assegno le case, voi andate ad aggiornare la legge”.

Comments Closed

FINANZA PUBBLICA … PER NON TORNARE ALLA LIRA!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Aprile, 2021 @ 7:07 am

Detto altrimenti: guai a noi!      (post 4241)

In molti post affermo che il Recovery Fund sarà un forte contributo al rilancio del Paese e soprattutto al miglioramento della nostra produttivita’, ma che non risolverà il problema della crescita dell’indebitamento, per cui propongo l’emissione di titoli irredimibili rendita non di debito e la vendita dei beni immobili egli enti pubblici oggi non a reddito. ciò per rimandare/scongiurare una forte imposta patrimoniale, altrimenti indispensabile …

… per evitare che la mancata diminuzione del debito pubblico di circa 5 punti l’anno possa farci “espellere” dall’Euro.

In questi giorni: 1) Confindustria ha espresso la sua preoccupazione circa la sufficienza della ripresa; 2) io ho ritrovato un mio vecchio schema sull’andamento dei cambi della lira che avevo compilato il 31 marzo 1987 per il periodo intercorrente dal 1970 (cessazione degli accordi di Bretton Woods sul regime dei cambi fissi) al 1987.

Come si vede, rispetto alla lira, la moneta più stabile fu il FRF; A loro volta, il DM e il FRCH crebbero parallelamente di circa il 400%; il USD, partendo dal cambio più elevato (625 lire per dollaro) arrivò nel 1985 a toccare le 2069 lire per dollaro. L’ECU, Unità di Conto Europea (una sorta di “moneta” convenzionale utilizzata per mutui internazionali) dal 1982 al 1987 passò da 1258 lire a 1287 lire per ECU.

Negli anni ’70 a fronte di questa situazione, furono adottate in Italia le seguenti misure:

– Svalutazione della lira del12 %
– Feroce stretta creditizia …
– … per cercare superare la quale ci inventammo le “accettazioni bancarie” e le operazioni in pool revolving
– Costo effettivo annuo del denaro anche oltre il 35%
– Feroce stretta valutaria
– Obbligo di cessione all’UIC-Ufficio Italiano cambi la divisa estera ricevuta a fronte di esportazioni, al minor cambio fra la data di ricevimento e quella di cessione
– Obbligo di pagare le importazioni con conti a debito in divisa estera
– Obbligo per gli importatori di versare a Bankitalia in un conto in lire infruttifero bloccato per sei mesi la metà dei pagamenti fatti all’estero.

Io ho vissuto tutto ciò come Capo della Finanza Italia della STET, Torino/Roma, la finanziaria dell’IRI per l’elettronica e le telecomunicazioni: all’epoca la più grande SpA finanziaria del Paese.

Comments Closed