OPEN BLOG

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 3 Gennaio, 2014 @ 9:18 am

Detto altrimenti: quasi un “Forum Blog”. Lettrici e lettori del blog, volete pubblicate voi stessi un Vostro post? (post 1258)

Amiche, amici … scrivete al mio indirizzo riccardo@trentoblog.it ed io pubblicherò il Vostro intervento come un post, a nome Vostro o con lo pseudonimo che vorrete indicarmi. E non vi preoccupate di forma, punteggiatura etc.. Curerò io stesso l’editing.

I numeri del mio blog sino ad oggi, dall’inizio del 6 dicembre 2011, cioè in 758 giorni:

1258 post pubblicati (compreso questo)
post organizzati in 43 categorie e selezionati attraverso 4562 parole chiave
1618 i commenti scritti ricevuti

Medie giornaliere:

166 i lettori
1089 le pagine lette
1189 i richiami da altri post/siti

Coraggio, amici, Vi aspetto! Potrete far conocere il Vostro pensiero!

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FIAT CHRYSLER

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 3 Gennaio, 2014 @ 8:49 am

Detto altrimenti: tre domande sull’OM – Operazione Marchionne (post 1257 – 7/2014)

Premesso che la crescita di una SpA può prendere le mosse:

1. dal miglioramento del prodotto esistente (marketing operativo);
2. dall’ampliamento della gamma dei prodotti (marketing strategico);
3. dal far nascere nel consumatore un’esigenza che non altrimenti avrebbe avuto (marketing diabolico);
4. da R&S, Ricerca e Sviluppo;
5. dall’aggressione al mercato altrui;
6. dalla crisi altrui;
7. da M&A. Mergers and Aquisitions, acquistando altre SpA …

… mi domando:

1. Marchionne è intervenuto anche sui numeri da 1 a 6 di cui sopra?

2. A quanto ammontano i debiti della Chrysler?

3. Se era un affare, perché gli USA ce l’hanno venduta?

4. Della Chrysler, non bastava acquistarne il 51%?

5. Esistono acquisti in borsa di azioni FIAT “prima” dell’annuncio dell’operazine Chrysler?

6. Chi sono gli acquirenti delle azioni di cui al precedente n. 5?

7. Chissà se Marchionne accetterebbe di passare ad Alitalia …

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I NODI CENTRALI DELLA CRISI … no, non dell’Italia, ma della Umanità

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 3 Gennaio, 2014 @ 8:07 am

Detto altrimenti: proviamo e mettere a fuoco alcuni nodi fondamentali  (post 1256 – 6/2014).

No, questo proprio non dobbiamo farlo …

Riassunto della puntata: cerchiamo di sfrondare i problemi fondamentali dalle questioni minori, anche se importanti, e concentriamoci su quelle maggiori.

1. Problema Antropologico: ognuno deve sentirsi “padrone”, “cittadino”, “membro della propria comunità” cioè non più “suddito”, “utente”, “privato”. Questo vale per l’Italia e per l’Europa (e quindi per il Mondo).
2. Problema Morale: lo trovate ampiamente trattato in molti post precedenti.
3. Problema Europeo: gli Stati Uniti d’Europa sono la dimensione minima che consentirà un accordo con gli USA per la definizione dei principi morali, fiscali, finanziari, civili etc. sulla cui base si potrà imporre al “resto del Mondo (Vecchio)  la via per un Mondo Nuovo.
4. Problema delle Priorità: un esempio vale per tutti, ovvero, ritenete prioritario l’acquisto dei cacciabombardieri F 35 o il finanziamento dello start up di decine di migliaia cooperative giovanili (e non) per il rilancio turistico di altrettanti siti storico-turistici-artistici-naturalistici?
5. Problema del Riordino e Rivalutazione (vera!) dei Valori Fondanti della Democrazia. Se inizio a scriverne non la finisco più …
6. Problema dell’Evasione Fiscale: vale 150 miliardi di euro l’anno! Risolverebbe il problema della finanza pubblica italiana. Questo problema si risolve soprattutto se si costituiscono gli Stati Uniti d’Europa.
7. Problema delle Riforme Istituzionali Italiane. Se inizio a scriverne non la finisco più …
8. Problema della Giustizia Sociale. Se inizio a scriverne non la finisco più …
9. Problema dell’Eliminazione di Caste e Privilegi. Se inizio a scriverne non la finisco più …
10. Problema della riconoscibilità degli appartenenti alle Forze dell’Ordine (un numero di riconoscimento sui caschi e sui giubbotti?): Genova, 11 poliziotti del G8 – Diaz di 13 anni fa, sono stati arrestati (ai domiciliari). Mi dispiace solo che un mio (ex) amico, ex collega universitario all’Università di Giurisprudenza di Genova, giudice genovese, li abbia a suo tempo assolti. E non voglio fare nomi.

Amiche lettrici e lettori del blog, lo so che esistono altri problemi …  che l’ordine di priorità può essere diverso. Lo so, e allora … coraggio: fatevi sotto e formulate la Vostra proposta. La pubblicherò anche per intero come “post” e non solo come “commento”.

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L’INCIDENTE SCIISTICO DI SCHUMACHER

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 2 Gennaio, 2014 @ 8:33 pm

 Detto altrimenti: riflessioni di uno sciatore (post 1255 – 5/2014)

Una pista facile, larga, ben battuta, visibilità e qualità della neve ottima, nessun particolare affollamento. Quasi i pianori del nostro Grostè a Madonna di Campiglio in una bella giornata di sole. Uno sciatore di livello medio alto decide di attraversare una sorta di piccolo “spartitraffico” fra due corsie della stessa pista, in neve fresca. Solo pochi metri. Il fondo nevoso non è abbastanza spesso da ricoprire sufficientemente tutti i sassi (preferisco chiamarli “sassi” più che “rocce”) ma semplicemente da “nasconderli” alla vista. Infatti, l’ultima nevicata li ha solo “nascosti” con uno strato di 10 cm., insufficiente a sopportare il  peso dello sciatore. Gli sci si “piantano” su di un sasso. La forza d’inerzia proietta in avanti lo sciatore. Gli attacchi di sicurezza si aprono. L’uomo cade in avanti e sbatte  la testa contro un altro sasso. Affiorante o meno, non ha fatto differenza.

Un fuoripista vero fra rocce vere:  dopo la salita in funivia, la discesa dal Sass Pordoi nella Val di Mezdì

Inizialmente si è parlato di “urto contro le rocce durante un fuori pista”. Io ho subito pensato a qualcosa come la discesa dal Sass Pordoi, dal Colle del Teodulo a Cervinia, dai canaloni del Sises al Sestriere, dal Colletto Verde a Monginevro o dal muro di Serre Chevalier Le Monetier vicino a Briancon (Alta Savoia). Tutte discese che ho ripetuto più volte. Niente di tutto questo. Schumi: un banale incidente che avrebbe potuto accadere anche su una pista battuta, facile e poco innevata (quante volte abbiamo sciato – in pista – fra sassi affioranti qua e là …)

E allora, che dire? Fatalità, a mio avviso. Tristissima fatalità. Dice … ma andava veloce … taluno scrive “a 50 kmh”. Ma come ha fatto a stabilire questo valore? Schumi non aveva certo la “scatola nera” nella tasca della giacca a vento. E poi, una caduta simile è pericolosa anche a 10 kmh, e anche da fermo, oserei dire. Se da fermo scivolate e battete direttamente la testa per terra su di un sasso aguzzo … credo che gli esiti possano essere molto simili a quelli dell’incidente occorso a Schumi. No, non credo che la causa dell’incidente sia stata la velocità eccessiva.

… la pressione dell’aria sulle racchette e quindi sui polsi …

La velocità sugli sci? Per sentirla “sulle racchette” devi andare oltre i 70kmh, quando l’aria le spinge indietro con una forza crescente in via esponenziale rispetto all’incremento della vostra velocità. Non per niente adottiamo racchette in carbonio, leggere e sottilissime, meno resistenti all’aria e più reagenti alla spinta in avanti del polso. Volete imparare a valutare la velocità della vostra sciata? Fatevi portare in motocicletta e stando seduti  sul sellino posteriore del passeggero, sporgete all’esterno una mano che impugni una  racchetta da sci. Imparerete a valutare la velocità dalla pressione che la racchetta tasmette al vostro polso.

Fuori pista. In genere lo praticano veri sportivi, dopo una salita a piedi (che però, talvolta è sostituita da una salita con  impianto a fune o, per pochi ricconii, da un elicottero, il che cambia la classificazione dell’impresa) ed allora è un vero fuori pista. In questi casi usualmente si scia su percorsi molto lontani dalle piste battute, con il connesso pericolo di valanghe; più prudentemente lo si pratica lungo gli stessi percorsi ma sulla neve crostosa in primavera. Infatti, una cosa è il fuoripista in neve fresca e abbondante, altra in neve crostosa, primaverile, cioè “autobattuta”, molto più sicura e ancor più divertente se  ricoperta da un leggero strato di fresca.

Poi esiste il “fuori pista” a fianco delle piste battute. Anche questo può essere pericoloso. Ad esempio, qui da noi in Paganella, negli ultimi anni abbiamo avuto due morti a dieci metri dalla pista battuta, per slavine provocate dagli stessi sciatori.  Paganella? Sono di questi giorni tracce di fuoripista in neve fresca subito sotto l’arrivo della seggiovia Cima Paganella, lato Andalo. Tracce che si sviluppano fra sassi ancora affioranti. Come vedete, è anche fortuna …

E Schumi? A mio avviso  5% imprudenza, 95% sfortuna e fatalità. Che dire? Forza Schumi! Dai che ce la fai!

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LIBERA CHIESA IN LIBERO STATO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 2 Gennaio, 2014 @ 7:51 am

Detto altrimenti: libera Chiesa … purchè non sia “libera” (cioè priva) di Sacerdoti … (post 1254 – 4/2014)

Natale. C’è chi va in Chiesa e chi no. Io si. E si è più attenti del solito. A forza di “stare attento”, mi è venuta da fare un’osservazione banale. L’età dei Sacerdoti celebranti. Per la maggior parte molto, molto avanzata. E i loro sostituti … dove sono? Crisi delle vocazioni, sento dire. Ok, ma occorre porre rimedio:  una Chiesa senza Sacerdoti non è immaginabile.

Al Muse, il nuovissimo Museo di Storia Naturale di Trento. In coda per entrare.
“Prego, si accomodi … sa … io non ho fretta … sono pensionato …”
“Ma … mi pare do conoscerla … Riccardo … ma sei tu?”
“Si … ma … tu …. non mi dire … Marco?” – “Yes, I am” mi risponde sorridendo …

In questi giorni, dopo tanti anni, inaspettatamente, ho incontrato un mio vecchio amico d’infanzia. Un abbraccio. Dopo i primi saluti, superato lo smarrimento della sorpresa, ci aggiorniamo sulle nostre vite “parallele per il tempo della vita” ma “divergenti quanto ai contenuti della vita”. Io gli parlo del mio lavoro – antico e recente –  e della mia famiglia. Lui, vestito in borghese, della sua famiglia, cioè quella delle sei parrocchie affidate alle sue cure di parroco: paeselli quanto si vuole, ma sempre sei sono! Infatti è parroco in una regione del centro Italia. D’istinto, lo abbraccio una seconda volta. Non nascondo che sono un po’ commosso e sicuramente sorpreso: lui prete? Lui che era un buontempone, sempre allegro e pronto allo scherzo, vivacissimo e un po’ burlone?
“Ma perché, dice, i preti devono essere tristi? Non hai sentito Papa Francesco? Letizia, letizia ci vuole!”
Siamo ovviamente in confidenza, nonostante la lunga separazione. Gli chiedo se anche lui è in pensione.
“Pensione … mi dice … tu così giovane, mio coetaneo – perchè noi due … giovani siamo, no? – Tu ci sei già in pensione … noi preti dobbiamo andare ben oltre … sai, nel nostro settore pare che le domande di lavoro siano ben poche …”
Mi viene spontaneo chiedergli cosa pensa che succederà quando sacerdoti della sua/nostra età ed anche più anziani, andranno in pensione.
“Già, la crisi delle vocazioni” … mi risponde, un po’ vagamente.

Io mi permetto di fare un parallelo assolutamente inappropriato, me ne rendo conto per primo io stesso, un parallelo con il “sistema” del mondo militare: fino a ieri la maggior parte dei giovani cercava di evitare la leva obbligatoria. Oggi c’è la fila per diventare militare di carriera. Il servizio militare è diventato un mestiere appetibile. Non che il sacerdozio possa subire la stessa evoluzione, che possa diventare un mestiere, ci mancherebbe altro! Ma forse la creazione di precondizioni diverse da quelle attuali … i tempi cambiano, e poi … un ritorno agli insegnamenti ed agli esempi dell’origine … soggiungo: “San Pietro era sposato, o mi sbaglio”?

Marco: “La Chiesa ci sta sicuramente pensando, soprattutto ora con Papa Francesco”.
Ed io: “Vuoi dire … al matrimonio dei preti e alle donne sacerdote?”
Marco: “Uei .. raga (come dicono i suoi giovani parrocchiani – precisa -) scialla, calma, non esageriamo … le donne sacerdote … sì, a me andrebbe bene, ma rebus sic stantibus mi parrebbe pretendere troppo! Io credo piuttosto al matrimonio dei preti. Perché no? Solo che sarebbe una soluzione di medio periodo e invece occorrono soluzioni di brevissimo periodo. Infatti oggi i diaconi non bastano più … ti faccio un esempio banale: pensa un po’ che io passo buona parte del mio tempo a gestire la manutenzione degli edifici parrocchiali. Non ti dico poi quando si devono effettuare lavori straordinari. Tu, Riccardo, che mi hai appena detto di essere stato – da ultimo – a capo anche di società che hanno operato in lavori edili, ne sai qualcosa: noi parroci – di campagna o di città – siamo ormai quasi dei capi cantiere, dei responsabili di progetto, della sicurezza dei lavoratori, della gestione delle gare che facciamo per cercare di risparmiare …”

Io: “Ma come se ne può uscire? E’ tutto tempo sottratto alla cura delle anime, o mi sbaglio? Già che siete poi così tanti – aggiungo ironicamente – che non mi parrebbe proprio il caso di trasformarvi in geometri e ingegneri …”

Marco: “Una soluzione potrebbe essere quella che la Curia accentrasse queste funzioni in capo ad un ristretto gruppetto di specialisti centrali … sarebbe un po’ come avere un 30% di sacerdoti in più per la cura delle anime”.

Abbiamo continuato a parlare, a lungo. Gli ho mostrato le foto della mia piccola nipotina Sara.
“Che bel nome, dice … e che bella bambina: sei un nonno fortunato!”
“Dai, Marco – o devo chiamarti Padre … o Don …? – Oggi sei a pranzo con noi, così la potrai conoscere …”
“Va bene così, figliolo, va bene così: “Marco” va benissimo: con un nome simile sono in buona compagnia, non ti pare? Aspetta che avverto il mio gruppo che non sarò  con loro al mercatino e al Pedavena … si chiama così quella vostra famosa birreria? Sai … la buona birra … ne sono ghiotto, come una volta … un liquido peccatuccio di gola … e poi, ricordi come scherzavamo all’oratorio? I Re Magi? Oro, incenso e …  birra! D’altra parte in Duomo e alla chiesa del Concilio ci siamo già stati, sono state le nostre prime mete …”

Quando si dice che visitare i musei arricchisce la nostra vita …

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ANCORA MONTEPASCHI SIENA MPS

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 1 Gennaio, 2014 @ 10:45 am

Detto altrimenti: cercherò di essere compreso anche dai non addetti ai lavori (post 1253 – 3/2014)

1) il MPS ha effettuato operazioni “particolari”  che gli hanno causato perdite rilevanti.

2) Too bank too fail … “troppo banca” per poter essere lasciata fallire.

3) Interviene il Tesoro e presta al MPS 3 miliardi, che devono essere restituiti entro il 2014, altrimenti da prestito diventano capitale sociale e il Tesoro assume il controllo della banca (e l’attuale azionista di maggioranza relativa, la Fondazione Montepaschi, lo perde).

4) Profumo, che a suo tempo si è dimostrato sensibile alle esigenze del sistema politico (quando intervenne in Kazakistan dove, per evitare una grossa multa all’ENI, acquistò, strapagandola 2,5 miliardi di dollari USA una banchetta kazaka che dopo un anno rivendette con una perdita di 2,7 miliardi di dollari USA!) viene “trasferito” da Ammnistratore Delegato Unicredit a Presidente MPS, con una buonuscita di 40 milioni di euro (però lordi, lordi …  e allora … chevvoletechesiano?)

5) Profumo deve far ricapitalizzare la banca. Propone quindi all’Assemblea degli Azionisti un aumento di capitale. Egli sa bene che deve avanzare questa proposta, ma sa anche che la Fondazione non ha i denari per sottoscrivere tale aumento. Quindi, probabilmente sa anche chi, in assenza della sottoscrizione da parte della Fondazione, si farà avanti per sottoscrivere (versare) quel capitale, con il che il controllo della banca non sarà più della Fondazione e non sarà mai del Tesoro.

6) A questo punto, sapendo come sarebbero andate le cose, Profumo avrebbe potuto/dovuto dimettersi. E invece va avanti e propone l’aumento del capitale perché “se si tarda, aumentano gli interessi da pagare al Tesoro; si rischia di subire sui marcati dei capitali la concorrenza delle altre banche che a loro volta devono aumentare il proprio capitale; si rischia di diventare banca pubblica”. Tutto vero ma.

7) L’Assemblea degli Azionisti boccia la proposta di Profumo perché non vuole perdere il controllo della banca.

8) A mio avviso, Profumo NON si dimetterà, perché in quanto dimissionario, potrebbe rischiare di perdere una seconda buonuscita milionaria (dopo quella pagatagli da Unicredit).

9)  Ma la ragione per la quale ho scritto questo secondo POST MPS è la seguente: chi sono gli Azionisti (diversi dal Tesoro e dalla Fondazione MPS) che avrebbero potuto/dovuto sottoscrivere e versare l’aumento di capitale non optato (non sottoscritto e quindi non versato) dalla Fondazione MPS?

Fra Firenze e Siena: “Però che come su la cerchia tonda/Monteriggion di torri si corona/così la proda che ‘l pozzo circonda/torregiavan di mezza la persona/gli orribili giganti” (Dante, Inf. XXXI)

Profumo sicuramente lo sa, perché non credo che abbia proposto un aumento di capitale “al buio”, cioè senza sapere chi lo avrebbe sottoscritto, anche perchè parte lui stesso è già esperto di situazioni simili, quando da AD Unicredit non si oppose alla scalata  in Unicredit di un nuovo azionista, “salito” fino al notevolissimo livello (azionario) del 7%, “scalata” che pare sia avvenuta all’insaputa del Presidente della banca. Nuovo azionista che poi risultò essere tale Signor Geddafi o Gheddafi, non ricordo bene, vorrete scusare. Profumo, errare humanum est, perseverare diabolicum, non vi pare? Ma se fossi io a sbagliarmi? io? Be’ … se fossi io mi corrigerete!

Grazie se qualcuna delle mie lettrici (lettrici, non elettrici) o qualcuno dei miei lettori (lettori, non elettori) me lo sa dire …  chi sarebbero questi misteriosi potenziali azionisti del (per ora ancora) nostro MPS.

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CANONE DI ABBONAMENTO RAI TV E SUPER RETRIBUZIONI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 1 Gennaio, 2014 @ 10:15 am

Detto altrimenti: “è dovuto ma”. (post 1252 – 2/2014)

 Il canone RAI TV è dovuto. Ma che vuol dire “è dovuto ma”? Vuol dire che io lo pagherò, ma mi permetto di sottoporre all’attenzione delle lettrici e dei lettori tre sottolineature, Una morale, una tecnica, una politica.

1) Moralmente, non è accettabile che i compensi dei vari personaggi, compreso quello del mio apprezzato amico (televisivo) Fabio Fazio, (sia chiaro: io sono un “fazioso”, cioè lo stimo e lo apprezzo sinceramente) siano mantenuti agli attuali livelli milionari: la spending review deve riguardare anche loro.

2) Tecnicamente: dice … ma la mia trasmissione si paga tutta con la pubblicità, io non sono un costo per l’azienda … Eh, no, bello mio. Ognuno di noi è tenuto a dare il meglio di se’ all’azienda per cui lavora, non certo per pareggiare il conto – con la propria retribuzione – fra costi e ricavi, bensì per fare guadagnare l’azienda e per ricevere un compenso adeguato ma non stratosferico, fuori scala. Infatti il contributo individuale di una persona inserita in una grande azienda è produttivo di utili e risultati in genere, per la qualità della prestazione individuale (nessuno lo nega), ma soprattutto per il fatto che questo contributo è inserito all’interno di una  azienda grande.

3) Politicamente: sarà un caso, ma un personaggio di bassa statura (fisica) sta cercando di fare ridurre gli emolumenti dei “personaggi RAI”. Le male lingue dicono che se ci riuscirà, automaticamente potranno esserci fughe di cervelli dalla RAI verso le TV del suo Capo Politico, oppure anche che il suo Capo Politico sarà a sua volta legittimato a risparmiare sugli stipendi dei “personaggi” delle proprie TV. Della serie “a pensar male …”

Quanto alla terza sottolineatura, il proprietario di reti TV non dovrebbe poter fare politica. Tutto qui.

Perdonate ora se – relativamente alle prime due sottolineature, mi permetto di sottoporvi due esempi personali.

Anni ’70: ero responsabile della finanza Italia della STET, la maggiore finanziaria Italiana, a Torino. Fra le altre “cose” che feci, ideai e realizzai il sistema di controllo e gestione del rischi di cambio del Gruppo, che comprendeva decine di SpA (SIP,  ITALTEL, SIEMENS DATA, SGS ATES, SELENIA, ELSAG, SIRTI, ILTE, SEAT, CSELT, etc. etc.). Il Gruppo risparmiò miliardi di lire. Non per questo chiesi né mi fu offerta alcuna retribuzione milionaria (il lire) oltre al mio già buono stipendio (buono a livelli “umani” e non marziani).

Anni ’80: ero a capo di un’altra finanziaria importante (non così come la STET, ma niente male: possedeva banche, immobiliari, commissionarie di borsa, giornali, etc.). Ideai e realizzai la sistemazione industriale e fiscale del Gruppo, con risparmi di decine di miliardi di lire. Non per questo chiesi né mi fu offerta alcuna retribuzione milionaria (in lire), oltre al mio già buono stipendio (buono a livelli “umani” e non marziani).

In entrambi i casi io ero pagato bene e avevo agito bene. Fine. Nessun emolumento extra. I risultati li avevo ottenuti perché avevo usato la mia professionalità per la quale ero già pagato, ma soprattutto perché avevo operato all’interno società di grosse dimensioni.

Nessun emolumento, quindi, da “figlio di ministro” o da “Presidente di Unicredit o Montepaschi”. Montepaschi? Ne ho già scritto, ma ora mi “sta scappando” di riscriverne. Leggete il post successivo!

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Gli anni del “4” : 404 – 1400 – 1914 -1944 -1984 – 2014

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 1 Gennaio, 2014 @ 9:15 am

Detto altrimenti: un po’ di storia e di cronaca (post 1251, ovvero 1/2014)

BUON ANNO, AMICHE LETTRICI! – BUON ANNO, AMICI LETTORI! BUON ANNO, COMMENTATORI DEI MIEI POST! BUON ANNO, REDAZIONE DI TRENTOBLOG! ma soprattutto … BUON ANNO, PAPA FRANCESCO E BUON ANNO PRESIDENTE NAPOLITANO! E … GRAZIE AD ENTRAMBI!

Gli anni del “4”? Eccone alcuni

404 – Siamo al tempo delle invasioni barbariche che contribuirono al disfacimento dell’ Impero Romano di Occidente. Quello di Oriente sopravvisse sino al 1400 perché “pagava i barbari affinchè lo risparmiassero e si dirigessero verso Roma”. Conseguenze: l’Impero di Oriente restò monoculturale. Quello d’Oriente, con la propria morte, contribuì a fecondare il terreno dal quale nacquero le civiltà francesi, tedesche, italiane, europee in genere. Vi chiedo: chi erano i barbari?

Italiana? Si, anche la civiltà italiana: non abbiamo forse oggi la Longobardia? E i Normanni in Sicilia? Ma a Roma … dice, ma i barbari a Roma portarono distruzione … su, vabbè, ma che mi dite del detto “Quod non fecerunt barbari, fecerunt Barberini”, ad indicare che la maggiore distruzione delle opere architettoniche antiche avvenne proprio per opera delle famiglie nobili romane, che usarono quelle pietre per erigere i propri palazzi? Vi chiedo: chi erano i barbari?

Barbari. Soprattutto le varie tribù germaniche. I Germani, che dopo l’inciviltà del nazismo e la loro distruzione da parte delle bombe alleate, oggi sono i primi in Europa. Barbari non più barbari. Forse oggi, in senso moderno, i barbari siamo noi, che lasciamo andare in rovina gran parte del nostro patrimonio storico, culturale, naturalistico perché … perché abbiamo altre priorità, quali il mantenimento dei privilegi alle varie caste e l’acquisto dei cacciabombardieri F 35. Vi chiedo: chi sono i barbari?

Lavoravo alla STET– Società Finanziaria Telefonica per Azioni, la maggiore finanziaria italiana. Fui traferito da una società “italiana” del Gruppo, ad una a maggioranza (51%) “tedesca”. Il mio gran capo di Roma mi disse: “Quella è gente che per ogni riunione, predispone l’ordine del giorno, chi è presente e chi assente, chi deve fare cosa ed entro quale data, chi redige il verbale, a chi viene distribuito il verbale della riunione”. Tanti anni dopo ero responsabile di una SpA pubblica italiana. Mi riunivo con il Sindaco di quella città, cioè con l’azionista di maggioranza, verbalizzavo le nostre riunioni e glie ne mandavo copia. Seppi poi che si arrabbiava per quanto io facevo. “Sa, noi politici … vedere verbalizzato ciò che diciamo …”. Vi chiedo: chi sono i barbari? …

Nel 1982 (dove è il numero “4”? Nei 4 goal segnati: 3 noi ed 1 la Germania!) ero in Germania: l’Italia vinse i mondiali proprio contro la Germania. In quei giorni in Germania cambiò il governo. Chiesi agli amici tedeschi cosa pensassero del nuovo governo. Mi risposero: “Aspettiamo di vedere come opera, per giudicare”. Fui sorpreso: infatti noi in Italia da sempre eravamo stati abituati a valutare i (numerosi) governi dalle “promesse”. Vi chiedo: chi sono i barbari? …

1400 – Caduta dell’Impero Romano di Oriente. Evvabbè … era anche ora … un po’ per uno …

1914 – … che poi per noi è diventato il 1915, l’inizio di una guerra vinta, anche se oggi, in Trentino, qualcuno dice: “Peccato averla vinta, la prima guerra mondiale”, facendo un confronto fra l’Austria di oggi e l’Italia di oggi (1914, data aggiunta a seguito di una mia dimenticanza, su segnalazione del lettore Edoardo di cui al commento del presente post). Vi chiedo: chi ha vinto?

1944 – Sono nato io, il 3 febbraio, fatto assolutamente di nessuna rilevanza storica.

1984 – Ne aveva scritto Orwell. Aveva anticipato l’attuale sistema globalizzato di spionaggio delle nostre telefonate …

Grazie, Presidente!

2014 – Comincia con il messaggio agli Italiani del nostro Presidente GN – Galantuomo Napolitano, che ringrazio di cuore. Grazie, Presidente, anche perchè se non altro mi semplifichi la vita: infatti a chi mi chiede perchè mai non aderisco a Grillo o a Berlusconi, mi basta rispondere: perchè loro sono contro Napolitano.

Alcuni lo criticano e lo contestano. Vi chiedo: chi sono i barbari?

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P.S.: TG del 1.1.2014: un partito politico critica l’attuale governo, perchè “non ha risolto i gravi problemi del Paese”. Vi chiedo: ma chi li ha creati questi gravi problemi se non quello stesso partito?

Un altro gruppo (movimento, non partito) dice, anzi grida: “Sono tutti illegali!”. Certo che un ex comico, in quanto ben assistito da schiere di esperti, può a buona ragione avere la convinzione di essere in grado sostituire con il proprio giudizio quelli della Corte Costituzionale e di tutto il resto del Paese. Vi chiedo:  è così … o no?

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IL MIO DISCORSO DI FINE D’ANNO (nel 1250° post dal 6 dicembre 2011)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 31 Dicembre, 2013 @ 2:50 pm

Detto altrimenti: “Orwell 2013” o meglio, non come sarà il 1984, bensì come è stato il 2013!  (post 1250)

  1. Un bene: Papa Francesco parla ed opera bene, ma …  un male:…  il mondo non ne segue subito gli insegnamenti.
  2. Un bene: la Borsa è andata bene. Lo spread scende ma …  un male: … la disoccupazione aumenta e i consumi diminuiscono.
  3. Un bene: la ricchezza c’è ma …  un male: … è male distribuita.
  4. Un bene: l’UE esiste ma …  un male: … non esistono gli USE – United States of Europe.
  5. Un bene: abbiamo un ordine di priorità ma …  un male: … non è più quello giusto.
  6. Un bene: cerchiamo di dare agli immigrati la cittadinanza italiana ma …  un male: … non riusciamo a sentirci cittadini europei.
  7. Un bene: abbiamo la democrazia ma …  un male: … spesso solo sulla carta.
  8. Un bene: abbiamo la libertà di stampa ma …  un male: … a leggere sono in pochi.
  9. Un bene: l’Italia è il Paese della cultura ma …  un male: … ciò vale solo per pochi Italiani.
  10. Un bene: panem va bene, ma …  un male: … troppi sono i  circenses.
  11. Un bene: l’UE ha aiutato le nostre banche ma …  un male: … le nostre banche non aiutano noi.
  12. Un bene: cerchiamo di tassare le slot machine, ma … un male: … abbiamo le slot machine.
  13. Un bene: cerchiamo di far fronte alle emrgenze idsrogeologiche e sismiche, ma … un male: … non facciamo prevenzione.
  14. Un bene: la spendig review va bene, ma …  un male: … non si applica a tutti.
  15. Un bene: comperare aerei a lungo raggio per ALITALIA, ma …  un male: … non comperarli ed in loro vece acquistare i cacciabombardieri F 35
  16. Un bene: migliorare i trasporti per i pendolari ma …  un male: … non migliorarli per privilegiare il TAV.
  17. Un bene: limitare e controllare il finanziamento ai partiti, ma …  un male: … consentire che  i partiti abbiano  le loro Fondazioni.
  18. Un bene: aiutare il prossimo, ma …  un male: … aiutare solo giovani e compiacenti ragazze.
  19. Un bene:condannare Roma Ladrona ma …  un male: … rubare anche al nord.
  20. Un bene: avere il Presidente Napolitano ma …  un male: …cercare di farlo dimettere.
  21. Un bene: le parole sono pietre per la costruzione, ma … un male: … possono essere macigni per la distruzione.
  22. Un bene: abbiamo sconfitto l’immoralità, ma … un male: … sostituendola con l’amoralità.
  23. Un male: siamo caduti in basso, ma … un bene: … storicamente, ci siamo sempre rialzati!
Buon Anno, dalla Malga Zambana in Paganella verso il Brenta!

ED ORA, CARE LETTRICI E CARI  LETTORI, CONTINUATE VOI CON I VOSTRI COMMENTI! NEL FRATTEMPO …  BUON ANNO A TUTTE/I!

(Ho deciso: per quest’anno non scriverò più alcun post!)

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CHIAMAMI NAPOLEONE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 31 Dicembre, 2013 @ 9:13 am

Detto altrimenti: una recentissima canzone di Bersani … no, cosa avete capito? Di Samuele Bersani! (post 1249)

Attenzione: “Chiamami Napoleone” non nel senso che “tu ti devi rivolgere a me come se io fossi Napoleone”, ma nell’altro significato: “Vedi un po’ se riesci a trovare Napoleone, chiamalo, digli che venga un po’ qui da me che gli devo parlare, gli devo chiedere alcune cose …”

Nonostante la foto, il vostro blogger Riccardo non si è montato la testa, state tranquilli, né è pronto per un ricovero alla neurodeliri … solo che scorrendo le foto dell’anno … mi sono detto: ecco, questa qui è abbastanza spiritosa, adatta per un saluto “leggero” alle mie lettrici ed ai miei lettori. E siccome quasi sempre pubblico più di un post al giorno, e l’ultimo sarà il prossimo, quello serio, quello del “mio” discorso di fine d’anno …. mi sono detto: dai, comincia a scrivere, tanto i concetti li hai chiari in testa e il grande Cicerone ci ha insegnato “Rem tene, verba sequentur” cioè, “abbi chiaro il concetto, le parole ti verranno spontaneamente”.

Cosa dite? Un “mio” discorso di fine d’anno? Sono presuntuoso? No, amici, no. Lo sarei se a fine d’anno l’unico discorso fosse quello del mio e vostro Presidente, cioè del GN – Galantuomo Napolitano. Ma siccome ce ne sarà anche un altro, quello del Grillo Parlante, allora nella scala dei valori c’è tranquillamente ampio spazio per chiunque altro, che comunque non avrà certo la pretesa di competere con il primo mentre sicuramente non sfigurerà per nulla di fronte al secondo.

Amiche, amici, sapete … ogni mattina non mi perdo l’ascolto di “Prima Pagina” a Radio 3 – Molte anche oggi le notizie. Io mi soffermo su una sola di esse: l’anno in chiusura registra un forte incremento dei valori di borsa (cioè un aumento del valore delle società quotate in borsa), una forte riduzione dello spread, MA un forte aumento della povertà e della disoccupazione … ma, ecco, scusate l’interruzione … di questo argomento vi parlerò nel discorso ufficiale. Nel frattempo è arrivato Napoleone.

Napoleone: “Ciao Riccardo, mi hai fatto chiamare? Sai, non ce ne sarebbe stato bisogno di chiamarmi, perché appena ho visto la tua foto a fianco del mio arco di trionfo … mi sono detto che avrei dovuto venire di mia iniziativa per darti una regolata …

Io: Ma no, Napoleone, dai … si è trattato di uno scherzo …

Napoleone: vabbè, perdonato. Ora dimmi, perché volevi parlarmi?

Io: Ecco, Napoleone, ricordi quando un tuo corazziere ebbe a dirti: “Maestà, io sono più grande di voi” e tu rispondesti “No, tu sei solo più alto”?

Napoleone: Certo che me ne ricordo …

Io: Ecco, vedi … l’Italia si dibatte in un gravoso problema. Abbiamo avuto un capo politico di bassa statura (che però per apparite più alto si era scelto un ministro ancora più piccolo di lui), il quale si credeva grande benchè non avesse preparato il nostro Paese ad affrontare una crisi preannunciata da mille segnali. Ma per di più, nel frattempo, costui ha diffuso una malattia, la “berlusconite”, una  “non cultura”, quella dell’elogio della violazione delle leggi; del “bravo che ci è riuscito ad evadere le tasse”; dell’arricchimento comunque, del sesso abbondante e vario come premio per il maschio vincitore; della politica dell’insulto; della costruzione di un secondo (virtuale) muro di Berlino (“attenti ai comunisti!”); del ghe pensi mi; del panem et circenses; del tette, culi e barzellette; etc.. cultura che ora sta dilagando – perniciosa metastasi – pervadendo di se’ nuovi ambiti oltre quelli originariamente infettati, virando in altre forme degenerative, la più grave delle quali è la “grillite”

Napoleone: Già … capisco, ma qual è il mio intervento richiesto?

Io: Ecco, Napoleone, non te la prendere sai, ma volevo sapere da te quali sono i prezzi delle ville con piscina nell’isola di S. Elena … e poi qual è il regime fiscale e valutario dell’isola  perché vorrei proporre al quel capo di eleggervi domicilio per trascorrevi gli arresti domiciliari ai quali è stato condannato.

Napoleone: Ma di cosa stai parlando? Io conosco bene quella condanna ma quel tizio continua a imperversare come se niente fosse. Dimmi un po’: quando verrà data esecuzione alla sentenza?

Io: E chi lo può sapere? Tu. comunque, vedi se mi sai dare quelle risposte …

Napoleone: Va bene. Nel frattempo però soddisfa una mia curiosità. In questi giorni sono tornato in Italia, in Toscana … sai, volevo fare un salto all’Elba, puoi capire … quell’isola mi è rimasta nel cuore. Orbene, in autostrada, durante una sosta all’Auto GRILL, mi sono detto: “Ma che? Il proprietario degli Auto GRILL si è messo in politica?”

Io: No, Napoleone, quello Grillo è altra cosa … faceva il comico …

Napoleone: E dal settore comico è passato al tragico? Vacci a capire, questi Italiani … Ma allora, dimmi un po’ com’è che parlano di bipolarismo se ora i poli sono tre?

Io: il fatto è che due capi politici arrivano entrambi dal mondo dello spettacolo. Uno cantava sulle navi, l’altro faceva il comico. Pare che – almeno idealmente – si riuniscano in un’unico polo … che potrebbe chiamarsi “repubblicano”. L’altro polo è quello dei democratici. Come in USA.

Napoleone: Ho capito … d’altra parte anche quel tale Reagan … Vabbè Riccardo, ciao, ora devo andare. Quanto alle tue domande, ti saprò dire presto. Ciao, salutami Maria Teresa … no, non quella d’Austria, cosa hai capito? Tua moglie, tua moglie … mona che non sei altro!

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