IL GIORNO DELLA MEMORIA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 26 Gennaio, 2017 @ 7:34 pmDetto altrimenti: by Alfonso Masi                 (post 2622)
Al Circolo Rosmini. Alfonso Masi e Ester d’Amato: “Quel bambino ero io – I bambini e la Shoahâ€
I
l bambino di Varsavia, con le mani alzate davanti ad un soldato che gli punta contro il fucile, è sopravvissuto ed ha un nome: si chiama Tvsi Nussbaum: ha lavorato come medico negli Stati Uniti ed ora è in pensione ed è nonno di due nipotini. In un’intervista televisiva ricorda che la foto venne scattata il 13 luglio 1943 a Varsavia quando aveva otto anni; per lui quel bambino rappresenta il milione e mezzo di bambini ebrei che furono massacrati dai nazisti e il suo desiderio è quello di essere circondato da un milione e mezzo di bambini. Partendo da questa intervista il monologo rappresenta Tvsi Nussbaum che ricorda la sua vicenda e poi evoca le vicende dolorose di tanti bambini che hanno vissuto la Shoah. Le vicende sono state raccolte dalla numerosa letteratura per l’infanzia che esiste sull’Olocausto.
.Il 13 luglio 1943 nasceva Alfonso Masi. Nel 1999, maestro alle Crispi, Masi fece comporre poesie sulla Shoah, ed oggi due suoi ex alunni, Eleonora Ferruzzi e Stefano Nones erano presenti alla commemorazione dell’olocausto. Oggi, al Rosmini, la sala era piena. Ma le presenze di gran lunga più importanti sono state quelle dei due giovani, autori delle due poesie lette da Masi. Perché non si dimentichi.
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Non si dimentichi l’olocausto di ieri e i nuovi olocausti di oggi. “Effetti collaterali†di guerre, formali o sostanziali che siano; laiche o “di religioneâ€; che si muoia in un campo di concentramento nazista o in campi “deconcentrarti†nei deserti africani o ancora nel mare nostrum (o “monstrum”?); che si muoia per la mancanza di un futuro. Ecco, non dimenticare il passato per non permettere le stesse stragi, sia pure sotto altre “forme tecnicheâ€, quali la fame e le malattie (non curate) nel mondo dei “muriâ€, reali o virtuali, di cemento o economici-finanziari, etc. etc..
Ricordare per “attualizzare†il rifiuto di nuove forme di sterminio di massa.
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“RESTART, TRENTINO!†– 1
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 26 Gennaio, 2017 @ 4:01 pmDetto altrimenti: libertà , coraggio, democrazia, diritti, cambiamento          (post 2621)
1 – Libertà . Libertà dal bisogno e di scelta fra soluzioni diverse, non certo liberismo o libertà di fare ciò che si vuole.
2 – Coraggio. Coraggio è “esserci†non a rimorchio di un’unica mente pensante, ma essere capaci di dire : “Il re è nudoâ€, ove tale sia.
3  – Democrazia. Democrazia non è “potere sul popoloâ€; non è “strapotere del popoloâ€; bensì governo dalla gente, della gente per la gente.
4 – Diritti. Soprattutto quelli negati, ad esempio la parità di genere e il diritto del rispetto del proprio voto.
5 – Cambiamento. In meglio, non tanto per fare … (v. sopra)
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LA VERITA’ SU GIULIO REGENI
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 26 Gennaio, 2017 @ 6:59 amDetto altrimenti: ieri, un anno …. (post 2620)
Ma cosa aspettiamo? La verità ? Ma più di così … vogliamo che ammettano di averlo rapito e torturato … i loro Servizi Segreti? Ma quando mai lo faranno… mai! Ne sappiamo qualcosa anche noi di (assenza del) reato di tortura, o no? Dice: ma vogliamo la verità … Bisogna essere sicuri del tutto …
Mi viene in mente quella storiella: un marito incarica un investigatore di controllare la fedeltà della propria moglie. Man mano che costui gli riferisce che la donna si è incontrata con un uomo, che hanno perso un caffè insieme, che sono andati a teatro e a cena insieme, che si sono ritirati in albergo, che si sono spogliati ed hanno spento la luce, il marito, ad ogni passaggio, interviene con “Si, va bene, ma poi? Non si è mai sicuri del tutto, ecco, lo vede anche lei …â€
[r1]Che noi
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LE MIE VALANGHE
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 23 Gennaio, 2017 @ 7:41 am
Detto altrimenti: poche, per fortuna … (post 2619)
Monesi, località sciistica quasi vista mare, nelle montagne di Imperia. Noi, ragazzi, da Genova, s’andava a sciare nelle stazioni più vicine, man mano che venivano aperte: meno km da fare rispetto alla stazione classica, Limone Piemonte, 180 km di cui solo 50 in autostrada. Monesi era una di quelle. Sciavo, al traverso di una pista. Improvvisamente sento che “mi gira la testaâ€, mi sembra di essere ubriaco, le montagne di fronte a me sembrano muoversi, mi pare di essere sul punto di perdere l’equilibrio: poi ho capito. Sotto i miei piedi si era staccata una piccola slavina, un tappeto di neve che stava scivolando lungo la linea di massima pendenza, ed io sopra. Fatti 100 m. esco dal quel tappeto che a sua volta si ferma. Ecco, questa è stata la mia prima presa di contatto con la slavina. Roba da nulla, ma intanto … (qui a lato: “fuori pista ” alla Malga Zambana, in Paganella, per nulla pericoloso).
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La seconda. Passati molti anni, ne avevo una quarantina, ero a capo delle società di impianti del ghiacciaio Presena, sopra il Passo del Tonale. Era scesa la valanga. Ci rechiamo in zona per un sopralluogo. I pali dello sklift piegati come se fossero di paglia. La valanga aveva circondato il rifugio, sfiorandolo. Muraglie di neve altre tre-quattro metri … provo ad inciderle con la punta della racchetta da sci: niente da fare: marmo! Non lo si può immaginare, vedendo scendere una valanga si pensa che tutto sommato, se hai fortuna, puoi riuscire a “galleggiareâ€, ad uscirne … Forse all’inizio, ma appena la neve si compatta, spinta e pressata da quella che sopraggiunge, è una morsa che nulla ha invidiare ad una colata di cemento.
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Nelle zone a rischio l’unico rimedio è la prevenzione, ovvero farle staccare a bella posta con manovre guidate, ad esempio provocando una esplosione (di gas) qualche decina di metri sopra la massa nevosa. Ci si riesce con l’aiuto di un elicottero o calando il sacco contenente il gas da cavi aerei precedentemente predisposti.
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Piccole esperienze, di scala infinitamente inferiore. Può capitare: stai sciando in neve fresca, cadi, gli sci si piantano nella neve e tu non riesci a staccarti gli attacchi, non riesci a rimetterti in posizione … il tutto in soli 50 cm di “frescaâ€! (Qui a fianco: un mio amico che non nomino per via della privacy).
Morale: prudenza, molta prudenza con la neve fresca.
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Valanghe, quella micidiale in Abruzzo … in questi giorni io ero a sciare in Paganella, mezz’ora da casa, andata e ritorno in mattinata, tre ore di sci “intenso” e poi a casa a pranzo. Neve? Quella “sparata” dai cannoni, piste comunque molto buone, soprattutto per noi V.I.P., Vecchietti In Pensione, altrimenti detti “strazzapiste”, quelli che prendono la prima cabinovia e si fanno le prime sciate sulle piste ancora deserte,  tirate a specchio dai gatti delle nevi. Ecco, in questi giorni c’erano delle gare sociali, quelle del corpo dei VV.FF. – Mi rendo conto, una manifestazione che “viene da lontano”: le iscrizioni, l’organizzazione logistica, gli alberghi … mesi e mesi di preparativi. Tant’è, vedere queste gare mentre altri loro colleghi stanno lottando contro la bufera e contro il tempo per cercare di estrarre vive le persone dalla valanga in Abruzzo … mi ha un po’ impressionato. Ma, che volete, the show must go on …
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LIBERTA’ VA CERCANDO …
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 21 Gennaio, 2017 @ 7:58 amDetto altrimenti: l’attualità di Dante!  (post 2518)
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“Libertà va cercando, ch’è sì cara, / come sa chi per lei vita rifiuta†– Le parole sono quelle che Virgilio, parlando di Dante, indirizza a Catone, il quale essendo pagano e suicida, dovrebbe stare fra i grandi spiriti del Limbo nel I cerchio o fra i suicidi nel VII cerchio dell’Inferno, e che, invece, troviamo come custode del Purgatorio. Questa scelta di Dante, apparentemente strana, può essere spiegata studiando la vita di Catone. (Purgatorio, canto I, vv 71-72). Catone morì ad Utica nel 16 a.C. Scelse il suicidio piuttosto che rinunciare alla libertà politica che ormai Cesare aveva tolto a chi, come lui, era un pompeiano.
Attualità , modernità di Dante, dicevo. Oggi Dante scriverebbe “Libertà va cercando, ch’è sì cara, / come sa chi per lei posto rifiutaâ€. Un posto, il posto, la poltrona, in Trentino o a Roma, basta mettersi d’accordo. Libertà … ma quale libertà ? La “libertà politicaâ€, quella del pensiero e della sua espressione politica (il voto, la partecipazione). Infatti qui da noi (come nel resto del paese) esistono due tipi di partiti politici: quelli entro i quali puoi esprimere il tuo giudizio, quelli che se voti il tuo voto va a buon fine (e sono la maggioranza); e quelli no, quelli che non è cosa … quelli “proprietà privata†di una oligarchia che tanto facciamo come abbiamo deciso noi … tu vota come vuoi tanto non conta.
Libertà … intendiamoci: non quella che “pensiamo alla libertà , per la democrazia vedremo dopoâ€. No, non certo la “libertà †del liberalismo inglese che – bontà sua – no, i bambini sotto i nove anni non devono lavorare in fabbrica! Ci mancherebbe altro! Piuttosto la “libertà nella democraziaâ€, ovvero la libertà dentro quel contenitore più raro di un vaso cinese Ming che è la “democraziaâ€, quello status politico oggi sulla bocca di tutti ma nei fatti di pochi. Diceva quel tale: “La democrazia è quella cosa che voglio per me ma nego agli altriâ€. Una battutaccia, ovvio, ma con contenuti reali. Ecco, libertà di superare la democrazia delle parole per costruire quella dei fatti. Lo so, lo so che qualcuno mi potrà dire che scrivo come un “profeta che parla al vento del deserto†… ma dalle profezie nascono idee, dalle idee le utopie (obiettivi semplicemente non ancora raggiunti), dalle utopie i progetti concreti. Ecco, partiamo dalle idee ed arriviamo al risultato di un progetto pienamente realizzato, quello della migliore democrazia possibile, una democrazia “dinamica†mai totalmente realizzata ma sempre migliorata. Un contributo, anche minimo, da parte di ognuno di noi e state pur certi: gutta cavat lapidem!
Dice … ma concretamente, che fare? Be’ un piccolo contributo con alcuni amici lo stiamo dando: ieri sera a Rovereto abbiamo costituito una Associazione, la “Restart Trentino” (la trovate su Facebook) per sollecitare la libera espressione di ognuno, quanto ad aspirazioni, bisogni, necessità , sogni, utopie,  progetti: un luogo di espressione e di reciproca comunicazione, nel senso di communis actio, azione comune. E … al centro? Al centro la Persona, ogni Persona, la sua Libertà di espressione, e il rispetto della espressione (e del voto) di ognuno. Per arrivare dove? Per arrivare alla costruzione del Bene Comune, ovvero di quel quid che è tale (“Comune”) proprio perché “costruito in comune, sin dall’inizio, con l’apporto di tutti, nessuno escluso “. Restart, ripartenza, un sostantivo ma anche un imperativo: “Riparti, Trentino!”
Riccardo, il vostro blogger, Presidente di Restart Trentino
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IL DRAMMA DELLA ROTTA BALCANICA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 21 Gennaio, 2017 @ 7:19 amDetto altrimenti: IPSIA del Trentino per i migranti sulla rotta balcanica  (post 2617)
Le condizioni dei migranti sulla rotta balcanica per entrare in Europa sono in questi giorni drammatiche. Ammassati nei campi profughi o in accampamenti di fortuna in Serbia – dove erano entrati dalla Macedonia, Romania o Bulgaria, e diretti verso l’Unione Europea attraverso l’Ungheria, con la strada sbarrata dal muro e dall’esercito disposto al confine – si stimano tra le 7 mila e le 10 mila persone, provenienti principalmente da Afghanistan, Pakistan, Siria, Iraq: non sono solo giovani, ma anche persone deboli come anziani, bambini, intere famiglie che attendono di oltrepassare il confine ungherese a nord del Paese in condizioni precarie, alle prese con temperature che negli ultimi giorni di gelo hanno superato i 20° sotto zero, raggiungendo in alcune zone del sud della regione i – 30°. Si vedono bambini avvolti nelle coperte a rischio ipotermia, madri ormai esauste che non sanno più come riparare dal freddo i loro figlioli, anziani stremati che scivolano sulle strade ghiacciate. La morsa del freddo persiste e non da tregua a questi disperati.
Nei centri per richiedenti asilo di Belgrado, PreÅ¡evo e Serbia occidentale la Caritas sta fornendo zuppe calde, coperte, scarpe e un minimo ristoro; diversa la situazione per le migliaia fuori da questi centri cosiddetti regolari perché il governo considera l’assistenza al di fuori dei campi un’attività irregolare e un incoraggiamento per i migranti a rimanere in condizioni pericolose.
Ma i disperati che non vogliono stare nei cosiddetti campi regolari per paura di essere identificati sono migliaia, e si muovono come “senzatetto†verso valichi o sottopassi ferroviari, bruciando qualche legno per scaldarsi, e continuando la loro strada verso il confine ungherese. Per passare, essendo loro impedito la via legale, si affidano a trafficanti senza scrupolo. Eppure la maggior parte di loro avrebbe diritto alla protezione internazionale, provenendo perloppiù dalla Siria come affermato dalle Nazioni Unite, da dove scappano a causa delle bombe e da una guerra che ormai sembra non finire più .
“Considerate le dure condizioni invernali, l’UNHCR è fortemente preoccupato dal fatto che le autorità di tutti i Paesi che si trovano lungo la rotta dei Balcani occidentali continuano a respingere rifugiati e migranti dai propri territori verso i Paesi confinanti. In diversi casi rifugiati e migranti hanno accusato le forze di polizia di avere usato violenza. Molti hanno inoltre denunciato che le stesse forze dell’ordine hanno sequestrato o distrutto i loro cellulari, impedendo loro di effettuare chiamate per chiedere aiuto. Altri hanno perfino riportato di essere stati privati dei propri vestiti venendo così esposti ulteriormente alle dure condizioni climatiche.†(fonte Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati)
IPSIA del Trentino (associazione attiva sui temi della pace, della cooperazione allo sviluppo e sulla lotta alla povertà ) che è in contatto con ha la Caritas Serba con cui ha già realizzato un intervento di sostegno umanitario ai profughi intitolato “Emergenza rifugiati sulla Western Balkan Route†(sostenuto grazie al contributo della Provincia Autonoma di Trento), ora vorrebbe continuare a sostenere Caritas nelle operazioni di aiuto alla popolazione stremata dal freddo.
Per chi volesse contribuire il conto corrente dell’associazione è: IT 29G 0830 40180 7000 0073 35132 presso la Cassa Rurale di Trento
Giuliano Rizzi – Coordinatore IPSIAÂ Tn
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EVVIVA LE SPA!
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 20 Gennaio, 2017 @ 5:21 pmDetto altrimenti: … per quanto di buono hanno!      (post 2616)
No, ragazzi, non sono un “liberale†seguace delle “regole del mercato e del massimo utile economico possibileâ€. No. Anzi …. tuttavia … lo confesso, la vita mi ha condotto a lavorare all’interno delle SpA Società per Azioni (non SpA Centri Termali di Benessere).
Allora vi chiedete … ma cosa avevano ed hanno di buono le tue SpA? Ecco, la precisione che mi si richiedeva, a tutti i livelli, nel senso: precisione e logica nei numeri, nei concetti, nei collegamenti logici, nel rapporto causa-effetto. Mi spiego: se uno dei miei dirigenti avesse chiesto ad un collega “Che ore sono?†non avrebbe accettato una risposta del tipo “No, non piove piùâ€. Uno dei miei dirigenti. Figuriamoci da me che ero il loro capo … E invece oggi quante se ne sentono di dis-armonie del genere!
- Un gruppo politico contesta al suo segretario con ricorsi formali di avere violato alcune precise norme dello Statuto e gli amici dell’ “imputato†rispondono genericamente “non è con il sistema dei ricorsi che si va avantiâ€.
- Un PM contesta ad alcuni CC il reato di omicidio colposo per avere picchiato a morte un detenuto, e un difensore degli accusati afferma: â€Le critiche all’Arma sono sotto gli occhi di tuttiâ€.
Un mio vecchio capo, Persona che io ho stimato (è mancato da 12 anni!) come il mio “terzo genitore†per quanto mi ha insegnato sul piano professionale e della vita, affermava: “Sopporto i malvagi ma non gli incoerenti†ma soprattutto “Non si è mai abbastanza specificiâ€. Ecco, coerenza e specificità (il contrario? Incoerenza e genericità ). Un’eredità preziosa che il mio carissimo capo Ruggero Cengo Romano (questo era il suo nome) mi ha lasciato.
Ecco, io non ce l’ho né con un segretario politico né con l’Arma dei CC, (io poi …  che sono figlio di un Maresciallo Maggiore CC!). E’ stato solo per farmi capire.
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TERREMOTO E NEVE
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 18 Gennaio, 2017 @ 3:04 pmDetto altrimenti: era già successo ….  (post 2615)
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23 novembre 1980, terremoto in Irpinia. Seguito da neve, da tanta neve. Ricordo che anche allora qui al nord, non nevicava, gli operatori del turismo invernale si lamentavano e la TV ci mostrava le tende dei terremotati schiacciate dalla neve. Ma allora, se emergenza non è, se si tratta di esigenze cicliche, le casette prefabbricate, gli spazzaneve etc. che siano pre-disposti, ovvero preparati prima. Dice … “ma è un costo tener ferme certe strutture e certi mezzi semplicemente in previsione di un evento che non ci auguriamo certo che accada. Non possiamo pre-costituire un simile apparato di soccorso. Occorre attendere che si manifesti la necessità , poi, volta per volta, faremo del nostro meglio”.
Campagne meridionali: neve, tanta, anche senza terremoto. Oggi – si dice – i soli danni all’agricoltura ammonterebbero a 300-400 milioni di euro. Una cifra enorme? No. Non direi: è il costo di un paio di caccia bombardieri F35. Dice … “Eh, no … in questo caso sì che dobbiamo prevenire e pre-costituire un apparato militare ben prima che se ne presenti la necessità …”  Ecco, stesso tipo di problema, risposte diverse. Insomma, da un lato io pongo migranti, disoccupazione, terremotati. Dall’altra, i caccia bombardieri. Questione di scelte, diceva l’ economista Paul Samuelson: “Burro o cannoni?â€. Io dico burro. E voi?
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“In compenso” le colline di Genova bruciano. Ed allora, F35 o Canadair? Io dico Canadair! E voi?
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Da Pegli a Nervi (sullo sfondo Portofino), una fascia di 30 km ed è subito Genova. Unica pianura, la piana di Piazza della Vittoria. Il Liguria, altra unica pianura, quella di Albenga.
Siccità , vento e piromani.
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Piromani? Pigièli! Empighe ‘l cu de paggia e dagghe fegu … (dialetto ligure, questa non la traduco!)
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ANALISI DELLA FREQUENTAZIONE DEL BLOG
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 16 Gennaio, 2017 @ 12:46 pmDetto altrimenti: facciamo un po’ due conti …. (post 2614)
Quanto leggete le mie sudate carte elettroniche, gentile lettrici e affezionati lettori? Siete una parte importante di un tutto e sicuramente farà piacere anche a voi sapere a quanto ammonta questo “tuttoâ€. Alcune premesse:
- questi miei post NON sono collegati a nessun social network, il che aumenterebbe enormemente la loro “tiraturaâ€, i cui valori quindi sono originari e genuini;
- è la prima volta che mi cimento nell’attività di blogger, né sono mai andato “a scuola di blogger†(ovvero: sono un auto-didatta).
I miei post sono iniziati nel dicembre 2011, ma il sistema editing mi dà le statistiche dal 1 gennaio 2014. Ed ecco i “numeri†principali di tali statistiche per tre anni interi:
|
Anno |
Pagine lette | Minuti durata media lettura/pagina | % letture di ritorno/prima volta | % lettura di una sola pagina |
|
2014 |
11.201 |
2,00 | 36/64 | 58 |
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2015 |
45.045 |
1,30 | 30/70 |
75 |
| 2016 | 62.984 | 1,00 | 23/77 |
81 |
| Tot/media ponderata | 119.230 | 1,20 | 27/73 |
73 |
 Del totale, il 75% dei visitatori è compreso nella fascia 18-44 anni; il 54% sono maschi; il 46%, femmine. Le visite al blog sono soprattutto dall’Italia (94%). Gli altri stati “lettori” sono D, USA, GB, Brasile, CH, Olanda, Spagna, Belgio. Le città italiane dalle quali sono effettuate sono: MI (16%); Roma (10%); BZ (7%); TN (6%); VR (4,5%); TO (3,5%); GE, BO, FI (2,5%).
Da profano … sono soddisfatto, innanzi tutto perché vedo che questo mio “libro” nel 2016 è stato letto complessivamente per 2,8 ore al giorno! Inoltre,  perché mi leggo come segue: in tre anni, aumentando di circa sei volte il numero delle pagine annue lette, la durata media della lettura di una singola pagina si è ridotta solo di circa la metà (il che significa che vi sono pagine lette con molta attenzione) e le letture di ritorno si sono ridotte solo del 40%. Molti infatti sono i “primi nuovi lettoriâ€, i quali si contraddistinguono per iniziare il rapporto con il “giornale blog†leggendo la pagina sulla quale sono entrati. Lascio comunque agli esperti valutare l’andamento della “tiraturaâ€.
L’anno nuovo 2017 è comunque iniziato bene: nei primi 15 gg avete letto 6414 pagine per 1,11 minuti a pagina: a questo ritmo, raddoppiereste i dati 2016!
Grazie a tutti quindi e … al prossimo post!
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IL VERSO DELLA RICONOSCENZA E DI UNA CERTA pOLITICA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 16 Gennaio, 2017 @ 9:14 amDetto altrimenti: “versoâ€, senso di marcia, direzione …… (post 2613)
Una favola per grandi
C’era una volta un personaggio politico pluritale (“che era stato tale più volte”), il quale aveva occupato molte posizioni di governo a diversi livelli, per decenni. Un bel giorno (nelle favole si scrive così, anche se poi quel giorno non fu per lui bello) si accorse che molti non lo votavano più, e si lamentò “Ecco la riconoscenza – disse fra l’ironico e il mesto – per tutto quello che ho fatto per loroâ€. Ed allora esaminiamo un po’ la situazione, disse il VGS-Vecchio Gufo Saggio, e ragionò così:
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“Occupatoâ€: “Tizio si è occupato in bancaâ€; “Caio si occupa di venditeâ€; il politico “occupa†una posizione, nel senso che la trasforma in una sua proprietà anziché strumento di lavoro in favore degli altri. Occupare? E dire che era stato proprio quel politico a scrivere che verba sunt substantia rerum … solo che si era sbagliato e aveva scritto “substatiaâ€, con una “n†di meno. Ma vabbè …
La riconoscenza. Per il lavoro svolto? Ma se tu sei stato ampiamente pagato – pensava il VGS – non era volontariato il tuo! E poi, visto l’elevatissimo livello della “paga + benefitâ€, dovresti essere tu riconoscente verso gli elettori, tipo: “Elettori, grazie! Mi avete eletto, ho lavorato e mi avete strapagato, mi sono sistemato … grazie a voi, vi sarò eternamente riconoscenteâ€.
Cosa? – Disse il VGS al pOLITICO - mi dici che ad alcuni di loro hai fatto dare incarichi, lavori, consulenze …†Ah, dico, ma cosa è, un voto di scambio? Ma ti conviene? Dai, che un bel tacer non fu mai scritto … (il VGS era un appassionato conoscitore di Dante, n.d.r.)
A questo punto le riflessioni del VGS si interruppero: infatti egli fu distratto da un altro fenomeno, della serie che l’e pezo ‘l tacon del bus. Infatti, se fino a quel momento quella pOLITICA aveva generato la preesistente rete di posizioni di potere nell’economia pubblica, ecco che da quel momento, essendo venuta meno la spinta dei voti, si pensò di far funzionare come motore di quella pOLITICA una nuova rete, quella di coloro che si aspettavano di subentrare nelle posizioni nell’economia pubblica. Ecco, quelle persone sarebbero state veramente riconoscenti, stante che – riflettè a questo punto il VGS – “la riconoscenza era la speranza di ottenere nuovi favoriâ€.
Il VGS a questo punto si ritirò, in attesa di riunirsi in serata nel Parlamentino di tutti i Gufi (saggi e non) del bosco, per riflettere su quanto stava accadendo. “Come va a finire la favola? Non ve lo scrivo, perché questa è una “open tale†una favola aperta: ognuno la faccia finire come riesce a farla finire, purchè finisca e si torni a pensare seriamente ai problemi della gente” (disse fra se’ e se’ il VGS …).
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