POLITICAL MEMORY
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 13 Febbraio, 2017 @ 5:39 pmDetto altrimenti: la nostra memoria “politica†… quanto è “lunga�  (post 2642)
Memoria minuitur nisi exerceas, dicevano i latini: la memoria diminuisce se non la si esercita. E allora … quanto dura – ad esempio – la nostra “memoria della stampaâ€, ovvero, la memoria di ciò che leggiamo sui giornali stampati? Studi di settore dicono 36 ore. Non molto. Da tempo infatti ci “ricordiamo sempre di menoâ€, da quando – ad esempio – non ci esercitiamo imparando a memoria le poesie, come facevamo a scuola. Internet poi ci aiuta molto a non fare lo sforzo di ricordare, “tanto troviamo tutto in internet†!

Loro girano, girano … e da fuori c’è chi li controlla, pronto a mangiarseli se escono dal percorso stabilito  …
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Political memory. Una certa politica ripete le stesse cose da sempre che sembrano vere (vedi tre post fa, “Le bufale ..â€). Una certa politica, dicevo, non tutta per carità ! Solo quella che non “si rivolge all’elettoratoâ€, bensì quella che “crea l’elettoratoâ€, prospettandogli un futuro nuovo, migliore … che poi è sempre lo stesso: è il “futuro del passatoâ€. Tanto noi di quanto è appena successo non abbiamo memoria. Io chiamo quella certa politica la “politica per i pesciolini rossiâ€, sapete, quelli posti in una boccia rotonda: girano intorno e giro dopo giro non hanno memoria del giro precedente per cui ogni volta credono di percorrere una via nuova …
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LA POLITICA FRA IL DIRE E IL FARE
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Febbraio, 2017 @ 1:02 pm
Detto altrimenti: osservazioni tecniche, ma non solo ….. (post 2641)
(apri un post e … ne leggi due!)
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Un mio amico (G. T. per la privacy), reduce, quale osservatore, da una riunione (“quasi politica”, mi scrive) aperta al pubblico, organizzata da un partito politico della vicina Austria, partito che dichiara di volersi aprirsi al cittadino, di volerlo coinvolgere, di attribuirgli la doverosa centralità , mi scrive:
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“Riccardo, so che sei impegnato in diversi fronti che implicano la tecnica comunicativa. Ecco allora che ho pensato di farti cosa gradita raccontandoti quanto mi è appena successo. Un convegno quasi-politico, sala piena! Parla lo speaker per 5 minuti; due personaggi per un’ora. Indi alcuni oratori previsti dagli organizzatori. Un’altra ora. Il pubblico, in rispettoso silenzio, attento, ascolta, applaude. Sono state dette molte cose anche condivisibili, apprezzabili, tuttavia. Tuttavia cosa, dirai tu!? Mi spiego.
- La durata degli interventi. E’ sperimentato che dopo i primi 45 minuti l’attenzione di chi ascolta scema di molto. Infatti molti sono stati quelli che, con il telefonino ostentatamente all’orecchio, fanno finta di dovere rispondere ad una chiamata, si alzano, escono dalla sala e … vanno a casa.
- Parole rivolte al futuro. Nessun consuntivo.
- Contradictio in re ipsa: i cittadini … al centro? No! O almeno, non solo: infatti, al centro, davanti, sui lati, dietro … insomma in tutta la sala. Silenti.
La mail del mio amico finisce qui. E’ un amico vero, avrei forse potuto non pubblicare la sua mail? Quando mai! Ma poi mi sono detto: bisogna che io gli scriva, che risponda alla sua mail. Ed allora ecco qui cosa gli ho detto (qui di seguito, praticamente un post nel post):
Caro G.T., vedi … anch’io in questi giorni ho assistito ad una pluri-conferenza-quasi-politica che nel metodo assomigliava molto quella alla quale tu hai fatto cenno. Tuttavia la mia attenzione è stata letteralmente catturata dai contenuti del primo oratore, che la letto la sua relazione per un buona mezz’ora. Analisi corrette, visioni ampie a tutto campo, proposte condivisibili, parole per il cervello, per il cuore e per la pancia. Insomma: tutto di tutto, ben scritto (da chi, mi sono chiesto), finale alla Degasperi-fate-il- vostro-dovere-ad-ogni-costo (anche se a un certo punto gli è scappato un Gasperi senza il De). Tutto … tutto quello che i presenti si auguravano si sentire, del tipo “dai, rassicurami“. E i giornali hanno osannato.
Ma vedi, caro amico, io sono un pericolosissimo intellettuale, nel senso che so scrivere (ovviamente mi riferisco all’uso della grammatica e della sintassi, mica ad altro: ci vuol ben altro per “saper scrivere” come un vero giornalista o un vero scrittore, io sono un semplice blogger!) e so anche leggere. Alternativamente leggo 1) libri che-non-puoi-sbagliare (tipo “Divieni ciò che sei” e “Così parlò Zarathustra” di Nietzsche; “Utopia” di Thomas More; i libri di Marcello Farina; i libri di Canfora, Mieli, Zagreblelsky, Eco; 2) libri di cui vado letteralmente a caccia in libreria, e ogni tanto c’azzecco;  3) libri che mi suggeriscono altri.
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L’ultimo dei libri suggeriti l’ho acquistato dopo averne visto la presentazione di Augias alla TV. Si tratta di “Scoop”, di un inviato speciale, Enrico Franceschini (Narratori Feltrinelli). Un “romanzo-verità “, un po’ romanzo, un po’ auto-storia-vissuta (visto come un umile blogger se la cava bene con le tante “ – – -” ?). Un romanzo che per certi versi fa il paio con “Numero Zero” di Umberto Eco (Bompiani). Ecco, i due romanzi-quasi-verità svelano alcuni aspetti del giornalismo e delle sue regole inconfessate: la verità si vabbè-però- condita-di-quel-tanto-che-la-gente-vuole-sentirsi-dire- che-così-poi-il-giornale-lo-compera (qui a fianco: la notizia fa il giornale o il giornale fa la notizia?)
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Ed ecco il parallelo. Da un lato i due romanzi quasi verità , dall’altro il discorso fiume di quel politico (che poi Aldo Moro a Fiuggi parlò per sei ore e mezza, chevvoletecchessiamai la mezz’ora del nostro amico!). Mi sono detto: quel tale politico nostrano potrebbe essere un ottimo giornalista-previsionale, di quelli che sanno prevedere e scrivere ciò che dovrà (o almeno, dovrebbe) accadere per fare felice l’umanità . Ma quel tale non si è dato al giornalismo, bensì alla politica-previsionale-quella-della-sintesi-del- …futuro! E il recentissimo passato? Le sue incongruenze, le sue contraddizioni, le sue omissioni, le sue violenze? Superate dalla prospettiva-promessa del sorgere di un nuovo sole dell’avvenire.
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Caro amico, io che sono un V.I.P, Vecchietto In Pensione, vivo anche di ricordi. 1982, ero in Germania per un corso di lingua. Vincemmo i mondiali di calcio contro di loro. Pertini esultante (“Ora non ci riprendono più!”). In quei giorni cambiò il loro governo (non causa della partita persa!). Chiesi ad un amico tedesco come valutasse la nuova compagine governativa. Mi rispose: aspettiamo di vedere i risultati della sua azione. E qui la notizia bomba: io rimasi stupito! Infatti in Italia eravamo e siamo stati abituati a valutare i governi dai i programmi più che dai risultati!
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Anche nel mondo del lavoro. Ho sempre ricevuto molto di più quando i datori di lavoro si aspettavano che io raggiungessi importanti risultati di quanto non ricevetti quando quei risultati li avevo raggiunti. D’altra parte .. la riconoscenza è la speranza di ottenere nuovi favori, nuovi vantaggi, nuovo risultati dall’azione altrui! Ma questa è un’altra storia.
Comunque … se son rose, fioriranno. Ad maiora, quindi!
Tuo Riccardo
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RADDOPPIO DELLA CICLABILE LIGURE DI PONENTE
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Febbraio, 2017 @ 7:02 amNEL PONENTE LIGURE, OLTRE AL FESTIVAL, C’È UNA CICLABILE SUL MARE. REGIONE LIGURIA: PRESIDENTE, LASCI O RADDOPPI?
Detto altrimenti: io sono un blogger “a pedaliâ€, nato a Genova …  già dirigente Fiab Trento dove risiedo da 30 anni…        (post 2640)
… ben volentieri, quindi, riferisco di un appello di Giulietta Pagliaccio, presidente nazionale di FIAB onlus, la quale ha inviato una lettera aperta al Presidente di Regione Liguria, in merito all’acquisizione delle aree dell’ex ferrovia nel Ponente Ligure. Come è noto infatti, con la dismissione, a dicembre 2016, della ferrovia tra S. Lorenzo al Mare ad Andora si è liberato un sedime ferroviario di circa 20 chilometri che può essere trasformato in pista ciclabile, raddoppiando la lunghezza dell’attuale “Parco costiero del ponente ligureâ€, già “Area 24â€.  La ciclabile del “Parco costiero†è un vero balcone sul mare, lungo oggi circa 24 chilometri, di grande attrattività e importanza per l’economia della Riviera, con un elevatissimo numero di presenze annue.
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Conosciuto e frequentato da turisti tutto l’anno, è molto apprezzato anche dai tour operator, che tuttavia lo ritengono ancora troppo corto per poterlo vendere in pacchetti turistici di medio e lungo periodo, soprattutto per il mercato internazionale. Come noto, il turismo in bicicletta è in fortissima crescita, muove un bilancio di oltre 530M€ a livello europeo, di cui circa 3,2 miliardi solo per l’Italia. La Presidente di FIAB ritiene che il recupero della ferrovia appena dismessa e il proseguimento della pista ciclabile sia un’occasione importantissima da non perdere e chiede pertanto alla Regione Liguria di attivarsi per l’acquisizione del sedime e la sua riconversione a percorso ciclopedonale con le stesse caratteristiche del parco costiero attuale. Non si può rischiare di perdere non solo l’unitarietà di un polo di attrazione così importante e unico, ma anche i finanziamenti statali che, ormai, vengono concessi solo per la realizzazione di lunghe ciclovie.
Ecco, amiche ed amici del blog e della bici, diffondete e commentate queste righe. ve ne ringrazio!
Goooood biiiiike everybody!
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LE “BUFALE†INTERNET E NON SOLO
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 10 Febbraio, 2017 @ 5:53 pmDetto altrimenti: la post-verità     (post 2639)
No, raga, non è la verità dei miei post, ma la (pseudo) verità che viene dopo tante “bufaleâ€. Mi spiego. In questi giorni si è data centralità ad un problema: al fatto che notizie false pubblicate in internet ricevano centinaia, migliaia di “like†ed il gioco è fatto: la falsità diventa vera, una post-verità (sparla sparla, diceva quel tale, qualcosa resterà attaccato). Non si tratta di novità , ma di fenomeni amplificati “grazie†al web. Tutto qui. Fenomeno esistente anche nella politica attuale. Infatti, un enunciato, una asserzione, una promessa elettorale tanto più diventa “verità †quanto più è affermata e quanto più è udita: se una corrente di pensiero politico ripete e fa ripetere da anni dalle stesse persone le stesse enunciazioni, esse – indipendentemente da un loro valore reale – tendono ad acquisire valore solo ed in quanto molte persone finiscono per comportarsi come se quelle persone e le loro enunciazioni fossero una verità strategica (strategico = indispensabile e insostituibile).
Il fenomeno è stato già affrontato – fra gli altri – da Michel Foucault (1926- 1984), filosofo, sociologo, accademico, storico e saggista francese, il quale ha enunciato il principio di rarità degli enunciati: egli giunge alla positività di un enunciato in base alla sua singolarità ed alla sua rarità . Oggi questo principio è stato rivoluzionato dall’internet dei computer e dei cervelli: oggi luoghi comuni e (vuote/false) affermazioni tanto più hanno (purtroppo) valore quanto maggiore è la loro non-rarità . Traduco: se affermo “questo tavolo volaâ€, l’enunciato ha valore se molte persone lo ripetono e/o l’ascoltano e – alla fine – si comportano come se l’affermazione fosse vera, dicendo “Speriamo che non mi cada in testa â€. Ecco, io credo invece che oggi occorra ribellarsi a questa post verità e ridare valore alla rarità , alla differenza ed alla originalità della propria iniziativa di ricerca della verità relazionale, anche perché “Verità è relazioneâ€, ci insegna Papa Francesco.
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JUS PRIMAE … NIVIS
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 9 Febbraio, 2017 @ 6:26 am
Detto altrimenti: il diritto della prima … neve !                  (post 2638)
E’ la migliore. Piste ben battute, vergini, deserte. Per godertela, ti presenti al cancelletto di partenza ben prima dell’apertura degli impianti. La cabinovia funziona già : la utilizza solo il personale dei vari rifugi per portare a monte le provviste. Fra questi operatori tuttavia si inserisce uno sciatore normale, uno di quelli che avrebbe dovuto attendere, come stai facendo tu, l’orario di apertura al pubblico. E invece no. Lui passa, lui può. Un amico mi dice: è uno ricco, possiede molti appartamenti, in paese è una potenza. Ho capito. È “il†signorotto del paese. Infatti. Infatti arrivi in cima alla montagna, ti accingi alla prima sciata, quella sulla neve ben battuta, immacolata … o quasi. Quasi. Infatti “lui†è già sceso, ha già inciso la neve con la sua traccia.
Ecco, mi è venuto in mente quell’odioso privilegio medievale, lo jus primae noctis, quello che consentiva al signorotto locale di passare la prima notte delle nozze altrui con la sposa altrui. Domanda: ma salire sugli impianti quando questi sono aperti solo per il personale di servizio, in Italia è vietato? Risposta: dipende … nel senso che non è severamente vietato né veramente vietato, ma solo vietato. Insomma, come ve lo devo dire? Dipende.
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ACCADEMIA DELLE MUSE A CARNEVALE
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 8 Febbraio, 2017 @ 4:34 pmDetto altrimenti: una pausa si allegra cultura      (post 2637)
Accademia delle Muse? V. i tanti post pubblicati. L’altra sera, presente il 55% degli aderenti, ovvero 55 Accademici!
Carnevale? Anche le Muse si concedono un diversivo. Nella prima parte della serata, infatti, la rappresentazione di un grande lavoro “disneyanoâ€: Cristina (al pianoforte), Giovanna, Letizia e Stefano (voci) – pensando ai fanciulli veri e a noi “grandi”, per quel tanto di fanciullo che è in noi – hanno selezionato una serie di brani da film di animazione della Disney Co., li hanno proiettati su di uno schermo con la colonna sonora – integrata al piano da Cristina – senza il canto: infatti le canzoni sono state eseguite in diretta da loro stessi! Un grande lavoro di ricerca e sincronizzazione, assai apprezzato dai bimbi presenti (eccezionalmente) in sala, e anche da tutti noi adulti! Fra l’altro, fa piacere rivedere i cartoni animati “d’una voltaâ€, quelli-non-giapponesi, quelli senza effetti speciali o almeno, se ce ne sono, utilizzati per far ballare la scopa di Topolino, per far volare Poca Onta o per farci “vedere la musica†(Fantasia) … e comunque tutti con una morale educatrice, ben lontana dall’esaltazione della forza bruta e della violenza di una gran parte dei cartoni odierni (soprattutto d’importazione).
I brani selezionati: Marcia di topolino; Biancaneve e i 7 nani “Heigh Hoâ€; Cenerentola “Bibidi bobidiâ€; La carica dei 101 “Crudelia De Monâ€; Gli aristogatti “Scale e arpeggiâ€; Pocahontas “I colori del ventoâ€; Il re leone “Il cerchio della vitaâ€; Gli aristogatti “Romeoâ€; Gli aristogatti “Tutti quanti voglion fare il jazzâ€; La sirenetta “In fondo al marâ€; La bella e la bestia “Stia con noiâ€; Aladdin “Grande Alìâ€; Mary Poppins “Supercalifragilistichespiralidosoâ€.

L’inizio della passerella finale, con i due Menecmi gemelli (barbudos) proprio uguali, irriconoscibili!
Intermezzo enograstronomico, durante il quale ben nove “attori†si sono ritirati ed hanno indossato i costumi dell’epoca (Grecia, 250 a. C.) per rappresentare la commedia di T. Maccio Plauto “I Menecmiâ€, nella (difficile) riduzione da cinque ad un solo atto eseguita da Maria Teresa. La prima “commedia degli equivoci†dalla quale ha poi tratto ispirazione il teatro di De Filippo, di Totò etc.. Entrambe le fasi della serata sono state molto applaudite. Per esigenze di tempo non si è svolto l’angolo delle anteprime con le segnalazioni degli amici delle loro diverse segnalazioni.
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Prossimi appuntamenti dell’Accademia:
- 6 marzo – Riccardante Lucattieri, brani da La fraglina commedia – Paolo Consiglio, I tre Cristi (diapositive).
- 3 aprile – Omaggio a Fabrizio De Andre’, Patrick e Co., Riccardo voce recitante – Claudio Fuochi e le sue ninfee (diapositive).
- 8 maggio – Barbara e amiche in “Altri tempi†revival musicale – Francesca Endrizzi, La figura di Albino Zenatti.
- 5 giugno – Allievi del Conservatorio musicale di Riva del Garda, M° Ruzza – Marisa Decarli, Scorci di Trento.
Infine, stiamo ragionando sulla nostra gita sociale: se, dove, quando andare (alcuni propongono di riornare nella Toscana minore … vedremo). Nel frattempo … buon Carnevale a tutte e a tutti!
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RESTART POLITICA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 6 Febbraio, 2017 @ 7:10 amDetto altrimenti: ma se il re è nudo! Dai …. che mi venite a raccontare?  (post 2636)
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– Un’associazione di volontariato. Il gruppo dirigente – quasi al completo – lavora attorno ad un tavolo. Uno di loro no. Sta seduto a cinque metri di distanza, leggermente allungato su una sedia, le gambe accavallate, una mano a sorreggere il mento. Ascolta? Non pare. Interviene? No. Pensa? Sicuramente. A quello di cui si sta discutendo? No. A cosa, allora? Alla prossima assemblea, a come potrà raccogliere molte deleghe dagli autisti dell’associazione per far eleggere un nuovo direttivo che potrà pilotare a suo piacere. Già … perché le associazioni sono anche un “bacino di votiâ€, anche in politica. Ecco, quel tale stava “facendo politicaâ€: ma quale politica? Quella dei bisogni che l’associazione in discorso voleva soddisfare, oppure  cercava di predisporre un ennesimo centro di potere? Alle lettrici ed ai lettori l’ardua sentenza!
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2 – Politica … vi è quella di chi si espone sul campo, di chi ci mette la faccia, di chi sa andare anche contro-corrente. Dice … ma perché andare contro corrente? La corrente di un fluido è quella della maggioranza delle sue componenti, ed allora? Al riguardo mi permetto di rimandare al mio post precedente: si tratta di una maggioranza consapevole o semplicemente di una maggioranza attratta da una post-verità , ovvero da quella pseudo verità che nasce dalla “non-rarità †di affermazioni ripetute da anni e anni sempre dalle stesse persone? Enunciati “non-rari†e che acquistano un immeritato valore  proprio per il loro elevato grado di diffusione.
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Come le pecorelle escon del chiuso /  a una, a due, a tre, e l’altre stanno /  timidette atterrando l’occhio e ‘l muso; / e ciò che fa la prima, e l’altre fanno, / addossandosi a lei, s’ella s’arresta, / semplici e quete, e lo ‘mperché non sanno; (Divina Commedia, Purg. III, vv. 70-84)
3 – Contro corrente. Ricordi. S’era un gruppo di giovani impiegati ad un corso di formazione di una grande società . Venne un esponente della direzione generale e ci chiese se in lui preferissimo vedere un esponente ufficiale della direzione generale o un quasi collega con cui scambiare alcune considerazioni. Tutti scelsero la forma del “quasi collegaâ€. Io chiesi la parola ed affermai il contrario: preferivo vedere quella persona per quello che era: un inviato della direzione generale. Uno dei colleghi mi interruppe e disse: “Riccardo, che dici? Ma se tutti noi abbiamo detto …â€. Ecco, per me fu facilissimo ribattere: “Il fatto che il vostro pensiero sia non-raro (cioè molto diffuso), non lo trasforma automaticamente in un valore assolutoâ€. Anni dopo fui chiamato a lavorare all’Ufficio Centrale del Personale di quella grande SpA. Curioso, andrai a leggere le mie note caratteristiche: vi trovai citato positivamente a mio favore quell’episodio (mi scuso: perdonate l’auto-citazione, non è bello, lo so … ma quando la se ghe vol, la se ghe vol! Ovvero quanno ce vo’ ce vo!).
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RESTART FILOSOFIA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 4 Febbraio, 2017 @ 10:29 pmDetto altrimenti: Associazione Culturale Restart Trentino, la ribellione all’internet dei cervelli           (post 2635)
Il filosofo Michel Foucault (1926- 1984) è stato un filosofo, sociologo, accademico, storico e saggista francese. Fra le sue riflessioni mi permetto di citare il “principio di rarità degli enunciati†secondo il quale un enunciato ha tanto più valore quanto più è raro.
Oggi questo principio è stato rivoluzionato dall’internet dei computer e dei cervelli: oggi luoghi comuni e (vuote) affermazioni tanto più hanno (purtroppo) valore quanto maggiore è la loro non-rarità . Traduco: se affermo “questo tavolo volaâ€, l’enunciato ha valore se molte persone si comportano come se l’affermazione fosse vera, dicendo “Speriamo che non mi cada in testa â€. Ecco, l’Associazione Culturale Restart Trentino vuole invertire questo meccanismo perverso, nel senso di ribellarsi a questa sorta di “post verità †ridando valore alla rarità , alla differenza ed alla originalità della propria iniziativa relazionale (“Verità è relazione”, ci insegna Papa Francesco. Non è “vieni qui che ti dico io …”)
Ulteriore traduzione del concetto: se una corrente di pensiero (economico, sociale, filosofico, politico, etc.) ripete e fa ripetere da anni dalle stesse persone le stesse enunciazioni, esse tendono ad acquisire valore – indipendentemente da un loro valore reale – solo ed in quanto molte persone finiscono per comportarsi come se quelle persone e le loro enunciazioni fossero una verità strategica (strategico = indispensabile e insostituibile).
Restart, al contrario, utilizza la tecnica dello zero base budget: rimettiamo in fila tutte le persone e tutti i valori reali o presunti tali; diamo ad ognuno la possibilità di esprimersi su di essi; valutiamo ogni affermazione alla luce dei risultati che ha prodotto, che produce e che si prefigge, e non sulla base della frequenza con la quale essa viene propinata da decenni da parte di quelle stesse, immutabili persone.
Associazione Culturale Restart Trentino, tre parole: libertà , coraggio, cambiamento. Le parole sono pietre, scriveva Don Milani. Ed allora approfondiamo cosa significano queste tre parole per Restart.
LibertÃ
- dalla post-verità (vedi sopra), cioè da quella (pseudo) verità generata da una ripetizione da parte delle stesse persone degli stessi concetti, anno dopo anno, in una sorta di “diabolico internet del cervelloâ€: una post verità che assume valore solo perché non-rara.
- dal bisogno. Non solo fisico, ma anche libertà del pensiero. Potere esprimere le proprie idee anche diverse da quelle dell’altro senza che esse siano interpretate come “idee controâ€;
- di scegliere fra soluzioni diverse, ad esempio con il proprio voto, e di vedere attuate le proprie scelte quando esse siano risultate scelte di maggioranza.
Coraggio. Il coraggio delle proprie idee.
Cambiamento. Una normale successione generazionale portatrice di idee. Idee, il che significa già di per sé qualcosa di nuovo … il che già la dice lunga … (in cauda venenum …)
 Riccardo Lucatti – Presidente Restart Trentino
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RESTART TRENTINO
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 4 Febbraio, 2017 @ 3:12 pmDetto altrimenti: riparti, Trentino!        (post 2634)
Oggi, il “varo†della nuova associazione culturale. Presso il Polo del Verde, Via delle Ischie, 59, Romagnano (TN). La location si è mostrata assolutamente all’altezza: facile da individuare e da raggiungere, ampio parcheggio, a piano terra una serra, sopra un salone ristorante (trentino-siciliano) utilizzabile anche per riunioni. Come la nostra, una Associazione culturale non partitica.
Associazione culturale per fare cultura. Cultura = insieme di conoscenze. Quindi “fare cultura in associazioneâ€Â significa “mettere insieme le conoscenze di ognunoâ€. Ecco una delle motivazioni che ha indotto alcuni amici a costituire questa Associazione. Un’altra spinta è arrivata dalla necessità di uscire dal loop della politica poltrone e sofà , della politica gridata, della politica della contrapposizione per passare a occuparci dei problemi e delle potenzialità della polis, della nostra società . Quindi: massimo spazio al contributo di ognuno; positività dell’agire; nessun ipse dixit. Eravamo … chessò, un centinaio, ma forse anche di più, il che non è male di questi tempi.
Un moderatore, la presentazione dello spirito dell’iniziativa da parte del Presidente, interventi singoli della durata di uno-due minuti ciascuno. La conclusione ai due “ideatori†dell’Associazione, Roberto e Donatella.
Cosa è emerso: la voglia, il coraggio, la capacità , la libertà , la possibilità di “cambiareâ€. Dice … ma il cambiamento … può anche essere un peggioramento. Si, è vero, ma il primo cambiamento che vogliamo fare è quello generazionale, e in questo, quanto si punta sui giovani, non si sbaglia mai.
Taluno ha osservato che a fare il Presidente di una associazione-largo-ai-giovani è stato chiamato un ultra settantenne (il vostro blogger). Già … sembrerebbe un controsenso ma tale non è. Una persona di esperienza che saprà catalizzare l’adesione di forze giovani, le saprà motivare, le inviterà ad esprimersi, attribuirà loro il massimo grado di centralità . D’altra parte se c’è un giovane che vuole il mio posto, che si faccia avanti …
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Cambiamento. Da un sistema gerarchico basato su organigrammi politici non solo concettuali ad uno basato su funzionigrammi progettuali, con la riunificazione del potere e della responsabilità . Traduciamo: chi ha un ferro l’affili, scriveva Giovanni Berchet nel suo Giuramento di Pontida. E noi diciamo: chi ha un’idea, l’esponga! L’idea, anche la più apparentemente irrealizzabile, è sicuramente una Utopia, ovvero un progetto non ancora realizzato. E ogni utopia può diventare progetto ed ogni progetto realtà . E ognuno deve avere la possibilità di fare il Capo Progetto della sua idea. Ma se non si incomincia …non si va da nessuna parte.
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Tre parole: libertà . Dal bisogno fisico e libertà intellettuale; libertà di scegliere fra soluzioni diverse e di vedere realizzata la propria scelta. Coraggio: semplice possibilità di esporre le proprie idee anche se diverse da quelle degli altri. Cambiamento, ne ho già parlato.
Dice … ma chi è intervenuto? Be’ … trovate un resoconto completo su Facebook Restart Trentino e su Twitter restart.trentino. Volete scriverci o iscrivervi? Ecco qui: info@restart.trentino.it o anche contattando qui il vostro blogger.
Dice … ma … concretamente, che fate? Be’ … venite al prossimo appuntamento: sabato 4 marzo, a ridosso (non per niente!) della Festa della Donna.
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3 febbraio 1998 LA STRAGE DEL CERMIS
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 3 Febbraio, 2017 @ 9:39 amDetto altrimenti: per non dimenticare            (post 2633)
CERMIS
Sospese nel vuoto
arroganti contraddizioni
ubriacano menti ribelli
salde al buon senso
ed alla ragione.
Inutile veritÃ
sui metri da terra
veloci,
inutile rotta
del libro di bordo.
Verrà anche il tempo della giustizia.
Fredde le mani protendono
a stringere un corpo
per dare calore
agli ultimi istanti.
Pavide
altre
nascondono
la scatola nera dei dati
turpi alla vista.
Leggiamo violata
la legge
da scritte di sangue
su fogli di neve.
Urliamo
in faccia all’abisso profondo
schiacciati
fra i piccoli atti
del nostro dovere
e l’osceno dispregio assordante
alla vita.
Vis legibus inimica …
Riccardo Lucatti, nato a Genova il 3 febbraio 1944
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