LE MINACCE AL PRESIDENTE MATTARELLA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 14 Marzo, 2021 @ 6:29 amDetto altrimenti: attacco alla Democrazia Parlamentare (post 4623)
Attenzione! Al di là delle risultanze dell’indagine, purtroppo un primo risultato negativo è già in arrivo: avere dimostrato che “si può fare”, che la Persona del Presidente non è inattaccabile (sia pure a rischio di giustissime, pesanti sanzioni). Si tende ad incrinare comunque l’immagine, a cercare di distruggerla; poi a isolare, poi a eliminare. La stessa tecnica delinquenziale utilizzata contro Matteo Renzi. E non mi si dica, con tono di superiorità e sufficienza “Ma che accostamento fai … si tratta di due persone ben diverse …” perchè io non sto confrontando due Persone diverse, bensì i due attacchi uguali a quelle Persone.
La stessa tecnica dissacrante di “Occorre mettere una cintura sanitaria intorno a Renzi”; “Apriremo il parlamento come una scatola di sardine”; “Presto il parlamento non servirà più”; “E’ inutile che una componente del governo e del parlamento insista per vedere come stiamo organizzando la pianificazione del Recovery”; “Permettiamo, anzi, invitiamo la RAI a dileggiare una componente politica e di governo per di più senza contraddittorio”: dicesi nuovo Minculpop, che nel ventennio era il Ministero della Cultura Popolare e oggi è la RAI- “Ministero” per in … chiappettare la mente del popolo” (scusate il termine, prometto che non lo farò più!).
“Le parole sono pietre” scriveva Don Lorenzo Milani ad una professoressa …
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L’ETA’ DI MEZZO
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Marzo, 2021 @ 2:27 pmDetto altrimenti: no, non mi riferisco al Medio Evo … (post 4622)
Hai vissuto una vita intensa, ricca anche di esperienze di lavoro ai massimi livelli, sei soddisfatto. Ti metti a disposizione del sistema, per cercare di trasmettere agli altri quella tua “ricchezza” e ti accordi di essere … a metà del guado: troppo vecchio per aspirare a posizioni alle quali del resto tu non aspiri; troppo giovane rispetto alle esperienze di vita e di lavoro maturate oggi dai … quarant-cinquantenni, tu che quelle loro esperienze hai vissuto ieri solo dalla sponda opposta, quella sulla quale sedevano i sessantenni et ultra. Evvabbè …
Un esempio? Voglio testimoniare (non “insegnare”) e ricordare cosa accadde alla lira e alla finanza italiana qualche anno dopo la cessazione degli Accordi di Brettonm Woods (quelli sulla fissità dei cambi). Era la seconda metà degli anni ’70:
- svalutazione del 12%.
- Feroce stretta creditizia e valutaria.
- Costo del denaro effettivo annuo tra il 20 e il 40%.
- Obbligo di pagare le importazioni a debito di conti anticipo in divisa estera.
- Obbligo per gli importatori di versare a Bankitalia su un cinto vincolato per sei mesi e infruttifero una somma pari alla metà dei relativi pagamenti all’estero.
Questo perché non c’era l’Euro. Ma se non mettiamo mano sin d’ora alla crescita dell’indebitamento, prima o poi non è escluso che ci chiedano di uscire dall’Euro. E allora … Dice: ma tu sei un pessimista? No raga, scialla: io mi auguro, spero e e credo nel bene ma mi preparo al peggio.
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FINANZA PUBBLICO-PRIVATA LOCALE BOR, BOP, BOC: Buoni Ordinari Regionali, Provinciali e Comunali
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Marzo, 2021 @ 7:06 amDetto altrimenti: de iure còndito e de iure condendo (post 4621)
Prendo lo spunto dai Bond Irredimibili Rendita non-di-debito già emessi dalle banche italiane (Banca Intesa Sanpaolo, 25 agosto 2020, 1,5 mildi a fronte dei quali ha ricevuto richieste di acquisto per 6,5 mildi!), Bond che ovviamente che possono essere emessi dagli Stati nazionali e anche dall’UE (per inciso, sarà interessante vedere come quella banca avrà classificato quell’emissione nel suo bilancio al 31 dicembre 2020, cioè non fra i propri debiti!), per parlare dei Bond locali BOR, BOP, BOC.
Mi riferisco infatti alle emissioni dei titoli di debito pubblico degli Enti Locali previsti dall’art. 35 della legge 23/12/94 n.724, che prevede, per le risorse così ottenute, il vincolo di destinazione a investimenti in specifici progetti di importanti opere pubbliche (funivie, interramenti ferroviari, etc.). Queste emissioni hanno durata minima cinque anni (la legge però non fissa la durata massima!) e sono convertibili in obbligazioni o in azioni delle società di scopo possedute dagli enti emittenti. Il loro rendimento può essere superiore fino a un punto rispetto a quello del corrispondente titolo statale.
Una proposta: che quel “possedute” si possa riferire anche a SpA miste pubblico-private a maggioranza azionaria pubblica.
Partendo da questa situazione, si potrebbe ipotizzare – sulla scia delle emissioni di irredimibili bancari – l’emissione di Bond locali irredimibili, cioè senza scadenza: l’unica modifica legislativa dovrebbe essere quella che autorizzi di remunerarli oltre quell’1% in più concesso agli attuali bond locali, magari con il tasso di rendimento rivedibile.
Una proposta: che il legislatore autorizzi un primo esperimento locale su di un Comune pilota, magari un comune turistico, per trasformare i propri turisti in investitori.
Gli investitori si troverebbero ad avere acquistato un’interessante rendita perpetua, che potrebbero disinvestire vendendo il titolo sul mercato. Gli enti pubblici potrebbero raccogliere denaro vedendo vedrebbero diminuire il livello del loro indebitamento, perché l’emissione di titoli senza scadenza di rimborso non costituisce un debito.
Una proposta: la certezza dei flussi di rendimento e potrebbe essere garantita dalla fidejussione di un pool di banche locali.
Quanto sopra potrebbe essere congiunto con la rivalutazione di istituti già esistenti quali le società di scopo, di general management, miste pubblico private e con le tecniche del project financing: tutto ciò nel senso di sensibilizzare il cittadino alla realizzazione del “Bene Comune” che non è una piazza o una scuola (che sono beni pubblici, collettivi), ma che è “quel Bene realizzato sin dall’inizio con il contributo attivo di tutti”.
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RINNOVO CONCESSIONE A22
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 10 Marzo, 2021 @ 6:57 amDetto altrimenti: perche’ chiediamo il rinnovo diretto della concessione A22 all’attuale SpA mista a capitale a grande maggioranza pubblica (post 4620)
Si sono individuate e configurate la SpA come la forma giuridica migliore per la gestione dei fatti economici finanziari.
Nelle SpA gli azionisti definiscono lo Statuto, la composizione del CDA-Consiglio di Amministrazione; approvano o meno i bilanci. Il governo è del CDA, la gestione della DG-Direzione Generale.
Il settore pubblico in molti casi ha ritenuto di adottare la forma di SpA possedute al 100% per la gestione di suoi fatti economici finanziari. Tuttavia
1) ha creato organi esterni alla sua SpA con poteri di governo e controllo, separando il potere (ricondotto in capo all’ente pubblico) dalla responsabilità (lasciata in capo agli organi della SpA) = mancanza di motivazione = mancanza di risultati;
2) non ha arricchito la propria SpA delle competenze manageriali private;
3) ha escluso la possibilità di apporto di denaro fresco da parte dei privati sotto forma di aumento di capitale diretto; di conversione in azioni di obbligazioni Regionali, Provinciali, Comunali; di sottoscrizione di Titoli Pubblici Irredimibili di Rendita a destinazione di investimenti specifici.
In alternativa il settore pubblico ha aperto il capitale sociale della propria SpA ad una percentuale minima di azionariato privato (caso della società Autobrennero, gestore della A22). In tal caso, in occasione del rinnovo della concessione, si pretenderebbe che per ottenere l’affidamento diretto (senza gara UE), si debbano estromettere gli azionisti privati e ricondurre la Spa a quella forma in house assolutamente inefficiente.
Quanto meno si replica: in UE esistono casi di affidamento diretto a SpA miste pubblico private a stragrande maggioranza di azionariato pubblico. Quindi nel caso dell’A22 ci si potrebbe rifare a questi casi.
In casi futuri si potrebbe esperire una gara UE per la individuazione degli azionisti privati di minoranza, poi tenuti a prestare alla SpA le “prestazioni accessorie” di cui all’art. 2345 del Codice Civile, essendone remunerati: ad esempio, prestazioni quali la gestione della SpA e/o la progettazione di investimenti. Indi è possibile affidare direttamente a questa SpA mista incarichi e concessioni, quale, ad esempio, la progettazione del sistema di governo della mobilità pubblica o il lancio della gara UE per la realizzazione di importanti infrastrutture.
Panta rei, tutto scorre: la realtà, le esigenze, le esperienze … anche la prassi e la legge.
F.to Riccardo Lucatti, Coordinatore del Tavolo Finanza ed Economia Mista di ItaliaVitaTrentino.
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IRI-ISTITUTO PER LA RICONVERSIONE INDUSTRIALE (ANCHE DELL’INDUSTRIA DELLA CULTURA E DEL TURISMO)
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 9 Marzo, 2021 @ 7:30 amDetto altrimenti: mai dire mai (post 4619)
Non è detto che si debba creare questo nuovo Ente (per quanto …) ma che si debba ragionare in quest’ottica, sì.
Anni ’70. Io ho lavorato nel Gruppo IRI, quale Capo della Finanza Italia della STET, la finanziaria dell’IRI per le telecominicazioni e l’elettronica. La STET (Torino e Roma) era la maggiore SpA finanziaria del Paese e il capo della Finanza della Fiat era venuto nei nostri uffici “per vedere come si faceva”.
La Stet ha avuto un ruolo enorme quanto a investimenti, gestione, innovazione, trasformazione dei sistemi. Solo per citare le comunicazioni, ha sviluppato la fibra ottica (con il laboratorio CSELT di Torino); ha trasformato la telefonia da elettromeccanica in elettronica. In campo finanziario ha prodotto innovazioni assai rilevanti in un periodo di feroce stretta creditizia e valutaria.
L’IRI ha avuto un ruolo fondamentale nella industrializzazione del Paese dopo la guerra. Oggi stiamo vivendo una nuova guerra, quella contro la pandemia, anch’essa “mondiale”. Al momento purtroppo siamo in una fase di recessione e in queste fasi l’esperienza manageriale insegna che occorre accentrare, per poi tornare a decentrare appena inizia la fase espansiva.
La mia idea è che si debba accentrare almeno a livello di coprogrammazione pubblico-privata e di cofinanziameto pubblico-privato attraverso il coinvolgimento VOLONTARIO della finanza privata verso il settore pubblico su investimenti misti pubblico-privati, attraverso l’emissione di Titoli Irredimibili di Rendita e SpA miste pubblico-private, iniziando a mantenere in vita quelle esistenti (ad esempio, quella per la gestione dell’A22 Autobrennero).
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FINANZA PUBBLICO PRIVATA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 8 Marzo, 2021 @ 7:05 amDetto altrimenti: convogliare volontariamente la finanza privata verso il settore pubblico (post 4618)
Un giorno un importante personaggio economico finanziario mi ha detto:
“Occorre aumentare la produttività, questo è il vero punto debole dell’Italia rispetto a tutti gli altri paesi, non il debito pubblico che pro-capite è più sostenibile di quello di altri stati europei. Oggi il debito pubblico in scadenza annua è di circa 400-500 miliardi. Ormai siamo arrivati quasi al 160% del PIL. Tuttavia negli anni successivi dobbiamo assolutamente scendere anno per anno ad esempio di 5 punti alla volta, pena l’uscita dall’UE, il che comporterebbe una forte svalutazione con interesse dei soli Italiani a sottoscrivere titoli pubblici a rendimenti molto alti, ma con una moneta che varrebbe molto poco”.

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Gli sottopongo la mia idea che lo stato emetta Titoli Irredimibili Rendita, non di debito. Prosegue:
“Irredimibili, potrebbero essere una parte della soluzione a patto che il tasso fisso – inizialmente interessante – fosse rivedibile di cinque anni in cinque anni. Ciò, insieme alla “fiducia nello Stato” contribuirebbe a mantenere il valore del titolo intorno a 100, il che è un presupposto necessario per il successo del lancio. Occorrerebbe trovare una formula equa, che non sia una sorta di “truffa” per nessuno: emittente e investitore. Interessati a sottoscrivere potrebbero essere i piccoli risparmiatori, una certa parte degli investitori istituzionali quale il comparto Assicurazioni Vita. Con le banche occorrerebbe parlare. Importantissimo: la destinazione degli irredimibili per investimenti.”
Ho ringraziato questo personaggio, al quale ho fatto omaggio di una copia del mio libro edito nell’aprile 2020.
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CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 6 Marzo, 2021 @ 10:30 amDetto altrimenti: oltre l’8 marzo ….
Amici, lunedì 8 marzo ad ore 19,00 ci possiamo collegare a https://fb.me/e/zT0n8xZx
Si tratta di una iniziativa molto importante di civiltà e giustizia.

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FINANZA PUBBLICO – PRIVATA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 6 Marzo, 2021 @ 8:19 amDetto altrimenti: come fare collaborare le due “finanze” (post 4617)
Presupposti del mio ragionamento
- Il nostro debito pubblico continuerà a salire e per bene che sia investito il Recovery Fund, ci vorrà molto tempo prima di potere avere ritorni finanziari tali da iniziare a ridurlo.
- La crisi Covid è mondiale e forse prima o poi potrà incidere sulla funzione di sostegno UE.
- Oggi, la disponibilità finanziaria privata italiana è elevata (circa 4500 miliardi di cui 1700 nei c/c bancari) ed è alla ricerca di buoni rendimenti: occorre convoigliarla volontariamente verso il settore pubblico.
Il fatto
- Il 25 agosto 2020 Banca Intesa Sanpaolo ha lanciato 1,5 mildi di propri Titoli Irredimibili di Rendita (non di debito) al 5,5% lordo tassati al 26% ed ha ricevuto richieste di acquisto per 6,5 mildi.
- La banca ha pagato tassi così elevati perché era sicura di investire a tassi ancora più elevati: poi si apprende che è la principale finanziatrice della costruzione di una enorme centrale a carbone nei Balcani, contribuendo ad una politica contraria alle direttive UE in materia ambientale.
Il futuro
Se il sistema bancario seguisse questo esempio
– si drenerebbero i depositi bancari italiani per finanziare investimenti esteri anche di dubbia portata;
– si creerebbe una forte e dannosa concorrenza al collocamento dei titoli di debito dello Stato.
Ulteriore pericolo
Poiché il denaro non ha il cartellino, in assenza di altri investimenti esteri quale la suddetta centrale a carbone, le banche nostrane potrebbero emettere propri Titoli Irredimibili a tassi di rendimento molto elevato e affidare il reinvestimento di quelle somme a proprie filiali o consociate estere che si avvarrebbero di altre banche/finanziarie etc. (a catena) a tassi di rendimento sempre crescenti fino ad arrivare all’investimento più redditizio e più immorale in assoluto che non voglio nemmeno nominare.
La proposta
Lo Stato emetta subito propri Titoli Irredimibili Rendita non di debito a tassi interessanti, tenuto conto che come titoli pubblici sono tassati solo al 12,5%, in sostituzione volontaria di tranche di propri titoli di debito in scadenza (in tal modo riducendo il proprio debito pubblico) + nuove tranche (in tal modo aumentando la propria liquidità). I maggior esborsi in linea interessi sarebbero molto più che compensati dai minori esborsi in linea capitale.
Il risultato
Riduzione del debito pubblico. Maggiore disponibilità finanziaria. Maggiore tempo per mettere a regime la redditività degli investimenti. In caso di emissioni di irredimibili “tempestive”, attrazione in Italia di disponibilità finanziarie private estere.
E allora, why not?
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GLI ATTACCHI A RENZI: UN FALSO SCOPO
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 6 Marzo, 2021 @ 7:15 amDetto altrimenti: eppure basta leggere una pagina arial12 per capire … (post 4616)
Prima dell’entrata in vigore dei sistemi di rilevamento satellitare, quando un pezzo di artiglieria voleva colpire un bersaglio non visibile, si ricorreva a tiri di aggiustamento su obiettivi diversi, per cercare di aggiustare il tiro senza allarmare il vero obiettivo. In senso figurato, il falso scopo è l’obiettivo al quale si vuol far credere vengano rivolte critiche o azioni, per nascondere le reali finalità che si intendono perseguire.
Katà Renzi, contro Renzi come katà Eratostene, ma questa volta non contro uno dei trenta tiranni, bensì contro un solo “tiranno”, Matteo Renzi, il quale, facendo parte di un governo,– ha preteso (udite, udite!) di contribuire a governare bene interrompendo chi stava governando male. Ecco, e molti ad accusarlo di ogni infamia (le pallottole se le è spedite da solo; le dimissioni di Zingaretti sono colpa sua; etc.) e via così: cannonate su cannonate per distogliere l’attenzione dal vero obiettivo: la distruzione della democrazia parlamentare da parte della democrazia diretta, passando attraverso la più grave crisi economica finanziaria (pilotata) del Paese.
Ci stavano abituando, poco a poco: tanti DPCM, il Recovery redatto al di fuori del parlamento e di parte del governo; un paese guidato dai quesiti posti ad arte da pochissime persone al giudizio del voto di 70.000 reziarii con la pretesa di rappresentare 13 milioni di votanti alle politiche; un partito … anzi, “il” partito erede dei valori della resistenza dalla quale è nata la democrazia vera, quella parlamentare, a dire “il presidente e il capo ufficio acquisti non si toccano!” Il rapporto con l’UE vissuto come un rifiuto (dai sovranisti) o come una mucca da mungere da parte della Recovery Band. Ma ci siamo bevuti il cervello?
Una domanda: cosa sarebbe successo senza l’intervento di Matteo Renzi? Provo a rispondere:
- Per bene che fosse andata, enormi ritardi nell’incasso delle tranche del Recovery, il che vuol dire molti fallimenti di ditte, molti disoccupati, molti morti in più;
- Di fronte alla nuova crescente emergenza dovuta alla perdita dell’occasione di questo nuovo Piano Marshall, si sarebbe data la colpa al cattivo funzionamento della democrazia parlamentare e si sarebbe introdotta la democrazia diretta, cioè l’oligarchia, cioè il fascismo.
- E allora, come fare per distrarre la gente dal vero scopo? Si crea un falso scopo: tutti addosso a Renzi: antipatico, presuntuoso, rovinafamiglie (politiche), ambizioso, arrogante, macosavuolequellolì, il Lo Renzi d’Arabia, e chi più ne ha più ne metta.
Come uscirne? Presidente Draghi, per favore, “aggiorni” la composizione della dirigenza della RAI, di un ente che è ormai diventato un nuovo Minculpop, acronimo che se ieri significava Ministero della Cultura Popolare, oggi tende ad assumere il significato di chi vuole … “prendere in giro” (per non usare espressioni triviali) il popolo.
P.S.: dalla democrazia parlamentare alla democrazia diretta
- Minor numero di parlamentari meglio se estratti a sorte o scelti attraverso la rete;
- referendum propositivo con quorum molto limitato;
vincolo di mandato per i parlamentari; - obbligo per i parlamentari di approvare la proposta referendaria senza alcuna loro modifica;
- leggi fatte da poche persone;
- oligarchia (fascismo);
- oligarchi sempre più ricchi;
- popolo sempre più povero;
- il popolo protesta;
- gli oligarchi rispondono con il populismo: “Noi abbiamo solo eseguito le vostre decisioni”;
- morale: cornuti e bastonati.
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CARO MATTEO TI SCRIVO …
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Marzo, 2021 @ 7:35 amDetto altrimenti: così mi sfogo un po’ …. (post 46169
Caro Matteo, figlio mio, chè figlio mi puoi essere, te lo devo dire a cuore aperto. Tu sei ESAGERATO, sei TROPPO esagerato e se tanta gente ti odia ha i suoi buoni motivi! E ti spiego perché. Il tuo difetto principale è che appena ti si presenta un problema ti butti testa e piedi a risolvere il problema. Vedi che questo è un pregio nella considerazione di molti ma queste iniziative inevitabilmente scontentano anche quei pochi che dalle tue soluzioni ricevono un danno. I tuoi nemici, che tali sono, mica avversari, sfruttano proprio il malcontento di quei pochi che hai danneggiato per fartene una colpa. Non sono bravo nella teoria allora ti faccio qualche esempio.
1) Ti ricordi di quando hai voluto stabilizzare gli insegnanti? Quanti erano? 140 o 150 mila? Bene! Hai fatto un piacere alla maggioranza degli insegnati ma non hai considerato una cosa. Che molti precari lo erano da anche una decina d’anni. Magari nel frattempo si erano sposati, avevano messo su casa. Avevano avuto figli. Con l’altro coniuge che lavorava il loro stipendio serviva ad avere qualcosa in più ed era tutta manna dal cielo. Tu li hai obbligati ad avere una cattedra. Inevitabilmente, esauriti i posti vicino casa, gli altri avrebbero dovuto accettare cattedre sempre più lontane dalla propria residenza. Gli hai creato un problema e ti sei creato dei nemici.
2) Dopo la tua esperienza come presidente di Provincia hai deciso di eliminare le province. Capisco che lo hai ritenuto un organo burocratico inutile ed un costo aggiunto per la comunità ma dovevi anche esserti accorto che quello è anche uno dei tanti bacini elettorali che i politici utilizzano per “comprare” consenso. Pure tu ti sarai dovuto sedere a quel tavolo prima delle elezioni e decidere come incrementare le assunzioni con: “tanti a me, tanti a te e tanti a quell’altro”. Nel momento in cui le elimini ti sei fatto altri nemici sia da parte dei politici che da quelli che dovevano essere assunti.
3) Ma come t’è venuto in mente di mettere un tetto agli stipendi dei dipendenti pubblici? Capisco il motivo. Non è giusto che un giudice, per esempio, possa avere uno stipendio superiore a quello del Presidente della Repubblica che è anche il Presidente dell’organo giudiziario. E mica ti sei limitato a quello! Non ti andava giù che i tribunali, con tanti procedimenti arretrati, chiudessero dal 15 luglio fino al 15 settembre. Due mesi di ferie! Ed anche li ti sei fatto dei nemici. Tanti nemici. Perché pensi che non si dovrebbero vendicare?
4) Hai voluto che tutti pagassero il canone RAI per ridurlo a quelli che lo pagavano anche per i “dritti”. Il canone è stato ridotto ed anche rateizzato ma hai colpito quasi 5 milioni di utenti che nella loro vita mai avevano pagato il canone. Altri nemici.
5) Hai dato a 10 milioni e 500 mila dipendenti i famosi 80 euro mensili con una drittata pazzesca. Apparentemente allo Stato costa circa 10 miliardi l’anno ma fra IVA in più, consumi in più, assunzioni in più, cassa integrazione e indennità di disoccupazione in meno e contributi INPS in più quei 10 miliardi tornano tutti indietro (ed anche più dei 10 miliardi erogati). Ma come t’è venuto in mente di mettere un limite massimo e, peggio ancora, quello minimo per averne diritto? Lo sai o no quanti lavorano in aziende stagionali per cui assumono per 6 o 7 mesi e poi licenziano (tanto i dipendenti poi prendono la disoccupazione e arrotondano col lavoro in nero). Mettere il limite minimo significa scoprire chi, sia datori che lavoratori, usano questi “escamotage” per scaricare sullo Stato i periodi di inattività. Altri nemici ancora.
6) E poi il tuo Jobs act! E’ vero che hai raddrizzato un rapporto di lavoro distorto dove il “padrone” o il dipendente (assistito dal sindacato) entravano in conflitto spesso e volentieri e vinceva dove il padrone poteva ricattare (lettere di licenziamento in bianco) o essere ricattato dagli scioperi quando era nel pieno della produzione. Ma così hai scontentato sia i padroni disonesti che i lavoratori, ma soprattutto i sindacati, che si sono visti ridimensionati i poteri di veto e di ricatto. Altri nemici!
7) L’art. 18 dello Statuto dei lavoratori che in realtà difendeva solo i dipendenti pubblici scorretti. Quando c’era una vertenza nel settore privato le forze contrapposte erano equilibrate. Da una parte i datori e dall’altra i lavoratori con evidenti interessi realmente contrapposti e si arrivava ad una conclusione che accontentava (o scontentava) tutti in maniera equilibrata. Nel settore pubblico invece la vertenza finiva sempre con la vittoria del lavoratore perché a rappresentare l’Azienda c’era un funzionario dello stesso ente che prima di essere tale era un normale subalterno che, spesso, aveva commesso le stesse scorrettezze del dipendente da giudicare. Solo così si sono scoperti i famosi “furbetti del cartellino” che, sottratti alla trattativa (inter nos), dovevano e devono rispondere di “danno erariale” stabilito da un giudice. Una caterva di nemici visto che nel pubblico dove ne servono 10 ce ne stanno 40 che si pestano i piedi l’un l’altro per cui è ovvio che spesso decidano di fare altro fuori dall’ufficio, tanto non se ne accorge nessuno (tranne le telecamere della polizia).
8) Di errori che hai commesso ce ne sono altri che al momento non mi vengono in mente ma uno è quello fondamentale. Quando hai un problema lo risolvi secondo logica e giudizio mai badando, però, se la soluzione è di destra o di sinistra. Quindi di volta in volta ti accusano di essere o troppo di destra o troppo di sinistra ma non hanno interesse a capire che non sei né l’una né l’altra cosa, l’importante è darti addosso.
9) Tranquillo, non sto elencandoti un altro errore che mi è venuto in mente. Diciamo che è un tuo difetto che non devi però correggere. Essere “troppo” per quelli che sono nella “norma”. Non hanno spazio per concorrere con o contro di te. Capisco Calenda, tanto per essere chiaro. Come può pensare di essere un leader (di centro) se ci sei già tu? Togli ossigeno a tutti!
CALVANI PIETRO
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