I CONTENUTI DELLA DEMOCRAZIA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 10 Maggio, 2025 @ 10:15 am(Mia lettera odierna al quotidiano di Trento ilT)
Egregio Direttore, correggo una mia inesattezza: infatti mi sono sempre dichiarato difensore della democrazia parlamentare mentre avrei dovuto definirmi difensore dei contenuti concreti di quella che fino a pochissimo tempo fa era la nostra democrazia parlamentare.
Il merito di questo mio ravvedimento è di Luciano Canfora con la sua lezione tenuta il 22 dicembre 2024 presso l’Auditorium della Musca di Roma nel ciclo delle Lezioni di Storia intitolato “Invenzioni”, testo riportato nel little but great libro che mi è stato regalato oggi, dal titolo “L’invenzione della democrazia”. Sono poche paginette, come poche paginette sono quelle di Umberto Eco per il suo “Fascismo eterno”: insomma, “multa paucis”, si possono chiarire molti importanti concetti anche con poche paginette.
Ma restiamo in argomento. Quello che oggi lamento è che siano venuti meno o stiano per venir meno i seguenti contenuti della nostra democrazia parlamentare:
- la prevalenza della narrazione, sopraffatta dall’infocrazia unidirezionale;
- l’attenzione ai contenuti concreti, travolta dall’infocrazia generalista;
- la funzione legislativa del parlamento, soppiantata dai dipiciemme;
- l’indipendenza della funzione giurisdizionale;
- la separazione della Presidenza delle Repubblica dalla Presidenza del CdM;
- la libertà delle forme di dissenso (decreto sicurezza);
- last but not least, il capire che solo una UE unita politicamente e senza i diversi capetti sovranisti, potrebbe non dico essere accettata da Trump, ma addirittura essere richiesta da Trump come alleata contro l’asse orientale.
Un’utopia la mia? Certamente, però attenzione: l’utopia è un traguardo ambizioso semplicemente “non ancora” raggiunto. E poi, guai nella vita a non avere utopie!
La ringrazio se riterrà questo mio breve scritto meritevole di una Sua apprezzata valutazione.
Riccardo Lucatti – Italia Viva/SìTrento
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OGGI SUL QUOTIDIANO DI TRENTO ilT
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 8 Maggio, 2025 @ 5:48 amComments Closed
” MOLTI GIOVANI NON SONO ANDATI A VOTARE ALLE COMUNALI 2025 TRENTO”
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 7 Maggio, 2025 @ 9:46 amPrima delle elezioni, interpellati sulla partecipazione alla politica (= gestione, governo) della città, molti giovani si sono dichiarati “delusi dalla politica”, “di essere solo giovani, quindi ininfluenti”, “tanto non serve” e molti di loro non sono andati a votare.
Qualcuno dice: i partiti devono attivarsi, devono darsi da fare. Concordo, soprattutto se finanziati, potrebbero-dovrebbero curare molto la formazione civica e politica dei giovani.
Io aggiungo: anche prima dei partiti occorre puntare sulla cultura (letteralmente: insieme delle conoscenze) in famiglia e nella scuola. Certo che i media e la TV di regime, attraverso l’infocrazia, hanno diffuso una nuova pandemia: l’infodemia la quale rischia di cancellare la “narrazione” della STORIA, storia che l’elevata velocità del trascorrere degli avvenimenti, non è più solo quella dell’altro ieri, ma anche quella del giorno prima.
Nei Promessi Sposi (cap. XXVII), il Manzoni attribuisce al personaggio di Don Ferrante questo suo pensiero: “Cos’è mai la storia senza la politica? Una guida che cammina, cammina, con nessuno dietro che impari la strada, e per conseguenza butta via i suoi passi; come la politica senza la storia è uno che cammina senza guida”.
E allora voi giovani tutti, reagite! Infatti siete voi
– che scrivete oggi la STORIA del domani;
– che in ognuno di voi c’è una fortissima potenzialità;
– che questa è la vostra forza;
– che occuparsi di Politica è un vostro diritto/dovere/interesse;
– che “politica” è un aggettivo sostantivato dal greco “teknè politikà”, cioè tecnica, capacità, professionalità per gestire/governare la polis, in allora la città-stato, oggi i nostri enti pubblici territoriali e l’UE.
Giovani, questo invito vi è rivolto da uno quasi come voi, un -ty ager (non -teen ager), uno che ha 18 anni anche se alla reversa, cioè 81!
Riccardo Lucatti -SìTrento


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TRENTO: ELEZIONI COMUNALI 4 MAGGIO 2025
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 2 Maggio, 2025 @ 10:27 amAndiamo a votare.
Confermiamo il nostro sindaco FRANCO IANESELLI.
Votiamo la lista SìTrento.
Una votazione, due preferenze: anche dello stesso genere.
Grazie a tutte e a tutti, comunque votiate, purchè andiate a votare!
(i santini di noi due maschietti sono in basso perchè siamo due gentlemen!)
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IN VISTA DEL 4 MAGGIO …
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 28 Aprile, 2025 @ 5:48 am
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SSN – SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE (Occorre passare dall’infocrazia alla narrazione)
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 27 Aprile, 2025 @ 3:29 pmIl governo ci fornisce spesso molti dati a testimonianza che al Servizio Sanitario Nazionale ha dato più risorse finanziarie di quanto non abbiano dato i governi precedenti. L’informazione è incompleta in quanto manca la “narrazione” sui seguenti quesiti:
– Prima di parlare della copertura finanziaria, è stato studiato e redatto un piano riorganizzativo aggiornato?
– Non sarebbe corretto informare la popolazione sull’andamento del rapporto fra quanto spende annualmente lo Stato per il SSN e a quanto ammonta la crescente spesa diretta annuale dei privati per assicurazioni private e pagamenti diretti?
– L’attuale organico del personale ospedaliero è sufficiente o è carente?
– Perché si assiste all’esodo di molto personale ospedaliero verso il settore privato, altre regioni o verso l’estero?
– Ci si preoccupa della demotivazione che questo esodo genera nel personale che eroicamente resta presso il SSN e continua ad adoperarsi al massimo?
– Come si può pensare di cercare di sopperire alla carenza di medici del pronto soccorso imponendo un contributo ai medici di base, senza determinare le modalità del loro intervento e senza preoccuparsi che forse si metterebbe in crisi la loro attuale funzione?
– Si è consapevoli che la lunghezza delle liste di attesa non si può abbreviare per decreto?
– Quanto alle cure super specialistiche che ovviamente non si possono offrire “sotto casa” ad ogni paziente, non è il caso di agevolare i familiari “molto fuori sede” i quali necessariamente accompagnano il paziente (soprattutto se si tratta di bambini!) durante la cura e che oggi sono invece costretti a prendere in affitto stanze o appartamenti nella zona del centro di cura?


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FAMIGLIE IN MUSICA A RONCEGNO
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 26 Aprile, 2025 @ 8:02 am
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PER IL FUNERALE DI PAPA FRANCESCO, oggi 26 Aprile 2025
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 26 Aprile, 2025 @ 7:08 amUn po’ di farina non del mio sacco, ma farina di Don Marcello Farina dal suo libro “ Li guiderò a fresche sorgenti”.
- Papa Francesco, un rivoluzionario che ha impresso un cambiamento radicale alla vita della comunità cristiana e non solo.
- Papa Francesco ha rivitalizzato gli insegnamenti del Concilio Vaticano II°.
- Papa Francesco ha condotto la comunità attraverso un “tornante storico” nella della sensibilità stessa della Chiesa, la quale ha modificato il proprio rapporto con il Mondo: non più il Mondo del male e la Chiesa del bene, bensì Chiesa e Mondo in una reciproca relazione parificata, comunicanti attraverso un dialogo sincero.
- Il nome: Francesco. La Chiesa ha diritto di esistere perchè deve condividere la condizione dei poveri.
- Le insegne: croce di ferro, niente paramenti super accessoriati, niente auto di lusso.
- Il mondo. Papa Francesco afferma: “Non sono un esperto di economia, ma le regole del libero mercato non sono eterne, non sono immutabili”.
- Papa Francesco, una discontinuità rispetto ai Papi precedenti: un Papa Nuovo, molto di più che un “nuovo papa”.
- Papa Francesco e il nuovo linguaggio: “Buonasera, Buongiorno, Buon pranzo … “ lontanissimo dal linguaggio ufficiale dei papi precedenti.
- Papa Francesco e i sacerdoti: “Non opponetevi ai Sacramenti che i cristiani vi chiedono”.
- Papa Francesco e le sue parole più ricorrenti: tenerezza, gioia, misericordia, pace, popolo, amore, occorre sentire l’odore delle pecore.
- Papa Francesco e la verità: la verità è relazione; non è vero ciò che io riesco a dimostrare, ma ciò che riesco a condividere; la Verità si costruisce almeno in due.
- Papa Francesco e la coscienza. Francesco riprende il Vaticano II° e ristabilisce il primato della coscienza. Don Primo Mazzolari: “Quando entri in Chiesa ti levi il cappello, non la testa”. Occorre dare potere alla coscienza dopo aver dato per secoli coscienza al potere.
- Papa Francesco e la morale: la morale è al secondo posto. Al primo posto c’è il Vangelo, le sue Beatitudini, la Creazione, la Resurrezione: la Chiesa non “è” più la morale, bensì semplicemente “ha” una morale. E’ la fine del cristianesimo moralistico.
- Papa Francesco e la fine dei cosiddetti valori non negoziabili. L’unico valore non negoziabile è l’amore.
- Papa Francesco e i due Mondi: questo Mondo e l’aldilà: Francesco ci insegna a vivere in questo Mondo. L’aldilà ci viene regalato da Dio.
- Papa Francesco e i suoi modelli. I modelli di Francesco. S. Agostino (354-430); S. Francesco (1200); S. Ignazio di Loyola(1491-1556), in quanto profondo studioso che tiene sempre aperto il dialogo. La frontiera del dialogo deve essere spostata sempre in avanti.
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CITTA’ STORICHE: BELLE E …
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 24 Aprile, 2025 @ 6:25 pm… e difficili al traffico e alla sosta delle auto!
Perdonate questa parte del mio curriculum lavorativo, ma è necessaria per capire le conclusioni alle quali poi giungo.
Inizia
“Io sono nato, cresciuto, studiato e sposato a Genova. Tutta la città ha un traffico difficilissimo. A parte di suoi tre “colli” (i quartieri elevati di Albaro, Carignano, Circonvallazione a monte) la zona centrale è poco sopra il livello del mare e contiene due “siti” particolari: il centro storico più esteso d’Europa, i famosi caruggi delle canzoni di de Andrè; una delle due pianure dell’intera regione, quella nella quale di trova la Stazione FS Brignole la piazza della Vittoria. Molti anni fa, su nomina dell’azionista di maggioranza (sindaco Adriano Sansa) sono stato amministratore della Genova Parcheggi SpA. Trasferitomi in Trentino, ho dato l’avvio alla trasformazione dell’Interporto di Trento in centro intermodale e sono stato nel CDA di ATT3, Geie per il traforo del Brennero. Inoltre ho realizzato un importante parcheggio interrato in una città molto turistica che ho dotato di un sistema telematico di controllo e gestione della mobilità. Per anni sono stato nel Consiglio Direttivo nazionale di Aipark.”
Finisce
Parcheggi. L’aumento del numero dei parcheggi in centro cittadino o nel suo immediato ridosso è un potente attrattore di traffico. Lo stesso vale per tariffe della sosta a prezzi molto contenuti e per quelli di superfice con la prima ora gratuita, se non altro per la tendenza tutta italiana a superare le regole: ” ma sì, mezz’ora in più che volete che sia mai ” e per la la difficoltà del controllo.
Vedo invece con piacere che Trento si sta dotando di molti parcheggi ai bordi della città e sta aumentando i km di piste ciclopedonali. Su di esse qualche critica, comprensibile perchè ancora non è stata terminata l’opera, cioè non sono state mese tutte “a sistema”. Ulteriore intervento da fare: tutta la città a 30kmh.
Queste sono le conclusioni alle quali mi conduce l’esperienza di alcuni anni passati ad occuparmi anche (anche) del settore della mobilità ed io …
…”SONO UN PEDONE, SONO UN AUTOMOBILISTA, SONO UN CICLISTA!” (Non me ne voglia nessuno se copio questo modo di dire …)
#sitrento
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INTERVENTO DEL SEN.MATTEO RENZI IN SENATO AL DEF/DFP- DOCUMENTO DI FINANZA PUBBLICA 24 APRILE 2025
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 24 Aprile, 2025 @ 5:58 pmSignora Presidente, membri del Governo, onorevoli colleghi, è capitato a tutti, credo, di fare un’esperienza di acquisto online. Capita, quando fai l’acquisto online, di vedere un oggetto, effettuare l’acquisto, poi ti arriva a casa ed è tutta un’altra cosa. Sui social fioriscono i meme: come lo ordini su Internet, come ti arriva a casa. Il DEF o DFP (chiamatelo come volete, per me va bene anche “Genoveffo”) è un documento che dimostra che l’Italia agli occhi del Governo e della maggioranza è una cosa totalmente diversa dalla realtà. Una cosa è come la vedi su Internet, nei documenti che vengono oggi sbandierati dal Sottosegretario e dal resto del Governo, una cosa è come è nella realtà dei fatti.
Guardate i numeri: state dicendo che c’è una crescita straordinaria. Meloni, nel gennaio 2024, dice che saremo il primo Paese per crescita in Europa. La Spagna cresce quattro volte più di noi, calcisticamente finisce quattro a uno per loro. E la definiamo una vittoria? Abbiamo finalmente una grande crescita: nel 2024 è pari all’1,2, a ottobre all’1, oggi viene dimezzata dall’1,2 allo 0,6 (secondo il Fondo monetario è allo 0,4). Non riusciamo ad aumentare gli stipendi, non aumentiamo le pensioni, però nel frattempo dimezziamo (lascia o dimezza) le previsioni della crescita.
Comunque lo vogliate definire, questo documento contiene degli elementi che dovrebbero farvi riflettere: il debito pubblico, tra il 2024 e il 2023, cresce rispetto al PIL. Questa è una cosa enorme: siamo passati dal 134 al 135 per cento di debito pubblico sul PIL. Cresce la pressione fiscale: quando ero Presidente del Consiglio, ricordo che sotto Palazzo Chigi c’era la Meloni che urlava (perché già allora, pur essendo più giovane, aveva una voce soave e suadente come quella che ha oggi) che lei voleva mettere un tetto in Costituzione alla crescita della pressione fiscale. Lei diceva che in Costituzione dobbiamo indicare una cifra: il 40 per cento. Allora eravamo al 41, oggi siamo al 43 per cento (eravamo al 42 lo scorso anno). Eppure la nostra Presidente del Consiglio fa delle interviste surreali in cui spiega che la crescita della pressione fiscale è un fatto positivo, perché sta aumentando il lavoro. (Applausi).
Come lo ordini su Internet, come ti arriva a casa, in una cornice nella quale nessuno evidenzia il fatto che la vostra crescita allo 0,6 per cento (che il Fondo monetario stima allo 0,4) è comunque aiutata dal PNRR. Se non ci fosse nemmeno il PNRR, saremmo in territorio negativo da quel dì. Le decine di miliardi di euro investiti nel PNRR fanno PIL. Qual è allora il dramma?
Il dramma è che da 25 mesi la produzione industriale di questo Paese è in terreno negativo. (Applausi). Sono 25 mesi che c’è il segno meno davanti, lo capiamo che questo è un disastro per la nostra economia? Perché nessuno ne parla? Si dice che la colpa è del quadro geopolitico, ma forse la colpa è del fatto che non riusciamo a sbloccare Transizione 5.0 con qualche miliardo bloccato, o forse del fatto che Confindustria – non la CGIL, non la CISL, non la UIL, non la sinistra, non il partito marxista leninista, ma la Confindustria, con il presidente Orsini, che tutto si può dire tranne che sia un avversario di questo Governo – vi ha presentato un documento in cui ha elencato 80 misure di snellimento burocratico e voi riuscite a complicare, con il ministro Urso, anche misure come Industria 4.0, che funzionavano. (Applausi).
Questa è la realtà dei fatti. Il ministro Giorgetti e la Presidente del Consiglio non sono in Aula perché questo non è un documento importante, del resto stiamo solo parlando della situazione economica delle famiglie del ceto medio, che volete che sia? Il ministro Giorgetti ha fatto una prestazione, dal punto di vista di macroeconomia, peggiore di quella del suo Southampton, che quest’anno partiva per andare in Europa League ed è retrocesso nella serie B inglese. È la stessa identica cosa che sta accadendo al nostro Governo. Mi si dirà: ma tu non sei onesto intellettualmente, se non parti dal presupposto che ci sono i dazi e cambia il clima. È vero, le grandi banche d’affari internazionali come JP Morgan o Goldman Sachs definivano, o meglio ipotizzavano una possibile recessione in America nel novembre 2024 con una probabilità del 3 per cento. Dicevano, cioè, che al 97 per cento non ci sarebbe stata recessione, ma c’era una possibilità del 3 per cento che ci sarebbe stata. Ebbene, sono bastati sei mesi del sovranista alla Casa bianca e le possibilità di arrivare alla recessione secondo gli americani, in America, sono cresciute dal 3 al 62 per cento, cioè loro danno per scontato – ormai già la immaginano – che arriverà una recessione negli Stati Uniti, legata innanzitutto al real estate, a picchiare duro sulle famiglie. Perché questo? Ne vogliamo parlare o facciamo finta di niente? È il caso? È la sfortuna?
Onorevoli colleghi, la recessione è figlia delle scelte sovraniste e populiste del Presidente degli Stati Uniti che ci avete elogiato nei due mesi appena trascorsi come fosse il premio Nobel dell’economia, come fosse il salvatore del mondo. (Applausi). È quello che sta portando l’America alla recessione e che sta attaccando il made in Italy. Avete creato il liceo del made in Italy – per me, il liceo del made in Italy è il liceo classico, ma questa è una mia valutazione personale (Applausi) – e poi, quando arriva la prima vera, grande aggressione al made in Italy la fanno i vostri, perché siete stati voi a dire che Trump avrebbe cambiato il mondo. (Applausi). Avete un Vice Presidente del Consiglio dei ministri che si è vestito per una settimana con la stessa cravatta e con la stessa camicia che aveva Trump per dire quanto ne fosse innamorato. Sono i vostri che hanno detto che Trump avrebbe salvato il mondo e poi siete anche voi, perché diciamolo nel corso del dibattito in Senato, diamo valore al Senato: ha detto la presidente Meloni, quando era leader dell’opposizione, che lei avrebbe nazionalizzato le infrastrutture. Onorevoli colleghi della maggioranza, non solo non avete nazionalizzato, ma avete dato a un importante fondo americano la rete Telecom. Avete dato…(Commenti). No, no, la rete no, Borghi, al di là della tua maleducazione, che non era in discussione, noi qui dentro eravamo convinti che tu fossi competente. Non è la rete che era dei francesi, era la Telecom che era dei francesi e l’ha presa Poste. (Applausi). Ti faccio lo spiegone: la rete è andata a KKR con un decreto emanato dal Ministero dell’economia e il fondo KKR è un fondo americano che non hai ancora imparato a conoscere. (Applausi). Finalmente, qualcuno che dica in quest’Aula: Borghi, studia un pochino e impara le cose prima di aprire bocca e darle fiato. (Commenti).
Secondo punto: avevate detto che eravate contro le privatizzazioni. Avete venduto anche Telecom Sparkle, che è il canale di sicurezza legato da sempre all’interesse nazionale: pure Telecom Sparkle vi siete venduti! (Applausi).
Come se non bastasse, voi, che parlavate contro l’utilizzo pubblico del potere nella gestione del credito, avete fatto uno scandalo che si chiama golden power su Unicredit e nessuno ha il coraggio di dirlo. Il golden power su una banca italiana è uno scandalo senza precedenti! A me non interessa capire chi prenderà il controllo di Generali, di Bpm di Monte dei Paschi o di Unicredit: non mi interessa, lascio spazio al mercato. Però, che il Governo della Repubblica utilizzi di venerdì santo il golden power su Unicredit e in questo Paese nessuno dica niente è uno scandalo assoluto! (Applausi).
Molte altre sarebbero le considerazioni da fare su questo DFP: continuate a buttare i soldi in Albania per riportare a casa un venditore di rose in Bangladesh, spendendo decine di migliaia di euro e non c’è una lira, un euro, un centesimo, un dollaro sul recupero dei talenti, sull’attrazione dei talenti, sul fatto che i nostri cervelli che se ne sono andati hanno visto cambiare la legge da parte vostra per non riportarli a casa. (Applausi).
È inutile che parliamo di intelligenza artificiale quando questo documento è un tributo alla stupidità naturale. È inutile parlare di quantum computing quando non siete stati in condizione di avere una strategia sull’innovazione. E lasciatevi dire che è inutile parlare di spese sulla difesa quando vi impegnate con gli americani a dare i soldi della difesa oltre oceano e non investite sulle collaborazioni e sulle sinergie con l’Europa.
La vera sfida, infatti, è che dopo Trump persino i sovranisti devono capire che la globalizzazione è ciò che serve a un Paese che fa export. Persino voi dovreste capire che è il momento di mettersi alla guida per cambiare l’Europa e per rendere l’Europa credibile. Non è il momento di continuare a fare i populisti e scoprire che, alla fine, i dazi ammazzano il made in Italy e le nostre famiglie del ceto medio. (Applausi).
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