UTOPIA UE? SI, MA SOLO COME LUOGO “NON ANCORA” RAGGIUNTO!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 3 Aprile, 2020 @ 2:03 pm

Detto altrimenti: e utopia sia!       (post 3838)

L’UE fatica ad esprimersi come entità unitaria piena. Una “vera e completa” UE da alcuni (USA, URSS) è osteggiata; da molti altri sembra essere considerata un’utopia. Utopia, u-topos, non – luogo, ovvero un luogo, una situazione semplicemente “non ancora” raggiunti (“non ancora”: infatti, guai nella vita a non avere un’utopia, un’aspirazione a un modello ideale!).

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“Utopia”, la famosa opera di Thomas More (1478-1535). A chi volesse leggerla suggerisco la traduzione di Maria Lia Guardini, ed. Piccola Biblioteca del Margine, facendo precedere questa lettura dalla lettura del libro “Tommaso Moro – L’uomo completo del Rinascimento” di Elisabeth-Marie Ganne, San Paolo Ed..  Thomas More (alias Tommaso Moro, alias dal 1935 San Tommaso Moro) nella sua opera espone i propri fondamentali: le ragioni della coscienza, la libertà dell’individuo, la dignità dell’uomo, la riforma della cultura, della società, della chiesa, l’accoglienza degli Altri, la solidarietà, l’equità nella distribuzione delle ricchezze, il diritto-dovere al lavoro, etc., tutte basi pre-UE, precedenti anche a quelle gettate qualche secolo dopo da Degasperi, Adenauer, Altiero Spinelli ed altri ancora. Non intendo io qui riassumere l’opera di Tommaso Moro. Cito solo un passaggio de L’Utopia:

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“Quando penso a tutti gli Stati oggi esistenti e mi sforzo di analizzarli obiettivamente, altro non riesco a vedere – che Dio mi aiuti – se non la cospirazione di un branco di ricconi che a nome e con il pretesto della collettività, si fanno soltanto gli affari loro e si inventano ed escogitano tutti i modi e gli espedienti per riuscire in primo luogo a non correre il rischio di perdere quello che in modo disonesto hanno arraffato e per riuscire, pagando il meno possibile, ad abusare del lavoro e delle fatiche dei poveri”.

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Le strisce! Regaliamole le strisce!

Thomas More non era un antipolitico, voleva solo indicare un possibile diverso metodo politico. Infatti, mi permetto di sottoporre all’attenzione delle lettrici e dei lettori una mia sottolineatura: il riferimento all’ Utopia come ad un metodo. Ovvero: è difficile costruire una Europa Politica? Sarà pur vero, ma almeno che qualcuno provi ad elaborare e descrivere nei dettagli come gli Stati Uniti d’Europa potrebbero e dovrebbero essere progettati. Al pari di Tommaso Moro che ha dimostrato come si puo’ descrivere un intero Stato Ideale.

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LETTERA A DUE AMICI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 3 Aprile, 2020 @ 6:26 am

Detto altrimenti: molto meglio che al direttore di un giornale   (post 3837)

Un nostro manifesto

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Sono il tesoriere dell’ Associazione Amici della Musica in Riva del Garda. Leggendo le nostre consuete comunicazioni di servizio, le mie mani si sono mosse da sole sulla tastiera del computer ed hanno scritto una lettera a due fra i miei consueti interlocutori, uno a Riva del Garda ed una a Rovereto. Ecco cosa hanno voluto esprimere:

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Inizia

Carissimo amico, gentile amica buongiorno.
Il virus. L’immagine che mi viene alla mente è la torre di Babele: la nostra razza, quella umana, rectius, una parte di essa, si credeva quasi arrivata, molto vicina a possedere ogni capacità, ogni ricchezza, ogni potere. E invece un minuscolo virus ci ha ricondotti quasi alla linea di partenza! Quando sento parlare di telescopi che ci hanno consentito di esplorare distanze di anni luce, mi viene da sorridere: e dopo? Dopo c’è l’infinito: basterebbe che quelle “cape tanto” (teste così intelligenti, per dirla in dialetto napoletano) si rileggessero la poesiola di quel tal Giacomo che parlava appunto dell’Infinito.

Le strisce! Mettiamole le strisce!

Io da vecchio manager sto cercando di dare una mano nel senso di contribuire, da semplice goccia qual sono, ad alimentare un ruscello di idee che possa confluire in un fiume-mare-oceano di soluzioni per il domani, per la ripresa dell’intero sistema UE. Se leggerete il LP-Long Post  che ho scritto e pubblicato ieri http://www.trentoblog.it/riccardolucatti/?p=73038 vedrete di cosa parlo. L’UE: io sono un europeista convinto sin da circa 40 anni fa quando aderii al MFE-Movimento Federalista Europeo di Altiero Spinelli. L’UE che USA e URSS proprio non vorrebbero, l’ UE culla della nostra civiltà (e inciviltà); archivio culturale e storico; madre della filosofia occidentale. L’Italia poi, il Paese Museo a cielo aperto, una somma di tutte le possibili bellezze e culture, musicale in testa, e nell’Italia il Trentino e nel Trentino Rovereto e Riva del Garda e in queste due città, voi due amici, che tanto fate per la Musica. Grazie!

Un caro saluto
Riccardo musicofilo, purtroppo non musicologo

P.S. “Adda passà a nuttata! Anche perchè “O bono tempo e o malo tempo non dura tutto ‘o tempo”. Nel frattempo … noi speriamo che ce la caviamo! (La bellezza e il colore dei dialetti e delle espressioni tipo sermone latino!)

Finisce

Della serie: un blogger non è mai solo!

P.S.: a suo tempo mi laureai in giurisprudenza. Uno dei tanti esami che dovetti superare fu “Filosofia del diritto”. Oggi mi chiedo se esista un trattato di “Filosofia della Musica”.

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In successione: 1) B-Bond; 2) BI-Bond Irredimibili; 3) EBI-EuroBond Irrerimibili; 4) EBI F- … emessi dai paesi Favorevoli (ma … sottoscrivibili da tutti!)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 1 Aprile, 2020 @ 5:27 pm

Detto altrimenti: un LP-Long Post, prodotto in successione, frutto dell’intelligenza, della fantasia, della creatività collettiva e dell’ amicizia fra tre persone!      (post 3836)


1 – In coda al post del 2013 io stesso proponevo i Monti Bond irredimibili per risolvere la crisi dell’ILVA:
http://www.trentoblog.it/riccardolucatti/?p=13355

2 – Il mio amico Gianluigi De Marchi demarketing2008@libero.it ha recentemente proposto
http://www.trentoblog.it/riccardolucatti/?p=72538 di riattivare le emissioni di titoli di debito pubblico italiani del tipo irredimibile.

3Io stesso ho aggiunto ora che potrebbero essere emessi anche Eurobond irredimibili.  Si veda il post   http://www.trentoblog.it/riccardolucatti/?p=72538 .

Gianluigi De Marchi


4 – Adesso Gianluigi De Marchi e il suo amico Francesco Femia rilanciano e propongono che gli Eurobond irredimibili europei siano  emessi (solo) da tutti i paesi favorevoli ai bond europei, con la facile prospettiva di vederli sottoscritti anche dalla finanza dei paesi cosiddetti “forti” che gli Eurobond non vogliono co-emetterli. Ecco il loro messaggio:

Contributo di Gianluigi De Marchi – Inizia:

Il mondo finanziario sta reagendo alla grave crisi economica generata dalla pandemia in maniera “tradizionale”, inondando i mercati di liquidità ed attuando politiche di ampliamento del debito pubblico. Eppure mai come in questo periodo è pericoloso creare nuovo debito che andrà a pesare sulle spalle delle nuove generazioni, zavorrandole di un peso che sarà insostenibile se non si verificasse (fatto altamente improbabile) un boom economico di straordinaria portata.

1935: Lit. 42 mildi, 5%, cedola semestrale

Sarebbe molto meglio studiare una forma alternativa (che non è certo di “finanza creativa” essendo già stata sperimentata con successo un secolo fa) di raccolta di capitali da destinare al sostegno ed al rilancio dell’attività produttiva. Intendo riferirmi all’emissione di un prestito irredimibile (cioè senza obbligo di rimborso), che paghi ai possessori una rendita perpetua ad un tasso “incentivante” (oggi potrebbe essere un 3% annuo). Il titolo, denominato “Rendita”, è un tipo particolare di obbligazioni, che attribuisce al possessore solo il pagamento degli interessi e non anche la restituzione del capitale. Ne ho già recentemente accennato, illustrandone i vantaggi sia per lo Stato che per i risparmiatori-investitori.

Gli interventi finora messi in campo sono tutti rigorosamente nazionali, ognuno pensa al suo orticello, senza una strategia comune che invece, in un mondo che da anni predica la globalizzazione, dovrebbe pensare in grande, a livello europeo se non addirittura mondiale. Molti in Europa hanno proposto l’emissione di Eurobond (denominati, sull’onda dell’emotività, “coronabond”), cioè titoli emessi e garantiti dall’intera comunità europea e non da un singolo Stato.

Favorevoli a questa soluzione (che tra l’altro sottolineerebbe in maniera visibile ed efficace che l’Europa esiste e non è solo un flatus voci…) sono alcuni Paesi come l’Italia, la Spagna, la Francia, il Portogallo, il Belgio e, negli ultimi giorni, altre 9 nazioni minori); ma i paesi con finanze solide si oppongono ferocemente all’ipotesi, non volendo condividere il debito dei paesi “deboli”.

Gianluigi De Marchi torna in argomento con un’ulteriore contributo.

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Bene, allora mettiamo in campo un po’ di fantasia, e proviamo ad emettere Europabond dei paesi favorevoli, che s’impegnino a sorreggersi mutualmente, dando così maggior solidità all’emissione rispetto a quelle di ognuno di loro. Titoli che potremmo definire, come suggerito dall’amico Francesco Femia (collega da lunga data con il quale ho scritto il saggio storico IL REGNO UNITO D’ITALIA e con il quale io ho affinato questa proposta) con la sigla IEB, cioè “Irredeemable European Bond”.

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Vuoi vedere che anche i risparmiatori e le banche tedesche o olandesi sottoscriverebbero questi titoli? Con l’effetto di indirizzare proprio verso i Paesi “deboli” le loro risorse, beneficiando di un interesse reale elevato anziché accettare interessi negativi corrisposti dai Bund tedeschi…F

Finisce

Che ne dite? Intelligenza collettiva? Viribus unitis? Certo che ora tocca di nuovo a me calare la quinta carta- contributo d’idea sul tappeto verde della nostra discussione. Eccola:

5 – dobbiamo avere la consapevolezza che anche solo progettare questo tipo di emissioni indurrebbe i paesi forti a riflettere: infatti la loro finanza e i loro privati dirotterebbero su di noi i loro depositi e i loro risparmi!

Mi scrive L.G.:Ma poichè il rendimento sarebbe superiore, allo Stato costerebbero di più.” Rispondo: nel brevissimo periodo si, ma questa curva di crescita degli esborsi finanziari per interessi sarebbe molto ben più che assorbita dalla curva della decrescita dei mancati esborsi finanziari in linea capitale delle emissioni tradizionali che non sarebbero state rinnovate: pertanto, cioè già nel medio termine si avrebbe un notevole risparmio finanziario e quindi anche economico, a parte il fatto che dimuirebbe il rapporto debito-Pil, migliorerebbe il rating, diminuirebbe lo spead, aumenterebbe la liquidità per investimenti produttivi.

Ri-domanda L.G.: “Ma i paesi forti non ci stanno“. Rispondo: non ci stanno a partecipare alla emisisone di questi titoli, ma tutta la loro finanza e i loro cittadini privati correranno ad acquistare questi titoli, per il buon rendimento che garantiscono. Tieni presente che i bond tedeschi hanno rendimento negativo.

L.G. insiste:Complimenti a tutti voi, l’idea è ottima ma mi sembra utopica”. Rispondo: hai ragione L.G.: infatti un’utopia è un obiettivo semplicemente non ancora raggiunto! E poi, anche il mio tris-tris-tri-avolo conterraneo Capitano di lungo corso a vela, tale Cristoforo Colombo, chi l’avrebbe detto che ..? E invece … E allora sai, anch’io sono un velista, anzi: un regatante! E le sfide mi piacciono.

L.G.: “Scusa amico blogger, ma sono anch’io un velista e allora – da collega a collega – mi permetto di farti ancora un’ulteriore domanda: questa soluzione non va in direzione opposta agli sforzi dell’Italia e della Francia di convincere tutti i paesi a partecipare all’emisisone dei bond?” Rispondo: amico, io velista sì, da 30 anni; ma manager dall’età di 30 anni (ne ho 76) e come tale devo essere pronto a tutte le soluzioni, nessuna esclusa. E anche solo far intravedere la possibilità di questo tipo di bond indurrebbe i paesi forti a riflettere: infatti la loro finanza correrebbe a sottoscriverli, impoverendo i depositi delle loro banche e le sottoscrizioni dei loro bond! Sai che risate che ci faremmo!

E le banche? La liquidità proverrebbe in gran parte dai depositi bancari dei privati che in Italia ammonta se non erro a 2000 mildi di Euro (grazie se qualcuno mi può confermare questo dato!), banche che sarebbero stimolate a non commettere più gli “sbagli” (concessioni di credito improvvide; spericolati investimenti finanziari) che ne hanno portate molte sull’orlo del fallimento; banche che potrebbero esse stesse sottoscrivere questi titoli irredimibili.

Invito sin d’ora Gianluigi De Marchi a scrivere con me un altro post a quattro mani sul tema irredimibili-banche.

Nota del 3 aprile: rilevamento dati statistici sulla giornata del 2 aprile, giorno della pubblicazione di questo post. Ieri è stata una giornata molto “attiva” per il mio post, tenuto conto che non sono collegato ad alcun social network. Infatti ho avuto 83 visitatori di cui il 20% “vecchi” e l’80% “nuovi”, per un totale di 90 sessioni e 188 pagine lette, alla durata media di collegamento di 2 minuti e 36 secondi. I luoghi più significativi di collocazione geografica dei lettori sono stati: Roma (15); Milano (10); Torino (10); USA (1); Spagna (1); Francia (2); Svezia (1). Altri in Italia: Trentino Alto Adige; Bologna; Firenze; Verona; Vivenza; Napoli; Palermo; etc.. Grazie a tutti voi ed in particolare al lettore L. G. che è intervenuto per iscritto da Trento.

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COVID19: AUTOMOBILI E BARCHE FERME!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 1 Aprile, 2020 @ 2:14 pm

Detto altrimenti: e c’è chi ne trae vantaggio!        (post 3835)

Automobili ferme per settimane, barche a vela idem. E allora …

Questa mi è arrivata da “uozap”!
Questa è mia: folaga sulla poppa del mio Fun, con lo sposo
Anche questa è mia: una sua parente vicina alla prua
Vista dall’alto

Auguri alle due future mamme!

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CARTELLI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 1 Aprile, 2020 @ 7:33 am

Detto altrimenti: ch’ha dda fa’ uno per scrivere nu post co’ ‘sto malamente de virus cha nun s’esce di casa!   (post 3834)

Anteprima

Ma per fortuna che c’è … il computer, una ricca dotazione di libri, i telefoni! E sennò ai cheppalle ‘sta clausura! Ma, coraggio, adda passà a nuttata! Sapete come dicono in Sicilia? O bono tempo e o malo tempo non dura tutto o tempo! Dice … ma che … sei napoletano, siciliano, trentino? Un po’ di tutto, raga. Infatti soprattutto per lavoro ho viaggiato molto all’estero e in Italia e sono stato sempre molto interessato alle espressioni figurate del tipo:

  • Germania: avere fortuna = Schwein haben (avere maiale! Noi diciamo in modo diverso …)
  • Inghilterra: dare un’occhiata = to give a butcher (dare un macellaio)
  • Iran: seno prosperoso = labagnàt (latteria)

Ma veniamo ai “cartelli”. Ecco il primo in anteprima:

Lapide in Amalfi: “… arabi, libici, siciliani, africani …”  (Evvabbè)

Dice … e i dialetti? Quelle le espressioni dialettali a me mi piacciono molto. Siccome che io sono del 194, e nel dopoguerra l’unico svago a terra erano i film di costume, spesso in dialetto! Svaghi “a terra”? Si, infatti abitavo a Genova e noi ragazzi i quattro mesi d’estate li passavamo al mare, cioè “nel” mare. E mi piace anche lasciarmi andare a certi svarioni della lingua parlata, tipo siccome che  come pure a me mi. Non sto inventando nulla, sapete: già nell’antica lingua latina esisteva il sermone, cioè lo scrivi come parli.

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Marco Terenzio Varrone: De sermone Latino, opera pervenuta per frammenti. Descrive il corretto uso della lingua latina, le sue parentele con altre lingue e i suoi contatti con i dialetti italici. 
Dice, ma … caro il mio blogger … come pensi tu che tutto ciò possa influire sui tuoi lettori? Io? Io speriamo che me la cavo!

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Fine dell’anteprima. Ora possiamo cominciare

Questa mattina, al risveglio, mi sono detto: che gli racconto oggi? Che poi avrei dovuto scrivere “che racconto loro, oggi” ma vabbè … (v. sopra). Idea! Gli racconto i cartelli, anzi faccio raccontare loro (figo!) dai cartelli, o meglio, dai bicicartelli, quelli che incontri sulla tua strada a pedali, e gli autocartelli, quelli che … sì, avete capito. Che poi ci sarebbero anche i libricartelli, quelli riportati nei libri sugli umarell bolognesi (gli umarell sono i pensionati che per strada controllano i lavori dei cantieri stradali, la corretta posizione delle auto in sosta, il rispetto delle regole condominiali, etc., ma loro meritano un post a parte, vedremo). Cominciamo.

Valle dell’Adige, ciclabile Trento-Borghetto: il confine Impero d’Austria-Regno d’IItalia
Valsugana: idem come sopra
Valsugana, retro del cippo: solo che hanno sbagliato la “N” !
Valsugana: verso il bicigrill di Tezze
Bicicartelli sulla ciclabile della Valle dell’Adige, all’altezza di Avio
Ciclabile verso Campo Tures (BZ)
Dopo una lunga pedalata, finalmente!

Come dargli torto?
Bancarella a Sorrento
Porticciolo di Genova Nervi (per non consumare inutilmente l’acqua!)
Porticciolo di Genova Nervi: cartello stradale
Vicoli di Camogli (GE)
Canale di Tenno (TN), sopra Riva del Garda
Casa di Don Marcello Farina, Balbido (TN)
USA: e dire che sarebbe bastata una piccola offerta!!

Al prossimo post!

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FOTOPOST

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 31 Marzo, 2020 @ 8:28 am

Detto altrimenti: di Riva del Garda      (post 3833)

2009, memory. In quall’anno terminai il mio ultimo lavoro (all’età di 65 anni diventai infatti un VIP-Vecchietto In Pensione) ovvero la realizzazione in Riva del Garda del Parcheggio Interrato Terme Romane come Presidente, Amministratore Delegato, Direttore e RUP-Responsabile Unico del Procedimento della società-progetto APM-Altogarda Parcheggi e Mobilità SpA.

Il cantiere
The parking below

APM, una società mista pubblico-privata a maggioranza comunale della quale, fra l’altro, inventai anche il nome e la “P” del logo: una P leggermente inclinata, poggiata su una base di due linee ondulate a rappresentare una vela spinnaker sulle onde del lago. Ah … questi velisti …!

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Dell’ APM ricordo innanzitutto e soprattutto i colleghi di lavoro: ragazzi, ragazze, giovani mamme, giovani padri che chiamai a lavorarvi. Persone che avevano tanti, tanti anni meno di me, con una limitata esperienza lavorativa e nessuna nel settore; Persone che riuscii a far crescere delegando loro potere e responsabilità; Persone che coinvolsi nella formazione di una intelligenza collettiva; Persone che condussi ad operare per funzionigramma e non per organigramma; Persone che una volta mi dissero “Siamo contenti di venire a lavorare qui con lei”; Persone la cui motivazione era il primo fattore della produzione di APM; Persone che ancora oggi ricordo con affetto e che ancora ringrazio.

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In previsione della cerimonia d’inaugurazione …

… ed anche per abbellire gli interni della struttura lanciammo un concorso fotografico, “I colori di Riva del Garda” se non ricordo male.

… con le stampe del foto-concorso alle pareti

Dalle foto migliori furono ricavate delle stampe che sono appese alle pareti dei locali. Alcune di loro furono premiate. In questi giorni, riordinando i miei files, mi sono ritrovato innanzi le quarantuno fotografie finaliste. Eccole qui “in stretto ordine alfabetico per nome dell’autore/autrice”.

1 -Alberto Sibioli: “Laura”
2 – Alessio Mantovani
3 – Alice Di Lucia: “Estate”
4 – Andrea Rigatti: “Verso il giardino”
5 – Angela Huber: “Riva surf”
6 – Annalisa Miorelli: “Comete rivane”
7 – Arianna Guella: “Il lago sotto la nebbia”
8 – Beatrice Elena: “Decollo”
9 -Cristina Torboli: “Cristalli”
10 -Daniele Briani
11 – Davide Pivetti: “Cercasi sponsor”
12 – Elena Di Gregorio. “Ombre rosse”
13 – Elisa Mandelli: “Pescatori”
14 -Elisa Santuliana: “Gemme d’inverno
15 – Enzo Caliari: “Al mattino”
16 – Federicho Mascher: “Monolite”
17 -Franco Daldoss: “I pompieri di … Quaggiù!”
18 – Gabriele Tonoli: “Prima fila”
19 – Gisele Vettore: “Galleggerà?”
20 – Gisele Vettore: “Più colori di così …
21 – Gisella Marconi: “Bellezze in bicicletta”
22- Lorena Bombardelli: “Innamorati”
24 – Mario Faes: “Tramonto sul lago”
25 – Matteo Calzà: “Ciclisti”
26 – Matteo Calzà: “Passata è la tempesta”
27- Mattia Mascher: “Senza tempo”
28 -Maurizio Modena Cuculiza: “Fraglia di notte”
29 – Maurizio Modena Cuculiza: “Via Zara”
30 – Maurizio Stoppini: “Laghetto sul lago”
31- Renzo Mazzola: “Nuoto”
32 – Renzo Mazzola: “Scatto alla Giapponese”
33 – Rino Tedeschi: “Riflessi da Cima Oro”
34 – Stefano Giuliani: “Fortezza veneziana”
35 – Studio Minove: “Neve”
36 -Studio Minove: “Neve”
37 – Valerio Venturi: “Fiaba di notte”
38 – Valerio Venturi: “Notte di Fiaba”
39 – Vanda Linetti Spitali
40 – Vigilio Forelli: “Per strada”
41 – Vittorio Lorenzi: “Bassa marea”

Fine. Cosa? Quali sono state le foto vincitrici? Eh no, raga, ognuno assegni il premio a quelle che lui stesso giudica migliori! Vinceranno quelle che avranno preso più voti …

Buona Riva del Garda a tutte e a tutti! E … state in casa!

P.S.: e qualche foto mia, fuori concorso, me la lasciate aggiungere? Dai …

Andare in … ufficio in inverno
Il mio … ufficio!

… ma poi è venuto il sole!
L’arrivo dell’Ora del Garda
Chardonnay dell’Agraria di Riva: al sicuro!
Pista ciclabile dopo la Centrale Fies: mission impossible!
Mobilità lacustre intermodale
Noi siam come le lucciole, viaggiamo nelle tenebre,
noi ci muoviamo a pedal, e non facciam del mal!
Dieci canti: Inferno, Purgatorio e Paradiso in Trentino
by Riccardante Lucattieri
Iwo Jma in Val Concei!
In regata
Solo
Ma insomma, che razza di blogger sono? Lo volete proprio sapere benedetti figlioli? Andate alla foto seguente …
….
….
….

THE END

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COVID19 – MANCA IL CIBO SULLA TAVOLA ?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 30 Marzo, 2020 @ 5:20 am

Detto altrimenti: su quella degli “invisibili”, intendo        (post 3832)

Fabbriche di armi aperte – Associazione Trentinosolidale chiusa – “Fermi tutti!” Grido classico – nei film gialli – dell’ispettore di turno che sorprende i delinquenti. Covid19? Ferme tutte le attività lavorative tranne quelle essenziali al vivere quotidiano: alimentari, farmacie e … fabbriche di armi! Proprio così. Le fabbriche di armi possono continuare a produrre ma non l’Associazione di volontariato Trentinosolidale, della quale anni fa ero socio.

Abito lungo la stessa strada. Al di là del fiume Fersina, poco più a monte, la sede dell’Associazione. Nella mia “ora d’aria” entro i 200 m da casa, ormai da settimane vedo fermi da due settimane i furgoni di Trentinosolidale  con i quali da anni presso i supermercati si raccoglievano ogni giorno le derrate alimentari quasi in scadenza e si distribuivano su tutto il territorio della provincia, con qualche puntata anche fuori, portando il cibo sulla tavola di persone che altrimenti non avrebbero saputo come sfamarsi.

Fermi per due settimane

Un comunicato del Comune di Trento informa che “la distribuzione dei prodotti freschi garantita da Trentino Solidale è stata momentaneamente dirottata verso le strutture di accoglienza attive sul territorio cittadino (di un solo comune, quindi) …. e che si stanno esaminando le modalità di utilizzo etc.”

Trentino Solidale o Organizzazioni sostitutive? Mi risulta che esista un numero di telefono presso il Comune di Trento (0461 884474) al quale ci si può rivolgere per ricevere gratuitamente il cibo a casa. Mi chiedo: questi servizi sono noti a tutti gli ex beneficiati di Trentino Solidale? Sono per tutti, o a nutrirsi hanno diritto solo i “regolari”? Coprono la stessa area geografica che ricopriva Trentino Solidale? Sono altrettanto tempestivi? In questi casi i fattori  completezza (assistere “tutti”, invisibili compresi) e tempestività (assistere subito) sono molto importanti.

In un momento di particolare urgenza ed emergenza Covid19 qual è quello che viviamo, una riorganizzazione in fieri non può e non deve sacrificare ciò che sta funzionando bene da decenni.

Nota del 1.04.2020: gli “invisibili” non sono stati avvisati e sono rimasti 4 giorni senza cibo. Ora sono stati informati da alcuni privati e sanno dove andare a ritirare il cibo. Ad alcuni è stato portato il cibo a casa. Il problema è soto perchè il passaggio da Treentinosolidale ad latra organizzazione NON è stato per nulla gestito, come sarebbe stato necessario e doveroso fare.



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DEBITO PUBBLICO IRREDIMIBILE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 29 Marzo, 2020 @ 9:47 am

Detto altrimenti: come finanziare la ripresa senza aumentare l’indebitamento    (post 3831)

Sarebbe l’ora!

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Amiche lettrici, stimati lettori, buongiorno. Altro giorno di clausura e di chiusura … di quasi tutto. Dico quasi perché vi sono alcune industrie che sono aperte: quelle per la produzione delle armi. Già … qualcuno deve aver mal interpretato il grido “Questa è una vera guerra!” e sta continuando a produrre armi: che qualcuno gli spieghi come stanno le cose, per favore! Dice … ma che c’azzecca questo argomento con il titolo del post? Avete ragione, solo che ogni tanto “mi scappa da scrivere” e le mani volano sulla tastiera da sole, che ci posso fare?

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Ecco, vedete? Stavo per iniziare a scrivere dei titoli irredimibili, quando loro (le mie mani) mantengono il controllo e scrivono che io, umile blogger, in data 20 marzo, con un mio post (valanghe e lavoro nero) avevo messo in guardia contro una potenziale valanga sociale: contro la quale ieri 28 marzo si sono cominciati a porre sul pendio alcuni paravalanghe, come ieri 28 marzo ci ha detto il premier Conte.

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Ecco … finalmente sono di nuovo padrone delle mie mani! Titoli di debito pubblico irredimibile: in un recente post (cfr. ivi) ho parlato dell’idea rispolverata da Gianluigi De Marchi. Io l’ho integrata estendendo il concetto ad una emissione UE.  Ho inviato ieri una lettera ad un giornale locale. Speriamo che la pubblichino. Nel frattempo la pubblico io sul mio “giornale”:

Inizia

Egregio Direttore,

mi riferisco a quanto dichiarato dalla Senatrice di Italia Viva Donatella Conzatti nell’articolo “Covid, in ballo il futuro dell’UE” a pag. 11 de l’Adige del 28 marzo in merito all’ idea avanzata da quel partito circa la necessità di costituire un Ministero delle Finanze Europeo. Ho potuto confrontarmi sul tema con l’ideatrice di Restart Trentino e ne è derivato il finanziamento della ricostruzione e della riconversione dell’UE dopo la tempesta Covid19 potrebbe avvenire (anche) attraverso l’emissione di Eurobond, cioè la creazione di un debito europeo condiviso per far fronte ad una crisi che – per quanto ci riguarda più direttamente – ha dimensioni non inferiori a quella continentale.  A questo punto abbiamo fatto un ulteriore passo avanti, e cioè abbiamo ipotizzato che queste emissioni potrebbero essere di titoli irredimibili, tali cioè da garantire un buon rendimento ai sottoscrittori senza però l’obbligo per l’ente finanziato (l’UE) di restituire il capitale. Ove l’investitore volesse disinvestire il proprio denaro, potrebbe vendere i relativi titoli nella Borsa valori. Per converso, questi titolo incorporerebbero l’opzione di riacquisto da parte dell’emittente. I vantaggi di una tale emissione sono molteplici, sia per il risparmiatore che per il finanziato, ed ometto qui di fornirne il lungo elenco.  Del resto, le emissioni irredimibili sono state sperimentate molto favorevolmente nel nostro stesso paese, quando, nel 1935, titoli di questo tipo furono emessi per Lit. mldi 42,00 al prezzo di sottoscrizione di  95/100 e con il rendimento del 5% annuo con cedola semestrale. Questo tipo di emissione gioverebbe oggi anche a livello statale, ad esempio con rendimento al 3% annuo, riducendo il debito e quindi migliorando il rapporto debito-Pil; migliorando il rating Italia; servendo ad alleggerire l’onere finanziario della finanza pubblica nel momento della restituzione dei capitali investiti, non più prevista. Probabilmente al momento della loro assegnazione, occorrerebbe fare riscorso al riparto, poiché la loro domanda sarebbe superiore all’offerta.

Riccardo Lucatti – Presidente Associazione Restart Trentino

Finisce

Grazie per avermi letto.

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ACCADEMIA DELLE MUSE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 28 Marzo, 2020 @ 5:52 pm

Detto Altrimenti: amici solo temporaneamente e solo fisicamente separati  (post 3830)

Amiche lettrici, amici lettori buon pomeriggio. Dai che lo sapete chi siamo noi dell’ Accademia delle Muse, con tutti i post che ho pubblicato sulle nostre riunioni! Siamo oltre 100, i partecipanti ad un circolo culturale privato al quale si accede per passa parola fra amici. In 10.5 anni di vita ci siamo riuniti per 9 serate all’anno per 2 eventi culturali a serata per un totale di 189  eventi ai quali si sommano le 10 Feste di Mezz’state a metà luglio. Tutto qui. Ora siamo fermi causa virus. Ed ecco che la nostra Presidente Cristina mi ha chiesto di pubblicare questa sua lettera in un post, come se fosse uno dei post con i quali regolarmente da anni io documento ogni nostro evento. Ed io con piacere … “ubbidisco”!

Inizia

Care amiche, cari amici dell’Accademia, buon pomeriggio. Innanzi tutto come state? Spero tutti bene! Sapete, dicono, nessuna nuova buona nuova!

Come sono belle le nostre serate!
(Adda passà a nuttata!)

Avendo problemi al computer ho dettato a Riccardo questa mia perché non sarà certo un computer che mi impedirà di continuare ad alimentare quel meraviglioso rapporto di interessi e amicizia che ci lega da anni: pensate che con i “soci fondatori” celebriamo l’undicesimo anno di Accademia! Ed ora questo malamente di virus vorrebbe interrompere il nostro ritrovarci? Quando mai! E allora eccomi a voi. A ben considerare, infatti, potremmo mettere su un cavalletto ideale quel cartello che ogni tanto incontriamo sulle nostre strade: “Stiamo lavorando per voi”. Solo che il nostro, di Giovanna, Riccardo e mio, non è un lavoro ma un piacere; e poi, quello che stiamo facendo è per tutti noi!

Giovanna ed io in particolare stiamo programmando l’attività 2020-2021 per la parte musicale.

Da tutti voi mi aspetto di ricevere idee e proposte su ogni campo dello scibile umano (!) per arricchire il nostro prossimo programma, iniziative che potrete inviare al mio indirizzo e-mail supercris2000@alice.it

Con Riccardo infine … ricordate che per quest’anno era prevista una foto-storia dei nostri anni accademici? Ebbene, operando di conserva (conserva, con la “a” finale: per le conserve di frutta è ancora presto!)  stiamo accoppiando le singole raccolte di foto (Riccardo) con la raccolta dei “programmi annuali di sala” (a mie mani), per arrivare a proporvi via mail in successive serate ideali e con una frequenza più che mensile le tappe della nostra foto-storia, tappe che saranno pubblicate da Riccardo sul suo blog in successivi foto-post. Lo so che non sarà come vederle e gustarle insieme, ma consoliamoci col fatto che, data la pluralità delle presentazioni, potremo godere insieme di un numero ben maggiore di foto-eventi.

Ecco, carissimi Accademici, per ora questo è tutto. Continuiamo a vivere il nostro “essere insieme” anche in questo periodo! Mi mancate ma … adda passà a nuttata!

Un forte abbraccio
Cristina (con Giovanna e Riccardo)

Finisce

Grazie per avermi/averci letto.

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NON RIMBORSARE I DEBITI PER SALVARE IL DEBITO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 28 Marzo, 2020 @ 5:54 am

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Detto altrimenti: questo è un POSTALTRUI, di Gianluigi De Marchi demarketing2008@libero.it  tel. 3356912075, un mio vecchio amico abitante a Torino “ma” Ligure e, si sa, quando si tratta di “palanche” (alias “dinè”) come dicono in Liguria, non c’è niente di meglio che ascoltare gli antichi banchieri genovesi!                  (Post 3829)



Gianluigi. Mio coetaneo, collega VIP-Vecchietto In Pensione, che come me non è mai fermo nel senso che ha pubblicato e pubblica saggi su temi finanziari, economici, bancari, scrive su La Stampa e su riviste specializzate del settore. Citato da Wikipedia.  De Marchi è anche autore di pubblicazioni “diverse” per ragazzi e per ragazzi cresciuti, quale ad esempio quella qui a fianco, ideata e realizzata in coproduzione con Francesco Femia, nella quale immagina che l’unificazione d’Italia sia avvenuta per la vittoria del Sud sul Nord: una sorta di moderna “Utopia” anche perchè, all’interno del racconto – al di là della Storia – propone concrete forme di governo, nel senso che castigat ridendo mores: pur in forma romanzata avanza proposte serie: una seconda “Utopia”, appunto!


Gianluigi ha letto il mio post sulle crisi economiche degli ultimi 150 anni e ha pensato di mandarmi un suo contributo che pubblico ben volentieri. Una mia considerazione su di esso? La trovate in coda della sua relazione (BOND UE IRREDIMIBILI?).

Inizia

 “C’è il coronavirus, siamo in guerra!” E allora non resta che adottare al più presto “soluzioni di guerra”. Per aiutare il Paese ad uscire dalla spirale di speculazioni basate sull’entità del debito pubblico italiano, da tempo propongo di adottare la stessa soluzione del 1935, quando, in piena crisi economica dovuta al tracollo di borsa del 1929, l’Italia assunse un provvedimento eccezionale che ebbe un grande successo:

l’emissione un prestito irredimibile (cioè senza obbligo di rimborso), che fruttava ai possessori una rendita perpetua annua del 5%. Allo scopo di finanziare lo sforzo bellico in Etiopia furono emessi titoli per 42 miliardi di lire e furono offerti in sottoscrizione a 95 lire per ogni 100 di valore nominale, con un interesse corrisposto semestralmente il 1° gennaio e il 1° luglio. In corrispondenza all’emissione, il debito pubblico veniva cancellato, trasformandosi in semplice impegno a pagare le cedole; impegno peraltro identico a quello gravante sulla tesoreria dello Stato per le emissioni di titoli con scadenza prefissata, con il vantaggio però di non avere l’assillo del rimborso dopo un certo numero di anni.

La partecipazione fu imponente e l’emissione ebbe un grande successo: infatti molti si dimostrarono interessati ad avere una rendita fissa e sicura, anche rinunciando alla restituzione del capitale investito, che peraltro si poteva agevolmente recuperare vendendo le obbligazioni in borsa.  Oggi probabilmente il successo sarebbe uguale, perché un pubblico interessato ad un prestito irredimibile c’è sicuramente, in quanto moltissimi italiani puntano ad investire per avere un flusso periodico di capitali per integrare lo stipendio o la pensione.

Il titolo denominato “rendita” è un tipo particolare di obbligazioni che trova la sua disciplina nel Testo Unico bancario di cui al Dlgs 1º settembre 1993, n. 385. Si tratta di un titolo irredimibile e senza scadenza che attribuisce al possessore solo il pagamento degli interessi e non anche la restituzione del capitale. I prestiti irredimibili sono, quindi, quelli per cui uno Stato (o, più raramente, un’azienda) si impegna solamente a corrispondere un interesse annuo ma non si obbliga a restituire il capitale. Lo Stato (o l’azienda) ha comunque la facoltà di procedere al rimborso del capitale quando lo ritiene più opportuno.

I vantaggi per lo Stato

1 -Innanzitutto il miglioramento della tesoreria:  gli esborsi programmati si riducono al solo pagamento d’interessi. Se nel breve termine non si riscontrano miglioramenti rispetto ad un prestito tradizionale (ad esempio un BTP decennale) sul lungo termine l’effetto è notevole. Ipotizziamo l’emissione di un prestito Rendita 3% per un importo di 100 miliardi di euro. Gli interessi ammonterebbero a 3 miliardi l’anno, un po’ più di un normale BTP; ma con il grandissimo vantaggio che non ci sarebbero esborsi supplementari legati al rimborso dei titoli.

2 – In secondo luogo migliorerebbe il rapporto debito/PIL: la Rendita non avendo scadenza non costituisce un debito di capitale. Nell’ipotesi di una emissione per 100 miliardi, il debito scenderebbe di pari importo. E ciò avrebbe positivi riflessi sul rating dell’Italia e, in prospettiva, anche sull’intera finanza nazionale. Ricordiamoci che, in base agli accordi di Maastricht, il totale del debito pubblico non dovrebbe superare il livello di guardia del 60% del PIL: attualmente l’Italia dovrebbe dimezzare il rapporto, uno sforzo enorme se l’obiettivo fosse perseguito con strumenti “tradizionali” (aumento delle imposte o riduzione delle spese; provvedimenti che, entrambi, sarebbero estremamente negativi per l’economia, perché, come si dice, “la cura ammazzerebbe il cavallo”). Ma per raggiungere una posizione di relativa tranquillità, basterebbe probabilmente arrivare al 90% di rapporto. Per raggiungere questo obiettivo sarebbe necessario emettere poco più di 600 miliardi di euro di prestiti irredimibili; obiettivo non impossibile, soprattutto se diluito in più tranches, e facendo appello non solo al “patriottismo” dei risparmiatori italiani, ma anche all’interesse di investitori istituzionali esteri.

3 – In terzo luogo si potrebbero mobilitare risorse a beneficio dello Stato, generando una forma di cessione volontaria (e non forzosa, aspetto estremamente importante!) di disponibilità private a favore del Tesoro. Naturalmente occorre che la successiva gestione delle risorse così raccolte sia efficiente e produca effetti visibili, generando fiducia nel pubblico e spingendo verso ulteriori sottoscrizioni nel tempo: punto questo sul quale occorre un preciso impegno (soprattutto morale) da parte delle forze politiche nel loro complesso.

I vantaggi per i risparmiatori e gli investitori

1 – Il vantaggio fondamentale è legato al rendimento: le obbligazioni irredimibili hanno cedole molto cospicue. Quindi investire in queste obbligazioni significa assicurarsi un flusso di denaro molto più alto rispetto alle tradizionali obbligazioni.

2 – La facilità di recuperare in qualunque momento il capitale attraverso la Borsa).  Chi oggi cerca una soluzione simile può trovare solo polizze assicurative, che però hanno l’enorme difetto di sottrarre per sempre il capitale all’assicurato ed ai suoi eredi e di bloccare i pagamenti al momento della morte dell’assicurato.

Questo secondo aspetto è particolarmente importante per gli investitori istituzionali, in particolare le compagnie di assicurazione, sempre alla ricerca di titoli a reddito fisso per pagare i rendimenti delle loro polizze vita o per investire le loro disponibilità liquide. Diversificare gli investimenti con una rendita significa garantire per sempre un flusso di denaro liquido ed eliminare i problemi derivanti dal reinvestimento del capitale alle varie scadenza (sopportando anche i relativi costi). Volendo offrire una gamma diversificata di titoli, si potrebbero emettere sia tranches a tasso fisso del 3%, sia tranches a tasso indicizzato (Euribor + spread di due punti) che offrirebbero una rendita perpetua costantemente aggiornata sul costo del denaro, con il vantaggio di offrire una copertura (almeno parziale) dell’inflazione nel caso in cui questa tendesse ad aumentare.

Proviamo almeno a fare una riflessione su questa possibilità e ad esaminarne la fattibilità in tempi rapidi: siamo in guerra e le decisioni vanno prese in fretta!

Finisce

Una mia considerazione, anzi quattro

  1. Una parte di questi denari proverrebbero dagli attuali depositi bancari dei privati. Ciò potrebbe indebolire le banche interessate ma – tutto sommato – molte di loro  – non tutte, per carità! -se lo sarebbero meritato”perché purtroppo molte di loro hanno dimostrato di investire molto male i risparmi loro affidati sino a rischiare un fallimento poi evitato con immissioni di denaro pubblico cioè nostro. E tutto ciò per avere concesso crediti eccessivi (a chi?) e mai rimborsati (da chi?). In altre parole: i risparmi della gente andrebbero a finanziare interventi a favore della collettività e non finirebbero più nelle tasche del furbetto di turno.
  2. Queste risorse potrebbero essere destinate al processo di “riconversione” del sistema produttivo, non solo alla sua ricostruzione.
  3. Probabilmente si dovrebbe procedere all’assegnazione ai sottoscrittori con “riparto”, perché la richiesta del titolo potrebbe superare l’offerta.

4 -Sarebbe possibile ipotizzare “Bond UE Irredimibili”? Ne ho parlato a Gianluigi. Apprezza la mia idea che sviluppa ulteriormente la sua iniziale. Ci stiamo riflettendo: vedremo se dalla nostra “intelligenza collettiva” nascerà qualcosa di più dettagliato: in ogni caso è sempre molto meglio avcere un’idea in più che non averne.
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