POST 1118 – IL TURISMO IN TRENTINO
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 25 Novembre, 2013 @ 1:13 pmDetto altrimenti? Ma no … si tratta di una mia Lettera al Diretore, pubblicata su l’Adige del 22 novembre scorso … tutto qui
“Mi riferisco alla lettera di Carlo Guardini, su l’Adige 20 novembre 2013, pagg. 1 e 55 “Così va rinnovato il turismo trentino. Lettera aperta all’Assessore
 In fasi di crescita si decentra, in fasi di crisi di accentra. In Francia la promozione turistica è accentrata e tutta sul web: a Saint Paul de Vence vi sono 10 ristoranti e milioni di visitatori l’anno. In Italia la programmazione turistica centrale è affidata ad un Ente che spende l’80% delle risorse per pagare i propri stipendi; ogni comune, provincia e regione stampa i propri deplinat. Risultato? La Lunigiana, con il suo anfiteatro romani, non ha nemmeno un ristorante e l’addetto alla biglietteria vende biglietti per 20.000 euro l’anno. A Parigi, per visitare la Sacra Cappella devi prenotarti su internet e pagare il biglietto. Qui da noi sono aperte, gratis, le porte di cattedrali ben più ricche (recentemente ho visitato quelle di Bergamo Alta e di Cremona).
 Ma veniamo a noi, cioè al Trentino. Carlo Guardini accenna a vari aspetti del problema: il costo del marketing, la sua organizzazione, la partecipazione dei privati, la commercializzazione del prodotto turistico. Io mi voglio soffermare sulla centralizzazione dell’offerta e sui prodotti turistici.
Da quanto sin qui detto, è chiaro che sono favorevole all’accentramento del sistema dell’offerta turistica. Non si tratta, badate bene, della “provincia piglia tuttoâ€, ma della necessità di impostare una gestione accentrata, coordinata, economica e completa per il marketing del nostro turismo. Si tratta cioè di adottare il “modello Francia†e non il “modello Italiaâ€. Detto ciò, quanto ai prodotti, occorre innovare. Qualche esempio? Ci provo:
1) il circuito malghe (e la qualità della loro accoglienza) come in Sud Tirolo.
2) Riva del Garda, Arco, Nago Torbole. Due nuove iniziative: “Film festival Internazionale della navigazione a velaâ€(magari in coda al Film festival della Montagna. Sarebbe una novità assoluta in Europa e nel mondo intero!) e “Trentanosi Srl: Scuola internazionale di perfezionamento velico classe crociera†(a metà fra i famossissimi Glenans francesi e la Italiana Caprera).
3) Piste ciclabili regionali: offerta e vendita di tour guidati (oggi organizzazioni extra provincia lucrano guidando comitive di turisti sulle piste realizzate e mantenute con costi a nostro carico!).
4) SAT: corsi settimanali di ciclo escursionismo.
5) Trento. Funivia Trento-Trento Duemila (ex Bondone), con piste ciclabili di discesa in varie direzioni. Collegamento fra le ciclabili dell’Adige, della Valle dei Laghi e della Valsugana, ovvero, Trento Biciland! Anzi, collegando Val di Non (da Fondo)alla Val di Sole (Mostizzolo), Trentino Biciland!
6) Paganella. Seggiovia Zambana Vecchia-Fai, da stazione raggiungibile anche direttamente dall’autostrada.
7) Circuiti d’arte guidati (ad esempio, alla scoperta degli affreschi dei Baschenis).
8) Unica tessera provinciale (e anche regionale) per la sosta delle auto, lascando libero ciascun Comune di fissare tariffe, orari e altre modalità .
9) Valorizzazione dei siti cosiddetti minori (ad esempio, la Valle dei Laghi, il Maso Limarò, etc.).
In breve: creatività e organizzazione. Sono solo alcune idee che mi permetto di sottoporre all’attenzione dei lettori e dell’Assessore competente.”
E voi, amiche lettrici e amici lettori, che ne dite?
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POST 1117 – COMUNITA’ DI VALLE, GESTIONI ASSOCIATE E PRIVATIZZAZIONI
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 25 Novembre, 2013 @ 1:03 pmDetto altrimenti? Ma no … è che riporto qui una mia “Lettera al direttore” del quotidiano trentino l’Adige, del 24 novembre 2013, pubblicata il 25 novembre.
“Condivido in pieno l’analisi del direttore Giovanetti sulle Comunità di Valle di cui a l’Adige del 24 novembre, pagg. 1 e 67.
A suo tempo, di fronte alla sostanziale inerzia dei Comprensori avevo affermato che “se un sistema (quello Comprensoriale) non funziona appieno, è meglio crearne uno nuovo (le Comunità di Valle) e poi azzerare il vecchioâ€. Quindi mi ero mostrato favorevole alle Comunità di Valle, purchè esse fossero guidate dai sindaci dei comuni interessati e purchè non escludessero altre forme parallele e contemporanee di collaborazione, quali la gestione associata dei servizi e il processo delle fusioni intercomunali.
Oggi, di fronte all’inerzia delle Comunità di Valle (quanto ci sono costate, nel frattempo?) mi chiedo se non sia il caso – come indica il Direttore Giovanetti – di cambiare rapidamente (ed economicamente!) rotta e muoversi verso l’incentivazione della PAT delle fusioni intercomunali e anche “solo†verso forme di gestione associata dei servizi pubblici locali a livello intercomunale: lo è stato fatto per le Polizie Locali: facciamolo anche per la sosta, tanto per fare un altro possibile caso di intervento. Ad esempio, la riunificazione dei sistemi di sosta nella Busa del Garda. E ne parlo a ragion veduta avendo creato e gestito la società della mobilità nella Busa del Garda dall’origine al compimento del mandato realizzativo per otto anni, dalla costituzione al raggiungimento dei suoi obiettivi di investimento e gestionali.
Operazioni da agevolarsi ancor più se unite ad una forma anglosassone di privatizzazione.
Mi spiego. da noi “privatizzazione†significa cessione dei una SpA pubblica ad un imprenditore privato. Nel mondo anglosassone privatizzare di traduce “to go public†e cioè – nell’esempio in questione – vendita di una SpA (meglio se già auspicabilmente resa intercomunale) al pubblico dei cittadini dei Comuni interessati, dopo che i Comuni stessi abbiano stabilito contratti ferrei a tutela deli loro interessi. Mi riserbo, in un prossimo scritto, di dettagliare meglio questa ulteriore fase (della privatizzazione all’anglosassone). Per oggi mi fermo alle considerazioni sulle Comunità di Valle.
Dr. Riccardo Lucatti  ex Presidente, Amministratore Delegato e Direttore della società mista pubblico privata APM – Altogarda Parcheggi e Mobilità Spa.”
Dice … ma tu hai cambiato idea … Si … evvabbè? Solo gli stupidi non la cambiano mai. Eppopi io l’ho cambiata motivando: cioè … nel frattempo cosa hanno realizzato le Comunità di Valle se non ulteriori costi?
POST 1116 – BICI UISP TRENTO: MUSICA IN BICICLETTA … A RONCEGNO!
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 24 Novembre, 2013 @ 8:30 pmDetto altrimenti: BICI UISP Trento, pomeriggio musicale di fine stagione con buffet all’ Hotel Villa Rosa di Roncegno, antica villa ottocentesca, Via S. Giuseppe, 19  (le foto sono del socio Edoardo.)
BICI UISP TRENTO, UNIONE ITALIANA SPORT PERTUTTI (sì, “pertutti”) TRENTO – Alla fine del primo triennio dalla sua fondazione, trascorso sotto la guida della presidente co-fondatrice Monika Giacomozzi … e introdotti oggi dal saluto del Presidente pro tempore Giuliano Antonelli e dalle relazioni del Consigliere Guglielmo Duman e della stessa Monika, abbiamo festeggiato anche la fine dell’anno a pedali. Sui 106 soci iscritti eravamo oltre sessanta presenti alle 15,30 odierne all’ Hotel Villa Rosa di Roncegno, per il pomeriggio musicale ed eno-gastronomico. Un ottimo successo di presenze!
Sono state ricordate le nostre numerose pedalate lungo le vecchie ferrovie dismesse, fra le quali spiccano le plurigiornaliere “Dolomitica” di Cortina d’Ampezzo e la “Pontebbana”.
La prima sensazione che si prova nel momento in cui ci si incontra fra di noi è di grande amicizia, sentimento fatto innanzi tutto di reciproca accettazione e di ascolto l’uno dell’altro. Io sono associato solo da due anni e nelle numerose occasioni bici-culturali alle quali ho preso parte ho sempre riscontrato un cameratismo raro “al dì d’ancoiâ€. Occasioni amicali e bici-culturali, già , perchè noi pedaliamo con attenzione a ciò che di bello e di interessante incontriamo nel nostro cammino: ai musei, alle opere d’arte, alle città storiche, etc.. Non sono, le nostre, pedalate a testa bassa, ma con lo sguardo verso i tesori culturali e artistici di cui è ricca l’Italia ed anche i Paesi esteri limitrofi che visitiamo “ a pedaliâ€.
Oggi dobbiamo dire grazie all’ottimo Guglielmo, che, coadiuvato dai colleghi del Direttivo Claudio Nardelli e Luisella Turri,  ha curato tutta l’organizzazione: ha ottenuto la amichevole disponibilità artistica delle due socie, la pianista Cristina Endrizzi, professoressa di pianoforte e Presidente dell’Accademia delle Muse e il soprano Giacinta Dapreda, nipote del grande concertista Igino Dapreda e maestra del coro S. Isidoro; ha trovato un ottimo ed accogliente “Hotel con pianoforte e ricco buffetâ€,  Villa Rosa di Roncegno, etc.. Ma … e il concerto? Eccolo! Cristina ha illusttrato ed eseguito i seguenti brani:
G.F. Handel – “La Follia, Tema con variazioni†(ricordate la colonna sonora del film Barry Lindon?). Quindi un brano del primo romantico, tale L. van Beethoven: “Per Elisaâ€, e chi non lo conosce? Non poteva mancare F. Chopin, con il suo Preludio Op. 8 “La gocciaâ€, Chopin i cui “preludi sono di per sé opere compiute che esprimono l’ “amore romantico†per tutto e per tutti: la
donna amata, la natura. A vivacizzare la platea, la famosa Czardas (danza ungherese) di V. Monti (e siamo nel tardo ‘800) quando i musicisti erano alla ricerca di tempi popolari da sviluppare in chiave classica. Nella Czardas l’innamorato corteggia talora impetuosamente, talora con dolcezza l’amata.
A questo punto è entrata in scena “The Voiceâ€, ovvero il soprano Giacinta Dapreda, che ha eseguito “O mio dolce amore†di C. W. Gluck e “Se tu m’ami†di G. Pergolesi. A seguire, “Reginella†di Lama; “Dicitencello vuie†di Falvo. Bis reclamato a gran voce, “Non t’amo più†di Francesco Tosti. Che dire di Giacinta? Nell’ascoltarla … la pelle d’oca! Naturalezza espressiva, timbro dolcissimo, garbo vocale e nella gestualità , piena immedesimazione nel personaggio … Giacinta si è meritata una standing ovation! C’è stato chi (il sottoscritto, lo confesso!) per nascondere la propria commozione ha finto un colpo di tosse!
Ma non solo Cristina e Giacinta, ma il “Duo Cristina e Giacinta”: un perfetto affiatamento … e dire che hanno provato pochissimo. Al riguardo, Cristina mi ha detto di avere da subito riscontrato con Giacinta un “affiatamento istintivo”. Il pianoforte, bene accordato, molto sonoro, forse da stemperare un po’ nei toni bassi. Ottima l’acustica della sala.
Cristina ha proseguito con un potpourri in onore di Giuseppe Verdi, nel secondo centenario della nascita, seguito da un reclamato bis: la dolcissima struggente “Memoryâ€.
In conclusione, tutti insieme abbiamo cantato l’inno di Bici Uisp (parole mie e di Cristina; musica di … “Me compare Giacometo”): Cristina al Pianoforte, io al fischietto, Guglielmo al tamburo!
E per finire, GRAZIE, MONIKA, per come hai gestito il tuo triennio di Presidenza!
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“Alle 19,00, null’altro essendovi da discutere e deliberare, la seduta è tolta e … tornammo a casa stanchi ma contenti del bel pomeriggio trascorso”.
POST 1115 – MUSICA A RIVA DEL GARDA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 24 Novembre, 2013 @ 7:44 amDetto altrimenti: concerto a Riva del Garda
E dopo la mattinata roveretana con Antonello da messina, ieri pomeriggio a Riva del Garda Concerto  organizzato dalla locale Associazione Amici della Musica, presieduta dal recentemente riconfermato presidente Ruggero Polito. Questa volta si è voluto dare spazio e più che meritato riconoscimento agli ex allievi del Conservatorio Bonporti di Trento, sezione staccata di Riva del Garda, ed in particolare a Diego Cavada (pianoforte) giovane di primissimo piano, che ha terminato anche il biennio di specializzazione. Al suo fianco, al clarinetto, Daniel Roscia, ugualmente diplomato. Due professionisti, ugualmente bravi. Con Daniel mi sono permesso un piccolo scherzo che ha voluto essere un sincero complimento. Avvicinandolo gli ho detto: “Sai che io conservo gelosamente un disco di un tuo collega? Un 78 giri di tale Benny Goodman!â€. Credo che abbia gradito …
A parte gli scherzi, i due giovani e bravissimi musicisti hanno eseguito brani di André Messager (1853-1939, Solo de Concours); di Claude Debussy (1862-1918, Première Rhapsodie); di Jean Francaix (1912-1997,Tema con Variazioni del 1997); di Francis Poulenc (1892-1963, Sonata per clarinetto e pianoforte). Alla fine, un bis: una Sonata di Saint Saens.
Ho avvisato i due ragazzi che avrei scritto questo post e che io non sono un musicologo, per cui di critica musicale – da parte mia – manco a parlarne, purtroppo! Tuttavia sono pur sempre un musicofilo, cioè un amico ed amante della Musica, della Buona Musica, e la loro è stata veramente tale. In particolare ho apprezzato la “fisicità †del loro corpo con la quale accompagnavano la danza delle note. Musica vissuta, quindi, la loro, E sarà perchè io, sin dall’età di 10 anni (cioè ben 60 anni fa!) sono un appassionato ammiratore del citato Benny Goodman che mi sono chiesto: chissà se si può chiedere loro di suonare, in una prossima occasione, brani del suo jazz … Mah … dice che a chiedere non si offende nessuno … Ed allora, visto che leggeranno queste mie righe, sarò loro grato se vorranno darmi una risposta nei commenti a questo mio post.
Aspettando i loro commenti al post, la chiudo qui con un “Bravi, ragazzi! Ogni migliore augurio per la vostra carriera di musicisti e per la vostra vita. Nonno Riccardoâ€
P.S.: Prossimi concerti, 8 dicembre, Chiesa Collegiata di Arco ore 18,00, Concerto di Natale, Direttore e Concertatore M°. Giorgio Ulivieri – 11 dicembre, Riva del Garda, Consevatorio Musicale, ore 20,45, I solisti dell’Orchestra Haydn (ottetto).
POST 1114 – ANTONELLO DA MESSINA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 23 Novembre, 2013 @ 4:24 pmDetto altrimenti: L’Accademia delle Muse di Trento in visita alle opere di Antonello da Messina al Mart di Rovereto.
A Rovereto, eravamo “quattro†amici al bar (“del Teatroâ€) … anzi ben di più … “quindici†(!) ma non entravamo tutti nella foto. Noi, amici Accademici delle Muse, dell’omonimo circolo culturale privato di Trento, in missione. Guidati dalla prolusione del nostro Umberto Sancarlo, che ci ha “preparatì†alla visita alla mostra delle opere di Antonello da Messina, lui, professore di Storia dell’Arte, lui … “siculo†non di Messina ma di Palermo (e vabbè …).
Antonello. L’avevamo anche studiato a scuola, ma quanti anni fa? Ed eccoci al ripasso della materia. Umberto ci ha tenuto a che la nostra visita non si traducesse poi solo in “un, sì, certo ci sono stato … è bellissimaâ€, ma in qualche cosa di più sostanziale. Ci ha illustrato l’ambiente messinese della nascita del pittore, come pure l’ambiente napoletano, ovvero Angioini (Renato d’Angiò) e Aragonesi (Alfonso d’Aragona), francesi e spagnoli, stranieri dunque, non italiani. E straniera era l’arte del quattrocento in Sicilia fino a quando … fino a quando Antonello, a metà del ‘400, non impara a conoscere i pittori Fiamminghi – invitati a Napoli – e la loro nuova tecnica di pittura ad olio su tela; e fino a quando non se ne va a Firenze e a Venezia ad assorbire, soprattutto a Firenze (Piero della Francesca), il primo Rinascimento italiano e a trasportarlo all’estero. In Sicilia, appunto.
Il Rinascimento che pone al centro l’uomo, ne rivaluta la figura, ne valorizza il ritratto, lo spazio (realistico) che lo circonda, l’ambiente nel quale l’uomo vive, la natura in cui vive, rappresentata nel modo più realistico possibile. Il Rinascimento che si inventa la prospettiva architettonica (linee e spazi, v. Brunelleschi) e la prospettiva aerea: i diversi piani del dipinto con colori sempre più sfumati man mano che si allontana dall’osservatore e ci si avvicina all’orizzonte. Spazio come visto dall’occhio umano. E l’uomo rappresentato nella sua concretezza. Il Rinascimento nell’arte è soprattutto umanesimo nella pittura. L’uomo del Rinascimento è l’uomo concreto. Nel ‘300 di Giotto non era stata avvertita questa esigenza. Prima di Antonello la pittura (medievale e bizantina) era soprattutto “piattaâ€, a tempera e su pala di legno. Con Antonello da Messina si introduce, man mano, la prospettiva anche nei ritratti e, soprattutto grazie all’innovazione delle Fiandre, trasportata a Venezia, si dipinge non più su “pale†lignee ma su tela. Infatti le “pale†– ad esempio di 3×4 metri, erano assai difficili da trasportarsi in un città , Venezia, che non aveva strade e che poi, soprattutto con l’umidità , si “imbarcavano†“si piegavano†(a Venezia quindi si imbarcavano due volte: si caricavano sulle gondole da trasporto e si “imbarcavano†in quanto di piegavano!).
Nato a Messina, ragazzo di bottega presso pittori locali, mandato dai genitori a Napoli (primi venti anni). A ventisei anni apre una propria bottega d’arte, bene affermato, con un buon portafoglio d’ordini e alcuni allievi. Curioso della grande innovazione, soddisfa la sua curiosità con frequenti viaggi a Firenze e in altre città rinascimentali. Invitato a Milano da Francesco Sforza, non riesce a recarvisi per i suoi numerosi impegni.
Significativo il suo soggiorno veneziano (1345-1347) durante il quale conosce Giovanni Bellini, il capostipite della serie dei pittori veneziani: Giorgione, Tiziano, Tintoretto, Veronese. Dal 1347 al 1349 è a Messina ove realizza le sue migliori opere, fra le quali spicca l’ “Annunciataâ€. Con tale opera è la prima volta che l’Annunciazione non è rappresentata in un cortile, con l’Angelo, bensì con la sola Madonna, di fronte, Madonna che guarda in faccia l’osservatore, il quale è in tal modo partecipe del Mistero. Sfondo nero, leggio chiaro, dipinto non frontalmente, una pagina del libro che quasi svolazza. Molta umanità e prospettiva. Quest’opera è quella che maggiormente di distacca dalle opere “prima manieraâ€, cioè da quelle anteriori alla sua “conversione†al Rinascimento.
Che altro dire? Grazie, Umberto!
POST 1113 – TRENTINO, TRE STAGIONI IN 20 GIORNI
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 23 Novembre, 2013 @ 2:50 pmDetto altrimenti: il bello del cambiamento
Tutto in venti giorni. Il 7 novembre vi raccontavo della traversata a vela del Garda, da sud a nord. Il 9 novembre, l’ultima (per ora!) pedalata della stagione. Il 17 scorso ho fatto l’ultima uscita autunnale in vela. Ieri ho steso i panni al sole autunnale che illuminava la prima neve montana. Fra sette giorni si aprono le piste da sci. E nel frattempo … in questo 20 giorni? Nessun problema: tutti a visitare la mostra delle opere di Antonello da Messina al Mart di Rovereto e al nuovo Museo di Scienza Naturale di Trento, il Muse.
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POST 1112 – RACCOLTA DELLE OLIVE IN CITTA’
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 23 Novembre, 2013 @ 2:34 pmDetto altrimenti: Non sempre “là dove c’era l’erba ora c’è una città †…
(Cliccate sulla foto, ingranditela!) Foto a sinistra; brevi riflessioni a destra. Mi ha colpito. Mi ha colpito questo cartello “Divieto di sosta per raccolta oliveâ€. Già , perché a Riva del Garda gli ulivi in strada sono tanti, ed il Comune ne concede una sorta di usufrutto a privati volonterosi. Ma a mio avviso il significato più pregnante non è quello “economicoâ€: raccolgo le olive, le porto al frantoio e ne ottengo qualche fiasco di ottimo olio. Il senso più importante dell’operazione è che la città è viva, come i suoi ulivi, e soprattutto che la “la città è mia†e il mio mondo non si esaurisce con il mio “privatoâ€. La città , in altre parole, non è tutto ciò che sta intorno al “mio privatoâ€. Fosse così anche per lo Stato!
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POST 1111 – ASPETTANDO IL NATALE
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 23 Novembre, 2013 @ 7:22 amDetto altrimenti: forse la crisi ci aiuterà …
… a non essere preda del consumismo, e a riflettere sul vero, unico significato del Natale: per chi crede; per chi non crede ma …; per chi crede di non credere ma …; per chi non crede di credere ma …
Natale, fermarsi, riflettere … possibilmente lontani dal frastuono della politica, dell’economia, della crisi, degli scandali, dalle guerre. Proviamo a guardare noi stessi dall’Universo: come è piccolo il nostro pianeta! Noi poi …
Eppure ci crediamo al centro del mondo, ognuno di noi si sente diverso dagli altri, migliore … soprattutto se “fa politicaâ€. Ma siccome questo è il pensiero di tutti, allora … forse, una riflessione va fatta su questo nostro presunto “primato†sugli “Altriâ€.
Cosa chiedo con la letterina che ho intenzione di spedire “lassù� Che nel mondo si ritorni a perseguire il Bene Comune. E voi, amiche lettrici e amici lettori, cosa chiedete per il Natale?
P.S.: amici del blog, ieri siete stati 263 ed avete letto 920 pagine.
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POST 1110 – CARLO FIERENS, CHITARRISTA CLASSICO
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 22 Novembre, 2013 @ 3:02 pmDetto altrimenti … a seguito del mio post del 1 aprile 2013
Carlo Fierens, Ligure, come me. Trapiantato a Tento, come me. Amante del Trentino, come me. Trasferitosi a Trento (lui per motivi affettivi con morosa trentina in loco; io per motivi di lavoro con sposa al seguito). Carlo frequenta il Biennio Accademico presso il Bonporti sotto la guida della professoressa Norma Lutzemberger.
Di Carlo non è possibile non essere amici. Infatti, conoscerlo e diventarne amici (ed estimatori) è tutt’uno. Ascoltare le sue esecuzioni e rimanere affascinati è tutt’uno.
Di lui ho scritto in numerosi post. Uno per tutti quello del 1 aprile 2013, che mi permetto di invitarvi di andare a leggere. Ho ripreso in mano la … tastiera del mio computer perchè … perché Carlo ha appena vinto un (ennesimo) significativo premio, il Premio Nazionale delle Arti indetto dal Conservatorio Musicale di Brescia. Primo fra trenta selezionati, ha eseguito brani di Rodrigo (Invocation; Danza); di G. Regondi (Introduzione; Capriccio); di Bach (Fuga); di Villa Lobis (Studio); di Barrios (I suoni della foresta); di Ginastera (Sonata).
Ci frequentiamo, anche perché siamo entrambi membri del Circolo Culturale Privato Accademia delle Muse, (altra perla culturale trentina) ed anche perché tempo fa ha accettato di esibirsi nell’ambito dei concerti organizzati dall’Associazione Amici della Musica di Riva del Garda, Presidente Ruggero Polito, che di lui ha scritto:
“……avendo avuto modo di ascoltare Carlo Fierens già diverse volte, posso confermare, senza tema di smentita, l’eccellenza di Carlo Fierens che, grazie al suo notevole bagaglio tecnico e alla sua particolare sensibilità di musicista, è in grado di offrire performance di altissimo livello e di sicuro coinvolgimento dell’ascoltatore. In particolare, quando ho avuto modo di ascoltarlo, mi ha molto impressionato il fatto che si sia cimentato nell’esecuzione sulla chitarra di alcuni capricci di Paganini, fatto questo di assoluta straordinarietà , dato che il grande virtuoso violinista genovese li aveva aveva concepiti e composti per violino: ora l’avere Carlo Fierens trascritto (già , perchè li ha trascritti lui stesso!) ed eseguito alcuni di quei capricci sulla chitarra, strumento del tutto diverso dal violino, ha implicato per l’esecutore il possesso di una padronanza tecnica di notevole spessore, che, coniugata alla sua squisita sensibilità di musicista, gli ha consentito un risultato di così alto livello.”
 Che altro dire, Carlo,  se non “Bravo!â€
POST 1109 – PRIMA NEVE A TRENTO …
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 22 Novembre, 2013 @ 2:29 pmDetto altrimenti:… o meglio, negli immediati dintorni.
La casa delle favole. Siamo in città , in una città bella, che si permette questi scenari a meno di un km da Piazza del Duomo. Dopo giorni di brutto tempo, il sole. E fra le nuvole in ritirata, le cime che la incoronano. Innevate. Poche parole, in prosa. La poesia deve nascere dall’interno di ognuno che si fermi un po’, fra tanti post lunghi, a riflettere su questo post breve, anzi, brevissimo. Da oggi, una novità : fin qui, ho scritto post e li ho corredati da foto. Oggi voglio iniziare un secondo percorso, a fianco del primo: voglio pubblicare fotografie e corredarle con qualche scritto. Quindi la foto, a sinistra, il commento a destra.
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