EDIZIONE SPECIALE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 22 Marzo, 2016 @ 9:56 pm

Detto altrimenti: Parigi, Bruxelles e poi ….?      (post 2321)

 

thL4W6WBI3Ma che? Vuoi vedere che dobbiamo dire grazie ai terroristi? Grazie perché ci fanno capire che solo un’Europa vera, unita, con un’unica Intelligence, un’unica politica può far fronte a questa come ad altre sciagure? La storia si ripete, storia e Storia, piccoli Comuni che non rinunciano alla “loro” società di impianti sciistici, così hanno il “loro” presidente; non rinunciano alla “loro” piccola società della sosta, così … (v. prima). E Storia: Stati che non rinunciano alla “loro” intelligence, così … (v. prima). Ma ve lo immaginate? Rinunciare al “nostro” capo della Polizia o dell’Intelligence? Ma via, che discorsi sono mai codesti! “Codesti” in buon italiano indica discorsi vicini a chi li fa ma molto, molto distanti da chi li contesta!

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     Mettiamole le strisce! Le strisce!

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Dice … ma molto meno, almeno scambiarsi le liste dei sospettati, mettere in comune le banche dati … Eh no cari miei, i dati sono miei e me li gestisco io! Hai visto mai che altri scoprano i nostri panni sporchi? Giammai! Ah, ho capito, questione di “praivasi”, della serie scrivi come parli! E intanto “loro”, i terroristi schedati in un paese, passano la frontiera e si rifanno una verginità. Evvabbè, mica si può fare tutto a questo mondo … Mi viene in mente il testo di una bella canzone del mio concittadino, tale Fabrizio De Andrè, “Don Raffaele”:

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… “ Prima pagina venti notizie /ventuno ingiustizie e lo Stato che fa / si costerna, s’indigna, s’impegna / poi getta la spugna con gran dignità” . Solo che alle parole “lo Stato” oggi dovremmo purtroppo sostituire le parole “ l’Europa”. A meno che non mettiamo anche noi le strisce alla nostra bella bandiera!

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IL VIOLONCELLO DI BARBARA BERTOLDI A RIVA DEL GARDA: “CELLO MESSA TUTTA!”

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 22 Marzo, 2016 @ 5:20 am

(Care lettrici e cari lettori, perdonerete se insisto tanto per questo concerto  … ma faccio parte del Consiglio Direttivo dell’Associazione che ha promosso l’evento e poi … sono amico di Barbara!)

Detto altrimenti: “Concerto Teatro” nell’ambito dei concerti organizzati dall’Associazione Amici della Musica di Riva del Garda    (post 2320)

CELLO MESSA TUTTA”

è il nuovo spettacolo di Barbara Bertoldi, violoncellista cantante, voce narrante; luminarie: Piccola Bottega de “I Teatri Soffiati”; regia di Alessio Kogoj.

Oggi, 22 marzo 2016, presso la sala del Conservatorio Bonporti in Riva del Garda  CONCERTO APERTO A TUTTI, ED INOLTRE: ALLE 10,45 PER GLI STUDENTI DEI LICEI. SI REPLICA ALLE 11,45 PER GLI ALUNNI DELLE MEDIE!  Scrive il Presidente dell’Associazione Amici della Musica di Riva del Garda, prof. Franco Ballardini:

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           CD da non perdere!

E’ un progetto anomalo, una performance musicale e teatrale. All’interno ci sono alcune canzoni scritte da Barbara Bertoldi, brani d’amore oltre al piacere della sperimentazione e alle incursioni nel pensiero di Erasmo da Rotterdam. Alcune canzoni sono tratte da “Bestiario per Violoncello Narrante”, il cd di Barbara Bertoldi pubblicato nell’autunno del 2013; il programma è integrato da brani di George Gershwin, madrigali di Antonello da Rimini, un omaggio a Giorgio Conte e ancora brani classici rivisitati, Boismortier, Vivaldi, Bach. Le canzoni sono illuminate da brevi presentazioni, folli pensieri recitati e da una giusta dose d’ironica simpatia. Il risultato è un mix insolito e delicato in uno scambio incalzante tra parola musica e teatro. Uno spettacolo sul filo della Felicità e in equilibrio con la Follia. Con la lente del quotidiano si osservano i comici comportamenti umani, e ancora intraviste metafore dell’amore e dell’arte…

IMG_3713Barbara Bertoldi è nata a Trento e a parte una breve parentesi milanese ci ha sempre vissuto. Musicista e violoncellista versatile quest’anno 2015 saranno ben 30 anni di attività concertistica che l’hanno vista impegnata in formazioni e repertori di ogni genere ed esibirsi in Stagioni e Festival Internazionali in tutta Europa lavorando con solisti e direttori di fama internazionale Giuliano Carmignola, Enrico Dindo, Felice Cusano, Stefan Picard, Anahi Carfi, Arvo Part, Michael Radulescu, Stefano Veggetti e ancora Elio delle Storie Tese e l’attore Giuseppe Cederna.

Attualmente si esibisce con la formazione co-fondata “Ensemble degli Affetti” con cui approfondisce la prassi del repertorio barocco in particolare del 500/600 italiano e con il repertorio per voce e violoncello da lei scritto e pubblicato in un cd “Bestiario per violoncello narrante” nel 2013 in forma sia di concerto che in forma di spettacolo teatrale dal titolo “Cello messa tutta!”. In questa veste di violoncellista cantante di recente ha partecipato a “Suoni Mobili, di Musicamorfosi” a Monza, al Festival “Rovigo Cello City”, con Radio24 e Federico Taddia come “bioloncellista” per il viaggio Bio di Coop a Bologna, alla serata in onore di Piero Angela per il 25 anniversario di CICAP a Cesena, e ancora è stata intervistata per il programma “Misterenne” per Radio Sinisi e su Radio2 per “Invisibili”di Luca Sticcotti e per RAI3 da TG3 settimanale da Manuel Codignoni.

FullSizeRenderBarbara… perfetta sintesi di carattere, talento e simpatia  (prof. Giuseppe Momo).

Barbara dimostra un talento frizzante e scanzonato….le sue canzoni sanno colpire nel segno e ricordano le atmosfere di Petra Magoni e Ferruccio Spinetti, questo lavoro strappa più di un sorriso e sicuramente contribuisce a far tornare il buon umore…” (F. Nappi, “Corriere del Trentino”)

Barbara, penna felice e voce di bellezza naturale, autrice di una serie di canzoni raccolte nel CD Bestiario, una gioiosa raccolta di brani che guardano al lato “piccolo” della vita con spirito ironico e giocoso…” (E. Campagna, “L’Adige”)

Barbara con i suoi dolci madrigali … il piacere della musica parlata, storie raccontate da due voci che si sovrappongono quasi a farsi concorrenza, come se Barbara avesse reso ventriloquo il suo violoncello o viceversa…” (M. Garavelli, “La voce del Trentino”)

IMG_3791Barbara Bertoldi ha invece optato per uno strumento sostanzialmente di accompagnamento al proprio canto, volutamente infantile (ma con testi ironici e sarcastici), srotolando le divertenti canzoni comiche del suo Bestiario, dedicato in gran parte a macchiette della quotidianità umana, non tralasciando tuttavia simpatiche trascrizioni per voce e strumento di alcuni lavori della classicità musicale…” (M. Pancotti, “Fuori dall’Orbita”)

Più distesa e spensierata la musica offerta dalla violoncellista Barbara Bertoldi per l’aperitivo a base di canzoni comiche e molto leggere per violoncello e voce” (“Casatenovo”, rivista online)

Barbara è cresciuta a pane e musica. Fa un lavoro che ama e mette tutta se stessa (G. Gramola “Trentino Mese”).

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Le foto del concerto? Ora prendo l’auto, vado da Trento a Riva e appena rientro le pubblico! (Una l’ho inserita proprio qui sopra)

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            Musicista e regista

Ecco, Trento – Riva del Garda AR, andata e ritorno, hin und zuruck. Il pubblico: gli allievi del Liceo Andrea Maffei accompagnati da alcune insegnanti (sono riuscito ad avere il nome della mia vicina di poltrona, Prof.ssa Clara Lotti); gli alunni della Sezione a caratterizzazione Musicale Bonporti, dell’Istituto Comprensivo “Riva 1”, accompagnati dal Dirigente Prof. Gianni Kral. Non è tuttavia mancato anche pubblico “estraneo”, fra i quali il M.° Giorgio Ulivieri, Fondatore e Direttore della Camerata Musicale Città di Arco. Ho avuto anche il piacere di fare la conoscenza personale con il regista Alessio Kogoj.

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IMG_3794Saranno stati  i giochi di luce … la regia che interveniva con voci fuori campo … l’ ambiente permeato di per sè di sensibilità musicale … la stessa recitazione della Voce recitante (sempre di Barbara), ” fatto sta si è” che mai come oggi mi sono goduto il concerto-spettacolo. Barbara ha intervallato canzoni sue – quadri di vita quotidiana dipinti con ironia – a brani classici (due movimenti di una sonata di Vivaldi, scritta per due violoncelli, uno dei quali sostituito – come ci ha spiegato  Barbara – proprio dalla sua stessa voce) e a brani di jazz, alternandosi al violoncello “grande”  quello “piccolo” a cinque corde, strumenti suonati alternativamente da seduta, da posizione eretta e a mo’ di chitarra.

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Il Dirigente Gianni Kral parla ai ragazzi

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Parole, musica, mani accarezzanti le corde  e voce recitante: Barbara. Lo spettacolo, ripetuto ben due volte nell’arco di due ore per accontentare i ragazzi delle superiori e quelli delle medie, è stato preceduto e seguito da un prologo e da una conclusione: il senso di tutto? Donare relax, serenità. Per spiegare il suo intento, Barbara ha citato tale Erasmo da Rotterdam: “Se i vecchi fossero più allegri, più dissennati, la vita sarebbe ciò che è: il gioco della follia e tutti sarebbero più sereni”.

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Alla fine ho intervistato brevemente e separatamente  tre allievi del liceo, Emma Santoni, Jacopo Govoni ed Elia Martello: “Spettacolo e musica particolari, simpatici, emotivi, alternativi, piacevoli, interessanti, rilassanti”. Questi i loro commenti.

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BRAVA BARBARA, BRAVO ALESSIO, BRAVA ASSOCIAZIONE AMICI DELLA MUSICA DI RIVA DL GARDA CHE HA ORGANIZZATO L’EVENTO  E … BRAVI RAGAZZI CHE AVETE APPREZZATO IL TUTTO!

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LINGUAGGI TROPPO DIVERSI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 21 Marzo, 2016 @ 7:19 am

Detto altrimenti: quando la comunicazione diventa impossibile          (post 2319)

Oggi per comunicazione spesso si intende (erroneamente, n.d.r.) “informazione”, nel senso “io ti comunico, ti informo che …”. Io invece la intendo come communis actio, azione comune, dialogo fra soggetti diversi. Parliamone quindi in questo suo significato.

Una riunione: politica,  di una associazione culturale o sportiva, ripresa dalla TV oppure fra semplici privati, etc.: di ogni tipo e natura, insomma. Talvolta accade  che da una parte vi è “A”, colui chi si attiene all’argomento, usa toni pacati, argomentazioni puntuali e documentate. Dall’altra “B” che parla con atteggiamenti; utilizza metafore, espressioni figurate, generalizzazioni; alza la voce; volge gli occhi al cielo; fa gesti plateali; interrompe e aggredisce verbalmente la controparte; va fuori tema; è illogico; si alza in piedi come per abbandonare la seduta salvo poi riprendere subito il suo posto, etc.. Come uscirne?

Innanzi tutto esaminiamo la natura di “B” : la sua è ignoranza oppure maleducazione oppure mala fede. Oppure un micidiale mix  di un po’ di tutto ciò.

Ad “A” resta il problema: come uscirne? E’ semplice: se si tratta di una associazione che non coinvolge fortemente “A”, costui deve abbandonarla. Al contrario occorre che “A” riesca a far estromettere “B” dal contesto organizzativo in questione.

 

 

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CAMERATA MUSICALE CITTÀ DI ARCO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 20 Marzo, 2016 @ 7:02 am

Detto altrimenti: Pasqua Musicale Arcense, XXXXIII° Edizione             (post 2318)

th22OJ30V1Un signore vestito di grigio lo avvicina e gli commissiona la scrittura di un Requiem contro un ottimo compenso, con l’impegno di non dire ad alcuno che egli ne è l’autore. Di chi sto parlando? Di tale W.A. Mozart. Quel signore in grigio è un ricco nobilotto, musicista da strapazzo, aduso a simili prodezze per poi vantarsi di fronte agli amici di opere non sue. E così nasce il Requiem in Re min. op. K 626 per orchestra e coro. Nasce quasi tutto, perchè gli ultimi tre brani sono stati composti dopo la morte di Mozart e secondo le sue indicazioni, dal suo allievo  F.X. Sussmayr.

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WP_20160319_012Ma nella chiesetta di Varignano d’Arco, dedicata a S. Michele Arcangelo e messa a disposizione da Don Carlo Speccher, non c’è lo spazio per i coristi e così il Requiem viene eseguito nella trascrizione di Peter Lichtensthal del 1803 (Mozart era morto nel 1791 all’età di soli 34 anni), medico compositore amico della famiglia Mozart: una trascrizione pensata per un complesso esclusivamente strumentale, la cui prima esecuzione critica è solo del 2006. Una autentica “chicca” quindi!

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La “Camerata” fondata nel 1993 e da sempre diretta dal Maestro Giorgio Ulivieri, ha un organico di circa venti musicisti. Impostata su archi, si arricchisce di fiati e percussioni a secondo del repertorio eseguito. Di essa ha fatto parte sono alla sua morte, avvenuta il 18 marzo 2014 il compianto Ruggero Polito (violino), presidente emerito del Tribunale di Rovereto e presidente dell’Associazione Amici della Musica di Riva del Garda, persona di grandissima umanità, di grande amore per la musica e per i suoi amici che tutti noi rimpiangiamo e ricordiamo con vero affetto.

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Il Requiem. Troppo famoso perché io ne possa dire alcunchè. La sua esecuzione è stata magistrale, appassionate, impeccabilmente diretta. Alla fine, un applauso di ben cinque minuti ha reclamato un bis.

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I Musicisti

Violini: Giada Broz, Cristina Giovannini, Strefano Bonora, Paolo Segatta, Michael Isaac Girardi, Nicola Aldrighetti, Astrid Sofia Harland,Stefano Faustini, Marco Tanesini, Giulio Robol, Manuel Sabucedo.

Viole: Paolo Turri, Luca Giordani, Chizuro Deguchi.

Violoncelli: Klaus Broz, Silvano Zanoni.

Contrabbasso: Rodolfo Merizzi.

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INCONTRI –  GLORIA ZENI: UN LIBRO E MOLTO ALTRO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 18 Marzo, 2016 @ 6:28 am

Detto altrimenti: fioriscono ricordi sulle pendici della Paganella    (post n. 2317)

Anteprima

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Dietro la chiesa nuova, una perla:  la vecchia  Pieve di S. Vigilio, alla quale dedicherò un post apposito.

Spor, ovvero Spormaggiore, un paese sui fianchi della Paganella, il paese degli Zeni e dei Tenaglia, il paese lungo una delle “mie strade dello sci” (un’altra attraversa Fai, un’altra ancora sale dalle Valle dei Laghi). Spor: questa volta “ci sono andato”, non “ci sono passato”. Andato per incontrare una Persona (le maiuscole non sono utilizzate a caso): Gloria (chissà se posso chiamarla così, per nome, savè putei, … non l’ho mai incontrata prima … sarà troppo confidenziale? Se ne avrà a male? Non credo, comunque il suo cognome è Zeni). Gloria, autrice di un Libro Scrigno: “Patrum domus revirescit”, espressione che mi permetto di tradurre liberamente con “Facciamo rivivere la casa dei nostri avi”. Scrigno perché? Perché contiene i tesori della memoria di mezzo millennio di vita, e se cinquecento anni vi sembran pochi …

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Il libro. L’ho ricevuto in dono da Nadia Ioriatti, un’amica scrittrice, autrice di “Io tinta di aria” cui sta per far seguito un secondo libro. Il libro di Gloria mi ha subito catturato: infatti io sono un appassionato di Storia, e questo “è” un libro di Storia (locale) per come Gloria documenta ogni fatto, ogni circostanza: un’Opera che ha impegnato la sua Artefice (le maiuscole … v. sopra) per ben sette anni. Detto, fatto: Gloria merita una intervista, ovvero …  ben di più, molto di più, ma questo è quello che io posso fare, oltre che ad invitarla a far parte dell’ Accademia delle Muse e a proporre la presentazione del suo Libro all’interno delle manifestazioni organizzate dall’ Associazione Culturale Lavisana e dalla Biblioteca Comunale di Trento.

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Vengo accompagnato a casa sua dall’amico Gino Zeni (“da Spor” manco a dirlo), atletico pensionato pluri esperto in ogni mestiere, mio amico di sci e già collega (molti anni dopo, visto che Gino è più giovane di me!)  di mio babbo Maresciallo dei CC.

Fine dell’anteprima. Ora possiamo cominciare. Gloria mi riceve nella sua casa avita a Spor. Sulla porta il motto, sul tappetino il magnifico cane Drake  dagli splendidi occhi di ghiaccio.

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Gloria, poiché io sono un V.I.P., Vecchietto In Pensione, sta a me fare la proposta: possiamo darci del tu? Sarebbe la prassi di questi “Incontri” …

Certo, Riccardo, con piacere!

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      Gloria con la figlia Michela  e il “primo libro”

Come è nata l’idea del tuo Lavoro?

All’inizio non è nata come un libro. Quando mio padre ha iniziato a star male mi ha affidato la gestione di tutte le “carte” della casa, dalle bollette della luce ai ricordi di intere generazioni che erano sopravvissuti di generazione in generazione in quanto nascosti in stipetti e cassettini di vecchi mobili, reconditi e dimenticati da tutti.  Da qui pian pianel il lavoro è diventato curiosità e quindi passione.

Sai, la prima cosa che salta agli occhi … sono due: la tua abilità e perseveranza di ricercatrice con una passione da archeologa e la ricchezza della vena che hai scoperto nella miniera dei ricordi.

La ricchezza … sì, se consideri i diversi possibili approcci al mio lavoro: puoi investigare per data, per cognome, per genere. Inoltre, volendo si può consultare il sito che ho creato, https://www.myheritage.it/site-44193561/zeni e anche il mio sito artistico http://gloriolume.wix.com/gloria-zeni

Un’altra caratteristica che ho colto è la vastità degli aspetti che hai fatto rinascere.

Sai, Riccardo, è stata una reazione a catena: un argomento ne richiamava un altro e così via. Non era possibile sottrarsi dall’ esplorarli tutti.

A beneficio delle lettrici e dei lettori del blog, elenchiamo alcuni argomenti trattati.

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           Gloria e il “suo” libro

La storia della Casa, intesa come Altopiano Casa di tutti noi e Casa dei miei bisnonni, nonni, genitori; i mobili; la Carta di Regole; le “fazioni castellane”, ovvero le gabelle dovute al signorotto del luogo: ancora oggi qui da noi quando un campo non rende diciamo “nol fa fazion”; i cognomi; i soprannomi; la dote delle spose; i testamenti, le liti di confine; il diario di Narciso Tenaglia con le sue poesie; l’emigrazione (e qui ci si riallaccia all’opera di Don Guetti e di Don Grazioli, n.d.r.); la prima guerra mondiale con la testimonianza delle lettere di Alfonso Evaristo Tenaglia internato in Austria per avere rimproverato un alunno che fischiettava l’inno austriaco; la seconda guerra mondiale, con lo zio Renato impiegato alle poste, internato a Bolzano per avere nascosto corrispondenza partigiana agli occhi dei fascisti; la mamma, Rina Plotegher, impiegata in ferrovia, che faceva scappare i prigionieri dai carri merci; il viaggio di nozze dei miei genitori nel primo dopoguerra, su un camion per raggiungere … Rovereto e Pescantina!

Insomma, storie nella Storia, storie vere che si inseriscono nel racconto principale, di cinquecento anni di vita: un po’ come in molte opere classiche, dove – tuttavia – l’autore inseriva favole e miti. Fra i tanti aspetti che ha trattato, quale è quello “principe”, quello al quale sei più legata?

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         Storia in … ferro battuto!

Il diario e le cartine geografiche del mio bisnonno “austriaco” Abramo Zeni, miniature redatte quale compito di scuola all’età di circa quattordici anni e ovviamente il tenero viaggio di nozze dei miei genitori.

L’ordine dell’esposizione è casuale o c’è un criterio?

A guidarmi è stata la sequenza delle date

(A questo punto arriva a casa Michela, la figlia minore – la maggiore è Martina – laureata in Belle Sarti ed in attesa di essere ammessa ad un corso di perfezionamento a Bruxelles)

Foto e disegni: sorprende la ricchezza dei documenti originali.

Si, tutti originali, anche quelli … eseguiti da me! Il primo nucleo, un grosso libro scoperto in un vecchio cassettone. Poi è tutta opera mia: l’impaginazione, la grafica.

Il paese e la sua gente: in che misura erano consapevoli di quanto stavi facendo, e in che misura ti hanno aiutato?

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            Autoritratto

Inizialmente non tanto. Ci è voluto un po’ a che il motore e i cuori si riscaldassero, ma poi è stata una grande attenzione e disponibilità a fornirmi documenti e ricordi.

Dimmi qualcosa di come il paese e la sua gente ha accolto il tuo lavoro.

Be’ … c’è stata una serata, anzi, una seratona di presentazione del libro: tutto esaurito, oltre i cento posti a sedere  anche molta gente in piedi: ero commossa.

Vedo che giustamente molti Enti Pubblici ti hanno patrocinato: credo che anche questa sia stata una difficoltà da superare. il loro convincimento ed il loro coordinamento.

Si, questa è stata la parte più difficile. Io ne ho fatto stampare a spese mie cinquecento copie. Ho ricevuto un parziale contributo dalla Vicepresidenza della Regione e un impegno alla contribuzione da parte dei Comuni interessati, ma sono ben lungi dal raggiungere la copertura dei costi vivi, che poi sarebbe il mio obiettivo.

Dove troviamo il tuo libro?

Presso di me, presso le biblioteche della zona e presso la libreria Disertori di Trento.

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Il librone di famiglia, scrigno di secoli!

Le scuole di fuori zona Paganella sono al corrente che esiste questa “Miniera” di vita, di storia e di Storia?

No. Anzi, lasciami sperare: non ancora!

Un libro e molto altro. parliamo un po’ del “molto altro”, ovvero del tuo laboratorio e della tua produzione artistica (sai, recentemente ho intervistato Domenico Ferrari il che ha risvegliato in me il di disegnatore e pittore (molto giovanile, poco più che infantile) qual ero … distratto da tante altre sollecitazioni che alla fine imi hanno portato a dipingere … scrivendo!

Riccardo, Domenico Ferrari era mio collega all’Istituto dove insegno! (Come è piccolo il mondo, n.d.r..!), io non sono una scrittrice né tanto meno una storica. Sono una pittrice, lavoro il vetro fuso, compongo mosaici. Sto rifondando il mio laboratorio. Posso mostrarti volentieri qualche mio lavoro.

Gloria, non posso dilungarmi oltre come vorrei, sai … i post lunghi la gente non li legge, per dirla con un anacoluto manzoniano. Mi scuserai quindi se chiudo qui il nostro “Incontro”, con un vivo e sincero apprezzamento per quanto hai fatto con il tuo libro e con il “molto, moltissimo altro”.

Grazie a te, Riccardo … ma … mi hai detto che nella tua vita lavorativa eri un manager? Sei sicuro di non esserti sbagliato? Secondo me eri un affermato giornalista!

Fine

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                         Mosaici

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P.S.: Gloria Zeni nata a Trento il 29 settembre 1958. Ha frequentato l’Istituto d’Arte e, sotto la guida di Concetto Pozzati, l’Accademia di Belle Arti a Bologna. Insegna Arti Figurative all’Istituto delle Arti di A. Vittoria in Trento. Gloria è un’artista che opera nel panorama contemporaneo. Nel suo laboratorio crea opere che spaziano dalla pittura al mosaico alla vetrofusione. Appassionata di Storia locale si dedica alla ricerca delle memorie antiche dell’Altipiano della Paganella, sua zona d’origine.

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LIBRI DALLA RADIO E DALLA TV

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 16 Marzo, 2016 @ 10:24 pm

Detto altrimenti: consigli per gli acquisti… (post 2316)

th2IP1YZ54Libri veloci, troppo veloci per me. Troppo veloci nel senso della rapidità con la quale si ammucchiano nella mia mente (“questo lo devo comperare”), e, alcuni, sul mio comodino (“questo l’ho acquistato e lo voglio leggere”). I primi due sono … anzi, fino ad oggi erano la traduzione di Utopia di T. More fatta da Maria Lia Guardini e Papè Satan Alepp di Umberto Eco. Eco? Ecco! Io devo stare attento anche perché quelli gli scaffali già li ho già organizzati in doppia fila e sono stracolmi!

Si fa così: sul fondo dello scaffale si posizionano dei tasselli di legno a sostegno di  un’assicella orizzontale collocata ad un livello di poco superiore a quello dello scaffale. In tal modo i libri delle poltronissime della platea non nascondono completamente alla vista gli occupanti delle gradinate. Provate, amici, provate!

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Non di coli libri vive l'uomo ... (una mattina in Paganella)

Non di soli libri vive l’uomo … (una mattina in Paganella)

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Tuttavia una parola buona in favore di ulteriori acquisti oggi la devo spendere. Per la radio e la TV. Spesso ci propinano sciocchezzuole. Oggi no. Oggi mi ha affascinato la recensione e l’intervista con Pierluigi Di Piazza, “Il mio nemico è l’indifferenza” (Saggi Tascabili La Terza) e quella con Antonio Monda, “L’indegno” (La Feltrinelli).

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Il primo libro di un sacerdote. Il secondo libro su un sacerdote. Entrambi contro l’ipocrisia. Il primo di chi non vuole accettare l’ “altro”, il “diverso da me”. Il primo e il secondo contro quella di chi vuole che i sacerdoti siano maschi e celibi.

Volete un terzo libro? Questo non dalla radio TV ma da un amico. Eccolo a voi: “Laicità, grazie a Dio” di Stefano Levi Della Torre (Giulio Einaudi editore): “Una laicità che non si ripara dalla fede con un rifiuto pregiudiziale, ma capace, al contrario, di un confronto a tutto campo e corpo a corpo con la religione e con il suo potere simbolico e politico”.

Buoni libri a tutte e a tutti!

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VIOLENZA DOMESTICA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 16 Marzo, 2016 @ 5:37 am

Detto altrimenti: case per caso …               (post 2315)

Passavo di lì per caso, non “per case”. Non ero alla ricerca di nulla, di nessuno spunto, di nessuna immagine. Pensavo ad altro ma quella vista mi ha colpito. Mentre scattavo alcune foto il passante che si intravede nella foto, incuriosito, ha alzato lo sguardo per cercare di scoprire cosa vi fosse di interessante: “Che sia uno de l’Adige?” avrà pensato …. “Che sia successo qualche fatto che poi ci ritroviamo nella cronaca cittadina?” Cose del genere. E invece nulla. Nulla per lui che subito dopo se ne è andato senza avere soddisfatto la propria curiosità.

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     Non “cose del genere” bensì “case del genere”

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E invece un fattaccio era stato commesso, una violenza domestica. No … non nel senso che all’interno di una abitazione fosse stata compiuta violenza contro una persona. No, violenza domestica nel senso di violenza contro una domus, una casa. Una casa è stata aggredita, cinturata alla gola, derubata del suo spazio vitale da due energumeni capannoni industriali. Essa ha cercato difesa in un albero, almeno da quel lato non è stata ferita …

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Derubata anche del cielo: pensate un po’: se qual capannone che la sovrasta fosse stato ancora più alto … be’ avrebbe ingannato anche l’obiettivo del mio telefonino nel senso che lui e tutti voi avreste pensato che quello fosse il cielo, un cielo un po’ grigio di una giornata uggiosa … Ecco, raga, avere un blog da alimentare vi trasforma “a vostra insaputa” (grazie del lessico, signor ex ministro!) in un attento osservatore di cose e case del genere: “vedete” ciò che prima avreste solo “guardato”.

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UNA NUOVA MONETA: L’ “ESODATO”

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Marzo, 2016 @ 6:19 am

Detto altrimenti: cambiamo il punto di vista!    (post 2314)

Carte geografiche: al 100.000, 50.000, 25.000 …. in ognuna di esse la distanza fra due città appare diversa alla vista …

thX3JSI1OVSi dice: si, vabbè … vi sono alcuni superstipendi e superpensioni pubbliche (da oltre 500.000 euro l’anno, multipli di quanto percepisce il Capo dello Stato! (Ma non era vietato? N.d.r.) Ma … dice … che volete? Anche se le eliminassimo non risolverebbero il problema della disoccupazione, dell’adeguamento delle pensioni minime … Ecco l’alibi, dico io! Infatti, proviamo a fare questo ragionamento: se io riduco anche un solo di quei privilegi medievali ad esempio da 500.000 a 200.000, con i rimanenti 300.000 quante pensioni da fame posso adeguare? A quanti esodati posso dare una pensione?

E allora creiamo una nuova moneta: “l’Esodato”: un Esodato valga, ad esempio, 20.000 Euro. Ecco, facciamo una prova: quel tizio ha truffato al fisco 15.000 Esodati; quel superburocrate percepisce una pensione di 30 Esodati, etc.. Così almeno capiremo due cose: il valore del denaro e cosa si può fare anche abolendo pochi privilegi.

Viewpoints, punti di vista, dicevo …

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FONDI BLOCCATI, IMPEGNATI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Marzo, 2016 @ 5:56 am

Detto altrimenti: e allora … sblocchiamoli!                    (post 2313)

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         Un F35 a quanti F24 corrisponde?

Bilanci pubblici. Impegni pluriennali di spesa. Chi va al governo spesso si trova a poter gestire solo i fondi non bloccati, non impegnati per molti anni da leggi precedenti. E spesso sono la maggioranza, possono arrivare all’80% del totale: costi di gestione dell’apparato burocratico, spese militari, piani universitari, etc.. Ora, non voglio entrare nel merito di quelle scelte, ma nel metodo. Mi spiego. Le esigenze cambiano continuamente e quindi anche i piani di investimento e di spesa dovrebbero adeguarsi alle nuove situazioni. Faccio solo un esempio: nel mese di dicembre di alcuni anni fa si ritenne giusto votare con decisione bi-partisan – la destinazione di tot (tanti!) milioni l’anno al Ministero della Difesa per l’acquisto deI cacciabombardieri F35. In allora si ritenne essere questa una priorità assoluta. Ebbene, ma se nel frattempo fossero insorte altre priorità, magari più impellenti di quella? Niente da fare: quei fondi sono impegnati per legge! Ripeto: non contesto il merito ma il metodo che crea delle sacche di privilegio di progetti finanziati “a prescindere” dalle altre esigenze della società, spesso più impellenti e più attuali.

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Un aneddoto: il Sindaco Giorgio La Pira stava assegnando case popolari secondo criteri di equità in linea con le più recenti esigenze della sua città. Gli fecero notare che la legge prevedeva da tempo criteri diversi. Rispose : “Io assegno le case secondo le necessità di oggi: voi andate a cambiare la legge”.

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POLITICA A COTTIMO? NO, GRAZIE!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Marzo, 2016 @ 6:25 am

Detto altrimenti: il cottimo, chi era costui?          (post 2312)

Nell’ambito dei sistemi lavorativi si crede erroneamente che il cottimo sia il sistema secondo il quale si retribuisce più il lavoratore in relazione alla sua produzione: più produci, più ti pago. Errore. Infatti il cottimo è un sistema di valutazione e retribuzione applicabile solo in regimi di monopolio e funziona come segue:  poiché io sono un monopolista, ovvero non ho concorrenti, ti pago in relazione alla tua efficienza nella misura in cui tu hai rispettato le regole della “libretta” (le istruzioni che ti sono impartite). Infatti, data la condizione di monopolio, il risultato (efficacia) conseguirà automaticamente.

thU2UI5LGTLo stesso accade in politica se ci si trova in regime di mono-partito (ad esempio quando eravamo sotto il regime fascista): tu non devi pensare, esegui gli ordini e il risultato verrà automaticamente. All’interno di un singolo partito tuttavia lo stesso si verifica anche in un sistema pluripartitico. Ciò accade se all’interno di quel partito vige il monopolio del pensiero, il mono-pensiero, l’ ipse dixit: tu non pensare, esegui ciò che ti ordino, sii efficiente. Il risultato (efficacia) verrà automaticamente.

Orbene, non credo che ormai nessuno accetti più di vivere in un sistema di politica a cottimo.

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