DA RIVA DEL GARDA A TRENTO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 27 Giugno, 2016 @ 2:58 pm

Detto altrimenti: in bicicletta                                         (post 2412)

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Dovevo rientrare a Trento: ieri in acqua (a vela, con il mio Fun) ad assistere alla regata Nastro Azzurro (dopo 25 anni di regate, da due anni io ho smesso di regatare: colpa della bicicletta che si è ripresa il suo posto nel mio cuore!) ma tant’è … andiamo un po’ a vedere come che la buta. Un’Ora moderata, regata calma.

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Ma questa è un’altra storia. Veniamo a noi, ovvero a pedali

Dalla Busa del Garda verso la Valle dell’Adige, da dove salgo? La “Vecchia Torbole” (15-20%) no grazie è troppo erta: non sono ancora abbastanza allenato. La “normale” da Torbole (10%) è vietata ai pedali. Una ciclabile da Arco? Ci vorrebbero i pneunatici scolpiti ed io ho quelli lisci, da strada. Morale della favola, resta la salita della Maza, da Bolognano, 5 km al 3-4%, pedalabilissima in direzione da nord a sud vista lago. Si vabbè, ma i TIR dove li mettiamo? Quando stanno per sorpassarti senti il ruggito del mostro alle tue spalle. Lui passa, poi c’è anche il rimorchio … dai che l’è nada! Prosegui. Senti il motore di un’auto che rallenta: il guidatore allarga la traiettoria, sei salvo (targa straniera). Altro rumore d’auto: questo ruggisce, l’auto ti stringe, ti sfiora: targa italiana. Tu gli indirizzi una parolina accentuando il movimento delle labbra in una espressione tipicamente italiana (Italiani? Spaghetti, sole mio, vaff …!), inequivocabile, sperando che “lui” ti guardi e veda attraverso lo specchietto retrovisore. E capisca.

WP_20160627_006Finalmente Nago. Scollini attraverso la zona industriale, costeggi il Lago di Loppio (rimettetegli il leso! Leso? Io sono genovese “ma” residente in Trentino da 30 anni e in dialetto genovese dicesi “leso” il tappo sul fondo della barca, che serve per svuotare lo scafo dell’acqua di sentina. Infatti il lago è senz’acqua!). Loppio “paese”. Negozio di frutta, no, non hanno banane. Al Bicigrill di Loppio una gradevole sorpresa: è stato ristrutturato e sulla soglia una colonnina di servizio-bici: la pompa per gonfiare i pneumatici, qualche attrezzo! Evviva: noi ciclisti non siamo soli al mondo! C’è chi pensa a noi! Entro, un caffè grazie … sa … le faccio i complimenti per quella colonnina, bravi: lo scriverò nel mio blog. Cosa? Vuole offrirmi il caffè? No grazie, per principio, io scrivo sul mio blog in forma assolutamente gratuita e non strumentale. Pago. Ma almeno accetti questa banana. Mi è sembrato scortese rifiutare. Grazie accetto, anche perché i suoi vicini (mi riferisco al negozio di frutta) pare che proprio non sappiano che il frutto a pedali è proprio la banana, adattissimo anti crampi.

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Proseguo. Mori paese. Appunti di viaggio:

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    Loppio: Biciofficina con il sorriso!

    Chi prosegue lungo la ciclabile (strada pubblica) viene invitato dalla segnaletica orizzontale a dare la precedenza decine di volte a decine di uscite carrabili private. Questa non l’ho capita: devo segnalarla al Sindaco della città (gli segnalerò questo post).

  2. Per attraversare Mori avere tre possibilità; seguire la ciclabile; attraversare il paese vecchio; rimanere sulla statale che poi è una provinciale. La prima soluzione è la più sicura, la seconda la più bella, la terza la più veloce. Io scelgo la terza.
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Rovereto Borgo Sacco: poco prima della piazzetta, lungo la salitella del cavalcavia ciclabile, una foto.

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Valle dell’Adige: fronte freddo dopo la sfuriata d’acqua di ieri sera, vento da nord forte, è come essere in salita. Raggiungo il Bicigrill di Nomi, il primo bicigrill d’Italia ad essere aperto! Quello “nostro”, consueto di noi Trentini da Trent, quello che ci si va a prendere il caffè quasi tutti i giorni 35 km andata-ritorno. Dai che incontro qualche altro V.I.P. come me (V.I.P. = Vecchietto In Pensione) per far do’ ciacere, dir su quatro monade …. E invece no, nessun conoscente. Già, con questo vento mica si muovono da casa che poi c’è da risalire “di bolina”!

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WP_20160627_011Evvabbè: sosta idraulica e si riparte. Velocità 17 kmh, tanto forte è il vento. Mi sorpassa un tale in bici da corsa. Mi accodo: 26 kmh! Uao! Questa sì che è una fortuna. Poco prima di Trento lo sorpasso … buongiorno signore, le sono debitore di una bevuta al bar … sa … mi sono fatto “tirare” nella sua scia, grazie. Prego io tanto mi devo allenare … Ok, arrivo a fine ciclabile, ponte sul Fersina, foto con bibi e fiori  verso sud. Due km ancora e sono a casa. In totale 56,5 km, ma nelle mie registrazioni per il Cicloconcorso Trentino (andate in internet: iscrivetevi anche voi!) ne segnerò solo 55: sapete … io arrotondo, anche quando ne faccio uno di meno … così faccio pari!

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Il meritato riposo sul balcone di casa

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Fine della corsa, si pranza. Good Bike a tutte e a tutti!

P.S.: che bici ho usato? La mia mtb “Wilier 18 carati”, “targata FIAB-Federazione Italiana Amici della Bicicletta, Trento (iscrivetevi anche voi …dai!)

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BREXIT – 1

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 24 Giugno, 2016 @ 12:06 pm

Detto altrimenti: facciamo qualche riflessione insieme … (post 2411)

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    La storia dell’imperialismo coloniale

    GB, fra i principali artefici storici della politica imperialistica coloniale, che è una delle principali cause delle attuali situazioni di non democrazia in Africa e in Medio Oriente, che poi a loro volta sono una delle principali cause delle emigrazioni (loro) e immigrazioni (nostre). “Che fare? Noi GB usciamo dall’UE, così possiamo chiudere le porte come vogliamo noi …”

  2. L’UE sta conducendo-inducendo S. Marino, Vaticano e CH a non fare più da sponda agli evasori fiscali e valutari?” Che fare? Noi GB usciamo dall’UE e subentriamo … faremo affari d’oro!”
  3. Dice … “ma noi GB è più quello che diamo di quanto riceviamo dall’UE”. Ecchè, dico io, se tutti prendessero dall’UE di più di quanto non le versano, l’UE come si alimenterebbe? Ma via … sono discorsi da farsi codesti?

E noi UE, che facciamo?

  1. Innanzi tutto alle frontiere, agli aeroporti etc. facciamo passare i cittadini GB per la loro porta, ovvero quella riservata agli extracomunitari;
  2. invitiamo la nostra Guardia di Finanza a passare al setaccio tutti i nostri concittadini GB-pendolari;
  3. proponiamo in sede UE-USA un esame per valutare se inserire o meno GB nella lista degli stati canaglia (finanziariamente tali, s’intende);
  4. evitiamo di acquistare prodotti che non siano marcati UE.
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Le strisce! Mettiamole le strisce!

Già, ma soprattutto non perdiamo fiducia nell’UE  e acceleriamo i processi di unificazione fiscale, bancaria e della sicurezza degli stati. Tuttavia, solo con un UE totalmente unita (Stati Uniti d’Europa) in accordo con altri Stati Uniti (quelli d’America) possiamo avere la forza di rimettere il mondo sui binari giusti. Ecco, gli Stati Uniti d’Europa senza GB: voglio vedere la loro faccia quando ci chiederanno di “rientrare”! A quel punto però farei pagare loro il costo dell’avviamento del nostro progetto politico.

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E-BIKE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 22 Giugno, 2016 @ 6:03 am

Detto altrimenti: biciclette a pedalata assistita                                 (post 2410)

Intendiamoci: questo mio non è un “trattato su-“ bensì solo quattro chiacchere soprattutto per i non addetti ai lavori. Infatti che senso avrebbe da parte mia fare “proselitismo tecnico” fra chi è schon Katholisch ovvero già convertito all’Idea Bicicletta e sicuramente ne sa già molto, molto più di me?

E-bike? Dice: no, io resto duro e puro. Pedalata assistita? Mai! E invece no per una serie di motivi:

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    E-Mountain bike, motore al pedale

    Acquistare ed usare una E-bike non significa abbandonare le altre biciclette. Io, ad esempio, la uso solo quando sono previste salite impegnative. Negli altri casi uso la bici da strada (da corsa) o la mountain bike “nature” (ovvero non elettricamente assistita).

  • La E-bike ti consente di continuare a fare quei percorsi che l’età non ti consentirebbe più di affrontare, oppure ti consente di arrivare in posti nei quali non saresti mai arrivato con le tue sole forze.
  • La E-bike è un “collante familiare” nel senso che spesso il marito è allenato e la moglie no: dotandola di una E-bike si riunisce la famiglia!
  • La E-bike convince alla bicicletta chi magari – altrimenti – mai si sarebbe accostato ad un pedale.

Ma come sono fatte questa E-bike? Vi espongo le principali caratteristiche.

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    E-City bike, versione con motore alla ruota

    Motore a pedale o alla ruota: il primo tipo è più efficace. Per uso solo cittadino va benissimo anche la seconda soluzione.

  • Potenza, per legge 400 watt. Erogazione a 400 o 500 wattora. Suggerisco la soluzione a 400 wattora: meno spunto ma maggiore durata della carica.
  • Cambi meccanici: solo alla ruota o anche un riduttore a pedale. E’ sufficiente la soluzione solo alla ruota.
  • Gradualità della erogazione: eco, tour, sport, turbo. Autonomia, rispettivamente 140, 80, 60, 40 km.
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Blogger a pedali

E – Blogger a pedali verso il Pordoi

Come si utilizza una E-bike? Si procede come se non aveste il supporto elettrico. Indi vi accorgete che faticate un po’ troppo ed allora vi concedete l’eco. Aumentando la vostra stanchezza o la salita, passate ai livelli di assistenza elettrica successivi. Occorre tuttavia avere un minimo di dimestichezza con il gioco di cambi (rapporti) alla ruota, il che è necessario anche ed innanzi tutto su di una bici “nature”, nel senso che … mi piego: se per vostra imperizia in pianura utilizzate un rapporto “duro” ovvero da discesa, se non siete allenati e non siete in grado di esprimere una spinta sufficiente sul pedale, voi fate molta fatica, spingete poco sul pedale e per converso richiedete una grande erogazione di potenza al motore elettrico: il risultato è che procedete lentamente, vi stancate e consumate molta carica della vostra batteria.

Dice …  io appena posso, in pianura, spengo il motore e pedalo senza assistenza elettrica … sapete, voglio far esercitare i muscoli. Altro errore da non compiere: il risultato è che fate fatica se non altro perché la bici elettrica pesa circa il doppio di una “nature” (25 kg). In questo caso io vi consiglio di lasciare acceso il motore sulla posizione eco, di innestare un rapporto (cambio alla ruota) un po’ più duro (veloce) e di pedalare forzando sul pedale quel tanto che stavate ricercando di fare. Il risultato: allenate ugualmente i vostri muscoli e procedete a velocità superiore, aumentando il raggio d’azione della vostra gita.

Altro errore da evitare nel percorrere un saliscendi. Non spegnete il motore ogni discesa: in discesa basta non pedalare. In tal modo eviterete che il computer di bordo memorizzi e vi segnali dati non significativi.

Insomma, il gioco della combinazione “più o meno corrente” con “rapporto più o meno duro alla ruota posteriore” equivale al gioco fra i cambi al pedale e quelli alla ruota posteriore. Mi spiego: se io su una bici “nature” al pedale ho tre rapporti e sette-otto-nove alla ruota posteriore, posso giostrare fra diverse combinazioni dei due “meccanismi” fino a quando per caso o per esperienza non trovo quello corretto. Nella E-bike accade la stessa cosa: dopo qualche uscita avrete imparato a variare la potenza elettrica erogata in parallelo alla variazione del cambio alla ruota posteriore (ad esempio, diminuendo la spinta elettrica in parallelo all’adozione di un rapporto più leggero, più agevole, più da salita).

Ecco, la chiudo qui, scusandomi con i ciclisti “veri” della terminologia che ho adottato, un po’ alla buona ma – spero – alla portata di tutti.

Gooood Bike a tutte e a tutti, anzi … Gooood E-Bike!

 

 

 

 

 

 

 

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BENVENUTI AL SUD?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 21 Giugno, 2016 @ 5:57 am

Detto altrimenti: no, non sarà stato questo il saluto dei Napoletani ai Piemontesi oltre 150 anni fa … (post 2409)

Ma veniamo all’ oggi.  Napoli. Il sindaco riconfermato: “Napule capitale … quello che c’avite tolto ce l’avite arridà”. Queste le parole che mi hanno colpito nell’intervista all’appena trionfalmente rieletto sindaco di quella città. E allora vediamo un’ po’ di mettere insieme quattro ragionamenti, in estrema sintesi.

  • Per tutti: i libri di Pino Aprile

    Per tutti: i libri di Pino Aprile

    Ammettiamolo: l’unificazione dell’Italia è stata anche una “conquista del Sud” solo che i nostri libri di testo non l’hanno mai rappresentata così. Cito solo il trasferimento al nord delle fabbriche di locomotive napoletane e il diritto delle banche del nord di cambiare la propria carta moneta con l’oro delle banche del sud.

  • Da parte del nord, l’immissione nella pubblica amministrazione dei nobilotti locali del sud, già di fatto semi o del tutto “camorristi”, quale migliore strumento per “mantenere un certo ordine”.
  • La conseguente fuga (emigrazione) delle menti migliori.
  • Il dilagare della camorra.

Ed oggi? Oggi si fa leva (ecco il punto: la politica del “fare leva su”) sui precedenti storici per … no, non per cercare di migliorare la situazione locale, ma per fondare un partito nazionale, una sorta di lega alla rovescia, per reclamare cosa? Probabilmente maggiori stanziamenti di fondi. Già … mi ha colpito che nel suo intervento quel sindaco non abbia fatto alcun riferimento alla piaga della delinquenza organizzata. Ed allora ecco il mio pensiero: “noi del nord” dobbiamo un risarcimento al sud, dobbiamo versare al sud nuova linfa vitale (fondi per il risanamento e lo sviluppo economico e sociale): ma prima dobbiamo sincerarsi che il nostro denaro “liquido” non sia versato dentro un recipiente colabrodo. Altrimenti l’è pezo ‘l tacon del bus, per dirla nel nos dialet … perché sarebbe come fornire benzina alla macchina del malaffare.

 

 

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MARIA PIA VELADIANO – un’amica di libro – AL TRENTINO BOOK FESTIVAL

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 19 Giugno, 2016 @ 3:10 pm

Detto altrimenti: … introdotta da Luciana Grillo                                         (post 2408)

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Autrice e Introduttrice

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Introdotta da Luciana Grillo, altra amica. Luciana ha sottolineato aspetti, posto quesiti, letto brani dell’ultimo libro di Maria Pia Veladiano, “Una storia quasi perfetta”. Interventi, i suoi, che hanno stimolato la platea e sicuramente hanno contribuito, a fianco di quelli dell’Autrice, a fare concretamente nascere la voglia di leggere il romanzo.

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Maria Pia Veladiano. Una “cara amica scrittrice”, se mi è concesso. Amica per-ché e per-chi non solo legge i suoi libri (con quello di oggi sono quattro, tre per adulti ed uno per ragazzi, v. internet), ma anche e soprattutto per-chi e di-chi va ad ascoltarla di persona nelle varie presentazioni dei suoi lavori. Il suo primo libro, “La vita accanto”: la storia della giovane Rebecca in una città non nominata ma che è Vicenza. Vicenza, luogo; Vicenza non-luogo semplicemente geografico, ma molto di più: luogo fonte di sentimenti. Maria Teresa ed io ne siamo stati così catturati da andare in quella città – libro alla mano - a vivere e fotografare i luoghi di Rebecca, per farne poi un libricino donato a Maria Pia.

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Una sola sedia (momentaneamente) vuota: la mia …

Oggi, a Caldonazzo, nell’ambito del Trentino Book Festival, è stato il turno del suo ultimo lavoro. E se alle 13,45 la sala era ancora piena qualcosa avrà pur voluto dire. “Una storia quasi perfetta”, romanzo d’amore? Si. Di fiori? Si. Sulla sua città? Si. Tuttavia alla domanda se esso è (anche) autobiografico, la risposta “Si, per i fiori; si per la città” a mio sommesso avviso è stata un po’ evasiva. Infatti mi permetto di sottoporre all’attenzione delle mie lettrici e dei miei lettori – e soprattutto all’attenzione delle lettrici/dei lettori  del libro di Maria Pia – una ulteriore sottolineatura: nella vita della protagonista Bianca vediamo ribaditi alcuni principi morali. Morale? La morale? Ma allora sai che barba … potrà dire qualcuno. E invece no. Principi già codificati 2200 anni fa (non fare agli altri quello che … fai agli altri quello che …: Codice di Hammurabi); principi ripresi dal Cristianesimo ed oggi prevalenti nella “nostra parte di civiltà geografica”, ovvero l’occidente. Fra di essi la donna, anzi la Donna, il rispetto per la Donna, anzi per tutti. La non-strumentalizzazione di nessuno, Donna o uomo che sia. Ma cominciamo dalla Donna, tanto per recuperare il tempo perso …

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Ottima l’organizzazione dell’evento

Bianca, la giovane protagonista, “utilizzata” da un maturo professore, “si rialza” e vive la sua vita padrona di se’. Quello che le è capitato non le impedisce di gestire molto positivamente la sua vita. Anche se poi si innamora di un “lui” (nel romanzo: un moderno Innominato) sbagliato. O muzos deloi, la favola insegna … scriva Esopo, la favola ci insegna che … e qui, il romanzo ci insegna che si soccombe solo se si è soli; che ogni “strappo” nel tessuto della nostra vita può essere “riparato” se abbiamo avuto o abbiamo “affetti potenti, purchè non giudicanti” (sono parole dell’Autrice). E per essere “figli di tutti” dobbiamo a nostra volta essere innanzi tutti “genitori di tutti”. E qui ritorna il significato pedagogico e morale del messaggio di Maria Pia (a proposito, chissà come la prende vedersi chiamata per nome da un blogger che conosce di persona ma solo superficialmente).

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Maria Pia Veladiano

Bianca del libro è una donna viva, non è uno stereotipo. Il suo corpo, le sue idee, il suo essere se stessa, la sua identità. Bianca, quadro  dipinto dalla penna-pennello dell’Autrice, quadro lasciato a decantare, ripreso, ripennellato: Maria Pia non assume impegni a scadenza con gli editori. Scrive, pensa, riflette, riscrive. In questo mi ha ricordato la Iréne Nèmirovsky autrice di “Suite Francese”, della quale va letto il “quaderno degli appunti” sulla cui base è stato poi scritto il libro. Tant’è vero che il romanzo di Maria Pia è nato come altra cosa e poi si è trasformato: una vera e propria moderna “Metamorfosi”.

Che altro dire? Moltissime cose, troppe per un semplice post di un semplice blogger despecializzato al par mio. Ne aggiungo solo una: leggerò molto volentieri questo romanzo che interpreto come una testimonianza di una possibilissima vita reale; ovvero una “vita” – non solo una “storia” – quasi perfetta.

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PARIGI BRUCIA?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 19 Giugno, 2016 @ 2:49 pm

Detto altrimenti: Parigi no, ma Palermo si …. (post 2407)

imagesQuesta volta l’hanno fatta veramente grossa. Le autorità competenti dopo attento esame stanno decretando che l’origine dei 500 (cinquecento) incendi scoppiati in contemporanea proprio in coincidenza dell’arrivo di una ondata di scirocco è di origine dolosa. Ecchè? Ci voleva un attento esame? Dice … ma non si può sempre pensar male. Si, ma a pensar male si fa peccato ma si indovina. Ed ora che fare? Anche se si riuscisse a individuare i responsabili, chi pagherà i danni enormi causati alla natura, all’immagine, all’economia di quella terra? Dice … ma intanto individuiamo i responsabili. Ed io … che ne dite? Posso provare a dare una mano agli inquirenti? Dai che ci provo.

1 – Primo responsabile, la mentalità “tanto alla fine c’è chi ci dovrà pagare”. D’altra parte se in Sicilia si accetta che le divise dei commessi dell’Ente Regione costino multipli di quelle dei colleghi del continente; che le guardie forestali siano in numero multiplo …; che basta una settimana di “servizio” nel governo regionale per percepire un ricco vitalizio, etc… allora, perché anche noi (noi, ovvero gli autori dei roghi) non ci creiamo analoghe condizioni di rendita?

La mentalità. Ero a capo di una finanziaria milanese specializzata nei rapporti commerciali e bancari con l’estero, di proprietà di una grande (big, non great) banca del sud, la quale mi aveva destinato un suo dirigente quale mio dipendente. Un giorno, di fronte ad alcune dure accuse contro la mafia lanciate dal Cardinale Pappalardo, quel dirigente mi disse: “Pappalardo si permette di parlare così perché è cardinale …”. Al che io lo guardai severo negli occhi e il tale si rabbuiò: aveva capito che – anche se inconsciamente – aveva concesso libero sfogo al suo subconscio. Mi disse: “Vuoi dire che io non dovrei parlare così …”. Io lo guardai ancor più severamente e non risposi. La cosa finì lì.

 2. Cui prodest? Cui bono? Direbbe Cicerone. Chi ci guadagnerà? Ecco la mia proposta: che tutti gli interventi di ripristino siano eseguiti da società assolutamente estranee al mondo della mafia e della collusione (dice: ma come fai ad essere sicuro che …. Dico: almeno proviamoci).

3 – Che fare? Quello che si fa di fronte ad una dichiarazione di guerra, ovvero di fronte a chi ha attaccato e sta distruggendo una parte del territorio nazionale. E’ come se la Sicilia fosse stata bombardata con bombe incendiarie.

Da chi? Da chi vuol farci capire “Chi comanda”. Una prova di forza, un braccio di ferro: “Mi impedisci di truffare l’UE con i fondi per la falsa agricoltura? Minacci di ridurre in numero dei miei forestali? Denunci i miei appalti abilmente truccati?  Applichi il carcere duro ai miei capi? Ed io ti faccio vedere cosa succede a mettersi contro di me”.

Una guerra. E se guerra è, che guerra sia. Una guerra dell’onestà contro la delinquenza, della normalità contro il privilegio, della regola contro l’abuso, del rispetto contro la sopraffazione, della legge contro il delitto, della civiltà contro la barbarie, della cultura contro l”ignoranza.

 

 

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MUSICA A RIVA DEL GARDA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 18 Giugno, 2016 @ 6:47 am

Detto altrimenti: Bonporti & Busoni, Cristiano Rossi e Corrado Ruzza (post 2406)

“Omaggio a Ferruccio Busoni nel 150° della nascita”

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Ferruccio Busoni

Che faccio? E’ quasi estate, mi vesto leggero? Ma se poi nel cortile della Rocca arriva il venticello dalla montagna? Ho deciso: mi porto una giacca in più. Alle 20,30 mi avvio a piedi verso la Rocca di Riva del Garda, sede del concerto. Mi sento un po’ ridicolo con queste due giacche sotto braccio: il cielo è sereno, ovviamente c’è ancora molta luce, la gente cena nei tavolini all’aperto: Riva viva. Ma tant’è … noi velisti dell’Altogarda sappiamo che il lago è capriccioso e quelle nuvole su, alte. appena affacciate da dietro la montagna che sovrasta la città da nord ovest non mi convincono. Due giacche, vorrà dire che lo chiamerò Das zwei Jakke Konzert, il concerto delle due giacche. A dire il vero io ero a Trento, maccome (maccome) avrei potuto esimermi dallo “scendere” a Riva se a suonare sarebbe stato l’amico Corrado Ruzza, Direttore del locale Conservatorio? Corrado che solo il post precedente (cfr. ivi) era salito a Trento da Riva per accompagnare i (mìgliori) allievi del “suo” Conservatorio (Corrado è Direttore della sezione rivana del Bonporti) a suonare nella nostra Accademia delle Muse? (post precedente, cfr. ivi … ve l’ho già detto, insomma …!)

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Cristiano Rossi

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Detto fatto. Arrivo, prendo posto, accanto al M° Giogio Ulivieri (Camerata Musicale di Arco). Davanti a me una coppia di coniugi tedeschi. Il lui si volta e si rivolge a noi in tedesco: Parlate tedesco? Si, un poco. Mia moglie ha freddo … Ed io, pronto, sempre in tedesco … ecco signora, prenda questa giacca. Ah … Das zwei Jakke Konzert … che vi avevo detto? Presente n sala il M°Riccardo Giavina.

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Franco Ballardini

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I Musicisti. Presentati dal Prof. Franco Ballardini. Cristiano Rossi, violinista dall’età di cinque anni, da diciottenne ha inciso i primi dischi a Parigi … ma non è qui il caso di ripercorrere tutta la sua ricchissima carriera: basti dire che ha “fatto” tutto in tutto il mondo, che ha suonato alla casa Bianca, per il Papa, etc. etc.. Corrado Ruzza, pianista, di strada ne ha fatta solo un poco di meno soltanto perché è molto più giovane di Cristiano, ma tant’è è un bel giramondo anche lui: la differenza fra i due tuttavia è che Corrado, pianista, mica se lo può portare dietro il suo amato strumento! Ma veniamo ai brani eseguiti. Due opera di giovani musicisti: infatti sono stati scritti da ragazzi di 20 e 22 anni. Altri due da due “vecchietti”.  Ora vi dico.

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Corrado Ruzza con Cristiano Rossi, ancora nel cortile a cielo aperto

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Sonata in Do Magg. K. 296 di un certo ventiduenne W.A. Mozart, una sonata che il giovane musicista definiva “duetto” in quanto i due strumenti, pianoforte e violino, hanno pari rilevanza. Il brano giusto per riscaldare l’ambiente (Allegro Vivace. Andante Sostenuto. Rondò. Allegro). Ambiente che si stava rannuvolando … una … due gocce. Che fare? Dobbiamo traferirci al Conservatorio. Nel tragitto (600 metri): giù acqua! E come sono state utili le zwei jakke!

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Per chi non ci credesse …

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Bagnati ma contenti prendiamo posto nella sala del Conservatorio. Secondo brano, Sonata n. 2 in La magg. Op. 100. Altro personaggio, un 53enne, tale J. Brahms il quale, in vacanza sul lago svizzero di Thun (non si sa in quale albergo fosse alloggiato, lui che da giovane vi era stato in camping), aveva pensato bene di scrivere questa sonata, una composizione lieta, traspirante ed ispirante buon umore.

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Intervallo

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Il M° Corrado Ruzza

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E arriva il brano del secondo  “vecchietto” della serata, tale F. Busoni, ormai trentauenne (nato nel 1866 lo scrisse nel 1898): brano che contiene riferimento tardo romantici, che in alcuni passaggi è un “omaggio” a Bach, Brahms e a Beethoven. E’ il brano che a detta del suo stesso compositore segna l’inizio della carriera come “creatore” di musica.

Applausi. Esigiamo un bis, dopo tutto ce lo siamo guadagnato seguendo il concerto itinerante sotto la pioggia!

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Cristiano Rossi e Corrado Ruzza

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Ed arriva la seconda composizione giovanile, di quel tale Brahms già citato, lo Scherzo, scritto all’età di 20 anni, mentre era  in campeggio su quel tale lago svizzero già citato,  quando il giovane frequentava la casa di un tale Robert, pare che di cognome facesse Schumann … Anche in questo caso la scrittura rappresenta la presa di coscienza del giovane Brahms di essere un compositore.

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Applausi. Fine, ma non prima di avere scattato una foto alla coppia tedesca beneficiaria della seconda giacca.

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Riva viva, viva Riva, viva la Musica!

P.S.: qualità delle foto scadente: avevo dimenticato la macchina fotografica e i telefonini fanno quello che possono, si sa, soprattutto da distante e con poca luce. Mi scuso con i fotografati. Le brevi note musicologiche le ho “rubate” al Prof. Franco Ballardini.

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ACCADEMIA DELLE MUSE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 14 Giugno, 2016 @ 9:04 am

 

Detto altrimenti: le arti come simbolo                            (post 2405)

Chi si fosse messo in ascolto solo adesso … be’ … non ha che da digitare “Accademia delle Muse” nell’apposito riquadro sotto il mio cv di questa pagina e vedrà quale sia stata la nostra attività. Ma veniamo alla serata di ieri, ultima  della stagione 2015-2016.

Come premessa mi permetto di sottoporre alle lettrici ed ai lettori una sottolineatura di fondo relativa al valore simbolico-positivo del Circolo Culturale privato Accademia delle Muse. Infatti, il simbolo è un quid che – attraverso il riferimento che ad esso fanno più persone – unisce chi vi si riconosce. Un catalizzatore di relazioni, quindi. E le relazioni sono la base per la conoscenza di se stessi (e così facciamo contento Socrate e il suo gnòzi autòn). Il simbolo- generatore-di-relazioni appartiene a tutti coloro i quali grazie ad esso fanno comunicazione, ovvero communis actio, ovvero azione comune. Ecco perché mi piace definire “nostra” l’Accademia che Cristina ha ideato e realizzato ben otto anni fa, iniziativa che ha avuto pieno successo e della quale la ringraziamo di cuore.

Una casa privata, un gruppo di amici-passa-parola, competenze e passioni diverse sempre su uno sfondo musicale: già … perchè la nostra Presidente Cristina è cantante lirica e pianista!

DSCN1405Ieri sera. Nonostante la pioggia e la partita europea (che unisce tutti i tifosi italiani, un altro simbolo quindi, tuttavia sconfitto dal nostro!) della nostra nazionale di calcio (abbiamo vinto contro il Belgio per due a zero!), la presenza degli Accademici alla serata conclusiva dell’Anno Accademico è stata nutrita. Eccovi l’ “ordine del giorno” della serata:

  1. Concerto degli allievi del Conservatorio Bonporti di Trento e di Riva del Garda, accompagnati dal responsabile della sede rivana del Bonporti, M° Professor Corrado Ruzza.
  2. La pre-presentazione del secondo libro di Nadia Ioriatti “Aria che allenta i nodi” che fa seguito al suo precedente “Io tinta di aria”.
  3. La presentazione dell’ intervista di Trentino Mese a Cristina.
  4. L’angolo delle anteprime.
  5. Il riepilogo dell’attività svolta nell’anno.
  6. I prossimi appuntamenti.

 1 – Il Concerto

I Musicisti:

Jonas Aumiller, pianoforte, 17 anni! (1)
Jacopo Bertoncello, clarinetto, 20 anni!
Carolina Talamo, violoncello, 17 anni!

(frequentano i rispettivi trienni presso la sede di Riva del Garda)

(1) notizia del 15 giugno 0re 19,00: Jonas ha vinto il primo premio al Concorso Piano Talents di Milano! E noi … quale anteprima ci siamo gustati!

I brani:

L.V. Beethoven, Trio op. 11
R. Schumann, Variazioni ABEGG op. 1 (piano solo)
M. Glinka, Trio Pathétique
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Bis: una riscrittura di un tango di Piazzolla

I ragazzi. Ua padronanza eccezionale degli strumenti e della Musica! I brani: Beethhoven, super onosciuto dai … che dire? Schumann, divenuto “Musicsta” da grande (era laureato in giurisprudenza), mescola tristezza (amorosa) ed entusiasmo: romantico o post romantico? Glinka, fondatore della musica russa come la conosciamo, fonde la musica classica europea con l’opera lirica italiana e la musica popolare della steppa.

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Corrado Ruzza, Cristina Endrizzi e il Trio dei giovani musicisti: Jacopo, Jonas, Carolina

Dal M° Prof. Corrado Ruzza: “ Il programma comprende tre brani. Il Trio op. 11 di Beethoven, improntato alla serenità ed alla piacevole brillantezza tipiche del primo periodo del compositore non ancora segnato dal dramma della malattia, reso con giovanile baldanza dai tre bravi interpreti.

Quindi un brano per pianoforte solo, le variazioni ABEGG di Schumann, prima opera data alle stampe dal grande romantico nel quale si coglie già il gusto del “ritratto musicale” dei personaggi (di fantasia o reali) che popolano l’immaginario del compositore; gli slanci emotivi, ora passionali ora malinconici, caratteristici del suo linguaggio musicale. Il diciassettenne pianista Jonas Aumiller, arrivato da Monaco a Riva del Garda per continuare gli studi musicali, ha reso (a memoria!) il difficile brano con maestria tecnica e raffinata sensibilità, suscitando l’entusiasmo dei presenti.

A completare il programma, il Trio Patetique di Glinka scritto dal compositore russo durante uno dei suoi viaggi volti a comprendere la grande tradizione musicale europea. I giovani interpreti ne hanno dato una lettura dinamica e dai toni drammatici. molto apprezzata dai presenti che hanno richiesto un bis, soddisfatto da una smagliante esecuzione di Primavera Portena, tango di Astor Piazzolla”. 

Applausi a non finire! E’ seguito il solito intervallo eno-gastronomico, mentre la nostra squadra nazionale di calcio sconfiggeva quella del Belgio e su Bolzano infuriava una bomba d’acqua.

2 – Il (secondo)  libro di Nadia Ioriatti (con prefazione di Marcello Farina!)

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Nadia, in lingua russa “speranza”. Una donna “che aspetta” in tedesco di dice “in hoffnung”, in speranza. La cicogna? Una casualità? No … non porta solo bimbi, ma anche amici veri!

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Maria Teresa: “Da qualche giorno è in libreria il nuovo libro di Nadia Ioriatti “ARIA CHE ALLENTA I NODI”, che fa seguito al primo “IO TINTA DI ARIA”. Entrambi sono raccolte di racconti, ma con qualche differenza. Il primo è una sorta di autobiografia, perché l’esperienza di vita (intensa dolorosa ma anche piena di voglia di combattere) è presentata quasi in ordine cronologico dei fatti. Per questo è opportuno che chi non lo avesse letto lo legga ora, prima di questo appena uscito: avrà così una conoscenza completa delle vicende vissute dall’autrice. “ARIA CHE ALLENTA I NODI” ne è la continuazione, sottolineata fin dal primo racconto. Anche qui c’è ancora molto del vissuto di Nadia, ma accanto si trovano argomenti diversi, tutti trattati con uno stile arguto ed accattivante. Il libro si conclude con una sorpresa bellissima.”

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3 – L’intervista a Cristina

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Giovanna: su “Trentino mese” n. 292 del giugno 2016, alle pagine 56-58, una lunga e bell’intervista a Cristina da parte di Renzo Francescotti, dal titolo “Il giardino musicale di Cristina”. Una sorta di rivisitazione della vita e della carriera di Cristina, dei suoi successi e delle sue iniziative, passate ed attuali, fra le quali spicca l’Accademia delle Muse. Foto di ieri e di oggi. Da non perdere!

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4 – Le anteprime 

a) Giovanna: Giovedì 16/6 alle ore 21 in Piazza Fiera in occasione dell’inaugurazione delle Feste Vigiliane, l’orchestra Aurona diretta dal M° Claudo Vadagnini eseguirà l’opera di Donizetti “Elisir d’amore”.  Martedì 21/6 al Castello del Buonconsiglio alle ore 18 e alle ore 21 esecuzione di brani estratti da “Così fan tutte” di Mozart, con le voci di alcuni neo-diplomati cantanti della classe del M° Nicolini.

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Ferruccio Busoni

b) Corrado Ruzza informa: “Il nome del musicista Busoni è largamente conosciuto nella nostra regione, legato da sessant’anni al concorso pianistico che si svolge a Bolzano d’estate. Ma Ferruccio Busoni è stato molto di più che un famoso interprete della tastiera. Nato ad Empoli, si trasferì ben presto in terra tedesca per la sua formazione prima e per la professione poi, stabilendosi quindi a Berlino. Esponente del neoclassicismo strumentale, teorizzò anche una nuova estetica musicale nei primi anni del Novecento. Figura intellettuale complessa ed importante per la storia della musica, sarà al centro di una Tavola rotonda e di un concerto che si terranno venerdì 17 giugno 2016 a Riva del Garda. Nel pomeriggio, ad ore 16.00, presso la sede rivana del conservatorio trentino, il ciclo Incontri di analisi e Composizione del Bonporti propone una tavola rotonda dal titolo “Ferruccio Busoni per il 150° della nascita (1866-1924)” alla quale partecipano diversi studiosi e musicologi come Franco Ballardini, Giuseppe Calliari, Francesco Milita, Massimo Priori, Cristiano Rossi e Nicola Straffelini, moderati dal sottoscritto”.

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Cristiano Rossi

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Alla sera, ad ore 21.00, presso il Cortile della Rocca di Riva (in caso di maltempo, presso l’auditorium del Conservatorio in Largo Marconi) viene proposto un concerto per il ciclo estivo che presenta anche un’opera di Busoni. Interpreti della serata sono il violinista Cristiano Rossi e il pianista Corrado Ruzza; in programma, accanto alla Sonata KV 296 di Mozart e alla Seconda Sonata per violino e pianoforte di Brahms, verrà eseguita la Sonata op.36 A di Ferruccio Busoni.

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downloadc) Luciana Grillo:  Sta per iniziare la VI edizione del Trentino Book Festival che, nato da un’idea di Pino Loperfido con l’Associazione di promozione sociale “Balene di montagna”, si è ormai conquistato uno spazio su tutto il territorio nazionale. Quest’anno, insieme ai privati che lo sostengono per il 70% , alla Regione T.A.A., alla P.A.T., al Comune di Caldonazzo, alla Comunità Alta Valsugana e Bernstol, alla Fondazione Caritro, alla Cassa Rurale di Caldonazzo ecc., ecc, si unisce il prestigioso patrocinio del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. Questa manifestazione, capace di attrarre migliaia di persone in riva al lago – che ha ancora una volta ricevuto la Bandiera blu europea – parla di libri e di cultura, di teatro e di musica, ospitando grandi nomi, rivolgendosi agli adulti e ai piccini e diventando, in tal modo, un grande momento di aggregazione per famiglie. Dal 17 al 19 giugno un popolo di scrittori, giornalisti, cantanti, attori, lettori e lettrici invaderà il centro lacustre e “occuperà” ogni luogo possibile, dalle piazze al teatro, dalla Casa della cultura al Palazzetto, da bar, giardini, biblioteca alla Sala Capricci e al Campo sportivo. Incontreremo scrittori “atipici” come Franco Causio e Roberto Vecchioni, giornalisti ben noti come Giulietto Chiesa e Magdi Cristiano Allam, filosofi come Vito Mancuso, volti noti della tv come Serena Dandini, e così via, fino all’omaggio che il TBF tributerà a Sveva Casati Modignani, scrittrice prolifica, tanto amata. Molto interessanti i momenti dedicati ai bambini dal TBFJunior, tra i quali il divertente “Giornalino di Gian Burrasca”. Intorno agli eventi si articoleranno alcune mostre che riguarderanno un doppio centenario: quello della grande guerra e quello della nascita delle Biblioteche Comunali dei paesi della Valsugana. Tutto, comunque, sarà collegato da un tema, il “Limite” inteso come confine, come frontiera, come postazione sulla quale meditare per guardare oltre, fino alle stelle… il TBF infatti si chiuderà con “Brilla”, piccola opera rock ideata da Pino Loperfido, che ci invita a superare il limite, ad andare verso l’immensità del creato nel quale la nostra Terra è solo un granello di sabbia. E poi si comincerà a pensare all’edizione numero VII  ! www.trentinobookfestival.it – N.B.: Luciana Grillo presenterà le scrittrici:

  • Sara Vattaro, venerdì 17 giugno ad ore 17,50, Casa della Cultura;
  • Maria Pia Veladiano, domenica 19 giugno ad ore 12,15, Casa della Cultura;
  • Sveva Casati Modigliani, domenica 19 giugno ad ore 16,00, Teatro San Sisto.

d) Alfonso Masi: segnala Tanz Bozen  www.bolzanodanza.it, dal 14 al 30 luglio, rassegna “PER-FOR-MAN-CES”, con la direzione artistica del figlio, Emanuele Masi, organizzato dalla Fondazione Haydn di Bolzano e Trento. Ben 16 occasioni di danza e cultura. Info 0039 0471313800.

5 – Il riepilogo dell’attività svolta nell’anno 

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Cristina: con non celata, comprensibile e meritata soddisfazione la nostra Presidente ci ha fatto una carrellata di tutto il lavoro svolto nell’anno, ringraziando tutte e tutti, Artefici ed Uditori delle manifestazioni. Da parte nostra si è elevato all’unisono un grido: “Grazie a te, Cristina!”

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 6 – I prossimi appuntamenti “istituzionali” 

  • Lunedì 25 luglio 2016: Festa di mezz’Estate
  • Lunedì 10 ottobre 2016. Prima serata del nuovo Anno Accademico 2016-2017

 

Insomma, avete capito quali Muse coltiviamo? La prima è la Musa Amicizia, lo stare insieme. La seconda è la Musa da Cosa nasce Cosa … poi, la Musa Musica, quella Letteratura e via dicendo: Scultura, Storia, Pittura, etc. etc..

Un saluto a tutte e a tutti dal vostro blogger-reporter Riccardo!

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ROSARNO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Giugno, 2016 @ 6:26 am

Detto altrimenti: i nuovi schiavi                                        (post 2404)

 

Anteprima

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Immigrati: tutti “casa” ….

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Una qualsiasi compagnia telefonica gestisce on line miliardi di dati. La centrale rischi dei sistemi bancari e assicurativi, idem. La gestione del fisco registra qualsiasi nostra (piccola) inadempienza (per le grandi inadempienze di stanno attrezzando. Evvabbè …). Un qualsiasi nostro telefonino è un computer più potente di quelli utilizzati per mandare il primo uomo sulla luna. Ciò significa che volendo, si può.

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Fine dell’anteprima. Ora possiamo incominciare.

E li chiamano “invisibili”! Ma se li vediamo da casa alla TV! Sono migliaia, sfruttati come schiavi, senza alcuna assistenza di qualsiasi genere, vivono in condizioni peggiori di quelle che i canili comunali riservano ai loro ospiti. Consideriamo la cosa sotto diversi aspetti:

  1. Aspetto civile, umanitario: siamo a livello della peggiore schiavitù d’ogni tempo.
  2. Aspetto dell’economia del Paese: l’Italia ha bisogno del loro apporto.
  3. Aspetto retributivo, fiscale, assistenziale, previdenziale: violiamo ogni legge.
  4. Aspetto penale: tolleriamo la violazione della nostra legge penale.
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… e lavoro! (A 25 “euri” al giorno!)

Ora non mi si dica che non si può intervenire. Il fatto è che ci conviene non intervenire! Dice: ma sono tanti! Tanti? Quanti, dico io, 10-20-30 mila? Centomila? E quanto sono i miliardi di dati che invece, nei settori che ci stanno a cuore, gestiamo ormai con la mano sinistra? Ma via … siamo seri! Ammettiamolo: siamo degli sfruttatori ipocriti. Dice: ma la colpa è dei caporali, non degli imprenditori agricoli … Ah si? E allora sapete come avrebbe risposto il mi’ babbo, toscanaccio doc?  Ve lo dico subito: “Ovvia … un mi’ venite a dire che Cristo gli è morto di sonno” (ovvero: non mi raccontate fandonie).

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MUSICA A RIVA DEL GARDA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Giugno, 2016 @ 6:56 pm

Detto altrimenti: è il turno dello “Spettro Armonico”   (post 2403)

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Giovani. Solo due post fa ne scrivevo … di giovani musicisti. Ed oggi nella Sala Concerti del Conservatorio Bonporti Sezione di Riva del Garda, altri giovani. Giovane il direttore fondatore dell’ Associazione Spettro Armonico, Simone Zuccatti, giovani i componenti dell’Orchestra da camera “Spettro Armonico”:

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Violini: Sergio La Vaccara, Stefano Roveda, Manuel Cardona Lopez; Marta Peroni, Mauro Marino Suarez, Rossana Caldini – Viole: Nicola Fadanelli, Chizuru Deguchi – Violoncelli: Desirée Calzavara, Matteo Rinaudo – Contrabbasso: Nicola Ziliani. Giovani che hanno studiato a Riva del Garda, si sono formati ed  esibiti nel mondo (domani 12 giugno alle 17,30 presso la sala Conferenze della Fondazione Caritro a Rovereto).

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WP_20160611_005Il programma casualmente tutto il Sol: una fuga di Bach; una sinfonia di un anonimo; la “Kleine Nachmusik” di Mozart; un andante lirico di Reger; Danze Popolari di Bela Bartok. L’anonimo … tenuto nascosto per vedere se nel pubblico qualcuno indovinava quel nome, poi rivelato: Federico II di Prussia, sovrano illuminato, flautista impegnato molto, molto preparato, fecondo compositore. Ogni brano preceduto da una breve ma significativa presentazione da parte del Direttore Zuccatti.

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Da musicofilo non musicologo, osservo come Mozart abbia trasformato una serenata in una quasi sinfonia, trasformazione che – mutatis mutandis -  Bela Bartok ha effettuato trasformando danze rumene-ungheresi  in musica per tutti, non solo per i contadini  rumeni-ungheresi.

La scelta dei brani, la freschezza dell’esecuzione, la simpatia dei musicisti, la preparazione e la comunicativa del Direttore hanno riscosso una quasi standing ovation dal pubblico numeroso presente in sala. Non escludiamo di ascoltarli ancora, magari ospiti dell’Associazione Amici della Musica di Riva del Garda.

Bravi, bravi, bravi!

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