TRENTINO BICILAND, OVVERO “2084” (Fantaturismo Trentino)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 23 Gennaio, 2014 @ 9:51 pm

Detto altrimenti: dal romanzo “2084” che sarà pubblicato nel 2014. (post 69/2014)

Amiche lettrici, amici lettori, per una pura combinazione sono entrato  in possesso di un manoscritto dimenticato sul treno da uno sconosciuto, da chi parrebbe essere l’autore di un romanzo di prossima uscita dal titolo “2084”. Il none dell’autore? Non è indicato sul manoscritto … (N.B.: le parti in rosso erano scritte a biro. Il resto, a computer arial 12)

 Inizia

“2084” – Capitolo II° (da presentarsi all’editore entro il luglio per la pubblicazione a Natale 2014)

Il gruppo di amici si incontrò quella stessa sera. Erano tutti sportivi di una certa età … già, perchè da alcuni decenni a causa sella crisi economica le nascite erano fortemente calate e parallelamente l’età media della popolazione, anche di quella “sportiva”, era in continuo aumento. Compresa l’età dei cicloescursionisti. E loro facevano appunto parte di uno di quei gruppi: il CEF, Ciclo Escursionismo Fiorentino (ma posso utilizzare anche un’altra città).

Il monte “Trento 2000” (già Monte Bondone)

Prese la parola il loro Presidente: “Ragazzi, vi propongo una gita in bicicletta il Trentino Alto Adige. Sapete, ora tutto è cambiato rispetto a settanta anni fa. Infatti mio nonno mi racconta che all’epoca in quella regione si concepivano i “dislivelli”, cioè le opporunità fornite dalle montagne,  solo per lo sci o per marce a piedi, non anche per la bicicletta. E dire che il CAI Centrale aveva ben pubblicato, nel lontano 2012, un Quaderno di oltre 60 pagine sul Ciclo Escursionismo. Si diceva: insomma , …  se vogliono salire con le biciclette, che pedalino e non vengano ad inquinare le nostre montagne. In verità trascuravano alcuni particolari:
• che lo stesso ragionamento non veniva fatto a proposito dello sci da discesa;
• che non sempre le nevicate invernali erano tali da far utilizzare appieno gli impianti di risalita;
• che l’età del popolo dello sport di massa si stava innalzando;
• che canalizzare entro piste ciclabili prestabilite significava disinquinava le montagne da un loro uso arbitrario dei bikers che invece a quel tempo le percorrevano senza alcuna regola;
• che loro consideravano ciascuna salita e ciascuna discesa come cosa a se stante, mentre invece noi, oggi, possiamo goderci risalite meccaniche e discese in bicicletta come parte di ben più ampi percorsi turisti;
• che avrebbero incrementato di molto l’offerta e la domanda turistica, in un mondo nel quale si vendevano più biciclette che automobili.

Oggi però tutto è cambiato … per fortuna in meglio! Ecco … vi espongo per sommi capi la proposta della nostra prossima gita, premettendo che mi sono già messo in contatto con Trentino Biciland SpA di Trento, la società locale che gestisce questo tipo di escursioni e che provvederà a tutte le prenotazioni e ad ogni altro tipo di service (quale l’assistenza medica e meccanica eventualmente necessaria durante la nostra gita).

Da Merano, possibile bella deviazione sino a S. Leonardo in Val Passiria!

Arriviamo un venerdì (o sabato) sera a Trento, con il treno. Si dorme in un albergo decorosissimo e a buon prezzo. Nel garage dell’albergo si trovano già parcheggiate le biciclette che abbiamo affittato via e-mail   tenuto conto del peso, dell’altezza, del grado di preparazione atletica di ogni partecipante.

Primo giorno. La mattina successiva un pullman porta noi e le bici al Passo Resia ove arriviamo entro le ore 12,00. Qui iniziamo a pedalare lungo la bellissima ciclabile sino a Merano, dove si arriva in serata e dove si pernotta in ostello.

Secondo giorno; si pedala da Merano a Bolzano e quindi fino a Trento, per pernottare nello stesso albergo, nel quale, volendo, avremmo potuto lasciare parte del nostro bagaglio.

Terzo giorno: da Trento si sale in Funivia a “Trento 2000” (ex Monte Bondone) e dalla quota 1650, costeggiando boschi e prati, si plana sino a Riva del Garda, dove pernottiamo. Biciland SpA ci ha fatto pervenire i nostri bagagli. (lo stesso farà per tutte le tappe successive).

Da Bolzano, possibile bella deviazione per il lago di Caldaro!

In alternativa, il terzo giorno si può risalire con gli impianti da Zambana Vecchia sino a Cima Paganella (oltre 2000 metri) e da lì scendere sino a Riva del Garda.

Quarto giorno; nuova ciclabile Riva del Garda – Malcesine, indi si sale con la Funivia del Monte Baldo e quindi planata verso sud sino a Sirmione, dove si pernotta.

Quinto giorno: Sirmione- Malcesine in battello, indi si sale con la funivia del Monte Baldo, si plana verso nord su Rovereto e quindi per pista ciclabile a Trento dove, riconsegnate le bici, ci imbarchiamo sul treno che ci riporterà a casa.

A Riva del Garda: possibile bella deviazione nel …lago!

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Che ne dite, amici, di questa “settimana azzurra a pedali”?

L’esposizione del Presidente fu seguita da un forte applauso di approvazione.

Finisce

 A questo punto le pagine erano  stracciate, l’appunto non era più leggibile ….
 

 

 

 

 

 

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LEGGE LETTORALE RENZI-BERLUSCONI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 23 Gennaio, 2014 @ 1:49 pm

Detto altrimenti: colta al bar. Due amici  ragionano fra di ooro a voce alta. Uno l’ho chiamato “B” (berlusconiano); l’altro “NB” (non berlusconiano).      (post 1318 – 68/2014)

B – Un pessimo accordo è migliore di una buona guerra.

NB – Sì, ma la tua è una semplificazione …

B – Sempre meglio delle tue complicazioni …

NB – Allora guarda, palla al centro, uno pari e cambiamo discorso. Sai cosa mi rode dell’accordo?

B – Certo, che non puoi esprimere le preferenze.

NB – No, non è questo il punto: è che liste bloccate significa liste comperate, cioè che il tuo amico Berlusca continuerà ad avere in parlamento “soldatini ubbidienti” e non menti libere dal vincolo di mandato, come invece vorrebbe la Costituzione.

B – Ma dai … cheppalle … vedi ben che non è vero, guarda Alfano e di suoi …

NB – Già caro, ma chi mi dice che non sia stato un gioco delle parti? Per rimanere omunque al governo, un piede dentro ed uno fuori, se una cosa mi va l’approvo, se non mi va la “faccio” criticare. E poi pare che la somma del nuovo( 1/2+1/2) sia maggiore del vecchio 1 …

B – Sei sempre il solito malpensante, tu… come tutti voi comunisti …  lasciamo perdere …

NB – A parte quella etichetta che rifiuto, sì, è vero, penso al male, ma a pensar male … Ma sai io cosa proporrei? Che i candidati fossero nominati dai partiti ma sulla base dei risultati di  “primarie-candidati” obbligatorie per legge.

B – Basta, tanto è inutile, ognuno di noi resta sulle proprie posizioni. Piuttosto Grillo…

NBGrillo ‘sta volta si è messo un po’ fuori gioco da solo, quasi un autogoal ..

B – E cioè?

NB – nel senso che è uscito allo scoperto … infatti Grillo ha sempre detto 1) che gli andava bene il porcellum perchè era sicuro di prendersi il superpremio di maggioranza. In subordine, 2) che voleva il mattarellum proporzionale puro, e così hanno votato i suoi elettori web (circa 30.000 su otto milioni di votanti alle politiche … un po’ pochini o mi sbaglio?). Sai come interpreto la sua politica?

B – Come?

NB – O me oppure il diluvio universale, cioè o me con il porcellum (con superpremio)  oppure il vostro mattarellum proporzionale che vi renderà sempre più ingovernabili e quindi giocherà a mio favore. Se su Renzi Crozza fa le battute del “fare!” su Grillo si possono fare quelle del “disfare”! Ah … ah… fare/disfare … mi è venuto un bel gioco di parole …

B – Dai, mona …  te l’avevo detto che sei un malpensante …

NB – Ed io ti ho già detto che a pensare male …. ma aspetta, mi “rode” anche un altro aspetto della Renzi-Berlusca, e cioè che i partiti minori possono concorrere a formare le maggioranze, ma se non superano certe soglie, nisba, niente parlamentari …

B – Ecchè … sei diventato leghista?

NB – Dio me ne guardi! Sto solo cercando di ragionare con il mio cervello, tutto qui. Cogito ergo sum non leghista, non grillino, non berlusconioano,  così facciamo paro con quel tuo  “comunista” di prima …

B – Si, è meglio, sennò litighiamo, tu piuttosto, che fai tanto il furbo, tu che faresti se fossi fra coloro che contano nel PD? Medice cura te ipsum, guardati in casa tua …

NB – Non lo so. Certo non darei le dimissioni, in nessun caso. Chi è assente ha sempre torto!

B – Ecco … vedi che anche tu utilizzi delle semplificazioni?

NB – Vabbè, basta, per oggi ne abbiamo fatta anche troppa di politica. Andiamo a prendere un caffè …

B – Prendere un caffè? La sai quella dei due socialisti  alla stazione FS di Milano – s’era al tempo di Craxi -… uno dice all’altro “Andiamo a prendere un caffè”. E l’altro: “A chi?”

NB – Anch’io ne so una di quell’epoca, in quella stessa stazione. L’altoparlante lancia un avviso “PLIN –PLON … I Signori socialisti che hanno preso il Treno per Roma sono gentilmente pregati di restituirlo”. Che siano stati sempre quei due … quelli del caffè? Ma veniamo a noi … tu cosa prendi?

B – Quello che prendi tu …

NB – Cameriere, due caffè per favore!

B – Cameriere, due anche a me!

Barista (sorridendo, rivolto a me): “Lei cosa prende? Un caffè? Si? Allora (voltandosi verso il suo collega alla macchina del caffè)  … ragazzo, tre caffè … (e poi, rivolto a noi tre) “O ne volete cinque?”

P.S.: nessuno fra le mie lettrici e i miei lettori si offenda o si arrabbi. Non ho fatto altro che riportare un discorso rubato al bar fra due sconosciuti e … ambasciator non porta pena … (in quale Caffè si è svolta la scena? Non ve lo posso dire, sarebbe pubblicità non pagata e il mio editore mi tirerebbe le orecchie! Lo stesso vale per la marca del caffè …)

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TRENTINO, TRENTO, TRENTO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 23 Gennaio, 2014 @ 8:14 am

Detto altrimenti: mattina, pomeriggio, sera (post 1317)

Mattina: a sciare in Paganella

 

 

 

 

 

 

Pomeriggio: conferenza FIDAPA (v. post n. 1316)

 

 

 

 

 

 

 

Sera: concerto Orchestra Haydn (Beethoven, Elgar, Tschaikowsky)

 

 

Ora, non dico che tutti siano disponibili a questo “tour de force” né che lo si possa fare tutti i giorni. E’ solo un esempio di come si possa “venire a sciare, a passare la settimana bianca a …Trento! Soprattuto tendo conto che … “non di solo sci vive l’uomo”, soprattutto l’uomo che fa parte di una popolazione che sta sempre più invecchiando!

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FIDAPA – FEDERAZIONE ITALIANA DONNE , ARTI, PROFESSIONI, AFFARI – TRENTO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 23 Gennaio, 2014 @ 7:34 am

Detto altrimenti: “Attention please: Women at work” … Donne in azione, Donne all’opera!”  (post 1316 – 66/2014)

Italia, Paese della Commedia, della Divina Commedia, della Commedia dell’Arte. Che la Commedia di Dante sia vera Arte è chiaro ad ognuno. Tuttavia quando si parla di Commedia dell’Arte ci si riferisce a tutt’altra cosa.

La “lettrice – attrice” Giovanna Laudadio, la relatrice Maria Teresa Perasso, la Presidente Luisa Fronza

Fidapa Trento, Presidente LUISA FRONZA – Presso la Sala del Centro Culturale Rosmini, Via Dordi, si è tenuta ieri una interessante conferenza su “La Commedia dell’Arte o Commedia all’improvviso”, relatrice Maria Teresa Perasso, con la partecipazione della “voce recitante” Giovanna Laudadio.

Molto particolare la strutturazione data dalla relatrice alla propria esposizione, la quale è stata intervallata dalla lettura di brani autentici di canovacci, critiche dell’epoca ed anche da una breve rappresentazione emblematica del tipo di rappresentazione eseguita da due “attori” improvvisati, a loro volta sicuramente spontanei.

La Commedia dell’Arte, “vissuta” fra la metà del ‘500 e la metà del ‘700, ha rappresentato – nel suo settore-il frutto del “genio creativo italico”. Infatti, nata assolutamente “dal basso” come manifestazione spontanea di chi doveva in qualche modo sbarcare il lunario, cioè procurarsi di che vivere, si basava su alcuni principi cardine assolutamente innovativi:

1. l’improvvisazione dei testi (creati in scena dagli attori sulla base di un semplice canovaccio):
2. l’utilizzo delle maschere (nel doppio significato di paludamenti del viso e di figure caratteristiche di personaggi chiave, tipo Arlecchino);
3. l’essere rappresentata “a pagamento”;
4. l’avere introdotto le attrici donne;
5. l’essere rappresentazioni ambulanti;
6. l’utilizzare “lingue” diverse, nel senso di dialetti diversi.

La fine della Commedia dell’Arte fu decretata dalla sua stessa auto-saturazione, dalla diffusione del melodramma e dalla riforma Goldoniana.

, insieme a Giovanna,
… con il sottoscrritto blogger, addetto al computer, fotografo e, insieme a Giovanna,  “attore” .

Tuttavia molto della Commedia dell’Arte è rimasto sino a noi. Quelli della mia età (classe ’44) ricorderanno sicuramente i teatranti ambulanti dell’immediato dopoguerra i quali giravano per i quartieri delle città per rappresentare, su palcoscenici ricavati dalle ribalte dei loro carrozzoni, scenette diverse. Io ne ricordo uno, di questi gruppi, “Fagiolino”, ispirato nel nome ad una maschera emiliana.

Ritroviamo poi la Commedia dell’Arte nelle prestazioni radiofoniche (“Il ruggito del coniglio”, Radio 2) e cinematografiche-televisive, nelle quali si capisce che non tutto “è testo” e molto, al contrario, è lasciato alla improvvisazione del genio teatrale ed umoristico dell’attore. Un esempio? Ricordate le interviste al grande Alberto Sordi? E quanto si testimoniava sulla capacità di improvvisazione dell’inimitabile Principe de Curtis, in arte Totò?  Come vedete quella cultura non si è persa.

Essa, poi, è rimasta nelle nostre corde di Italiani, anche per un aspetto diverso, nell’ Arte di Arrangiarsi, di improvvisare comunque una soluzione. Esemplare il proclama del citato Totò – in un film dell’immediato dopoguerra – lanciato dalla finestra della sua nuova casa: “Italiani, arrangiatevi!”, invito rivolto alla popolazione come parodia di ben altro (questa volta tragico) annuncio da ben altro (funesto) balcone …

L’improvvisazione, dote talvolta positiva, talvolta negativa, come quando, ad esempio, si sbaglia il conto degli esodati, ma questa è un’altra storia…

Arlecchin….a!

Ma torniamo a noi. Questa nostra capacità di improvvisare può anche essere più positivamente descritta come “creatività”, e l’Italia è il Paese della creatività, anche in campo culturale. Qui è nato il melodramma, qui il bel canto, qui il Dolce Stil Novo, qui la Commedia dell’Arte, la Commedia Goldoniana, I Promessi Sposi, etc… splendida opera inimitabile se non altro per essere scritta da qual borghese conservatore di sinistra che fu Alessandro Manzoni.

Per chiudere un pensiero “attualizzato”: poiché “in medio stat virtus”, possiamo ben augurarci che oggi la nostra Italica Società operi una fusione, sul piano politico e sociale, fra le due “Commedie”, quella dell’Arte (improvvisata) e quella Goldoniana (preparata) e pervenga ad una sorta di “Creatività Organizzata”.

Ecco, vedete, mi permetto di sottoporre all’attenzione delle lettrici e dei lettori questa sottolineatura: la conferenza FIDAPA della quale stiamo parlando è stata “anche” un momento importante di “palestra mentale”, nel senso che ci ha condotto a formulare alcune riflessioni che hanno un loro valore “a prescindere”. Mi spiego. se voi frequentate con regolarità una palestra, allenate il vostro corpo indipendentemente dal tipo di sport che poi andrete a fare. Lo stesso vale per la nostra sensibilità e per la nostra mente … quindi: grazie, Fidapa!

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GRANDE E PICCOLA EVASIONE FISCALE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 21 Gennaio, 2014 @ 10:07 pm

Detto altrimenti: 1245 immobili in nero? (post N. 1315 – 65/2014)

Roma. Parrebbe che una signora sia stata scoperta possedere 1245 (MILLEDUECENTOQUARANTACINQUE) immobili sui quali pare che non abbia mai pagato imposte, perchè pare che siano tutti intestati a soggetti esteri. Pare che le somme evase  siano pari, pare, a 2.000.000.000 di euro, pare pari a circa 4.000.000.000.000 delle vecchie lire.

Un quadretto, in un ufficio … non sono riuscito a trattenermi dal fotografarlo …

Ricordo che pareva che le somme evase dai gestori delle slot machine si aggirassero intorno ai 70.000.000.000 di euro, pare pari a 140.000.000.000.000 delle vecchie lire. (Per favore, controllate voi se ho messo gli zeri giusti: a me fanno girare … la testa … la testa! Cosa avevate pensato, mal pensanti che non siete altro!)

Che conclusioni traggo da quanto sopra? Che l’evasione fiscale – se fatta in grande scala – sia il modo più redditizio di investire il denaro. Non ci credete? Seguite il mio ragionamento.

A) Io devo 100 al fisco. Il fisco mi scopre e pago 100+100 di multa, interessi etc..

B) Io devo 70.000.000.000.000 al fisco. Non li pago. il fisco mi scopre. Io concordo per 700.000, con un minore esborso di …. (calcolate voi).

Mi pongo la PRIMA DOMANDA: come è possibile che avvenga che si lascino maturare livelli di evasione così elevati? Quando tali enormità vengono scoperte, si loda chi le ha scoperte. Ma prima? Prima, cosa è successo o cosa non è successo? Nell’atto di dolore si chiede perdono per peccati di pensieri, parole, opere ed omissioni. Omissioni, appunto …

Mi pongo la SECONDA DOMANDA. Perchè noi, Italiani non evasori e voi, Italiani evasori da 100, non scendiamo in piazza per una manifestazione da indignados, silenziosa, pacifica ma ferma?

Fra coloro che avranno risposto esaurientemente alle due domande sarà estratto un buono per un concordato fiscale al 30% scadente fra cinque anni.

Castigat ridendo mores …

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IL CICLOPE DI EURIPIDE, DRAMMA SATIRESCO MOLTO POLITICO E ATTUALE …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 21 Gennaio, 2014 @ 1:48 pm
Euripide

Detto altrimenti: poche ore fa. Biblioteca Comunale di Trento. Gruppo di lettura dei classici della Prof (si, Prof, senza il puntino dell’abbreviazione, Prof, abbreviazione sostantivata. Anzi, per noi, ormai “la” Prof) Maira Lia Guardini. (post 1314- 64/2014).

Euripide era considerato (erroneamente) uno scrittore a-pragmon, cioè uno scrittore senza visione o interesse nella politica. In realtà egli è un intellettuale “pragmatico” cioè, letteralmente, con una forte visione e connotazione politica, se non altro per la frequentazione attiva in Atene con sofisti e con lo stesso Socrate.

Euripide pacifista, spera nella non-guerra (del Peloponneso) che invece scoppia e che produce, fra le tante conseguente, il dilagare dell’individualismo. Individualismo che inquina la democrazia, la quale è teoricamente la migliore forma di governo, ma che all’atto pratico non è più ciò che dice di essere. In Atene di 2400 anni fa, intendiamoci!

Euripide: per creare una buona vera democrazia occorre essere in pochi, istruiti, volenterosi, disponibili, attenti … Tuttavia, si critica la democrazia per migliorarla, non per sostituirla con la dittatura. Si critica per correggere e migliorare ciò che si ama.

Luciano Canfora

Ce lo ricorda anche il testo “Anonimo della Costituzione di Atene” (testo che Euripide attribuisce a Crizia, zio di Platone, futuro tiranno), sul quale Luciano Canfora ha costruito il suo libro “Il mondo di Atene” (Laterza, collana i Robinson. Leggetelo, ne vale la pena, ve lo garantisco!). Frammento anonimo di forte critica alla democrazia ateniese. Atene, democrazia imperialistica, circa 300.000 persone nel suo impero (forse solo 200.000 ma non cambia nulla), 30 o 20 mila ammesse al voto, 5 mila presenti in assemblea, 50 prendono la parola, uno decide. Atene, nella quale comanda il “popolo” che possiede navi o che fornisce opliti (dunamin = forza = potere economico = potere politico = potere militare). L’altro popolo no.

Una democrazia (solo) formalmente  “aperta” ai poveri da Pericle, che assegna uno stipendio a tutti i politici (anche ai ricchi!) perché possano fare politica anche i poveri. Smoke gets in your eyes … Fumo negli occhi. Poveri? Pover … o Pericle, sapessi che fine hanno fatto i tuoi “rimborsi” oggi!). Solo che quando l’Araldo annuncia che si apre la discussione, interviene lo stesso Pericle e si rivolge ai “poveri”. “Si, anche voi, poveri, potete parlare, anche voi …poveri e ignoranti, parlate, sentiamo cosa (mai, n.d.r.) avete da dire”. Una democrazia gentilmente concessa …

Dice … ma “Il Ciclope” che c’azzecca? C’azzecca, c’azzecca! Ad una lettura superficiale appare come una riscrittura dell’episodio omerico. E invece … invece ci testimonia la caduta dei miti, spazio vuoto riempito dalla satira politica. Cos’altro di più accattivante che “copiare” un pezzo di Omero per avere una buona audience?

Ma ecco che arriviamo al Ciclope. Secondo la classificazione del Leopardi (Zibaldone) il Ciclope di Omero risulterebbe “primitivo”, cioè che non si è ancora maturato, immaturo; quello di Euripide risulterebbe “barbaro”,cioè ghe si è guastato,  marcio.

Il Ciclope di Omero si rivolge ad un Dio (Nettuno) perché lo vendichi della ferita infertagli da “Nessuno”; quello di Euripide dispregia tutti gli dei, a cominciare dal loro capo Zeus.

Il Ciclope di Omero non conosce le leggi; quello di Euripide le viola coscientemente le leggi. Il Ciclope di Euripide proclama a gran voce il suo “Me ne frego!” di tutto e di tutti, di ogni legge umana e divina. “Empio” quindi, secondo il significato classico della parola. Egli vive secondo la sua natura. Questo gigante è come uno specchio deformante della realtà “civile”. Ed il passaggio dalla “civiltà” alla “natura” si coglie nel suo banchetto: il primo compagno di Odisseo viene “civilmente” ucciso (scannato) secondo i rituali dei sacrifici religiosi; il secondo “barbaramente” sfracellato contro la roccia.

MA COSA CAMBIA PER LE VITTIME? NULLA! DIVORATI SECONDO LE LEGGI O IN VIOLAZIONE DELLE LEGGI, SEMPRE DIVORATI FINISCONO.

Ci si domanda perché Euripide abbia voluto mettere di fronte ai suoi contemporanei la farsa dell’uccisIone sacrificale, per farla seguire subito dopo da una uccisione “barbara”, se non per condannare  lìipocrisia certe ipovrite pratiche ipocritamente civili (legali) – religiose. (N.B.: gli antichi Greci mangiavano solo carne macellata secondo il rituale religioso da parte del Màgheiros, cuoco-macellaio-funzionario del tempio).

Il Ciclope di Euripide, parodia del potere tirannico un po’ ottuso;   che si beve le menzogne che gli vengono raccontate (“Duce, gardate quante squadre aeree abbiamo!” … E invece facevano girare le stesse da un campo di aviazione all’altro!); che si lascia andare a stravizi (vino e uomini – che il Ciclope preferisce alle donne; che vive come una bestia e schiaccia tutti con la sua forza prepotente. Delle sue vittime mangia tutto, viscere ed ossa comprese, come un leone. Cibo naturale, pasto naturale al 100%. La natura (“fusis”) separata dalla  legge della Città Stato (“nomos”). E’ un velato (ma non tanto) richiamo a che fusis e nomos si temperino vicendevolmente. E bravo Euripide!

L’ Odisseo di Euripide diverso dal personaggio descritto da Omero. Si esprime con lo stile della tragedia ma subito dopo traspare una mentalità non-tragica, non-epica. L’epica si è persa. Il Ciclope e Odisseo sono calati e colti da Euripide solo nel presente. Come la politica, sembra dirci Euripide, che guarda solo al presente o poco più in là … Odisseo, dal linguaggio politico, retorico, che afferma di non volere abbandonare i compagni mentre pensa esattamente il contrario. Ciclope ed Odisseo: ognuno cerca di fare solo il proprio interesse: sofisti della seconda maniera, degenerati rispetto alla matrice prima del sofismo.

Il significato dell’opera? Provate a fare questo esercizio mentale: potete iniziare dalla lettera A) o dalla lettera B), indifferentemente:

A) Riflettete sul comportamento di alcuni politici odierni che si fanno rimborsare milioni di euro di spese private, sulla loro ubris (tracotanza), sul loro dispregio per le leggi … Non vi sembrano Ciclopi barbari, cioè “marci”?
B) Immaginate di calarvi nel mondo di Atene e di assistere ad una rappresentazione del Ciclope: sareste probabilmente portati a pensare che l’autore abbia voluto criticare la “ubris” del potere politico, che si sente al di sopra di ogni legge …

Mi spiego meglio: oggi i media (comperso questo blog) ci mettono sotto gli occhi con rapidità e ripetutamente ogni fatto del passato, così che noi – sia pure inconsciamente – lo valutiamo come se fosse presente. In altre parole, rischiamo di perdere il senso della Storia. E invece, sforziamoci di calarci in “quel” mondo e chiediamoci perchè Euripide abbia sentito il bisogno di ri-scrivere del Ciclope, perchè ha “creato” un Ciclope così diverso da quello Omerico … quando tutti i suoi contemporanei avevano sott’occhio un modello ben diverso Mutatis mutandis è un po’ come se oggi uno scrittore riscrivesse Pinocchio, adattato alle lusinghe dei videogiochi, delle slot machine, un Pinocchio che alla fine a differenza di quello originario non si redime: perchè uno scrittore oggi dovrebbe riscrivere un”Pinocchio” così cambiato se non per evidenziare i vizi ed i difetti della nostra attuale società, quasi senza speranza, rispetto alla speranza che scaturiva dal “Pinocchio” originario?

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RENZI: COMPROMESSO STORICO N.2

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 21 Gennaio, 2014 @ 8:45 am

Detto altrimenti: Eppur si muove … (post n. 1313 – 63/2014)

L’Italia è ferma? No … “Eppur si muove”, disse Galileo Galilei a chi voleva la terra ferma al centro dell’Universo con il sole che le girava attorno …

Renzi, giovanotto coraggio … non c’è che dire.

Berlusconi: ma non doveva essere “al gabbio”?

L’incontro con Berlusconi: “Ottimo!” direbbe tale  Machiavelli …

Mi sta bene tutto il pacchetto Renzi? No, ad esempio non digerisco le liste bloccate anche se “mini”. Tuttavia preferisco “risultati parziali” a “parole totali”.

Il compromesso? Paolo Mieli, nel suo ottimo recente libro “I conti con la storia- Per capire il nostro tempo”, nel capitolo “Mosche e scarafaggi: quando i compromessi fanno la storia”, afferma che “Il compromesso è la cosa migliore che ci sia. Fu Albert Einstein a dire che che gli unici compromessi inammissibili sono quello sordidi”. Prosegue citando il filosofo israeleiano Avishai Margalit che distingue fra il “compromesso scarafaggio” (lo scarafaggio caduto nel piatto della minestra la rende immangiabile) e il “compromesso mosca” che cade in un unguento, mosca che può essere asportata senza che l’unguento sia rovinato.

Mi sta bene che sia la politica ad accodarsi sulla legge elettorale.
Mi starà bene se le leggi (a cominciare da quella elettorale) saranno nuovamente “fatte” dal parlamento.
Mi sta bene se la vita del Governo sarà più lunga e più sicura.
Non mi sta bene che in parallelo non si proceda, nelle sedi opportune, ad una sostanziale e significativa revisione urgente dell’ordine delle priorità del Paese e che non si chiarisca il significato delle parole “Bene Comune”.

E Renzi? Renzi, Toscanaccio DOC. di quelli “maledetti” da Curzio Malaparte, di quelli che trainando il loro vecchio carroccio carico di masserizie varie, costrinsero alla stessa velocità di marcia la colonna dei carrarmati americani che avrebebro avuto la “pretesa” di entrare in Firenze a “spron battuto”!

Toscani, menti pronte, argute, sarcastiche, eredi orgogliosi di un Granducato, concittadini degli artefici del Rinascimento, padri della lingua … e di che lingua! Basta leggere Dante e la su’ Commedia. Vabbè che lui con alcuni Toscani ce l’aveva proprio, in particolare con i Fiorentini (Godi, Fiorenza, poi che se’ sì grande che per mare e per terra batti l’ali, e per lo ‘nferno tuo nome si spande!) e con i Pisani (Pisa, vituperio de le genti). Pisani? Allora forse andava d’accordo con i Livornesi. Dice un Livornese. “Meglio un morto in casa ch’un Pisano all’uscio”. “Dio t’ascolti” gli risponde il Pisano! (Cioè, che tu possa avere un lutto in casa, n.d.r.). Con noi Genovesi (chi scrive lo è, nato a Genova “ma” sampdoriano) poi, se la prese per benino (Ahi genovesi, uomini diversi, d’ogne costume pien e di magagna, perché non soete voi del mondo spersi?”. Non c’è male … non vi pare?)

Ma… è lui o è Crozza?

Ma torniamo a Renzi. I “partitini” tremano, s’infuriano … Ma proviamo ad esaminare il problema a monte. Italiani: individualisti, creativi, fantasiosi. Se affiancate a queste qualità le (troppo) alte remunerazioni della politica (denaro, benefit, potere), capirete bene che, a fianco di Politici veri, preparati, impegnati, capaci di “vedere il futuro prima degli altri” (e noi dal piccolo ma grande Trentino, little but great, ve ne abbiamo mandato uno di questi a Roma) vi siano politici non veri, che hanno trasformato la Politica in politica, cioè in un (loro) mestiere molto (troppo) retribuito (le lettere maiuscole e minuscole non sono usate a caso) e quindi assolutamente allettante. Non ci credete? Ma quando sentiamo un politico affermare “Che te ne frega … che me frega … io mi faccio i c… miei … penso alla mia pensione … qui ognuno si fa i c… suoi…” (sic, testuale!) che ci si può aspettare da questa politica? Che si faccia da parte e lasci il posto alla Politica, aber schnell auch, ed anche di corsa!

Grande: big, di dimensione; great, qualitativamente. Nei partiti big non sempre vi sono Politici great.  In pariti “little” possiamo avere Politici great. Utilissimo per il Paese sarebbe avere incece avere Politici great in partiti big, che loro trasformerebbero  partiti anche great.

Scusate … dimenticavo: via il Senato? OK! Via le povincie a statuto ordinario? OK …

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POST DI SERVIZIO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 20 Gennaio, 2014 @ 6:34 pm

(post n. 1312 – 62/2014)

 “Si avvisano i Signori viaggiatori …”

Un saluto alle mie lettrici e ai miei lettori da una giornata sulle nevi di Solda

Ovvero, amiche lettrici e amici lettori del blog, un avviso. La procedura del blog mi consente di far apparire come “ultimo post pubblicato” un determinato post, ancorchè superato dalla pubblicazione di altri post successivi. Ugualmente posso far apparire come ultimo pubblicato un post “vecchio”. Ciò mi consente di dare rilevanza ad argomenti particolari o che tornano ad essere di attualità.

Pertanto vi avverto che potrei ri-sottoporre alla Vostra attenzione post datati quanto alla data di pubblicazione, ma tornati ad essere molto attuali.

Il loro riposizionamento in “prima fila” sarebbe e sarà comunque solo temporaneo. In ogni caso potrete scorrere il blog e leggere l’ultimo post pubblicato subito dopo, al secondo posto, e così via.

Grazie per l’attenzione – Il vostro blogger preferito (vero che è così?) Riccardo (… Neve? Non di soli post vive l’uomo …)

P.S.: anche questo post  … collocato per alcuni giorni in prima fila …

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SPA PUBBLICHE, PRIVATE O MISTE? Seconda puntata (prima puntata: solo tre post fa!)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 20 Gennaio, 2014 @ 2:56 pm

Detto altrimenti: Fare crescere il personale che lavora all’interno di una SpA.

Come gestire una SpA? Vi sono due modi:

 A) MODO “ANTICO” E SBAGLIATO, IMPRODUTTIVO

1) I lavoratori sono “dipendenti subordinati”, esecutori di ordini. Io passo loro solo quel poco di informazioni che servono LORO per operare settorialmente.
2) Non li faccio crescere professionalmente più di tanto e comunque sempre “settorialmente” così non potranno avanzare troppe pretese retributive.
3) Pianificazione pluriennale: la conosco solo io! I miei dipendenti mi devono rispondere sul giorno per giorno. Eseguire, dipendenti, eseguire! A pensare ghe pensi mi! (Bel gioco di parole, vero? Sono anche spiritoso, io … che figo che sono!).
4) Non promuovo riunioni collettive ma solo strettamente settoriali.
5) Ordine del giorno e verbale delle riunioni? Niente, dirigo io tutto e poi faccio verbalizzare quello che dico io. Oppure non faccio verbalizzare nulla.
6) Ferie e permessi? Li uso come strumento di  “coercizione”.
7) Interscambiabilità dei lavoratori? Manco a parlarne: ognuno al su posto. Mai insegnare a leggere e a scrivere alla stessa persona!
8) Potere e responsablità? Certo, potere a me, responsabilità a loro! Mica sono fesso, io ….
9) Non rendo pubblico organigramma (non approvo il funzionigramma) a meno di esservi costretto. Comunque: io sono il capo e a capo di tutti. Tutti gli altri .. tutti sotto di me!
10) Certificazione di qualità? Solo se costretto (è solo un autoincensarsi!).
11) Certificazione di responsabilità sociale? manco a parlarne, cribbio!
12) Premi di produzione pre – concordati? Manco a parlarne! So io poi cosa fare.
13) Ascoltare proposte da parte del personale? Mai! Bene fece quell’ammiraglio inglese che a capo di una flotta di alcuni galeoni fece impiccare il marinaio che si era permessi di dirgli che la rotta sulla quale si trovava la flotta era stata calcolata in modo errato (ma poi la flotta finì sugli scogli e ci furono 2.000 morti annegati, n.d.r.).
14) Chi prediligo io? Chi mi è fedele, chi mi dà sempre ragione, chi mi fa la spia, chi schiavizza i suoi colleghi (anzi, ex colleghi perchè io questo qui lo promuovo subito!).
15) Preparare e far crescere un mio successore?
a. SpA privata: se ho un figlio, cerco di tirare su lui. Se non ce l’ho o se lui non vuole, alla fine o chiudo baracca oppure cedo l’azienda alla concorrenza.
b. SpA pubblica: non ci penso nemmeno! Io devo essere insostituibile, altrimenti quando tutto funziona bene, mettono un altro al mio posto!
16) Far crescere la SpA?
a. SpA privata: si, fino al limite che è gestibile da me personalmente. Oltre le colonne d’Ercole delle mie capacità, no: guai a delegare, guai a fidarsi di altri!
b. SpA pubblica: si, solo nel limite dello stretto necessario, anche al di sotto delle mie capacità, perché altrimenti corro il rischio che la Spa diventi appetibile per qualcuno più potente di me..
17) Fattori della produzione? Potere,  Capitale e Lavoro.
18) Mio obiettivo? Guadagnare più soldi possibile, e guadagnarli comunque. Prediligo la distribuzione di dividendi agli investimenti. Il personale è demotivato? Ecchissene …

B) MODO MODERNO E CORRETTO, PRODUTTIVO

1. I lavoratori sono collaboratori, colleghi. Io dò loro il massimo dell’informazione. In tal modo sono motivati anche se operano settorialmente, ciascuno nel suo ambito. Ed inoltre si autocorreggono il sistema delle loro interrelazioni funzionali operative aziendali.
2. Li faccio crescere professionalmente, agevolo lo sviluppo di carriere lineari, progressive ed interne alla SpA e sono felice se meritano una retribuzione più elevata. Il mio motto è: “Se va in pensione il tuo Direttore Generale, assumi un fattorino”.
3. Pianificazione pluriennale: io fornisco alla SpA le linee guida. Poi la SpA redige la Pianificazione Pluriennale scorrevole, il budget annuale, i report mensili, i flussi finanziari. I miei collaboratori devono conoscere tutto ciò.
4. Promuovo riunioni collettive di indirizzo generale e operative settoriali.
5. Ordine del giorno e verbale delle riunioni e relativi verbali? Certo, con la massima tempestività e precisione su chi deve intervenire, su chi dice o fa cosa, ed entro quando si verifica ciò che deve essere stato fatto. Distribuzione del verbale: ai partecipanti e a tutti coloro che sono coinvolti.
6. Ferie e permessi? Ferie: il piano ferie se loro facciano loro, essendo responsabilizzati sulla continuità del servizio di ognuno. Permessi? Certo, a richiesta, a secondo della necessità: autogestiti come le ferie. Loro si autocontrollano reciprocamente.
7. Interscambiabilità dei collaboratori: la curo al massimo.
8. Potere e responsabilità? Devono coessitere in capo ad ogni persona.
9. Rendo pubblico organigramma e concordo con loro il funzionigramma. Organigramma? Un capo può avere sotto di sè al massimo cinque sotto-capi e così via, a cascata. Funzionigramma? Il capo progetto “comanda” anche il suo superiore gerarchico che faccia parte del gruppo.
10. Certificazione di qualità? Certo, e deve esistere ben prima che ce lo insegnino i certificatori!.
11. Certificazione di responsabilità sociale? Si, è un doppio dovere: aziendale e morale.
12. Premi di produzione pre – concordati? Si, MBO significativi per tutti.
13. Ascoltare proposte da parte del personale? Certo, anzi, stimolare le loro proposte!.
14. Chi prediligo io? Chi mi dice la verità, chi collabora con i colleghi, chi mi avanza proposte, chi sente la SpA come sua.
15. Preparare e far crescere un mio successore?
a. SpA privata: se ho un figlio, cerco di tirare su lui. Se non ce l’ho o se lui non vuole o se non è capace, ricerco il futuro capo innanzi tutto all’interno. In ogni caso coinvolgo i collaboratori nell’azionariato della SpA.
b. SpA pubblica: cerco comunque di crearne uno dall’interno.
16. Far crescere la SpA?
a. SpA privata: si, al massimo, anche oltre le mie personali capacità.
b. Spa pubblica: si, al massimo, anche se sono cosciente che poi, quando tutto va per il meglio, potrebbero mettere un altro al mio posto.
17. Fattori della produzione in ordine di importanza decrescente: Onestà, Idee, Motivazione del Personale, Lavoro, Capitale.
18. Mio obiettivo? Fare crescere le persone che operano nella SpA ed i sistemi economici e sociali entro i quali la SpA opera. Prediligo gli investimenti alla distribuzione di utili.

(continua alla terza puntata)

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RENZI-BERLUSCONI: ANALISI LOGICA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 20 Gennaio, 2014 @ 1:45 pm

Detto altrimenti: proviamo a fare una “analisi logica”dei fatti, o meglio, una “analisi della logica dei fatti”, della loro concatenazione logica, della loro coerenza … a prescindere dai contenuti (post 1310 -60/2014)

Non voglio difendere o accusare Tizio, Caio o Sempronio. Sto solo cercando di ragionare con “logica” e “coerenza”, perchè se si fa confusione sui presupposti; se si è illogici e incoerenti, allora dopo …  be’ dopo, ogni discussione, ogni argomentazione è solo pretestuosa, strumentale, non scientifica e nella migliore dei casi “sbagliata”. Sbagliata ho detto? Cioè … che sia io a sbagliare? Forse. Ma almeno ci provo … a ragionare. Comunque, se mi sbaglio, mi … corrigerete! Ma veniamo al dunque:

Tutti i partiti hanno un segretario
Tutti partiti dialogano a livello di segretari.
FI è un partito numericamente importante.
Il “capo” di FI è condannato e quindi dovrebbe essere in prigione.
Un altro importante partito (PD) ha necessità di dialogare con FI.
Il segretario del PD dialoga con l’unico “segretario” FI possibile, a meno di non escludere FI dal dialogo.
L’eventuale responsabilità di avere dialogato con un condannato non è del segretario del PD, ma di chi non ha messo in prigione l’altro, consentendo a FI di dotarsi di un segretario non condannato.

Per la nomina del segretario, il PD sceglie la formula delle primarie aperte anche ai non iscritti.
Vince Tizio, con 3 milioni di voti (al 50% sono di iscritti).
Caio e Sempronio hanno perso.
Nelle successive riunioni interne di partito, Caio e Sempronio non potrebbero opporre a Tizio che la maggior parte degli iscritti (votanti e non votanti alle primarie) potrebbero pensarla diversamente da Tizio. Infatti Caio e Sempronio avrebbero dovuto agire a monte e non far aprire le primarie ai non iscritti, altrimenti nel loro agire non c’è spazio per la coerenza. Coerenza? Coe .. Renz…a?! No … La mia non è una difesa di Renzi, ma della coerenza e della logica del ragionamento.

P.S.: ho scritto quanto sopra “prima” del discorso di Renzi alla Assemblea del PD (controllate l’orario di pubblicazione del post). Poi ho ascoltato  il suo discorso (RAI News 24) ed ho particolarmente apprezzato un passaggio: “Io ho le mie idee. Se l’avversario politico le condivide ed io rinuncio alle stesse proprio perchè condivise dall’avversario, nei suoi confronti dimostro sudditanza intellettuale”.

 

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